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Autore: sushiprecotto_chan    07/03/2011    2 recensioni
[Neji/Lee] Neji a volte si ritrovava a ripensarci, al destino.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Neji Hyuuga, Rock Lee
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
- Questa storia fa parte della serie 'About Lee's Pairings'
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Titolo: “Destino”.
Fandom: Naruto.
Personaggi/Pairing: Neji Hyuuga, Rock Lee, Neji/Lee.
Disclaimer: I personaggi e la storia (ahimé) non mi appartengono, ma sono solo e soltanto di proprietà di Masashi Kishimoto. La fiction non è stata scritta a scopo di lucro, bensì per puro piacere personale (ed è senza alcuna pretesa, oh yeah <3).
Avvertenze: One-shot, Shounen-ai.
Genere: Introspettivo.
Rating: Verde.
Introduzione: Neji a volte si ritrovava a ripensarci, al destino.
Note: 1. Scritta per il One Hundred Prompt Project, con il prompt “Destino”.
2. Neji/Lee. <3 Praticamente un’introduzione ad una fanfiction Neji/Lee che sto preparando, dal titolo “Underneath”, dove si ripercorreranno tutti i passaggi della vita di Neji e Lee e della loro (possibile) relazione.
Note Autore: Le cose che dovevo dire in pratica sono già scritte nelle note (<3), indi per cui ho solo una nota da aggiungere: ditemi, per favore, per favore, se i personaggi sono IC o meno. La Neji/Lee è il mio OTP, ma sinceramente parlando spesso faccio molta fatica a gestire Neji, perché ho sempre il timore che risulti OOC – quindi vi prego di avvertirmi se lo è, ci tengo.
Bon; buona lettura. <3
 
 

 

 

 
 





“Destino.”

 
 
Neji a volte si ritrovava a ripensarci, al destino.
Aveva sempre convissuto con l’idea che tutta la sua intera vita fosse determinata dal fato, e questo non era cambiato con gli anni, anche se Neji aveva modificato il suo modo di vedere e vivere la cosa.
Il destino per lui ormai non significava più essere costretto ad una condizione miserabile per il volere della sorte, ma piuttosto essere dentro ad una certa situazione che faceva comunque parte della sua vita e che lui, nei limiti, poteva persino cambiare.
Questa consapevolezza gli era stata data da Naruto e dall’aver visto Hiashi scusarsi con lui e spiegare ciò che era realmente accaduto a suo padre; da quel momento ne aveva fatto tesoro, ritrovandosi ad applicarla anche alle situazioni a cui era più abituato – la fortuna di avere la sua squadra, per esempio, o il rapporto positivo che era riuscito a ritrovare con sua cugina Hinata.
A questo proposito, Neji aveva finito per applicare il ragionamento del “destino” anche ad un soggetto in particolare, dopo il giorno in cui si era battuto con Naruto. Questo “soggetto” era Lee.
Neji aveva sempre pensato a lui come una presenza non gradita e che spesso gli provocava irritazione e rabbia, ma dopo averci riflettuto sopra con ragione aveva capito che in realtà Lee rappresentava per lui una persona che, seppur piena d’insicurezze e facile da battere, non aveva mai mollato i suoi obiettivi e che ancora s’intestardiva ad avere come nindo il poter essere un ninja ammirevole anche senza poter usare il genjutsu e il ninjutsu. Era stato costretto dal fato ad una situazione disfacente, ed eppure non era mai riuscito a mollare i suoi obiettivi, e questo fin dai tempi dell’accademia aveva sempre fatto imbestialire il lato più intimo di Neji.
Lee rappresentava la libertà, in senso più sofferto e guadagnato, ma forse proprio per questo era la libertà di cui Neji aveva sentito d’aver bisogno, dopo essere riuscito a capire cosa significava realmente il rapporto che aveva e che aveva sempre avuto con il suo compagno di squadra.
E Neji era sicuro che fosse stato il destino a spingerlo quindi a provare ad essere amico di Lee, e poi a spingersi ancora più in là, solo per conoscerlo meglio – e quindi per provare a conoscere meglio anche se stesso.
Se era stato il fato a porre una personalità del genere nella sua squadra e a farlo relazionare con questa, come poteva Neji sottrarsi all’idea di approfondire il legame che, seppur come rivali e poi come amici, li aveva sempre legati da quando si erano conosciuti? La sua presenza nel team aveva acquisito un senso per Hyuuga, col passare del tempo.
Era stato per questo motivo che, quando si era riscoperto innamorato di lui, Neji aveva trovato la giusta motivazione per non cedere rispetto a quanto si sentisse strano quando si ritrovava nella stessa stanza con Lee. Al principio aveva pensato che il suo compagno di squadra gli avesse stravolto il suo modo di gestire e di rapportarsi al destino (Lee si era sempre ribellato al suo fin da quando lo conosceva), ma quando aveva capito che la presenza di Lee poteva rientrare nel suo, di destino, aveva fatto in modo che nulla lo potesse fermare dall’andare fino in fondo a quello strano rapporto che col tempo si era creato fra loro.
Era stato questo il fattore con cui internamente – sentendosi un idiota, ma per lo meno un idiota convinto – si era fatto coraggio, poco prima di dichiararsi a Lee.
E quando, pochi giorni dopo la sua confessione, aveva ricevuto una risposta positiva da parte del suo compagno di squadra – amico, rivale, amato – e aveva potuto stringerlo tra le braccia, aveva capito che, sì, il destino è qualcosa che ognuno si costruisce da sé, e che allo stesso tempo era già stato scritto da tempo. Ogni cosa procede per un suo sentiero, ma può essere cambiata, modificata, con piccoli gesti, piccoli cambiamenti. Neji non aveva smesso di essere il più promettente ninja della casata cadetta degli Hyuuga, non aveva potuto togliere dalla sua pelle il segno del sigillo che lo avrebbe per sempre costretto ad obbedire alla casata principale, pena un dolore atroce o la morte. Neji non aveva smesso d’essere Neji Hyuuga, ma aveva migliorato totalmente la sua condizione, nascendo nuovamente. Un po’ come Rock Lee, che dentro di sé restava ancora quel bambino spaventato che, non importa quanto s’impegnasse, non sarebbe mai riuscito a produrre una sola mossa che comportasse il genjutsu e il ninjutsu. Un po’ come Rock Lee, che nonostante il fatto d’essere uscito gravemente ferito dal combattimento con Gaara della Sabbia, aveva deciso di affrontare l’operazione e che era tornato a combattere più forte e deciso che mai.
Neji aveva bisogno di Lee, perché lui gl’insegnasse a volare. Ed anche perché, dopotutto, sentiva che lui più di tutte le altre cose era il suo destino.

















   
 
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