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Autore: Mabs    08/03/2011    5 recensioni
Chi non ha mai avuto un amico immaginario, da piccolo? Fleur era particolarmente attaccata al suo amico immaginario, Melissa. Non era nè maschio, nè femmina. Non aveva nè forma, nè colore. Era semplicemente Melissa. Dimendicandosi della promessa fatta al suo amico immaginario a sei anni, Fleur, ormai quindicenne, si ricorda di Melissa, che, richiamata dall'immaginazione della ragazza, torna a vivere, chiedendo vendetta.
Genere: Fantasy, Horror, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Fleur urlò, urlò più forte che potè. Premette con forza e ripetutamente il bottone rosso alla sua sinistra.
Melissa, nel corpo di Clara, si avvicinava sempre di più.
Ormai era a pochi centimetri da Fleur.
Fleur riusciva a sentirne quasi il "respiro".
Melissa ripetè con una voce stridula e fastidiosa:
-E l'unico modo per far morire un amico immaginario, è uccidere colui che l'ha generato. Te, Fleur.
Melissa cominciò a ridere.
-CHE COSA STA SUCCEDENDO QUI?
La cameriera dai capelli rossi entrò correndo e spalancando la porta.
-CLARA! Dottore, dottore! La ragazzina si è risvegliata, corra!
Un uomo basso, pelato, e con un paio d'occhiali sul naso arrivò correndo nella stanza.
-Corri, falla sedere!
Poi il dottore si rivolse a Fleur:
-Grazie per averci avvisati, tesoro.
Fleur era ancora sconvolta. Avevano frainteso tutto. Avrebbe voluto urlargli: "Vi state sbagliando! Clara è in coma! Lei è Melissa!"
Il dottore non fece in tempo a far sedere Clara/Melissa che il corpo si afflosciò inerme a terra, come fosse un peso morto, sbattendo violentemente la testa sullo spigolo del ripiano affianco al suo letto.
L'infermiera aiutò il dottore a posizionare Clara sul letto.
-E'...in coma, cioè, dorme. Come è potuto accadere? Mi sembra inverosimile!
Il dottore era confuso. Poi si rivolse all'infermiera dai capelli rossi:
-Sara, vada a chiamare la madre della ragazza.
Fleur assistette alla scena sbalordita, confusa, e sconvolta.
Pochi minuti dopo arrivò di corsa e piangendo una donna dalla capigliatura arruffata e dagli occhi lucidi:
-Dov'è mia figlia? Si è svegliata? Come sta?
Il dottore si rivolse paziente alla signora:
-Si è alzata, avvicinandosi alla ragazza. La ragazza ha premuto il bottone di fianco al suo letto per avvisarci e noi siamo corsi qui. Tempo di rimetterla a sedere, Clara si è afflosciata a terra.
Fleur si addormentò. Non reggeva più tutta quella tensione. Aveva bisogno di riposarsi.
Sognò Melissa.
Si svegliò alle sei di mattino del giorno dopo, quel pomeriggio sarebbe dovuta tornare a casa. Non temette Melissa per tutto il tempo solo perchè nella stanza vi era sempre presente un'infermiera o un dottore. La madre di Fleur arrivò quel pomeriggio, puntuale, alle cinque. L'infermiera dai capelli rossi la aiutò ad alzarsi e a preparare la sua roba, e nel giro di pochi minuti, Fleur era di nuovo nella confortevole Golf blu di sua madre.
-Allora, Fleur? Non ho ben capito, cosa ha fatto la ragazza di fianco a te? Ho saputo che...
-No, mamma, non ho voglia di parlarne, ora voglio solo andare a casa e riposarmi.
La mente di Fleur vagò dal computer sporco di sangue, al copriletto ridotto ad un mucchietto di cenere. Ripensò al lavandino dal quale scorreva sangue, e al telefono staccato. Ebbe paura. Per un attimo desiderò tornare in ospedale.

Spalancò la porta della sua stanza, senza alcun timore. Non si può mai prevedere come ti sentirai quando il giorno che temevi da tanto, finalmente, arriva.
Non aveva paura. Ormai ne aveva viste di cotte e di crude. Un po' di sangue non l'avrebbe urtata più di tanto.
La stanza era pulita. Il copriletto era nuovo, sua madre gliene aveva comprato un altro. Il computer era intatto.

***

-Fleur! Fleur! Bentornata! Come stai? Sei guarita? Ci sei mancata tantissimissimo, Flò!
Una folla di ragazze urlanti si raggruppò intorno a Fleur. Loro non le volevano davvero bene. Non gli era mai importato nulla di Fleur. Non le avevano mai rivolto la parola fino a quel momento se non per chiederle i compiti.
Loro non le volevano veramente bene.
E la sua unica amica, in quella classe, era stata Agata.
Agata.
Fleur scacciò via quei tristi pensieri e si mise al secondo banco, vicino alla finestra, dove era solita mettersi con Agata prima che tutto cominciasse.
Il posto di Agata era vuoto.
Nessuno parlò più di Agata, da quel giorno. Chiunque aveva un briciolo di sensibilità sapeva che per Fleur era struggente e doloroso sentir parlare della sua migliore amica.
-Sto bene, non vi preoccupate.
Appoggiò lo zaino (nuovo) per terra, posizionò l'astuccio sul lato destro del suo banco e tirò fuori una penna blu. Non aveva libri, erano tutti diventati cenere dopo il fatidico incendio nella sua stanza. Aveva bisogno di una vicina di banco con cui condividerli, almeno finchè sua madre non gliene avrebbe comprati di nuovi.
-Ciao, Fleur. Posso sedermi?
Un brivido percorse la schiena di Fleur. Era Elisa. Non erano mai state molto amiche, anche perchè appartenevano a due gruppi totalmente diversi. Tra loro non c'era antipatia, soltanto molta, molta indifferenza.
La parte femminile della sua classe, infatti, era principalmente divisa in tre parti:
1) Le ragazze facili, ognuna di loro era stata con quasi tutti (o tutti) i ragazzi della classe. Snobbano chiunque non sia vestito di marca dalla testa ai piedi e se comprerai un paio di scarpe anche lontanamente simili alle loro, tra voi sarà guerra aperta. Quando ti prendono di mira, è difficile uscirne, potranno metterti contro tutta la scuola.
2) Le secchione. Non sono male, possono essere simpatiche, quando vogliono. Ma non sperare: non riuscirai mai a copiare da loro.
3) Le asociali. Agata e Fleur. Loro non erano niente. Si bastavano l'una con l'altra. Erano indispensabili l'una per l'altra. E quando una delle due non veniva a scuola, l'altra era persa.
Elisa faceva parte della prima categoria, era una delle ragazze facili. Bionda platino (tinta, ovviamente), occhi scuri, alta e formosa. Era una di quelle ragazze per le quali Fleur provava un misto di odio e di invidia.
-Certo, siediti pure. Come mai qui? Hai litigato con le altre...?
-No, Fleur. E' solo che...
-...ti faccio pena?
-Beh...
-Non preoccuparti per me, vai da loro. Posso cavarmela anche da sola.
-No Fleur. Voglio sedermi vicino a te. Io ti ho sempre ammirata. Ho sempre voluto essere tua amica. Loro, quelle bionde, non sono niente per me. Loro non sono mie amiche, sto con loro solo per non stare sola. La verità è che io ho sempre desiderato essere tua amica, ma non ho mai avuto l'occasione di fare un tentativo.
La mente di Fleur generò un'immagine rapida ma chiara: Elisa, sdraiata a terra, con il corpo straziato e il volto livido e sanguinante.
-Ma...
-Shh. Oggi mi siedo qui.
Elisa spostò lo zaino di Fleur da terra, si sedette e sistemò le sue cose sul banco. Fleur non aveva potuto impedirglielo.
La professoressa di ginnastica entrò in classe. Tutti gli alunni della classe si alzarono in piedi, urlando in coro:
-Buongiorno prof.!
La professoressa fece cenno agli alunni di sedersi, e tutti si abbandonarono sulle sedie.
-Bentornata Fleur! Come stai?
-Tutto bene prof, grazie.
Fleur era sorpresa. La sua prof di ginnastica era sempre stata fredda ed indifferente con lei, atteggiamento che ad esempio non aveva nei confronti delle "ragazze facili" della classe. Aveva imparato il suo nome solo dopo aver saputo che Fleur era in ospedale, divorata da un incendio.
-Dai, ragazzi, andiamo in palestra.
La classe si alzò, prese tute, deodoranti e spazzole e si diresse verso gli spogliatoi.
Mentre tutte le ragazze si cambiavano nello spogliatoio commentando i loro reggiseni e i loro chili in più, Fleur preferiva mettersi la tuta chiusa nel bagno dello spogliatoio.
Fleur sentì una mano bussare sulla porta del suo bagno e una voce provenire da fuori:
-Fleur! Sono Elisa! Muoviti che se ne sono andate tutte! Ti aspetto qui, ok?
-Mh, va bene.
Cos'è tutta questa confidenza improvvisa?
Pensò Fleur. Elisa non era mai stata così cordiale nei suoi confronti.
Si infilò la tuta verde, tolse le converse e si allacciò le scarpe da ginnastica.
Fece per aprire la porta, ma la serratura era bloccata.
-Elisa, mi stai facendo uno scherzo?
-No, non si apre?
Nella mente di Fleur passò per un nano secondo un'altra immagine: Elisa, sul pavimento dello spogliatoio, con le braccia sul petto sanguinante.
Fleur la sentiva.
Fleur sentiva la presenza di Melissa.
-Elisa! Vai via, vai subito via!
-Fleur, tutto bene? Se non mi dici cos'hai vado a chiamare la prof!
Fleur si rassegnò.
-Ok, aiutami ad aprire la porta, è bloccata!
Fleur spinse la porta più forte che potè. Elisa tirò la porta porta più forte che potè.
La porta si aprì violentemente e Elisa cascò a terra sbattendo la testa sul lavandino.
Scoppiarono a ridere tutte e due, come se fossero state amiche da sempre.
-Ahahahaha, oh buon dio! Eli stai bene?
-Sì tutto bene, ahahah!
-Ok, calmiamoci, sono già le 8.20, dobbiamo andare o la prof si arrabbierà come una bestia.
Elisa si alzò barcollando, poi fissando Fleur negli occhi, disse con una voce squillante che Fleur riconobbe immediatamente:
-Oh sì, andiamo piccola Fleur, sennò facciamo tardi! Andiamo piccola Fleur! Andiamo piccola Fleur!
Fleur restò immobile. Non poteva scappare. Melissa prima o poi l'avrebbe presa comunque.
Non puoi scappare dai guai, perchè tanto loro ti verranno a cercare, e se non li affronti non ne uscirai mai.
-Melissa, vattene. Ti prego.
Gli occhi scuri di Elisa diventarono rossi:
-Sto cercando di andarmene dalla tua vita. Ma per sparire, devo ucciderti, ricordi? L'unico modo per uccidere un amico immaginario è uccidere colui che l'ha generato. Te, piccola Fleur, te.
Melissa scoppiò di nuovo a ridere.
-Mh, vediamo. Come potrei ucciderti? Potrei soffocarti, ma sarebbe una morte troppo rapida. Potrei ferirti e lasciarti morire dissanguata, ma qui non vedo nessun oggetto appuntito...mh...
Melissa si avvicinò all'attaccapanni appeso accanto alla porta dello spogliatoio e ne staccò una stampella appuntita che qualcuno aveva riattaccato malamente con lo scotch.
-Beh, questo mi sembra perfetto. Pronta?

***

La porta dello spogliatoio si spalancò.
-INSOMMA RAGAZZE, COSA STATE FACENDO?
La prof di ginnastica era imbestialita.
-Se non venite in palestra entro cinque minuti vi metto una nota sul registro! E tu posa quell'aggeggio appuntito che hai tra le mani!
La porta si richiuse.
Gli occhi di Elisa ridiventarono neri.
La stampella dell'appendiabiti cadde dalle sue mani.
-Fleur, che cos'era? Cos'è successo...?
Ma Fleur non le rispose.
Gli occhi di Fleur diventarono rossi.
Si piegò e raccolse la stampella appuntita ai piedi di Elisa.
L'avvicinò al proprio polso sinistro.
Una voce squillante uscì dal corpo di Fleur.
-Ciao Eli. Sono Melissa, l'amica immaginaria di Fleur. Ora sono dentro Fleur, prima ero dentro te. Ora puoi sentirmi, non è vero? Ora riesci a sentirmi benissimo, lo so. Ora ucciderò la tua amichetta, piccola Eli, e ricorda, tra poco toccherà a te. Io sto per morire, Melissa sta per morire. Ma Melissa non è solo Melissa, lo sai, piccola Eli? Melissa è anche Nancy.
Nella mente di Elisa passò rapido ma ben chiaro un ricordo lontano: Nancy, la sua amica immaginaria.
Fleur/Melissa sfregò la punta della stampella sul proprio polso sinistro, incidendo profondamente l'intero braccio, che cominciò a sanguinare violentemente. Fleur cadde a terra, senza urlare, senza lamentarsi, senza cercare di liberarsi. Era tutto inutile. L'omicidio sarebbe sembrato un suicidio, e nessuno avrebbe sospettato la presenza di un influsso malefico all'interno del corpo della piccola Fleur. Fleur ebbe una morte dolorosa, ma silenziosa. Nessun sospiro uscì da quel corpo insanguinato.
Elisa urlò, si piegò a terra, chiamò la professoressa di ginnastica, ma fu tutto inutile.
Fleur era morta.
Elisa l'avrebbe rivendicata.
-Ti ucciderò Melissa. Ucciderò Nancy. Ucciderò te. Perchè tu sei una sola, ed hai ucciso già troppe persone. Metterò fine a tutta questa storia, una volta per tutte.





Aaaaah, un po' confuso questo capitolo, eh? Sì, le idee ce l'ho ben chiare, ma è difficile esporle. Allora, vi chiarisco un po' le idee nel caso non aveste capito: Allora, diciamo che Melissa non è solo l'amica immaginaria di Fleur. E' una sola "forza magica", non so come chiamarla. Melissa è morta, è morta per Fleur. Ma tornerà a rivivere, sotto un altro nome, per Elisa. Ha un nome diverso, ma è sempre la stessa "cosa", la stessa "essenza". Melissa smette di esistere solo per il fatto che esisteva solo per Fleur, e quando Fleur smette di eseistere, Melissa smette di esistere per Fleur. Tutto chiaro? Se non avete capito, chiedete via recensione o via mp (:
Grazie per tutte le belle recensioni. Grazie davvero. Mi dispiace di avervi fatto morire Fleur, anche se io tifo Melissa u.u Però ho già un finale perfetto, con un bel po' di risvolti romantici :3 Vi sorprenderò u.u
Se avete letto, date un segno del vostro passaggio, anche solo per dirmi "fai schifo datti all'ippica", però fatemi sapere che ne pensate, ok? (:
  
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