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Autore: LaNana    08/03/2011    3 recensioni
Liz ha ventidue anni, è solare, spigliata, bella e simpatica. Un giorno il destino le mette sulla strada il suo Mito: Dani Silva, famoso, dannatamente bello, allegro e gioviale, insomma, l'uomo dei sogni. Da lì un susseguirsi di situazioni esilaranti, comiche e nostalgiche. Che ne sarà di loro?
Dal primo capitolo.
Arrivata in corridoio, percorrendolo, incrocio altri due uomini FIFA e lì il mio cuore si ferma. Poi scalpita. Poi si ferma di nuovo. Poi…poi non lo so, so che sono rimasta impalata, bocca spalancata, lingua a terra e occhi fuori dalle orbite. Danilo Ricardo Dias Barros De La Silva. Meglio conosciuto come Dani Silva, portiere del Barcellona e della nazionale brasiliana. Non che il mio più grande sogno erotico, lo ammetto.
- Dani Silva.- bisbiglio più per autoconvincermi che sia lui che per altro. Mi passa a fianco e mi sorride. Sorriso bianco latte a duecentosettantasette denti. Ottantamila punti gratis per lei signor Dani Silva. Lo seguo con lo sguardo. Occhi neri e profondi, capelli corti e sempre spettinati, viso da Maschio, mascella squadrata, un metro e novantadue di muscoli e agilità, e tutto il resto che sbavo solo a pensarci. No non ce la posso fare.
- Ciao.
Mi sta salutando?
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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The Chance
Segui il cuore.


Chapter eight.
Daddy Davie.

Mi infilo in bocca un altro pezzo di hot-dog e mastico velocemente il mio pranzo, sono troppo presa dalla partita. E dalla tribuna, si vede da Dio!
Mugolo all’ennesimo errore di tiro di Messi, sparato alto sopra la traversa.
- Dai cazzo!- ricevo una gomitata tra le costole.
- Non essere sempre così volgare, Liz!- rido e tiro un sorso di birra. Hot-dog e birra: l’abbinamento da stadio perfetto.
- Scusa papà ma il calcio mi elettrizza sempre dovresti saperlo. E poi è colpa tua se ho iniziato a giocare e seguirlo.- morde il suo hot-dog sogghignando, mentre il pubblico sospira sollevato per una parata neanche troppo impegnata di Dani del tiro di Rossi del Villarreal.
E’ una bella partita entrambe le squadre stanno giocando bene, ma siamo ancora sullo zero a zero, dannazione! Ormai mi trovo a tifare per il Barcellona come se fosse il mio Arsenal e a me è sempre importato molto di più vincere che partecipare. Ma ormai siamo all’ottantaseiesimo, per quanto incredibili possano essere i ragazzi non hanno molto tempo per fare qualcosa.
Mascherano prende la palla, passa a Maxwell che dribbla due giocatori, mando giù l’ultimo pezzo di hot-dog ancora seduta sul seggiolino e i gomiti alle ginocchia, sbuffo quando perde palla.
Novantunesimo.
Arriva Messi, prende la palla, fa uno dei suoi giochetti, entra in area, esce, rientra, tunnel, esce, crossa e…chi è quello???
Salto in piedi gridando per il gol in extremis di Villa, un magistrale colpo di testa. Il Camp Nou in festa e mio padre che ride con me, sguaiatamente.
Al novantatreesimo, dopo due minuti di baldoria, l’arbitro decreta la fine dell’incontro, triplice fischio e tutti sotto la doccia.
- Dai papà andiamo negli spogliatoi, chi vuoi conoscere?- gli chiedo ma lo vedo titubante.
- Mmm…Maxwell. E poi Mascherano, e Messi, e Villa, e Piqué, e Valdes, e Puyol, e Ledesma, e Busquets, e Keita, e…
- Sì, sì, sì ho capito.- lo interrompo mettendogli una mano sulla bocca. Bevo il resto della birra e gli faccio strada per i corridoi, mostrando di quando in quando i pass ottenuti con un po’ di moine dal presidente Ortíz. Che poi neanche tante, mi è bastato aggiungere alla mia richiesta un per favore, più il mio papino, più voglio fargli una sorpresa, più mi studio le tattiche e il gioco è stato fatto.
Arriviamo davanti alla porta degli spogliatoi proprio quando i ragazzi arrivano baldanzosi dal campo, tutti belli sudati, appiccicosi e maleodoranti. In un tripudio di urla mi salutano, chi un bacio poco gradito sulla guancia, chi un baciamano, chi un “¡Hola, Liz!” e chi, come un povero cristiano recante il nome Messi, si ferma a conoscere mio padre.
- ¡Hola guapita!- Dani mi arriva alle spalle e mi da un bacio tra i capelli.
- Oh, ciao. Dani, posso presentarti mio padre Davie Hall?- si stringono la mano.
- Signor Hall è un vero piacere, Liz mi ha parlato un sacco di lei.
- Piacere Mio signor Silva, spero abbia ricevuto solo belle notizie.- si sorridono.
- Oh certo, non ha idea di che lingua lunga abbia sua figlia, quando inizia a parlare non c’è verso di farla star zitta.- e scoppiano a ridere nonostante le mie guance gonfie di disappunto.
- E non hai idea di come sia sua madre!- ridono ancora. Mi verrebbe da dir loro “Ehi io sono qui!” ma sono certa non mi considererebbero ugualmente.
- Ehi Dani.- lo prendo per un braccio per attirare la sua attenzione, che finalmente mi rivolge – Stasera andate a cena al solito posto no?
- Certo.- e mi scompiglia i capelli con una mano – Certo Farfallina.- e scoppia a ridere, mentre io mi volto verso mio padre. Incredibile che in pochi minuti già gli stia raccontando tutta la mia vita arrivando pure ai suoi soprannomi, Farfallina mi chiama lui quando da ero piccola, da quando gli chiesi perché io avevo la farfallina e i maschietti il pisellino. Soprannome che fino a quel momento non era mai trapelato se non con Harry, ma è anche vero che mio padre non ha mai avuto l’occasione di spifferare tutte le cose imbarazzanti della mia vita – E voi venite con noi, ho già parlato con tuo padre. Ci vediamo dopo. Ciao Davie a dopo allora!- e liquida con un buffetto sulla guancia la mia espressione più che sconcertata.
- Simpatico Dani Silva.- dice mio padre raggiungendomi, tenendo le mani sui fianchi.
- Sì ma stasera non vi farò stare vicini, siete troppo pericolosi per la mia reputazione voi due.
- C’è qualcosa che mi devi dire?- lo guardo in faccia ancora con le braccia conserte.
- E’ un gran bravo ragazzo, ma ha la lingua troppo lunga e biforcuta. Ora andiamo che mi devo cambiare.- e mi incammino verso l’uscita.
- Ma Liz, io vorrei andare direttamente coi ragazzi, Dani mi ha detto che mi porta lui.- mi volto verso di lui, sconsolata.
- E allora ci vediamo là, tanto ci andiamo ogni domenica dopo le partite.
- Ma…- mi ferma cercando di opporsi con una carezza.
- Guarda che chiamo la mamma.- ritira la mano e fa il saluto militare.
- Sissignore. A dopo Farfallina.- sorride ed entra nello spogliatoio urlando come un ventenne.

Arrivata a casa mi limito a cambiarmi la maglietta, impregnata della puzza dei ragazzi, mentre racconto a Harry la mezza giornata appena trascorsa con mio padre.
E’ arrivato sabato mattina in aereo e se ne andrà domani sera, lunedì, con il volo delle 23:00, dopo un weekend all’insegna della sua dolce bambina, che se andiamo avanti così passerà col resto della squadra.
- Dai Liz non devi prendertela sai com’è fatto tuo padre…- sospiro.
- Sì lo so…
- La partita stamattina com’è andata poi?
- Eravamo in trasferta a Tarragona, uno schifo di pareggio, non ci han dato un rigore quei bastardi.
- Quanto?
- Due a due.- mi risponde con un borbottio su questi arbitri che tifano per il Real Madrid che non danno i rigori al Barcellona, che devono smetterla ed essere più corretti – Harry devo andare, c’è Crista alla porta.
- Liz però…vai, ci sentiamo domani.- chiudo il portatile e mi sistemo il telefono meglio nell’incavo del collo.
- Harry, te lo ripeto di nuovo, non ti sto scaricando, ficcatelo in testa. Tra quindici giorni poi torno a casa per Natale e ci vediamo, stai tranquilla.
- Buona serata.- la saluto ridendo contro la sua voce da offesa. Mi giro e mi affretto a prendere la borsa abbandonata sul divano.
- Dai che ti vuole bene, per quello ti fa quelle storie.- guardo Crista sulla soglia della porta, sorridendo al suo accento spagnolo, con la H molto aspirata.
- Sì ma è gelosa da matti anche se glielo vai a dire di star tranquilla.
- A volte parli troppo veloce Liz, non ho capito una parola.- mi riprende corrucciando lo sguardo. Le sorrido.
- Niente tranquilla, andiamo.- le dico prendendola sottobraccio e mettendo le chiavi della porta di casa appena chiusa in borsa – Andiamo e teniamo fermo mio padre prima che mi distrugga la poca vita sociale che ho.

Dlin dlon alla porta. Apro un occhio cercando di trovare una qualsiasi motivazione che consenta a qualsivoglia persona di suonare il campanello della mia porta il mio giorno libero, con mio padre che dorme sul divano, e, soprattutto oserei dire, alle otto e trenta del mattino.
Mi alzo dal letto scostando malamente le coperte, le lenzuola e le ciabatte che si ribellano alla volontà di infilarsi ai miei piedi e corro alla porta, sperando che mio padre non si sia svegliato.
- Dormivi? Vi ho portato la colazione.- Dani.
- Io. Ti. Uccido. E lo faccio seduta stante.- mi risponde ridendo e mi sorpassa entrando in casa, mollando il sacchetto di Starbucks con cappuccini schiumosissimi e cornetti caldi, se ha portato la solita colazione. Ebbene…ormai è un po’ di tempo che stiamo costruendo questo rapporto e il lunedì mattina, giorno di riposo di entrambi, ci troviamo a casa mia in mattinata tardi per consumare cibarie di Starbucks che uno dei due si prodiga ad acquistare. È diventato un rituale, diciamo, prima che vada a casa da Camila e dai bambini.
- Sta ancora dormendo tuo padre? Scusami, non volevo disturbare!- lo liquido con un gesto scocciato della mano e prendo il mio cappuccino infilando tutta la faccia nel bicchierone – Bei capelli però, Farfallina.- alzo lo sguardo verso di lui.
- Ecco io e te abbiamo un conto in sospeso. Non mi devi chiamare in quel modo, quella conversazione non deve uscire dal triangolo che formiamo io te e mio padre e se lo farà saranno cazzi amari. Per me e per te principalmente- addenta un croissant alla crema e mastica lentamente, ponderando la mia poco velata minaccia.
- In realtà sono passato adesso perché non posso dopo, vado via prima che porto Carlos a fare un giretto, solo io e lui. Roba da uomini veri.- rido finendo il cappuccino.
- Divertitevi, tanto ci vediamo poi.- annuisce.
- Ci vediamo stasera, recuperiamo col gelato in anticipo.- ed ecco un altro appuntamento fisso: il mercoledì sera in seconda serata è Cine-Horror e ci guardiamo i film che trasmettono, ovviamente horror, trangugiando chili di gelato Häagen-Dazs o Menorquina, a volte accompagnati anche da Crista e Saray. Siamo un gruppo abbastanza anomalo.
- Ma stasera non ci sono horror su Estrada TV.- mi esce un tono lamentoso che nemmeno sapevo di avere, bene!
- Va beh porto io un dvd.- dice masticando e sputando pezzi di brioche che evito con mosse degne di Matrix.
- E mercoledì niente Cine-Horror?- mi sorride compiaciuto. Mi si avvicina e mi prende entrambe le guance tra le dita, stritolandole.
- Mi sembri Irene in questo momento, sei tenera uguale.- e mi da un bacio sulla fronte abbracciandomi. Fermi tutti, non è come può sembrare, cioè non c’è del tenero. Non ci sono bacetti rubati, dormire stretti, stretti, sorrisi languidi e paroline dolci. Siamo vicini di casa, amici, compagni di società, e abbiamo dei rituali…delle abitudini, niente di più. Certo si sta creando una buona e bellissima amicizia, ma nient’altro.
Mi stringo a lui appoggiando la testa al petto lasciandomi cullare. Va beh dai lo ammetto, Dani sta diventando un punto di riferimento, lo vedo quanto le ragazze a conti fatti.
- Vado Liz, ci vediamo stasera dopocena, ok?- mi allontano dal suo corpo un po’ riluttante, mi stavo addormentando di nuovo, cullata dal calore del suo corpo.
- Ok, io torno a letto che ieri sera è stata devastante.- mi appare un flash di Crista un po’ alticcia che si mette a ballare un’improbabile lambada con mio padre.
- Ciao piccola, salutami tuo padre.- lo osservo finché non sparisce dietro la porta di casa chiudendola piano. Sospiro, alla fine come situazione non mi pesa, ho scoperto un bravo ragazzo dietro alla facciata da belloccio del calcio, ho accantonato l’attrazione che sentivo…che sento, alla fine sto dando la possibilità ad un gran bel rapporto di nascere, non per forza per frequentarlo devo saltargli addosso, ripeto ha una famiglia e tutto il diritto di avere amici. No?! Sposto lo sguardo sul cappuccino iniziato di Dani. Alzo un sopracciglio e non resisto, lo finisco.
Ma bere dallo stesso bicchiere, dalla stessa parte, può essere considerato un bacio indiretto?
La scorreggia supersonica e ultrapotente di mio padre mi porta alla realtà, i rumori esageratamente molesti mancavano in casa mia in effetti.

 

 

PICCOLO SPAZIO LaNana

Beh dai questa volta non ho ritardato più di tanto!!! xD
Arriviamo ad una specie di svolta ecco, forse sto dipanando qualche dubbio, o forse no, chi lo sa?! Voglio enervi un po’ sulle spine in realtà non voglio farvi capire troppo, ma questa Liz mi piace la vedo reale come se mentre scrivessi ce l’avessi affianco che mi racconta, non come se fossi io a scrivere.
Bene, adesso è concentrata su suo padre e sulla visita che le ha fatto, che le sta facendo. Ho notato che ho accantonato un po’ –forse troppo- il punto principale della FF: il calcio. Quindi vedrò di ficcarci più roba, promesso.
Vi lascio al capitolo. Anzi no se state leggendo il capitolo l’avrete già finito………vi lascio alle recensioni che spero facciate, ma vi ringrazio ugualmente per essere arrivate fino a qui, vi risponderò sempre tramite l’applicazione.
Vi voglio bene!
LaNana

FallingInLove: grazie per l'incoraggiamento!!!!!! Anche io sono una calcio-dipendente seguo tutto di tutti!! xD Tu sei per Luke quindi....mmm...onestamente non ho ancora deciso bene alcuni dettagli della storia lascerò che le cose accadano e mi sfuggano di mano (muhauhauhauah) grazie per la recensione e a presto ;)

Vivian Hope: sì, ance questo capitolo vedrai che è molto palla di qua-palla di là, non ho molto le forze per scrivere decentemente e prossimamente passerò in rassegna i capitoli per darci un'aggiustata! Grazie per seguirmi e recensire, soprattutto per metterti d'impegno a scriverne di costruttive, cosa che apprezzo molto!

Grazie a tutti quelli che l'hanno messa tra le seguite, preferite e da ricordare, non che quelli che commentano!
Nel frattempo vi linko una FF fantastica, una delle mie preferite, sperando piaccia anche a voi! "
LEZIONI DI SEDUZIONE"
Vi auguro buona lettura di tutto, e vi ringrazio come sempre!
LaNana

   
 
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