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Autore: DeaSaga    07/03/2011    2 recensioni
Occhi di ghiaccio.. inepressivi..indifferenti, o forse tristi, colpevoli. Tutto era finito..Ma la fine non è anche l'inizio? Una nuova avventura.
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Astoria Greengrass, Draco Malfoy
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Fine o inizio?




Collera comune.
Solo questo si evinceva dopo  l’annuncio della McGranitt. Nessuno aveva esultato, applaudito,nessuno se non tre persone Neville Paciock, Ginny Weasley ed Hermione Granger. Li guardai attonito mentre stringendo i pugni serrai la mascella guardandoli in cagnesco. Non avevo bisogno della loro compassione, non volevo essere guardato né come vittima, né come eroe, non volevo essere importante per nessuno. Tantomeno per loro. Non erano miei amici, non erano nelle mie simpatie, non avevo intenzione di far finta che sette anni della mia vita,non  li avessi passati ad odiare i Grinfondoro, a prendere in giro la mezzosangue, Paciock, la rossa povera Weasley. Una scelta non avrebbe cambiato la mia natura. In un certo senso per sette anni, mi avevano oscurato, annebbiato con la loro fama, intaccando il mio  essere un purosangue nobile e per questo perfetto. Non avevo cambiato idea sul mio mondo e sul percepire il mondo, rimanevo sempre il migliore, colui che non scendeva a compromessi, colui che non era possibile equiparare in astuzia e pozioni, e poi, non avevo fatto nulla per loro, per Hogwarts, per tutto il mondo magico. Io avevo agito solo per me stesso, solo perché il destino che mi era stato segnato non era quello che avrei voluto scegliere, se ne avessi avuto l’opportunità.
Mi stavano umiliando. Un giorno l'avrebbero pagata..
Tutti i serpeverde si guardarono sorpresi, mentre, poco più avanti nel mio stesso tavolo urla di disappunto mi segnavano come
 “Traditore, Mangiamorte, sudicio di una finta serpe”.

Nelle settimane che passarono scordai il suono della mia voce. Durante le lezioni eseguivo tutto in perfetto silenzio, evitando il confronto con i miei compagni.
Dean Thomas non perdeva occasione per rinfacciare il passato, le battaglie ad Hogwarts, le perdite sul campo, la cicatrice sul mio braccio. Calì mi aveva soprannominato “La serpe codarda”, mentre i Tassorosso avevo ufficialmente emesso la legge “Ignora Malfoy”. La McGranitt aveva cercato più di un colloquio presso il suo ufficio, inviti che avevo declinato prontamente tramite lettera. Volevo solo che quell’anno finisse in fretta, solo per compiacere il volere di mia madre, la cui unica fonte di conforto e speranza ero proprio io con il mio futuro.
Ero prefetto ma nessuno era mai venuto a chiedermi aiuto, anche i ragazzi del dormitorio Serpeverde, si affidavano alla Greengass, che con aria compiaciuta si aggirava nei corridoi. Un tempo forse avrei cercato un modo per umiliarla, ma la mia idea era quella di ignorare qualsiasi studente si mettesse sulla mia strada, anche solo per sbaglio, e l’esser passivo, almeno fino a quel momento, mi sembrava il modo migliore per affrontare la vita.
“Bene ragazzi” disse durante un pranzo la McGranitt
“Oggi pomeriggio è stata accordata la solita visita Hogsmeade, gli studenti del primo, secondo, terzo e quarto anno, saranno scortati dagli insegnati, per gli altri, il ritorno è previsto alle 19 in punto”
“Fantastico” pensai. “Ecco che tutti correranno ai Tre manici di scopa a bere Burrobirra”
“Ti va di venire Draco?” una voce femminile mi dissolse dai miei pensieri. Lavanda Brown mi sorrideva con la solita aria da oca in cattività.
“Ci andrò sicuramente, ma da solo” dissi freddo voltandomi.
“Se cambi idea fammelo sapere, anche per un uscita futura”
Sbattè le palpebre sorpreso. Era una Grinfondoro e per di più ex di quel rosso da strapazzo, era pazza se pensava davvero che sarei potuto uscire con lei.
Il pomeriggio stava passando lento, come, del resto, tutto il tempo che stavo trascorrendo ad Hogwarts. Evitai i Tre manici di scopa, scegliendo un locale molto più appartato, con le pareti che puzzavano di muffa e troppe mosche dell’aria. Il pensiero di essere lontano da quel branco di maghetti che non perdeva tempo ad insultarmi, mi rendeva un po’ più tranquillo. Disinfettai con un incantesimo il doppio bicchiere di Liquore al lampone che sapeva di tutto fuorchè di lampone, e silenziosamente osservai l’umida parete innanzi a me.
“Sai Lavanda Brown ha detto a tutti che sarebbe riuscita a sedurti”
Mi voltai di scatto, mentre un ragazzo si sedeva di fronte a me.
“Dice che ormai nessuno ti deve temere, che sei poco più che un agnellino, un altro da aggiungere alla sua collezione”
Lo guardai sorseggiando quello strano liquido.
“E tu saresti?” chiesi osservandolo accuratamente. Sguardo vitreo, capelli neri, pelle bianca, occhi neri. Di sicuro un Serpeverde.
“Oh già.. Sono William Carnot.. Serpeverde. Sono al sesto anno.”
“Strano” dissi rimanendo impassibile
“Non ti avevo mai notato”
Mi sorrise beffardo
“Draco Malfoy è riconosciuto da tutti, ma nessuno è conosciuto da lui. E’ da sempre la tua regola”
Lo guardai serio.
“E tu cosa vorresti da me?” mi guardò stranito ed io continuai
“Sono andato fuori moda, se cerchi popolarità non sei al posto giusto. Cosa vuoi adesso da me?”
Mi sorrise
“Le vere serpi non vanno mai fuori moda. Io sono un purosangue, come te, con gli stessi ideali di forza e selezione. Tornerai ad essere ciò che eri. Ma inizia a comandare Malfoy,  e per cominciare dovresti uscire da questo luogo è raccapricciante”.
Sorrisi lievemente
“Nessuna serpe verrebbe qui senza scopo. Aspetto il vero motivo per la quale sei qui a disturbare i miei pensieri.”
Si alzò lentamente.
“Un serpeverde applaudito da dei Grinfondoro” disse sdegnato
“Nostri acerrimi nemici.. Dichiarato Agnellino ad un’oca colossale che vanta come ex Weasley, tra l’altro. Comanda Malfoy, come un tempo, e quando lo farai, mi sarai d’aiuto. Io sono rimasto nell’ombra da troppo tempo, e sono brillante, almeno quanto te”.
Così dicendo, si allontanò freddamente.
******    
Astoria Greengass aveva passato il pomeriggio in Sala Comune, stilando una serie di regole  che nessun componente della casa Serpeverde avrebbe dovuto violare. Ormai era ad un passo dall’essere considerata l’unico vero punto di forza della sua casa, e quando Malfoy sarebbe stato schiacciato del tutto, avrebbe regnato supremamente come le era sempre parso giusto. Per settimane si era interrogata su come poter abbattere quello scocciatore, cafone di Malfoy, ed inconsapevolmente, molti punti giocarono a suo favore. L’applauso dei tre Grinfondoro, gli insulti e le scaramuccie degli altri studenti, la passività ed indifferenza di Malfoy, il fatto che nessuno volesse chiedergli aiuto, l’idea a dir poco brillante di Lavanda Brown, che lei aveva appoggiato. Eh sì. Per potere si fa di tutto, così, appena Lavanda, durante un’ora di esercizio con la scopa, aveva palesato la volontà di dimostrare la vulnerabilità di Malfoy, seducendolo, aveva colto l’occasione scommettendo sulla riuscita del suo piano. Se, fortunatamente, fosse riuscita nel suo intento, Malfoy sarebbe calato a picco, e lei avrebbe saputo esattamente, data, ora e luogo dell’incontro, e nessuno dei Serpeverde sarebbe stato troppo contento di vedere il suo prefetto, tra le braccia di Lavanda Brown, l’essere più stupido non solo tra i Grifondoro, ma anche tra gli studenti dell’intera Hogwarts.
“ Regola numero 11 : Evitare l’uso di magie in Sala Comune”
Dettò alla piuma camminando davanti il fuoco.
“Regola numero 12: Dare ascolto al prefetto”
Sorrise gelidamente, al prefetto, si.. Non esisteva un plurale. Alle volte si chiedeva perché così tanto astio nei riguardi di quel ragazzo che ora come ora non era in grado di far male a nessuno. Ma lui l’aveva umiliata. L’aveva resa vulnerabile, con la sua arroganza, la sua freddezza, la sua indisponenza. L’aveva minacciata, quel giorno, poco dopo essere usciti dall’ufficio della McGranitt, le aveva stretto il braccio, facendole  male, ma lei non aveva mollato, aveva retto il suo sguardo, fieramente, cercando di rimanere impassibile senza mostrarsi debole. Avrebbe potuto rivelare ciò che aveva visto nell’ufficio della preside, solo per fare un dispetto a Malfoy, ma con quali conseguenze? Non poteva rischiare, non ora che il suo piano stava prendendo una piega interessante.
“Basta così” ordinò. Prese la bacchetta e assicurandosi che non ci fosse nessuno fece sollevare la pergamena sulle quali erano ben leggibili le nuove regole e la affissò al muro. Salì le scale che portavano alle camere dei prefetti, e con un sorriso beffardo affisse la pergamena alla porta di Malfoy, come nella sua.
Sentì il “Gong” dell’orologio grande in Sala Comune. Si voltò
“Preparati a vedere la mia vittoria Draco Malfoy” disse scendendo le scale.
 
 
Grazie per chi continua a leggere. Recensite in tanti. Vorrei sapere i vostri pareri. La storia sta prendendo una piega interessante.. Chissà!!
  
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