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Autore: bloodingeyes    09/03/2011    2 recensioni
C’era una volta in un regno molto lontano un giovane principe di nome Caleb per cui era arrivato il tempo di trovarsi una moglie ma che finì per cadere in disgrazia dopo pochissimo tempo. In suo aiuto però arrivò Volpe, un'uomo maledetto da un orrido sortilegio. Il principe desidera davvero ricompensare l'uomo per averlo aiutato ma non è l'oro che l'altro vuole...
Storia partecipante al concorso "Piccola Fiaba Slash" di Lal_Rouche
Genere: Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Volpe non era un tipo di molte parole, difficilmente in un giorno si scambiavano più di un paio di battute però era di sicuro una persona piena di risorse. Riusciva sempre a trovare qualcosa da mangiare e non spendeva mai neppure un soldo, non perché non ne avesse, ma semplicemente perché non gli piaceva usarli inutilmente. Era davvero un cacciatore provetto, il migliore che Caleb avesse mai conosciuto, quando decideva un bersaglio quello era già morto senza saperlo, non l’aveva ancora visto mancare la sua preda ed era incredibile il fatto che uccidesse sempre sul colpo l’animale, senza aggiungere una sofferenza maggiore. E ancora più sorprendente era il fatto che gli animali comunque gli si avvicinassero tranquillamente e si lasciassero accarezzare senza timore, persino le belve feroci come lupi e orsi diventavano cuccioli mansueti quando c’era lui. Caleb era davvero affascinato da questo suo potere e spesso gli chiese di insegnargli a fare la stessa cosa ma Volpe non accettò mai

-Voi siete un principe, parlare con gli animali non è cosa che vi compete- gli diceva, spesso mentre tirava una boccata di fumo dalla sua pipa

-E perché mai?-

-Perché se vi metteste a parlare con gli uccelli che cinguettano nei vostri giardini o con i vostri cani da caccia tutti vi penserebbero pazzo e metterebbero un altro re al vostro posto- il discorso si concludeva sempre in questo punto fra loro ma una volta Caleb ebbe l’ardire di fargli un’altra domanda

-È questo che vi è successo?- gli chiese ma Volpe inclinò leggermente la testa, perplesso -è perché parlavate con gli animali che vi hanno cacciato dal vostro regno?-

-Io non sono stato cacciato- gli rispose l’uomo sospirando -me ne sono dovuto andare-

-E perché? Se posso chiedere… -

-Perché sono stato maledetto da una dannatissima strega- ringhiò Volpe

-Mi dispiace- gli disse sinceramente Caleb e l’altro lo guardò ancora una volta così attentamente da farlo quasi arrossire

-Inizio a pensare che voi siate troppo sincero e ingenuo oltre che viziato e stupido per sopravvivere nel mondo- il principe rimase stupito e sorpreso dal quelle parole così dure e inaspettate che non riuscì a ribattere. Quindi Volpe aggiunse –ora dovremmo rimetterci in marcia, altrimenti si farà scuro- concluse così il discorso, anche se per il principe la questione non era per niente chiusa. Infatti quando quella sera si accamparono in una radura Caleb gli chiese di spiegargli cosa avesse voluto dire con quella frase ma l’altro non gli rispose

-Per favore spiegatemi, odio non capire le cose- lo implorò alla fine il principe, l’altro sospirò e finalmente si decise a dagli una spiegazione

-Penso solo che voi siate quel tipo di persona che non conosce nulla della vita e che si appoggia agli altri senza nessun dubbio, all’inizio pensavo che foste il solito stupido viziato ma ora mi accorgo che siete anche ingenuo e questo mi spaventa un po’… -

-Io vi spavento?- gli chiese sorpreso il principe

-Non ho paura di voi ma per voi, temo che presto o tardi questo vostro essere vi condurrà ad una brutta fine, i vostri genitori non vi avrebbero dovuto lasciare andare da solo per il mondo senza nessuna protezione, rischiate di non tornare più a casa-

-Ma è tradizione che il principe ereditario cerchi la sua compagna da solo-

-Lo so però se non imparerete presto a sopravvivere vi ridurrete molto peggio di come eravate la prima volta che ci siamo incontrati-

-Perché dite così?- gli chiese il principe tristemente -io non capisco-

-Appunto perché non capite siete in pericolo-

-Allora spiegatemelo voi- ribatté stizzito

-Voi vi fidate di me?- gli chiese Volpe

-Certo!- gli rispose subito Caleb sorridendo, in fondo quella era la persona che l’aveva aiutato senza chiedere nulla in cambio nel momento peggiore della sua vita, come poteva non fidarsi?

-E fate male- lo redarguì Volpe alzandosi in piedi e raggiungendolo in due soli passi –non dovreste fidarvi di un perfetto sconosciuto come me-

-Voi non siete uno sconosciuto- gli rispose Caleb anche se in quel momento averlo così vicino gli faceva un po’ paura

-Cosa sapete di me in realtà?- gli chiese allora Volpe avvicinandosi di un mezzo passo, con fare da predatore, tanto che il principe si ritrasse impaurito -tutto quello che vi ho raccontato fin ora su di me potrebbe essere falso, non mi avete neppure visto in volto e potrei essere un brigante oppure peggio… - gli si avvicinò ancora e il ragazzo si ritrovò con la schiena contro un albero, Volpe appoggiò delicatamente i palmi della mani sulla corteccia ai lati della sua testa e si avvicinò al volto del ragazzo, parlandogli in un sussurro e fissandolo diritto negli occhi -potrei farvi qualsiasi cosa in questo momento lo sapete? Siamo nel bel mezzo di un bosco soltanto noi due soli, lontani da qualsiasi forma di civiltà e io potrei non essere la persona che voi pensate che io sia, ora io potrei derubarvi di tutto, torturarvi, farvi sbranare dalle bestie feroci, uccidervi e nessuno lo verrebbe mai a sapere, nessuno sentirebbe le vostre urla, il vostro dolore e nessuno verrebbe mai a cercare me perché nessuno sa di me né del nostro incontro… e ora ditemi in tutta sincerità pensate davvero di potervi fidare di una persona come me che ha già anche progettato la vostra morte con così tanta cura?- Caleb inghiottì a fatica la saliva, si accorgeva solo in quell’istante che la situazione sarebbe potuta essere molto pericolosa per lui eppure non rispose come Volpe si sarebbe aspettato

-Si mi fido- l’altro scattò leggermente indietro sorpreso

-Ma mi avete ascoltato?- gli chiese rabbioso

-È proprio perché vi ho ascoltato e ho capito che mi fido di voi-

-Non vi seguo- ammise Volpe

-Voi ora potreste farmi qualsiasi cosa e io non avrei scampo, siete un cacciatore migliore di me e gli animali del bosco sono dalla vostra parte, ma abbiamo passato giorni insieme e avete avuto un mucchio di occasioni di farmi del male, di uccidermi o peggio, eppure io sono ancora qui e voi pure, capisco quello che mi avete detto, che mi sarei cacciato in un grosso guaio a fidarmi di uno sconosciuto ma voi mi avevate già aiutato, siete stato gentile con me e mi avete salvato! Come potrei aver timore di voi che siete davvero una delle persone migliori che io abbia mai conosciuto?- Volpe rimase senza parole a guardarlo, gli occhi sgranati dietro la maschera

-Voi mi tentate- gli disse l’uomo avvicinandosi troppo ancora una volta

-Non capisco- gli rispose Caleb cercando di scivolare di lato e allontanarsi ma Volpe lo bloccò contro il tronco dell’albero appoggiandogli una mano sul petto

-Siete così dolce e sincero, mi tentate incredibilmente- gli spiegò l’uomo avvicinandosi ancora, tanto che i loro respiri diventavano uno unico

-Lasciatemi per… - tentò di dire il principe ma le labbra di Volpe non lo lasciarono finire andandosi ad appropriare di quelle dell’altro voraci, mordendolo e leccandolo come un animale affamato -Smettetela- lo supplicò il principe cercando di spingerlo via ma Volpe gli bloccò entrambi i polsi sopra la testa con una sola mano mentre con l’altra gli stringeva i fianchi e gli slacciava la camicia. Continuò a baciarlo e morderlo sulle labbra e sul collo finché di botto non si staccò e lo lasciò libero

-Ci sono destini ben peggiori della morte e torture più dilanianti di quelle prodotte da un coltello, siete fortunato che io non provi piacere a prendere amanti non consenzienti- gli disse Volpe allontanandosi di alcuni passi e evitando di guardarlo per qualche istante. Caleb si richiuse la camicia tremando leggermente, Volpe si voltò a guardarlo e sospirò -Forse sono stato troppo diretto- borbottò fra sé e sé l’uomo alzandosi di nuovo e andando ad inginocchiarsi davanti al giovane principe che si ritirò spaventato -perdonatemi, non volevo spaventarvi in questo modo- gli disse dolcemente mentre lo aiutava a rimettersi in piedi -dimenticate, se potete, quello che è appena successo e non si ripeterà, ve lo giuro- gli sorrise e Caleb lo guardò di nuovo annuendo una sola volta, debolmente. Dopo appena una mezz’ora si stesero entrambi a letto ma nessuno dei due riuscì a dormire bene quella notte.

   
 
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