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Autore: AlexDavis    08/03/2011    6 recensioni
One-shot ambientata in una caserma dove Edward è il capo e Bella è un semplice soldato. Sono innamorati uno dell'altra, ma non hanno mai avuto il coraggio di dichiararsi.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Bella/Edward
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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Salve ragazzette belle, sono Alex. Qualcuna di voi mi conosce perchè sono la'utrice di 'Lezioni di piano', 'Ladro di cuori' e 'Lo stagista sexy', non sono le uniche, ma sono le più seguite.
Stamattina ho scritto questa one-shot, non l'ho mai fatto quindi spero vi piaccia.
La trama l'avrete già letta, ma vi rinfresco la memoria. Edward e Bella sono dei soldati, lui è il capo di lei. Sono innamorati uno dell'altra, ma non hanno mai avuto il coraggio di dichiararsi finchè...
Buonalettura girls e tanti auguri donne.
xoxo Alex.


POV Edward.
 
Eravamo appena tornati alla basa dopo un giorno ed una notte passati ad arginare la piccola rivolta che si era formata contro l’esercito americano. Amavo il mio lavoro e amavo aiutare le persone, ma non riuscivo a capacitarmi sul fatto che questo non era ben chiaro ai civili. Loro ci consideravano nemici, qualcosa da combattere e annientare, ma non capivano che noi eravamo li per salvarli da quell’orribile mondo in cui avevano la sfortuna di essere capitati. Quella notte avevo ucciso due civili per difendere due miei compagni d’armi e mi sentivo uno schifo, sentivo come se un pezzo di me mi fosse stato tolto. Fosse era un pezzo della mia anima, il prezzo che forse dovevo pagare per quelle morti.
Ci trovavamo tutti in una sala dove potevamo riposarci un attimo e toglierci tutti gli orrori che avevamo visto in quei giorni. Mi stavo spogliando di tutto l’equipaggiamento quando, Mike, uno dei miei ragazzi mi si avvicinò portando con se un notevole odore di sudore e fango.
<< Capo, come stai? >> mi chiese imbarazzato.
Mike era un ragazzino alle prime armi e sapevo come dovesse sentirsi in quel momento. Spaesato e terrorizzato come mi ero sentito io le prime volti, ma poi avevo capito che non serviva a niente e avevo continuato per la mia strada sfoggiando freddezza alla vista delle innumerevoli stragi conseguenze del mio lavoro. Mike era uno dei ragazzi che avevo salvato dai quei civili impazziti.
<< Tutto okey, Newton. >> e gli sorrisi.
Lui ricambiò e ritornò indietro dai suoi compari, mentre lo guardai andare via fui catturato da lei. La donna più bella che avessi mai visto ed era uno dei miei ragazzi. Isabella Swan o come preferiva essere chiamata, Bella era appena entrata e stava sorridendo ai ragazzi che ricambiavano con saluti e pacche sulla spalla. Era una dei migliori in quel gruppo, riusciva ad essere contemporaneamente da ogni parti ed era sempre pronta a proteggere chiunque senza che nessuno gliel’ordinasse.
Mi ero innamorato di lei forse la prima volta che arrivò tutta imbarazzata e impacciata in caserma, dicendo di essere nuova e che era stata assegnata al mio squadrone. Per tutto il tempo che parlammo non alzò gli occhi e quando lo faceva cercava sempre di non incrociare il mio sguardo ed ogni volta che per sbaglio succedeva un incantevole rossore le imporporava le graziose guance rendendola ancora più bella ai miei occhi.
Nonostante fosse una donna non avevo mai fatto preferenze, l’avevo trattata allo stesso modo dei miei ragazzi forse anche più duramente e non l’avevo mai sentita lamentarsi anzi a volte mi incitava a fare di più dicendo che poteva farcela e che non era un femminuccia.
<< Ehi Swan che ne dici di andarci a divertire dopo? >> le urlò Jacob, uno dei miei ragazzi verso di lei che sorrise divertita.
<< Mi dispiace, Black, ma sono troppo per te. >> gli rispose scatenando l’ilarità di tutti i presenti.
Risi anche io e Jacob se ne accorse. << Oh il capo ha riso, questo momento rimarrà nella storia. >> e tutti risero, io lo guardai divertito.
<< Black quando la smetterai di renderti ridicolo? La Swan non è interessata… agli uomini. >> dissi divertito e gli altri risero.
Bella mi guardò e sorrise divertita. << Sei geloso, Cullen? >> mi chiese mettendosi le mani sui fianchi.
La guardai ed era ancora più bella con gli occhi illuminati dalle risa e il viso arrossato. Avrei tanto voluto sbatterla al muro e farci l’amore per ore ed ore senza mai stancarmi, non mi sarei mai stancato di lei.
Mi girai verso di lei. << Dovrei essere geloso di te, Swan? Ma per piacere! >> dissi ritornando al mio impiego.
Lei rise. << Ammettilo, capo, ti piacerebbe scoparmi. >> disse e nella stanza ci fu un boato di consensi e di risa. Avrei tanto voluto rispondere di si, che avrei tanto voluto ‘scoparmela’, ma dovevo mantenere la mia fama di freddo a severo capo non potevo farmi vedere debole dai miei ragazzi. Reso un debole da una donna. Si, ma la donna più bella che hai mai visto.
Io scossi la testa. << Credici, Swan. >> disse e le sorrisi.
Finii di posare il mio equipaggiamento  e mi girai verso di ragazzi che stavano ancora scherzando e per un attimo guardai Bella che si stava facendo aiutare da Jacob a togliere le imbracature. Un moto di strizza e gelosia mi invase e strinsi i pugni per non avvicinarmi a lui e spaccargli quella faccia da strafottente che aveva.
<< Ragazzi ci vediamo stasera al Gala, okey? Eh… Swan, cerca di comportarti da donna stasera. >> disse senza riuscire a trattenermi e per un attimo mi parve di vedere il suo sguardo incupirsi, ma non me ne preoccupai perchè me ne andai.
Andai in camera mia e mi feci una doccia per liberarmi da tutto quel sudore e tutto quel fango, dopodiché mi vestii e andai nel mio ufficio perché avevo del lavoro cartaceo arretrato. Stavo lavorando da un’oretta quando qualcuno bussò alla porta e senza aspettare che io gli dessi il permesso entrò e mi trovai davanti un Jacob alquanto incazzato.
<< Che succede Black? >> chiesi preoccupato.
<< Succede che sei uno stronzo, Cullen! >> mi disse urlando.
Lo guardai strabuzzando gli occhi. << Che cosa? >> dissi arrabbiato pregustando già una punizione adeguata a lui.
<< Perché non riesci a guardare oltre il tuo perfetto naso? Con quella tua sparata del cazzo l’hai fatta sentire una merda, lo sai? >>
Stava parlando di Bella e sapevo anche a cosa si riferisse a quella battuta infelice che aveva fatto giù in sala. Che Bella ci fosse rimasta realmente rimasta male?
<< Ma io… >> cercai di giustificarmi.
Lui mi zittì. << Le voglio bene come ad una sorella e se fai di nuovo lo stronzo ti scarico addosso tutti i colpi della mia mitragliatrice. Sono stato chiaro? >>  e se ne andò sbattendo la porta e rimanendomi solo a maledirmi per il poco tatto che avevo avuto.
Non potevo andare da lei a chiederle scusa perché avrei solo peggiorato le cose e non potevo neanche dirle che io la consideravo una bellissima donna e che mi ero perdutamente innamorato da lei dalla prima volta che l’avevo vista. Era impossibile per noi che facevamo questo lavoro avere una storia seria e fissa, era contro anche le regole dell’arma. Mai avere relazioni con un compagno d’armi.
Perché doveva essere tutto così complicato? Perché dovevo innamorarmi della persona sbagliata? Non solo il luogo non era adatto, ma lei non mi avrebbe mai amato perché sono sempre stato uno stronzo insensibile con lei. Come si può amare in ghiacciolo come me?
 
POV Bella.
Mi trovavo nella mia camera sdraiata sul mio letto/branda e guardare il soffitto a pensare a quanto fossi stupida e ingenua. Mi ero innamorata persa di un uomo che non mi considerava neanche una donna, non mi vedeva neanche. Ma in realtà come avrebbe fatto a vedermi un Dio greco? Io sono soltanto una ragazzina anonima, con capelli color castagna anonimi, occhi cioccolato anonimi. Non ero nulla se messa in confronta a lui che era un Dio bronzeo da magnetici e splendenti smeraldi al posto degli occhi. Come poteva interessarsi a me che sembravo un uomo in tutto e per tutto? Non avevo mai avuto un atteggiamento femminile nei suoi confronti perché avevo sempre paura di sbagliare e di sembrare una ragazzina perché quando mi guardava negli occhi mi sentivo così. Un ragazzina. Una stupida ragazzina innamorata di un uomo.
Un colpo alla porta mi riscosse dai miei pensieri e la faccia di Jacob  sbucò fuori e sorrisi involontariamente. Era Jacob, il mio Jacob, il mio migliore amico.
<< Ehi patatina, posso? >> mi disse facendomi il suo sorriso da lupo.
Gli sorrisi e gli feci cenno di accomodarsi accanto a me e non se lo fece ripetere due volte e si accoccolò accanto a me stringendomi a se.
<< Come stai? >> mi chiese accarezzandomi i capelli.
Feci spallucce. << Mi sento come una donna innamorata dell’uomo sbagliato, ecco come mi sento. >>
Lui annuì. << Ti capisco. >> mi disse ed io subito mi sentii in imbarazzo.
L’avevo sempre saputo che Jacob provasse qualcosa per me che andava oltre l’amicizia e lo potevo vedere nelle piccole cose, nelle attenzioni che mi dedicava e delle frecciatine che mi lanciava.
<< Jacob… >> sussurrai.
Lui mi fermò. << No, Bella, non dire nulla. So come sta la situazione e ho già scelto di farmi da parte, sono qui come tuo migliore amico. Okey? >>
Io annuii e restammo in silenzio per un po’, poi lui scattò in piedi facendomi sobbalzare.
<< Che c’è? >> chiesi allarmata.
Lui mi guardò e sorrise. << Andiamo a fare shopping, muoviti. >>
Lo guardai sconvolta. << Cosa? >>
Lui sbuffò e mi prese completamente di peso e mi portò fuori dal dormitorio sotto gli occhi divertiti di tutti.
<< Jake lasciami! >> urlai dimenandomi.
Lui rise e mi diede una pacca sul culo. << Abbiamo del lavoro da fare. >>
Sbuffai e mi rassegnai smettendo di oppormi. << Brava, bimba. >> mi disse guadagnandosi uno scappellotto sulla nuca.
Mi portò prima in giro per i negozi e mi comprò un bellissimo vestito blu senza spalline che scendeva fin giù morbido e con una specie di fermaglietto sotto il seno, comprò anche un paio di scarpe gioiello che io guardai con terrore. Erano una trappola mortale con tacco dodici.
<< Jake devo proprio? >> chiesi quasi in lacrime.
Ma lui non mi ascoltò troppo preso a flirtare con la commessa, fui costretta a buttarlo letteralmente fuori o l’avrebbe mangiata seduta stante.
<< Torniamo in caserma? >> lo supplicai.
Lui scosse la testa. << Dobbiamo fare qualcosa con questi capelli e dobbiamo mettere un po’ di colore su questa stupenda faccia. >>
Mi fermai esasperata. << Perché tutto questo, Jake? >>
Lui mi guardò e sorrise dolcemente. << Vuoi o no conquistare il tuo bel caporale? >>
Scossi la testa. << Neanche se facessi centomila sedute in un centro di bellezza mi noterebbe. Per lui sono invisibile! >> sbuffai.
Lui sbuffò e mi portò di nuovo di peso in un enorme centro di bellezza dove una ragazza che molto probabilmente Jacob si era portato a letto si prese cura da me facendomi addirittura un bagno rilassante in una vasca piena di petali di rosa.
Rimasi in quel centro di bellezza per più di quattro ore e mi vestirono anche facendomi fare una passerella in una sala piena di specchi e quando mi guardai allo specchio quasi stentai a riconoscermi con i capelli tirati su da una morbida treccia con qualche ciocca che scendeva sul viso. Il mio viso era stato messo in risalto da colori caldi sugli occhi ed un strato leggero di fard e per finire un filo di lucido sulle labbra.
<< Sei bellissima. >> mi disse una ragazza li dentro ed io arrossi ringraziando.
Jacob venne dopo un po’ bellissimo nel suo smoking e quando mi vide sgranò gli occhi.
<< Oddio Bells sei stupenda. >> mi disse ed io sorrisi.
<< Grazie. Andiamo? >>
Lui mi prese sotto braccio e mi condusse fuori dove una macchina nera che ci avrebbe portato all’hotel dove si sarebbe tenuto un Gala dove si sarebbero riuniti i più importanti uomini per una raccolta fondi, ci stava aspettando. 
Quando arrivammo la festa era già iniziata e c’erano già parecchie persone sorridenti nei loro vestiti costosi e con un bicchiere di champagne in mano e vedevo i miei compagni in smoking che spendevano sorrisi e strette di mano per una buona causa.
<< Sei pronta? >> mi chiese Jacob.
Io annuii e presi un bicchiere di champagne che il cameriere mi stava offrendo e seguii Jacob verso i ragazzi che si erano radunati tutti insieme e quando fummo vicino a loro Jacob si schiarì la voce facendoli girare tutti e appena mi videro sgranarono tutti gli occhi.
<< Oddio… Bella Swan? >> chiese Eric, un coreano.
Io sorrisi imbarazzata. << Presente. >>
James mi offrì la mano e vi posò un delicato bacio. << Sei bellissima. >> mi disse ed io arrossii procurando un risata generale.
<< Ehi perché ridete? >> chiese una voce alle nostre spalle.
Mi irrigidii immediatamente e Jacob mi strinse la mano. Edward si trovava alle mie spalle e aspettava che qualcuno lo rispondesse perché io non mi fidavo della mia voce, non riuscivo a ricordarmi come si parlasse.
<< Capo stavamo ammirando questa bellissima donna. >> disse James.
Io gli lanciai un’ occhiataccia e lui ridacchiò.
<< Oh e potrei avere l’onore di ammirarla anche io? >> chiese ed io avrei preferito sprofondare. Dov’era la botola dei maghi quando serviva?
Jacob mi diede una leggera gomitata ed io dopo aver preso un grosso respiro mi girai lentamente incontrando i suoi occhi verdi che quando mi videro si dilatarono e la sua bocca si dischiuse dallo stupore.
<< Ehm… Isabella? >> chiese squadrandomi da capo a piede.
Annuii. << Si. >> sussurrai.
<< Wow…sei…stupenda. >> disse ed il mio cuore perse un battito.
<< Oh…ehm grazie. >> e abbassai di nuovo lo sguardo.
Penso stesse dicendo qualcosa, ma si interruppe perché lo chiamarono e se ne andò ed io sospirai di sollievo guardando Jacob che mi sorrise.
<< Hai visto? Hai fatto colpo. >>
Sbuffai. << Fottiti. >> e lo lasciai li.
Passai la serata a sorridere e a stringere le mani a magnate e a prima donne che sembravano essere lampioni tanti erano i diamanti che avevano addosso.
A metà serata uscii fuori in terrazza per prendere una boccata d’aria e mi persi a guardare la luna.
<< Bella, vero? >>> chiese LA voce dietro di me.
Non mi girai mi limitai ad annuire. << Eh già. >> dissi.
Restammo in silenzio per un po’ poi fu lui a rompere il silenzio. << Senti volevo chiederti scusa per stamattina? E’ una battuta squallida non volevo offenderti. >>
Mi girai verso di lui. << Non importa. >> e ritornai a guardare la luna.
Mi sentii toccare il braccio e dopo un po’ mi ritrovai stretta al suo petto mentre ci muovevamo a tempo di musica. Stavamo ballando. Io, Isabella Swan, stavo ballando con Edward Cullen.
<< Sei bellissima stasera, non che tu non lo sia gli altri giorni, ma questa sera lo sei di più. >> mi disse mentre giravamo intorno.
Io arrossii. << Grazie. >>
Mi accarezzò la schiena e sentii dei brividi salirmi fino a rizzarmi i capelli sulla nuca e lui dovette sentirlo perché sentii le sue labbra aprirsi in quel suo sorriso così sexy che sapeva scuotermi dentro e mi staccai da lui.
Lui mi guardò sorpreso. << Cosa c’è? >>
Sbuffò. << C’è che mi stai facendo impazzire, sono sei mesi che mi stai facendo impazzire. >> dissi di getto, ma subito me ne pentii.
Lui mi guardò sconvolto. << Cosa? >> mi chiese quasi in un sussurro.
Scossi la testa. << Lascia perdere.  >> e me ne andai lasciandolo solo sul terrazzo.
Non mi preoccupai neanche di avvisare Jacob, uscii fuori e mi diressi camminando alla caserma che non era poi chissà quanto lontana infatti dopo dieci minuti arrivai e mi diressi direttamente nella mia stanza dove mi spogliai e mi feci una doccia per togliermi tutte quelle cremine e quel trucco che non mi rendevano me stessa. Io sono una ragazza a cui piacciono le pistole e giocare a calcio con i ragazzi e adora le converse e odia le gonne ed i tacchi. Mi lavai accuratamente e dopo mi infilai una maglietta con dei semplici sleep e tornai nella mia stanza dove trovai l’ultima persona che mi sarei mai aspettata. Edward Cullen.
Lo guardai imbarazzata per il mio abbigliamento. << Cosa ci fai qui? >>
Lui mi guardò. << Non voglio lasciar perdere, okey? Non voglio lasciarti perdere. >>
Lo guardai confusa mentre dentro di me il mio cuore faceva le capriole.
<< Cosa vuoi, Edward? >> chiesi ancora sperando che la smettesse di fare il criptico.
Lui in due falcate mi si avvicinò fino ad arrivare a pochi centimetri dal mio viso e potevo sentire il suo fiato caldo sulle mie labbra.
<< Voglio…voglio avere un pezzo di te, voglio poter essere un pezzo di te. Voglio potermi svegliare la mattina con i tuoi bellissimi capelli che mi sfiorano il petto nudo; voglio poter sentire i tuoi gemiti e i tuoi ansimi quando sono dentro di me e facciamo l’amore; voglio poter accarezzare la fede che porterai al dito dopo il nostro matrimonio in spiaggia; voglio poter gioire con te quando mi dirai di aspettare un bambino il mio bambino, il nostro. Voglio poterti stringere la mano quando urlerai sul letto di ospedale mentre dai alla luce Renesmee, voglio essere fermato da te quando diventerò geloso della mia bambina. >> mi prese il viso tra le sue mani. << Voglio te, Isabella, voglio te fino alla fine dei miei giorni. Ti amo, Bella, ti amo dalla prima volta che ho posato gli occhi sul tuo viso di porcellana. >> mi disse in un sussurro.
Non riuscivo a dire nulla, ero troppo imbambolata e troppo felice per poter formulare una frase concreta così mi alzai in punta di piedi e sfiorare con le mie labbra le sue.
<< Ti amo anche io. >> dissi sicura che quello valesse più di mille parole e fu così perché mi regalò uno dei suoi sorrisi più belli prima di alzarmi da terra e portarmi sul mio letto e stendersi al mio fianco.
<< Voglio fare l’amore con te, sono sei mesi che sogno di stringerti tra le mie braccia mentre ci doniamo l’uno all’altra. >>
Annuii semplicemente e mi lanciai sulle sue bellissime labbra e ci demmo il nostro primo e perfetto bacio.
Dopo poco rimanemmo nudi uno di fronte all’altro ed io sorrisi imbarazzata sotto il suo sguardo ammirato. << Sei perfetta. >> e si tuffò sulle mie labbra.
Le nostre labbra e le nostre mani cominciarono a prendere confidenza con il corpo dell’altro e quando entrò dentro di me mi sembrò che il cuore mi scoppiasse in petto. Non riuscivo a contenere tutte quelle emozioni, era troppo bello per essere vero.
Mentre si muoveva dentro di me mi lasciava tanti piccoli baci sul viso e sulle labbra.
<< Oddio… Bella… è fantastico. >> disse tra un gemito ed un altro.
Ed io lo strinsi di più a me incitandolo di andare più forte e lui mi accontentò fino ad arrivare a scoppiare insieme nell’orgasmo più travolgente che mi fosse mai capitato. Quando più tardi mi addormentai tra le sue braccia dopo averlo sentito sussurrarmi un ti amo pieno di dolcezza e amore capii che niente e nessuno, neanche il nostro lavoro ci avrebbe diviso e adesso a distanza di anni posso dire che amo Edward ogni giorni di più e che… la nostra bambina si chiama Renesmee e che non mi ha mai lasciato neanche un momento. 
 
   
 
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