Il “mai” non esiste.
Sul “per sempre” ho qualche riserva.
Ma per il “mai”…
Che gusto c’è a dire, sperare, convincere, convincersi, che qualcosa non accadrà MAI?
Non è meglio rimanere in sospeso, in quel leggero vortice d’incertezza, accarezzando sogni e speranze?
Potrebbe accadere? O potrebbe non accadere?
E dopo queste domande, chissà quando, giungeranno le risposte.
O forse ci si dimenticherà dei dubbi, e del “mai”: non senza aver prima sognato, sperato, fantasticato.
Ma è proprio questo il bello!
Perchè affidarsi ad un banale e squallido “mai”, precludendosi la possibilità di continuare a sperare? A sognare?
Perchè?