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Autore: Blacket    08/03/2011    8 recensioni
Grazie per aver aperto la lettera, spero tu legga.
Ti sarei grato se tu, cara nazione, venissi a passare un po' di tempo qui, a casa mia.
Sarai accolta con tutti gli onori. Non sarai sola, credo ritroverai delle persone che conosci.
Potrai ignorare il tutto, se ciò non ti importa o non ti è gradito. Nel caso tu voglia accettare, c'è l'indirizzo dietro e un grazie da parte mia.
Forse questa è l'unica maniera. Venire ti farà bene in ogni caso.
Mi scuso per il disturbo.
Firmato: Mondo.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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firmato il mondo capitolo 4 Nelle menti di ciascuno regnava sovrano il panico e il timore, dati dall'assoluta incertezza e dall'improbabilità della situazione, sempre più complicata e grave di come era apparsa inizialmente. La presenza tanto attesa si era ipoteticamente rivelata ad una sola persona, la meno affidabile. E anche in quel caso, l'aveva colpita tramortendola.
Chi aveva interesse nel colpire Italia? Sarebbe stato già più logico tendere un tranello a Germania, Russia o Inghilterra. Tutte le altre nazioni si erano macchiate di colpe ben più gravi, durante e non il conflitto mondiale. Sarà perchè il Bel Paese si è ritirato dinnanzi al pericolo, oppure i pregiudizi non riescono ad unificare spiritualmente il popolo tra Nord e Sud?
In ogni caso, fare del male ad Italia pareva una cosa quasi vile. Era uno degli stati più benevoli e allegri, che cercava invano di non escludere nessuno, e aveva un gran sorriso pronto per tutti. Tentava di fare del suo meglio in ogni situazione, e combatteva estrenuamente per risultare simpatico a qualcuno. Come si poteva odiarlo così tanto da fargli del male immotivatamente?
Se lo chiedevano tutti da un bel pezzo, ma non riuscivano a cavare fuori una risposta che li soddisfacesse tutti appieno, o che li tranquillizzasse.

[Pov Ludwig]
Lui l'aveva visto, chiaro come il sole. Non era il mondo, sicuramente. Ne era certo perchè l'aveva già visto in passato, sui libri di storia, e fermo davanti alla cancellata prima che lui entrasse in quella maledetta villa. Pregava che fossero state tutte allucinazioni, ma percepire anche solo la consapevolezza che la sua persona potesse essere lì lo disturbava parecchio.
L'aveva notato con la coda dell'occhio circa due o tre volte da quando era lì. La prima, all'inizio di quella singolare "avventura" -se così si poteva definire- la seconda quando cercava la sua stanza sotto le scarse indicazioni di suo fratello, e la terza davanti alla camera di Feliciano.
Si, perchè finalmente si era deciso ad andare a vedere come stesse. Erano passati tutti a fargli visita, e lui non riusciva a trattenersi più di tanto. Avrebbe abbattuto le sue ferree barriere che si era costruito accuratamente, per cedere alla tentazione di andare a trovarlo, di sapere come stava in quel momento. Era stupido frenarsi a quella maniera, ma dopo ciò che aveva sentito e capito forse non faceva poi così male a comportarsi così. Gli era costata cara quella soluzione, e doveva fare di tutto per abituarsi gradualmente all'assenza dell'italiano al suo fianco.
Probabilmente, se non fosse entrato dopo che tutti se ne erano andati, Lovino gli avrebbe impedito a tutti i costi di varcare la soglia della camera del fratello, anche a suon di calci e pugni.
Eppure anche in quell'occasione gli era parso così naturale andarlo a trovare, era abituato a fare così da sempre, e anche con tutti i suoi "buoni" propositi, non era ancora prnto a smettere di comportarsi così. Evidentemente quando aveva deciso di entrare, non si era preparato.
Non era pronto a vedere un Feliciano sofferente, stretto convulsamente alle coperte del letto, con una faccia fin troppo pallida per i suoi gusti. Non era pronto all'assenza del suo sorriso, o del suo saluto che di solito gli giungeva alle orecchie ancora prima che lo vedesse. Non era pronto ai sensi di colpa, al pensiero che nel momento in cui quel pazzo gli aveva fatto male lui sarebbe potuto essere lì a difenderlo.
Solo quella vista gli aveva stritolato il cuore, non impedendogli di stargli vicino il tempo necessario per capire che non correva più pericolo.
E questo era un problema. Il problema Feliciano.
Poi veniva il problema Sconosciuto; quel tizio che aveva intravisto solo poche volte, e l'aveva sempre inquietato. Non voleva pensare a lui in quel momento, anche perchè pareva essere stato l'unico ad accorgersi dell' innominato, e magari le altre nazioni si sarebbero limitate a fissarlo di sbieco pensando che avesse bevuto troppa birra. Avrebbe indagato un poco per volta, fino a che la situazione rimaneva invariata come in quel momento. Aveva altro a cui pensare.
Ed ecco il problema Stanze. Appena si era accennato alle poche camere singole presenti era scoppiato il putiferio. Non erano molti quelli che amavano condividere la stanza, quindi era stata istantaneamente dichiarata una lotta all'ultima camera singola. Dato che mentre gli altri sceglievano con cura il locale dove dormire lui era a trapanarsi la testa coi sensi di colpa da Feliciano, non aveva la più pallida idea di dove avrebbe passato la notte. In quel momento si trovava sul secondo pianerottolo, circondato da un vociare assurdo, completamente spaesato. Aveva sperato di trovare il fratello da qualche parte, forse sarebbe stato in camera con lui. non seppe come e dove muoversi, quindi restò immobile, ideciso sul dafarsi.
Lo vide girare l'angolo e avvicinarsi poco più tardi, muovendo convulsamente il capo a ritmo della musica dell'I-pod che si portava appresso. A scatti compieva qualche passo un po' troppo azzardato, probabilmente cantando in playback il ritornello. Quando fu a pochi passi da lui Gilbert lo afferrò per una spalla e fece finta di avere in mano un microfono, muovendo la bocca senza emettere alcun suono alitandogli solo in faccia. Ludwig arricciò il naso, non sapendo se preoccuparsi o meno per il fratello, che in quel momento riusciva solo a spaventarlo. I suoi dubbi diventarono atroce realtà quando lo afferrò per i fianchi con una mano, intrecciò l'altra con la sua e improvvisò un orribile valzer.  Si chiese più volte il perchè di tutto quello, e alzò gli occhi al cielo, esasperato più che mai.
Era di fronte a tre problemi esistenziali e a suo fratello veniva la brillante idea di farsi trascinare fin troppo dalla musica, facendolo volteggiare come un idiota nel corridoio.

[Pov Svezia]
Era stanco, molto. Il viaggio per arrivare fino a lì era riuscito solo a sfinirlo, e le preoccupazioni si erano triplicate una volta arrivato.  Voleva dimenticarsi tutto con una veloce doccia fredda, farsi una buona dormita e cercare di riposarsi per affrontare la difficile giornata che l'avrebbe atteso il giorno dopo. Grazie al cielo avrebbe condiviso la stanza con le poche persone che conosceva. Almeno quello potevano concederglielo, no?
Forse chiedendosi quando sarebbe tornato Tino dalla cucina, aprì la porta attendendo il suo ritonro. Guardò fuori e inorridì. Nel corridoio c'erano i due fratelli Beilschmidt che ballavano alla meno peggio trascinati -sperava- dall'ubriachezza.
Senza dire una parola chiuse la porta e bevve un po' di birra, nel solo intento di dimenticare.

[Pov Ludwig]
Decise di fermare il fratello quando aveva cominciato a strusciarsi su di lui. Non gli era bastato usarlo come partner per chissà quale ballo poco prima, adesso vedeva in lui un invitante palo. No, non voleva sapere il perchè, e cercava di ignorare ogni possibile risposta alla sua domanda. Afferrò il fratello per le spalle, e lo scosse leggermente togliendogli le cuffiette del lettore musicale.
-Cosa diavolo stai facendo?!- Sbottò cercando di fissarlo malissimo, anche se Gilbert non si fece scoraggiare dal suo sguardo e ghignò malizioso dandogli una gomitata.
-Sei stato da Feliciano, neh?-
Non mancò l'irripetibile occhiolino da parte del prussiano. Ludwig, come da copione, arrossì, balbettanto un "perchè, non potevo?" che l'altro non capì nemmeno. Germania non riusciva a comprendere perchè gli desse addirittura fastidio che gli si ponesse una domanda simile, e il pensiero di Feliciano in quel momento gli imporporava ancora di più le guance, che risaltavano sulla pelle chiara. Suo fratello l'aveva sicuramente notato, e anche se non dava voce ai suoi pensieri sapeva ciò che gli passava per la testa in quel momento. Gilbert era sempre stato convinto di un'attrazione fra lui e Italia, gliel'aveva ripetuto molte volte anche se Ludwig non aveva voluto ascoltarlo in ogni caso.
Si sentì sfiorare la guancia leggermente calda, e vide l'altro fare un gesto con la mano per dirgli di seguirlo. -Dai, vieni che sei in camera con me.-. S'incamminò dietro al fratello, che in quel momento salive le scale rimettendosi ad ascoltare la musica. Se avesse presentato gli stessi pericolosi sintomi di prima, Ludwig avrebbe fatto volare quel maledetto I-pod fuori dalla finestra.
Gilbert si fermò fischiettando davanti ad una porta, che aprì poco educatamente con un calcio. Fu accolto da alcuni schiamazzi, che non gli piaquero per niente. Ovviamente il suo caro fratellino non gli aveva accennato a dei probabili ospiti nella camera, e avrebbe dovuto scoprire a sue spese chi diavolo erano, anche se qualche sospetto lo aveva già.
Sentendo già i sudori freddi sulla fronte, allargò al sua cravatta e si avvicinò alla porta ancora aperta, provando a prepararsi psicologicamente all'impatto.
Come sospettava.
Antonio.
Francis.
Avvertì chiaramente un principio di svenimento colpirlo quasi come una manna dal cielo, ma si fece forza e mosse qualche passo all'interno del locale, nella più totale disperazione.
Era distrutto, stanco, preoccupato, confuso, incavolato e doveva passare la notte con quei tre. Sospirò  e fece solo un cenno con la mano al "Hola!" e "Bonne soireè!" che gli rivolserlo. Si guardò in torno, notanto un letto a castello e un matrimoniale. Castello, sotto. Quella era la muta richiesta che sperava suo fratello accogliesse quanto prima. Sapeva già che non avrebbe dormito granchè, ma almeno senza qualcun'altro che lo usava come cuscino.
Non osò pensare a cosa avrebbero potuto fargli se si fosse addormentato davvero, e impallidì al solo prospetto di quella nottata passata lì. Gilbert allora si girò, intercettanto il suo sguardo, socchiudendo gli occhi vermigli e sorridendo sornione.
-Il singolo te lo devi guadagnare.-



Capitolo dedicato alla Moni, e il Ludwig di cui è player e che io adoro tanto. Un brindisi al tuo Pg Lud e il suo Feliciano. *cin cin*


Note Autrice:
Ecco il nuovo capitolo! Ecco...io...io ho sempre scritto delle parodie...e anche se volevo fare questa fiction completamente seria, ho ceduto alla tentazione di aggiungere qualche particolare demenziale. ma si nota? No, non si nota...non si nota, vero?
Un GRAZIE a tutti i lettori, a chi ha messo nelle preferite e seguite. Non mi aspettavo che in poco tempo foste già così tanti! Davvero, mi rendete felice!
In questo capitolo si introduce un nuovo mistero, che anticipo già, è un personaggio conosciuto.
Un grazie ai recensori:
_Valchiria_ (3 recensioni in una volta sola *^*)
hanta97
Ivan_Kirkland
Sidereal Space Seed
Eren Raimizu
Cuore_di_ciambella



  
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