Volpe
non era un tipo di molte
parole, difficilmente in un giorno si scambiavano più di un
paio di battute
però era di sicuro una persona piena di risorse. Riusciva
sempre a trovare
qualcosa da mangiare e non spendeva mai neppure un soldo, non
perché non ne avesse,
ma semplicemente perché non gli piaceva usarli inutilmente.
Era davvero un
cacciatore provetto, il migliore che Caleb avesse mai conosciuto,
quando decideva
un bersaglio quello era già morto senza saperlo, non
l’aveva ancora visto
mancare la sua preda ed era incredibile il fatto che uccidesse sempre
sul colpo
l’animale, senza aggiungere una sofferenza maggiore. E ancora
più sorprendente
era il fatto che gli animali comunque gli si avvicinassero
tranquillamente e si
lasciassero accarezzare senza timore, persino le belve feroci come lupi
e orsi
diventavano cuccioli mansueti quando c’era lui. Caleb era
davvero affascinato
da questo suo potere e spesso gli chiese di insegnargli a fare la
stessa cosa
ma Volpe non accettò mai
-Voi
siete un principe, parlare con
gli animali non è cosa che vi compete- gli diceva, spesso
mentre tirava una
boccata di fumo dalla sua pipa
-E
perché mai?-
-Perché
se vi metteste a parlare
con gli uccelli che cinguettano nei vostri giardini o con i vostri cani
da
caccia tutti vi penserebbero pazzo e metterebbero un altro re al vostro
posto-
il discorso si concludeva sempre in questo punto fra loro ma una volta
Caleb
ebbe l’ardire di fargli un’altra domanda
-È
questo che vi è successo?- gli
chiese ma Volpe inclinò leggermente la testa, perplesso
-è perché parlavate con
gli animali che vi hanno cacciato dal vostro regno?-
-Io
non sono stato cacciato- gli
rispose l’uomo sospirando -me ne sono dovuto andare-
-E
perché? Se posso chiedere… -
-Perché
sono stato maledetto da una
dannatissima strega- ringhiò Volpe
-Mi
dispiace- gli disse
sinceramente Caleb e l’altro lo guardò ancora una
volta così attentamente da
farlo quasi arrossire
-Inizio
a pensare che voi siate
troppo sincero e ingenuo oltre che viziato e stupido per sopravvivere
nel mondo-
il principe rimase stupito e sorpreso dal quelle parole così
dure e inaspettate
che non riuscì a ribattere. Quindi Volpe aggiunse
–ora dovremmo rimetterci in
marcia, altrimenti si farà scuro- concluse così
il discorso, anche se per il
principe la questione non era per niente chiusa. Infatti quando quella
sera si
accamparono in una radura Caleb gli chiese di spiegargli cosa avesse
voluto dire
con quella frase ma l’altro non gli rispose
-Per
favore spiegatemi, odio non
capire le cose- lo implorò alla fine il principe,
l’altro sospirò e finalmente
si decise a dagli una spiegazione
-Penso
solo che voi siate quel tipo
di persona che non conosce nulla della vita e che si appoggia agli
altri senza
nessun dubbio, all’inizio pensavo che foste il solito stupido
viziato ma ora mi
accorgo che siete anche ingenuo e questo mi spaventa un
po’… -
-Io
vi spavento?- gli chiese
sorpreso il principe
-Non
ho paura di voi ma per
voi, temo
che presto o tardi questo vostro essere vi condurrà ad una
brutta fine, i
vostri genitori non vi avrebbero dovuto lasciare andare da solo per il
mondo
senza nessuna protezione, rischiate di non tornare più a
casa-
-Ma
è tradizione che il principe
ereditario cerchi la sua compagna da solo-
-Lo
so però se non imparerete
presto a sopravvivere vi ridurrete molto peggio di come eravate la
prima volta
che ci siamo incontrati-
-Perché
dite così?- gli chiese il
principe tristemente -io non capisco-
-Appunto
perché non capite siete in
pericolo-
-Allora
spiegatemelo voi- ribatté stizzito
-Voi
vi fidate di me?- gli chiese
Volpe
-Certo!-
gli rispose subito Caleb
sorridendo, in fondo quella era la persona che l’aveva
aiutato senza chiedere
nulla in cambio nel momento peggiore della sua vita, come poteva non
fidarsi?
-E
fate male- lo redarguì Volpe
alzandosi in piedi e raggiungendolo in due soli passi –non
dovreste fidarvi di
un perfetto sconosciuto come me-
-Voi
non siete uno sconosciuto- gli
rispose Caleb anche se in quel momento averlo così vicino
gli faceva un po’
paura
-Cosa
sapete di me in realtà?- gli
chiese allora Volpe avvicinandosi di un mezzo passo, con fare da
predatore,
tanto che il principe si ritrasse impaurito -tutto quello che vi ho
raccontato
fin ora su di me potrebbe essere falso, non mi avete neppure visto in
volto e
potrei essere un brigante oppure peggio… - gli si
avvicinò ancora e il ragazzo
si ritrovò con la schiena contro un albero, Volpe
appoggiò delicatamente i
palmi della mani sulla corteccia ai lati della sua testa e si
avvicinò al volto
del ragazzo, parlandogli in un sussurro e fissandolo diritto negli
occhi -potrei
farvi qualsiasi cosa in questo momento lo sapete? Siamo nel bel mezzo
di un
bosco soltanto noi due soli, lontani da qualsiasi forma di
civiltà e io potrei
non essere la persona che voi pensate che io sia, ora io potrei
derubarvi di
tutto, torturarvi, farvi sbranare dalle bestie feroci, uccidervi e
nessuno lo
verrebbe mai a sapere, nessuno sentirebbe le vostre urla, il vostro
dolore e
nessuno verrebbe mai a cercare me perché nessuno sa di me
né del nostro
incontro… e ora ditemi in tutta sincerità pensate
davvero di potervi fidare di
una persona come me che ha già anche progettato la vostra
morte con così tanta
cura?- Caleb inghiottì a fatica la saliva, si accorgeva solo
in quell’istante
che la situazione sarebbe potuta essere molto pericolosa per lui eppure
non
rispose come Volpe si sarebbe aspettato
-Si
mi fido- l’altro scattò
leggermente indietro sorpreso
-Ma
mi avete ascoltato?- gli chiese
rabbioso
-È
proprio perché vi ho ascoltato e
ho capito che mi fido di voi-
-Non
vi seguo- ammise Volpe
-Voi
ora potreste farmi qualsiasi
cosa e io non avrei scampo, siete un cacciatore migliore di me e gli
animali
del bosco sono dalla vostra parte, ma abbiamo passato giorni insieme e
avete
avuto un mucchio di occasioni di farmi del male, di uccidermi o peggio,
eppure
io sono ancora qui e voi pure, capisco quello che mi avete detto, che
mi sarei
cacciato in un grosso guaio a fidarmi di uno sconosciuto ma voi mi
avevate già
aiutato, siete stato gentile con me e mi avete salvato! Come potrei
aver timore
di voi che siete davvero una delle persone migliori che io abbia mai
conosciuto?- Volpe rimase senza parole a guardarlo, gli occhi sgranati
dietro
la maschera
-Voi
mi tentate- gli disse l’uomo
avvicinandosi troppo ancora una volta
-Non
capisco- gli rispose Caleb
cercando di scivolare di lato e allontanarsi ma Volpe lo
bloccò contro il
tronco dell’albero appoggiandogli una mano sul petto
-Siete
così dolce e sincero, mi
tentate incredibilmente- gli spiegò l’uomo
avvicinandosi ancora, tanto che i
loro respiri diventavano uno unico
-Lasciatemi
per… - tentò di dire il
principe ma le labbra di Volpe non lo lasciarono finire andandosi ad
appropriare di quelle dell’altro voraci, mordendolo e
leccandolo come un
animale affamato -Smettetela- lo supplicò il principe
cercando di spingerlo via
ma Volpe gli bloccò entrambi i polsi sopra la testa con una
sola mano mentre
con l’altra gli stringeva i fianchi e gli slacciava la
camicia. Continuò a
baciarlo e morderlo sulle labbra e sul collo finché di botto
non si staccò e lo
lasciò libero
-Ci
sono destini ben peggiori della
morte e torture più dilanianti di quelle prodotte da un
coltello, siete
fortunato che io non provi piacere a prendere amanti non consenzienti-
gli
disse Volpe allontanandosi di alcuni passi e evitando di guardarlo per
qualche
istante. Caleb si richiuse la camicia tremando leggermente, Volpe si
voltò a
guardarlo e sospirò -Forse sono stato troppo diretto-
borbottò fra sé e sé
l’uomo alzandosi di nuovo e andando ad inginocchiarsi davanti
al giovane
principe che si ritirò spaventato -perdonatemi, non volevo
spaventarvi in
questo modo- gli disse dolcemente mentre lo aiutava a rimettersi in
piedi -dimenticate,
se potete, quello che è appena successo e non si
ripeterà, ve lo giuro- gli
sorrise e Caleb lo guardò di nuovo annuendo una sola volta,
debolmente. Dopo
appena una mezz’ora si stesero entrambi a letto ma nessuno
dei due riuscì a
dormire bene quella notte.