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Autore: MissysP    08/03/2011    5 recensioni
La festa delle donne, le sue 'origini'.
Credo che non tutti sappiano come mai abbiano inaugurato una festa per le donne e di sicuro il motivo non è molto allegro.
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hinata Hyuuga, Sakura Haruno
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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8 MARZO


New York 1908
Da molti definita come la grande mela, città appartenente al così detto 'Nuovo Mondo'. Ma non era diversa da tutte le altre città. Omicidi, rapimenti, sfruttamento minorile e delle donne. E proprio di questo che vi vorrei raccontare: di noi donne. Io, Hinata, e la mia migliore amica, Sakura, ci eravamo trasferite dal Giappone in America. Ignare del mondo che ci aspettava. Ci eravamo trasferite anni addietro nella speranza di trovare quell'indipendenza che ci avevano fatto credere. Ma siamo state ingannate.
Appena arrivate in questa 'fantastica' città non sapendo come mantenerci per cui siamo state costrette ad iniziare a lavorare. Sia chiaro che non ci aspettavamo di avere già tutto pronto, ma non avremmo mai pensato che le donne fossero alla stregua degli uomini, non in quel modo. Eravamo delle operaie nell'industria tessile Cotton. Eravamo sotto pagate e sfruttate. E gli uomini si sentivano in dovere di metterci ogni giorno a disagio sul luogo di lavoro.
Più volte io e Sakura avevamo pensato di ritornare in Giappone ma non lo abbiamo mai fatto. Ogni volta che ci sfiorava questo pensiero ripensavamo alle faccie dei nostri genitori quando gli abbiamo comunicato che ci saremmo trasferite in America. Mio padre aveva tentato di ripudiarmi e lo stesso valeva anche per la mia amica. Se fossimo ritornate a casa spiegandogli che eravamo costrette a lavorare per una misera paga, ero sicura che mi avrebbe cacciato di casa. Mi avrebbe rinfacciato la bella vita che faceno nella mia città natale. Così avevamo deciso di organizzare una rivolta. O meglio uno sciopero. Uno scipero contro le terribili condizioni in cui dovevamo lavorare. Allo scipero partecipammo tutte. Eravamo ben 129 operaie. Stavamo protestando già da alcuni giorni. Cosa che non piacque molto al nostro 'proprietario', Mr. Jhonson.
Fino a quando non arrivò quel fatidico giorno. L'8 Marzo.
"Hinata hanno bloccato tutte le porte!" mi urlò contro Sakura. Ero insieme ad altre nostre colleghe con i cartelloni alzati proprio sotto l'ufficio del capo. Il nostro motto era: "La nostra libertà è uguale alla vostra". Inutile dire che a nessuno importava.
"E perchè mai avrebbe dovuto fare una cosa del genere?" chiesi stupita di quell'ordine. Chiudere le porte. Cosa aveva in mente? Chiuderci dentro. E per cosa? Come ero ingenua. Non ostante tutto speravo che nel mondo fosse rimasta ancora un pò di umanità. Ma a quanto pare la speranza è un demone che si nutre di te per poi deluderti. e la delusione è dura da accetarla.
"Non ne ho idea ma conoscendo Mr Jhonson avrà sicuramente ideato un piano per ristabilire un pò di calma." Non sapevamo cosa c'era ad attenderci. Per cui continuammo il nostro sciopero. Urlavamo sempre più, poco ci importava se poi avremmo perso la voce, ma noi pretendavamo di lavorare in un luogo in cui non eravamo maltrattate o insulate dagli uomini.
"Ragazze stanno arrivando degli uomini!" urlò una nostra collega. Tutte ci girammo verso l'unica entrata per arrivare in quella stanza. Io e Sakura ci guardammo. Arrendersi? Proprio adesso?
"Abbiamo vinto. Scommetto che sono venuti per accettare le nostre condizioni." disse un'altra donna. Lo sapevo benissimo che Jhonson non si sarebbe arreso molto facilmente per cui non credevo che fosse affatto possibile che quegli uomini erano venuti a dichiararci la loro resa. Infatti si presentò anche Jhonson con loro, notammo che in mano avevano delle armi da fuoco, di vario genere. Come sospetavo non si sarebbero mai arresi.
Sakura mi strinse la mano, entrambe avevamo paura ma cercavamo si infonderci coraggio ricordando la presenza di una per l'altra. Le sorrisi. Ero stata molto fortunata a trovare un'amica come lei. Sarei morta per lei. E di sicuro lei avrebbe fatto lo stesso. Quel giorno saremmo morte insieme, probabilmente.
"Vi dò un ultima possibilità per ripensarci e per ritornare alle vostre postazioni di lavoro." tuonò. Non era un ultimatum, più che altro era un ordine. Tutte si girarono verso noi due, si aspettavano qualcosa da noi poichè avevamo organizzato questo sciopero.
"Mai. Non se prima lei non accetta le nostre condizioni! Pretendiamo di avere le stesse opportunità sul lavoro come per gli uomini." rispose Sakura fissandolo negli occhi. La sua risposta lo fece arrabbiare. La faccia dell'uomo diventò bordeux. Non gli piaceva essere contraddetto. Non se a farlo era una persona di basso livello, come noi.
"Siamo maltrattate e noi non vogliamo più lavorare in questo modo." continuai io er dare manforte alla rosa. Il coloritò di lui si fece ancora più rosso.
"Siete delle sciocche avete sprecato la vostra ultima ossibilità di lavorare qui." urlò infuriato. Alzò la mano e di colpo l'abbassò. I suoi uomini premettero il grilletto e spararono. Ci uccisero a sague freddo senza pietà. L'utlima cosa che vidi fu il viso insangunato di Sakura. Ma trascinai con le poche energie che mi rimasero verso di lei. Le presi la mano e le sorrisi. Mi sorrise a sua volta. Un altro sparo e poi il buoi più assoluto. Avevamo lottato per noi e loro ci avevano uccise senza mai provare rimorso. La nostra colpa era stata quella di lottare per noi stesse.
Poi avevano buttato i nostri corpi nelle fiamme. Non mi importò se i nostri genitori vennero a sapere della nostra morte ne se ne furono felici o meno. Avevo lottato per una causa in cui credevo, in cui sia io che Sakura credavamo.

In seguito abbiamo ottenuto la nostra piccola rivincita. Proprio grazie ad una donna. Rosa Luxemburg che propose il giorno della nostra morte come giornata di lotta internazionale a favore delle donne e anche in ricordo della tragedia. Grazie.






Salve gente per prima cosa faccio gli auguri a tutte le donne e le ragazze. Ho voluto scrivere questa fanfic perchè mi chiedevo del motivo di questa festa. Ma poi sono rimasta inorridita del trattamento che quelle donne hanno ricevuto soltanto perchè lottavano per i loro diritti. Le hanno adirittura uccise per soffocare lo sciopero. Cosa del tutto inaccettabile!
Spero comunque che vi sia piaciuta la storia. Ancora tanti auguri e tanti bacioni.

_ilaria_94
  
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