:-Manca poco- Sussurrò
Desmond con la bocca impastata di
saliva e sabbia del deserto. Altair era ancora addormentato e lui si
permise di
stiracchiare il collo, aveva un fastidio che si propagava per tutta la
parte di
schiena dove prima aveva la ferita e dove ora Altair si poggiava.
:-E Arrivati finalmente tornerò a casa mia…- Non
era molto sicuro, non sapeva
nemmeno se voleva tornare indietro, quell’epoca era qualcosa
di magico, era
stupenda in confronto alla sua, che ormai da anni aveva imparato a
sopportare
per costrizione.
Iniziò a scuotere leggermente Altair.
:-Forza dormiglione svegliati, non vorrai arrivare lì ancora
addormentato?-
Sorrideva mentre lo scuoteva piano.
Di rimano ebbe un gemito di protesta da parte dell’uomo.
:-Forza bambinone svegliati-Ormai stava per scoppiare a ridere.
Pian Piano Altair aprì gli occhi sbadigliando
:-Quanto manca?- Chiese.
:-Più o meno una mezz’oretta-
Non ebbe risposta ma sentì che si stava alzando e
stiracchiando.
Una freccia si conficco d’improvviso nella sabbia pochi
centimetri prima del
cavallo, quest’ultimo causa del movimento improvviso
iniziò a imbizzarrirsi.
:-Cosa diamine succede?- Altair.
:-Un imboscata!- Desmond cercava di riprendere il controllo sul cavallo.
Dalle dune di sabbia uscirono cavalieri bianchi armati di spade,
portavano un
elmo d’acciaio rosso in testa e sul petto stampata una croce
del medesimo
colore.
:-Templari!- Altair digrignando balzando giù dal destriero
con un salto e
sguainando la spada.
:-Assassini, dateci ciò per cui siete venuti qui!-Ordine
perentorio proveniva
dal Templare dinnanzi a tutti, erano una cinquantina tutti armati di
spade e
taluni anche con archi.
:-Non so di che state parlando Templari!-Sputò per terra
Altair.
:-Altair non sfidarli, non riusciresti a batterli: sono troppi!-
Esclamò
preoccupato Desmond.
:-Stai a sentire al ragazzo sul cavallo e dammi ciò che
cerchiamo- Lo derise il
Templare.
:-Zitto!- Urlò Altair.
:-Ragiona Assassino, non riusciresti a batterci tutti- Disse un altro
con tono
derisorio.
Altair digrignava i denti cercando una soluzione.
:-Forse lui non ce la può fare, ma io si!- Una voce veniva
da dietro i
Templari.
:-Un ragazzino- Ancor un altro sempre con voce derisoria.
In effetti di fronte a loro si stagliava una figura
dall’altezza media, non
troppo piccola da sembrare un bambino ne troppo grande da sembrare un
adulto,
era un ragazzo, sui 15-17 anni, coperto da una lunghissima veste
bianca, come
la ragazza che avevano incontrato tempo addietro.
Fu un errore per il Templare deriderlo, il poverino si
ritrovò un coltellino da
lancio conficcato nella giugulare, si accasciò a terra e
ogni Templare smise di
pensare ai due per concentrarsi sul nuovo arrivato.
:-Fai il duro ragazzino? E allora sarai il primo a cadere- Il templare
davanti
a tutti.
:-Provaci! Se ci riesci, o forse sei troppo vecchio! Templare- Lo prese
per i
fondelli.
:-Attaccate!- Ordinò mandando verso il ragazzino gli altri
templari sicuro che
un piccolo moccioso non potesse interferire con i suoi piani. Si
Sbagliava.
Il primo templare andò incontro alla morte sicuro di
vincere, infatti cercò di
colpire con un fendente il ragazzo: si ritrovò una spada
conficcata nell’addome
ancor prima di sfiorarlo. Il ragazzo con un abile piroetta se lo
scansò
prendendo un coltello da lancio e lanciandolo subito al nemico dopo,
conficcandolo dritto in mezzo agli occhi.
:-Tre… Quattro… Cinque- Iniziò a
contare pian piano tutti i templari che
uccideva senza fatica.
Un Templare afferrò per il collo da dietro il ragazzo.
:-Adesso non fai tanto il duro vero?- Se la rideva per la vittoria
-Vediamo chi
si nasconde sotto questo cappuccio-
:-Lo stolto ride prima della vittoria, il saggio prima vince e dopo
riconosce la
bravura dell’avversario- Parole venute dal giovane, parole
molto sagge per un
ragazzino.
:-Parole dette in punta di morte-
:-Queste sono le tue ultime parole Templare?- Disse il ragazzino
all’improvviso.
:-Cosa stai…- Non finì la frase, si
ritrovò un ultimo coltellino da lancio nei
genitali e fu costretto a lasciare la presa sul collo
dell’incappucciato, che
lestamente gli tagliò il collo con una piroetta, con
l’ausilio di una lama
corta.
Alzò lo sguardo e un gruppo di loro lo aveva accerchiato
formando un cerchio
perfetto, sapeva che ora si sarebbe davvero divertito, infatti rideva
sotto il
cappuccio.
Prese a correre verso un dei tanti e, a sorpresa di tutti,
iniziò a correre sui
templari in orizzontale, come se fosse un normale pavimento, ovviamente
ogni
templare crollava a terra, quando ebbe finito il suo girò
ritornò con i piedi
per terra e le ginocchia piegate, già qualcuno si era
rialzato, lui gli corse
incontro usando il suo corpo come scala e facendo un girò a
mezz’aria gli
assestò un calcio in piena faccia mandandolo qualche metro
più in là, il
secondo che gli venne incontro non ugualmente fortunato: la figura gli
scivolò
fra le gambe, fermandosi sotto di lui, sferzandogli un calcio al
cavallo dei
pantaloni, per poi scivolare alle spalle del malcapitato e sempre con
una
giravolta assestargli un calcio nel fianco una volta che fu tornato in
piedi. E
la lista continuò fin quando non li furono tutti stesi
:-Quarantanove- Disse sorridendo guardando con aria malvagia
l’ultimo templare
rimasto che ormai lo guardava con paura.
La figura iniziò ad avanzare mentre il templare
indietreggiava.
Altair e Desmond erano pietrificati, l’abilità del
ragazzo era di sicuro
indiscussa, ma non avevano ancora assistito alla cosa che li avrebbe
scioccati
di più.
Il ragazzo infatti si fermò a pochi metri
dall’uomo, d’improvviso spiccò un
salto, e come se avesse avuto chissà quale diavoleria sotto
i piedi, arrivò
poco prima del templare, ma non era ancora sceso, infatti il ragazzo
prima di
schiantarsi sul templare aveva cacciato dai polsi qualcosa che
brillava, quando
si schianto sul templare, lo fece come un aquila va contro la sua
preda, si
rialzò lentamente, mostrando cosa aveva nei cacciato dai
polsi: erano due lame
nascoste, non una ma bensì due.
Non c’erano dubbi quel ragazzino doveva essere un Assassino,
solo loro usavano
questo genere di armi. Questo era ciò che pensavano i due
spettatori che
avevano visto la scena increduli, ma non sapevano che si sbagliavano di
grosso.
:-Nessun Templare tocca queste terre e rimane impunito, Requiescat
in pace – La voce venne da sotto il cappuccio.
Altair digrignò i denti e si mise in posizione di difesa,
Desmond era ancora
scioccato.
:-Avanti seguitemi- Iniziò il nuovo incappucciato
–Non voglio combattere contro
di voi, seguitemi- Ripeté –Il maestro vi attende-.
Altair annuì, per poi salire di nuovo in sella al cavallo
dietro Desmond.
L’incappucciato portò una mano vicino alla bocca e
lanciò un fischio: dalle
dune sabbiose arrivò un puledro completamente bianco, con la
criniera bionda.
Il ragazzo salì in groppa al destriero con un
agilità inverosimile, per poi
accarezzare il muso del cavallo e sussurrargli qualcosa
nell’orecchio.
:-Allora non sono impazzito c’è qualcun altro
oltre me che parla coi cavalli-
Fece Desmond sorridendo.
A quelle parole lo stranierò volse per la prima volta lo
sguardo verso Desmond,
come se lo avesse visto solo in quel momento, Desmond non
poté vederlo ma quel
ragazzo lo stava guardando con un punto interrogativo in testa, come se
fosse
impossibile che altri essere potessero parlare coi cavalli oltre lui.
Ma l’informazione non sembrò toccarlo molto, infatti, si rimise
composto e fece
un altro fischio diverso dal primo: dal cielo si levò un
verso d’uccello, completamente
nuovo ai due,poco dopo in quella immensità azzurra apparve
una macchia bianca
che scese a tutta velocità verso il ragazzo, di risposta un
braccio fu’ levato
come un invito ad appoggiarsi, infatti l’uccello
usò molto volentieri il
braccio come trespolo conficcando i suo artigli nella carne del ragazzo
sprovvisto di guanto: Era
un uccello
bianco-argenteo aveva intorno al collo una bandana con uno strano
intarsio
disegnato sopra, una lunga e folta coda piumata, in testa altre piume
facevano
la loro comparsa come una corona regale, i suoi occhi erano rubini e le
sue
zampe e il suo becco dell’oro più lucente.
Dopo che l’uccello ebbe sfregato in segno di affetto la
testolina con la
guancia dell’incappucciato egli gli rivolse la parola
:-Guidaci!-fu la dolce richiesta fatta all’uccello, che con
un forte urlo
lasciò il suo trespolo e volò via in direzione
della città, lasciando che la
veste del nuovo assassino si sporcasse del sangue che usciva dai buchi
che
aveva sul braccio infertegli dai suoi artigli.
:-Andiamo- Fu l’esortazione mandata dal padrone di quello
strano uccello, e
Desmond fece partire il cavallo, insieme al loro salvatore per
percorrere le
sabbie del deserto.
Finalmente erano quasi arrivati, Siham si ergeva con i suoi palazzi, le mura che la circondava sembravano senza difese, mentre la gente che andava e veniva sembrava persone normali, come quelle che abitavano Masyaf, Gerusalemme, Acri, ma allora perché portare qui il frutto? Non sarebbe stato più semplice tenerlo a Masyaf?
:-Non mi quadra- Sussurrò
Altair
:-Cosa?- Chiese Desmond
:-Il fatto che non c’è nessuno a guardia delle
mura- Rispose –aspetta
controllo- E non finì la frase che i suoi occhi divennero
grigi e tutto intorno
a lui sembrava ovattato e oscuro, portò lo sguardo alle mura
e… con suo immenso
stupore vide che le mura erano stracolme di soldati, erano nascosti a
quanto
pare per fare un imboscata a chi volesse avventurarsi lì
senza permesso.
:-Sono furbi, dobbiamo stare attenti- Fece l’aquila
:-Perché?- volle sapere l’altro
:-Lascia stare meglio se non sai- Preferì
l’assassino con una lama sola
Desmond piccato allora decise di fare qualcosa che non era sicuro di
poter
controllare, chiuse gli occhi e iniziò a concentrarsi, cosa
non facile su un
cavallo, e provò a rifare quello che aveva già
fatto in passato, ci riuscì
anche se per poco, quando riaprì gli occhi, erano cambiati,
erano nebulosi e
grigi, riuscì appena in tempo a guardare le mura e a notare
le aure.
:-Oh Merda!- Esclamò forse con voce troppo alta, beccandosi
un occhiataccia da
Altair
:-Tua madre non ti insegnato che non si impreca?- Fece piccato
:-Si, ma ricordati da dove vengo- Volle precisare
Altair non volle replicare e allora si stette zitto. La conversazione
non passo
inosservata all’incappucciato davanti che da sotto il
cappuccio aveva ascoltato
tutto, e si annotò mentalmente di fare delle ricerche una
volta arrivati.
Entrarono nella città
ancora cavalcando, cosa che sconvolse
non poco i nuovi ospiti, che si guardarono con una faccia stupita per
poi
tornare a guardare avanti.
Il luogo era normale, persone che andavano in giro, anche a cavallo se
era
necessario, normali passanti che pensavo ai fatti loro, o parlavano
tranquillamente fra di loro.
:-Secondo te sapevano del nostro arrivo?- Sussurrò Desmond
ad Altair
:-Sono stati avvisati dal maestro in persona- Si aggiunse alla
conversazione
l’incappucciato che aveva sentito tutto nonostante il tono
basso di Desmond
:-Ah!- Fu’ l’unica risposta di Desmond dato che gli
era partita una scossa
dalla base della schiena quando il ragazzo gli aveva risposto.
La domanda di
Desmond era giusta,
nessuno era stupito del loro arrivo, era come se fossero normali
cittadini.
Continuarono ad avanzare fino ad
un'altra cinta muraria,
dove dietro si ergeva la fortezza, quest’ultima
però era chiaramente
sorvegliata, forse perché troppo sicuri che i nemici fossero
incapaci di
superare la prima.
:-Siamo arrivati- Disse il ragazzo –Fra poco qualcuno
verrà a prendere i
cavalli, da qui in poi si prosegue a piedi- Continuò, per
poi fischiare in
direzione dell’uccello bianco che girava sulle loro teste.
Come prima diede il
braccio insanguinato come trespolo e l’uccello
conficcò gli artigli negli
stessi buchi di prima
:-Vai ad avvertirla del nostro arrivo- Fece dolcemente
all’uccello, e questo
accettò di buon grado, ma quando si alzò in volo
non si mosse
:-Perché non si muove?- Chiese il
“futurama”
Invece di rispondergli a parole glielo mostrò:
Alzò il braccio insanguinato
alzando la veste in modo da lasciare il braccio scoperto, su di esso
facevano
capolino dei grossi buchi da cui sgorgava sangue e da cui si
intravedeva la
carne viva, dopo aver girato le ferite verso l’uccello questo
iniziò a
piangere, le lacrime cadevano precisamente sulle ferite, e al contatto
con
queste i buchi si richiudevano e il sangue smetteva di sgorgare, il
braccio si
ripuliva magicamente. Desmond ed Altair erano attoniti guardando quella
scena,
avevano la stessa faccia in quel momento, quando il ragazzo si
girò a guardarlo
scoppio a ridere.
:-Le lacrime di fenice guariscono ogni ferita- Spiegò con
tono gioviale –Certo
che voi due siete proprio due gocce d’acqua- la
buttò lì prima di ringraziare
la fenice e smontare da cavallo.
:-Chi io? Uguale a lui?- Fece Altair non curandosi della spiegazione
della
miracolosa guarigione
:-Fenice!?-Esclamò invece Desmond, sapendo già
perché erano due gocce d’acqua.
Entrati nel castello vennero subito
accolti da delle ancelle
che esortarono Desmond ed Altair a seguirle
:-Subito belle signorine- Acconsentì senza troppe cerimonie
Desmond
:-Non sono qui per sollazzi- incrociò le braccia Altair
:”Questo sarebbe il mio antenato?” Si
domandò mentalmente Desmond guardandolo
storto
:-Il maestro vuole che vi mettiate a vostro agio, per ora non
può ricevervi ma
ha fatto preparare delle camere dove potete rinfrescarvi e
“svagarvi”- Fece il
ragazzo senza mai levarsi il cappuccio
:-E se mi oppongo?- Chiese piccato Altair
:”ma questo è proprio
idiota!”Pensò ancora Desmond
:-Non puoi- fu la risposta candida –le ragazze che avete a
canto sono
addestrate come tutti gli adepti qui, certo non al loro livello, ma di
sicuro
molto più forti di un assassino di alto rango- ancora
candido –hanno anche
l’ordine di farvi “svagare”- e qui fece
virgolette con le dita –con la forza,
quindi non credo vi convenga obbiettare-
:-Tsk!- Non finì nemmeno l’imprecazione che si
ritrovò un braccio piegato
dietro la schiena e un dolore lancinante alla spalla –ok!ok!-
Acconsentì
:-Bene- sorrise da sotto il cappuccio –buon divertimento- e
si incamminò su per
le scale
:-Venite le vostre stanze sono per di qua- Li guidò una
delle ragazze.
Loro non poterono che seguirle.
Angolo dell'Autore!
Scusate il colossale ritardo che credo sia di quasi un anno >.<, ma mi era proprio passata di mente questa storia, in oltre avevo gia da mesi pronto il capitolo, solo che non mi decidevo mai a postarlo, e poi per mancanza di tempo ho completamente dimenticato la storia, ^^ ultimamente sta tornando l'ispirazione quindi credo che continuerò la storia, spero non ne abbiate a male xD, io ora scappo e ci si vede (xD si spera) al prossimo capitolo...