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Autore: dark dream    08/03/2011    0 recensioni
**AVVERTENZA QUESTA STORIA E' IN MANUTENZIONE PER ELIMINARE LA PRESENZA DI ERRORI DI ORTOGRAFIA E SIMILI. DARK DREAM**
:-Non mi quadra- Sussurrò Altair
:-Cosa?- Chiese Desmond
:-Il fatto che non c’è nessuno a guardia delle mura-
[...]
:-Sono furbi, dobbiamo stare attenti-
[...]
:-Le lacrime di fenice guariscono ogni ferita-
[Frammenti del 12 capitolo, "Le lame tra la folla"]
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altaïr Ibn-La Ahad , Altro personaggio, Desmond Miles , Malik Al-Sayf , Nuovo personaggio
Note: Lemon, OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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pensieri e...riflessioni (7 capitolo)
Le due facce della medaglia

:-Manca poco- Sussurrò Desmond con la bocca impastata di saliva e sabbia del deserto. Altair era ancora addormentato e lui si permise di stiracchiare il collo, aveva un fastidio che si propagava per tutta la parte di schiena dove prima aveva la ferita e dove ora Altair si poggiava.
:-E Arrivati finalmente tornerò a casa mia…- Non era molto sicuro, non sapeva nemmeno se voleva tornare indietro, quell’epoca era qualcosa di magico, era stupenda in confronto alla sua, che ormai da anni aveva imparato a sopportare per costrizione.
Iniziò a scuotere leggermente Altair.
:-Forza dormiglione svegliati, non vorrai arrivare lì ancora addormentato?- Sorrideva mentre lo scuoteva piano.
Di rimano ebbe un gemito di protesta da parte dell’uomo.
:-Forza bambinone svegliati-Ormai stava per scoppiare a ridere.
Pian Piano Altair aprì gli occhi sbadigliando
:-Quanto manca?- Chiese.
:-Più o meno una mezz’oretta-
Non ebbe risposta ma sentì che si stava alzando e stiracchiando.
Una freccia si conficco d’improvviso nella sabbia pochi centimetri prima del cavallo, quest’ultimo causa del movimento improvviso iniziò a imbizzarrirsi.
:-Cosa diamine succede?- Altair.
:-Un imboscata!- Desmond cercava di riprendere il controllo sul cavallo.
Dalle dune di sabbia uscirono cavalieri bianchi armati di spade, portavano un elmo d’acciaio rosso in testa e sul petto stampata una croce del medesimo colore.
:-Templari!- Altair digrignando balzando giù dal destriero con un salto e sguainando la spada.
:-Assassini, dateci ciò per cui siete venuti qui!-Ordine perentorio proveniva dal Templare dinnanzi a tutti, erano una cinquantina tutti armati di spade e taluni anche con archi.
:-Non so di che state parlando Templari!-Sputò per terra Altair.
:-Altair non sfidarli, non riusciresti a batterli: sono troppi!- Esclamò preoccupato Desmond.
:-Stai a sentire al ragazzo sul cavallo e dammi ciò che cerchiamo- Lo derise il Templare.
:-Zitto!- Urlò Altair.
:-Ragiona Assassino, non riusciresti a batterci tutti- Disse un altro con tono derisorio.
Altair digrignava i denti cercando una soluzione.
:-Forse lui non ce la può fare, ma io si!- Una voce veniva da dietro i Templari.
:-Un ragazzino- Ancor un altro sempre con voce derisoria.
In effetti di fronte a loro si stagliava una figura dall’altezza media, non troppo piccola da sembrare un bambino ne troppo grande da sembrare un adulto, era un ragazzo, sui 15-17 anni, coperto da una lunghissima veste bianca, come la ragazza che avevano incontrato tempo addietro.
Fu un errore per il Templare deriderlo, il poverino si ritrovò un coltellino da lancio conficcato nella giugulare, si accasciò a terra e ogni Templare smise di pensare ai due per concentrarsi sul nuovo arrivato.
:-Fai il duro ragazzino? E allora sarai il primo a cadere- Il templare davanti a tutti.
:-Provaci! Se ci riesci, o forse sei troppo vecchio! Templare- Lo prese per i fondelli.
:-Attaccate!- Ordinò mandando verso il ragazzino gli altri templari sicuro che un piccolo moccioso non potesse interferire con i suoi piani. Si Sbagliava.
Il primo templare andò incontro alla morte sicuro di vincere, infatti cercò di colpire con un fendente il ragazzo: si ritrovò una spada conficcata nell’addome ancor prima di sfiorarlo. Il ragazzo con un abile piroetta se lo scansò prendendo un coltello da lancio e lanciandolo subito al nemico dopo, conficcandolo dritto in mezzo agli occhi.
:-Tre… Quattro… Cinque- Iniziò a contare pian piano tutti i templari che uccideva senza fatica.
Un Templare afferrò per il collo da dietro il ragazzo.
:-Adesso non fai tanto il duro vero?- Se la rideva per la vittoria -Vediamo chi si nasconde sotto questo cappuccio-
:-Lo stolto ride prima della vittoria, il saggio prima vince e dopo riconosce la bravura dell’avversario- Parole venute dal giovane, parole molto sagge per un ragazzino.
:-Parole dette in punta di morte-
:-Queste sono le tue ultime parole Templare?- Disse il ragazzino all’improvviso.
:-Cosa stai…- Non finì la frase, si ritrovò un ultimo coltellino da lancio nei genitali e fu costretto a lasciare la presa sul collo dell’incappucciato, che lestamente gli tagliò il collo con una piroetta, con l’ausilio di una lama corta.
Alzò lo sguardo e un gruppo di loro lo aveva accerchiato formando un cerchio perfetto, sapeva che ora si sarebbe davvero divertito, infatti rideva sotto il cappuccio.
Prese a correre verso un dei tanti e, a sorpresa di tutti, iniziò a correre sui templari in orizzontale, come se fosse un normale pavimento, ovviamente ogni templare crollava a terra, quando ebbe finito il suo girò ritornò con i piedi per terra e le ginocchia piegate, già qualcuno si era rialzato, lui gli corse incontro usando il suo corpo come scala e facendo un girò a mezz’aria gli assestò un calcio in piena faccia mandandolo qualche metro più in là, il secondo che gli venne incontro non ugualmente fortunato: la figura gli scivolò fra le gambe, fermandosi sotto di lui, sferzandogli un calcio al cavallo dei pantaloni, per poi scivolare alle spalle del malcapitato e sempre con una giravolta assestargli un calcio nel fianco una volta che fu tornato in piedi. E la lista continuò fin quando non li furono tutti stesi
:-Quarantanove- Disse sorridendo guardando con aria malvagia l’ultimo templare rimasto che ormai lo guardava con paura.
La figura iniziò ad avanzare mentre il templare indietreggiava.
Altair e Desmond erano pietrificati, l’abilità del ragazzo era di sicuro indiscussa, ma non avevano ancora assistito alla cosa che li avrebbe scioccati di più.
Il ragazzo infatti si fermò a pochi metri dall’uomo, d’improvviso spiccò un salto, e come se avesse avuto chissà quale diavoleria sotto i piedi, arrivò poco prima del templare, ma non era ancora sceso, infatti il ragazzo prima di schiantarsi sul templare aveva cacciato dai polsi qualcosa che brillava, quando si schianto sul templare, lo fece come un aquila va contro la sua preda, si rialzò lentamente, mostrando cosa aveva nei cacciato dai polsi: erano due lame nascoste, non una ma bensì due.
Non c’erano dubbi quel ragazzino doveva essere un Assassino, solo loro usavano questo genere di armi. Questo era ciò che pensavano i due spettatori che avevano visto la scena increduli, ma non sapevano che si sbagliavano di grosso.
:-Nessun Templare tocca queste terre e rimane impunito, Requiescat in pace – La voce venne da sotto il cappuccio.
Altair digrignò i denti e si mise in posizione di difesa, Desmond era ancora scioccato.
:-Avanti seguitemi- Iniziò il nuovo incappucciato –Non voglio combattere contro di voi, seguitemi- Ripeté –Il maestro vi attende-.
Altair annuì, per poi salire di nuovo in sella al cavallo dietro Desmond.
L’incappucciato portò una mano vicino alla bocca e lanciò un fischio: dalle dune sabbiose arrivò un puledro completamente bianco, con la criniera bionda. Il ragazzo salì in groppa al destriero con un agilità inverosimile, per poi accarezzare il muso del cavallo e sussurrargli qualcosa nell’orecchio.
:-Allora non sono impazzito c’è qualcun altro oltre me che parla coi cavalli- Fece Desmond sorridendo.
A quelle parole lo stranierò volse per la prima volta lo sguardo verso Desmond, come se lo avesse visto solo in quel momento, Desmond non poté vederlo ma quel ragazzo lo stava guardando con un punto interrogativo in testa, come se fosse impossibile che altri essere potessero parlare coi cavalli oltre lui.
Ma l’informazione non sembrò toccarlo molto, infatti, si rimise composto e fece un altro fischio diverso dal primo: dal cielo si levò un verso d’uccello, completamente nuovo ai due,poco dopo in quella immensità azzurra apparve una macchia bianca che scese a tutta velocità verso il ragazzo, di risposta un braccio fu’ levato come un invito ad appoggiarsi, infatti l’uccello usò molto volentieri il braccio come trespolo conficcando i suo artigli nella carne del ragazzo sprovvisto di guanto:  Era un uccello bianco-argenteo aveva intorno al collo una bandana con uno strano intarsio disegnato sopra, una lunga e folta coda piumata, in testa altre piume facevano la loro comparsa come una corona regale, i suoi occhi erano rubini e le sue zampe e il suo becco dell’oro più lucente.
Dopo che l’uccello ebbe sfregato in segno di affetto la testolina con la guancia dell’incappucciato egli gli rivolse la parola
:-Guidaci!-fu la dolce richiesta fatta all’uccello, che con un forte urlo lasciò il suo trespolo e volò via in direzione della città, lasciando che la veste del nuovo assassino si sporcasse del sangue che usciva dai buchi che aveva sul braccio infertegli dai suoi artigli.
:-Andiamo- Fu l’esortazione mandata dal padrone di quello strano uccello, e Desmond fece partire il cavallo, insieme al loro salvatore per percorrere le sabbie del deserto.

Finalmente erano quasi arrivati, Siham si ergeva con i suoi palazzi, le mura che la circondava sembravano senza difese,  mentre la gente che andava e veniva sembrava persone normali, come quelle che abitavano Masyaf, Gerusalemme, Acri, ma allora perché portare qui il frutto? Non sarebbe stato più semplice tenerlo a Masyaf?

:-Non mi quadra- Sussurrò Altair
:-Cosa?- Chiese Desmond
:-Il fatto che non c’è nessuno a guardia delle mura- Rispose –aspetta controllo- E non finì la frase che i suoi occhi divennero grigi e tutto intorno a lui sembrava ovattato e oscuro, portò lo sguardo alle mura e… con suo immenso stupore vide che le mura erano stracolme di soldati, erano nascosti a quanto pare per fare un imboscata a chi volesse avventurarsi lì senza permesso.
:-Sono furbi, dobbiamo stare attenti- Fece l’aquila
:-Perché?- volle sapere l’altro
:-Lascia stare meglio se non sai- Preferì l’assassino con una lama sola
Desmond piccato allora decise di fare qualcosa che non era sicuro di poter controllare, chiuse gli occhi e iniziò a concentrarsi, cosa non facile su un cavallo, e provò a rifare quello che aveva già fatto in passato, ci riuscì anche se per poco, quando riaprì gli occhi, erano cambiati, erano nebulosi e grigi, riuscì appena in tempo a guardare le mura e a notare le aure.
:-Oh Merda!- Esclamò forse con voce troppo alta, beccandosi un occhiataccia da Altair
:-Tua madre non ti insegnato che non si impreca?- Fece piccato
:-Si, ma ricordati da dove vengo- Volle precisare
Altair non volle replicare e allora si stette zitto. La conversazione non passo inosservata all’incappucciato davanti che da sotto il cappuccio aveva ascoltato tutto, e si annotò mentalmente di fare delle ricerche una volta arrivati.

Entrarono nella città ancora cavalcando, cosa che sconvolse non poco i nuovi ospiti, che si guardarono con una faccia stupita per poi tornare a guardare avanti.
Il luogo era normale, persone che andavano in giro, anche a cavallo se era necessario, normali passanti che pensavo ai fatti loro, o parlavano tranquillamente fra di loro.
:-Secondo te sapevano del nostro arrivo?- Sussurrò Desmond ad Altair
:-Sono stati avvisati dal maestro in persona- Si aggiunse alla conversazione l’incappucciato che aveva sentito tutto nonostante il tono basso di Desmond
:-Ah!- Fu’ l’unica risposta di Desmond dato che gli era partita una scossa dalla base della schiena quando il ragazzo gli aveva risposto.
La domanda  di Desmond era giusta, nessuno era stupito del loro arrivo, era come se fossero normali cittadini.

Continuarono ad avanzare fino ad un'altra cinta muraria, dove dietro si ergeva la fortezza, quest’ultima però era chiaramente sorvegliata, forse perché troppo sicuri che i nemici fossero incapaci di superare la prima.
:-Siamo arrivati- Disse il ragazzo –Fra poco qualcuno verrà a prendere i cavalli, da qui in poi si prosegue a piedi- Continuò, per poi fischiare in direzione dell’uccello bianco che girava sulle loro teste. Come prima diede il braccio insanguinato come trespolo e l’uccello conficcò gli artigli negli stessi buchi di prima
:-Vai ad avvertirla del nostro arrivo- Fece dolcemente all’uccello, e questo accettò di buon grado, ma quando si alzò in volo non si mosse
:-Perché non si muove?- Chiese il “futurama”
Invece di rispondergli a parole glielo mostrò: Alzò il braccio insanguinato alzando la veste in modo da lasciare il braccio scoperto, su di esso facevano capolino dei grossi buchi da cui sgorgava sangue e da cui si intravedeva la carne viva, dopo aver girato le ferite verso l’uccello questo iniziò a piangere, le lacrime cadevano precisamente sulle ferite, e al contatto con queste i buchi si richiudevano e il sangue smetteva di sgorgare, il braccio si ripuliva magicamente. Desmond ed Altair erano attoniti guardando quella scena, avevano la stessa faccia in quel momento, quando il ragazzo si girò a guardarlo scoppio a ridere.
:-Le lacrime di fenice guariscono ogni ferita- Spiegò con tono gioviale –Certo che voi due siete proprio due gocce d’acqua- la buttò lì prima di ringraziare la fenice e smontare da cavallo.
:-Chi io? Uguale a lui?- Fece Altair non curandosi della spiegazione della miracolosa guarigione
:-Fenice!?-Esclamò invece Desmond, sapendo già perché erano due gocce d’acqua.

Entrati nel castello vennero subito accolti da delle ancelle che esortarono Desmond ed Altair a seguirle
:-Subito belle signorine- Acconsentì senza troppe cerimonie Desmond
:-Non sono qui per sollazzi- incrociò le braccia Altair
:”Questo sarebbe il mio antenato?” Si domandò mentalmente Desmond guardandolo storto
:-Il maestro vuole che vi mettiate a vostro agio, per ora non può ricevervi ma ha fatto preparare delle camere dove potete rinfrescarvi e “svagarvi”- Fece il ragazzo senza mai levarsi il cappuccio
:-E se mi oppongo?- Chiese piccato Altair
:”ma questo è proprio idiota!”Pensò ancora Desmond
:-Non puoi- fu la risposta candida –le ragazze che avete a canto sono addestrate come tutti gli adepti qui, certo non al loro livello, ma di sicuro molto più forti di un assassino di alto rango- ancora candido –hanno anche l’ordine di farvi “svagare”- e qui fece virgolette con le dita –con la forza, quindi non credo vi convenga obbiettare-
:-Tsk!- Non finì nemmeno l’imprecazione che si ritrovò un braccio piegato dietro la schiena e un dolore lancinante alla spalla –ok!ok!- Acconsentì
:-Bene- sorrise da sotto il cappuccio –buon divertimento- e si incamminò su per le scale
:-Venite le vostre stanze sono per di qua- Li guidò una delle ragazze.
Loro non poterono che seguirle.

Angolo dell'Autore!

Scusate il colossale ritardo che credo sia di quasi un anno >.<, ma mi era proprio passata di mente questa storia, in oltre avevo gia da mesi pronto il capitolo, solo che non mi decidevo mai a postarlo, e poi per mancanza di tempo ho completamente dimenticato la storia, ^^ ultimamente sta tornando l'ispirazione quindi credo che continuerò la storia, spero non ne abbiate a male xD, io ora scappo e ci si vede (xD si spera) al prossimo capitolo... 

   
 
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