Con
il nome di Fiume Ghiacciato si
intendeva un ansa molto particolare di un grande fiume nelle terre a
sud ovest.
Il fiume si estendeva per tutta la sua lunghezza in regioni molto calde
ma in
quella particolare ansa diventava ghiacciato in superficie e non solo,
anche
tutta la vegetazione lì attorno diventava gelata e gli
alberi erano sempre
coperti di neve anche se la temperatura era piacevole e mai fredda.
Tutto
questo perché in quel posto era stato fatto un sortilegio,
una strega era stata
rinchiusa proprio lì, anche se nessuno sapeva il punto
esatto, e per vendicarsi
su chi l’aveva imprigionata aveva cercato di rendere tutto il
mondo di ghiaccio
ma il suo incantesimo si era limitato alla ristretta zona lì
intorno. Volpe si
fermò ai margini del bosco gelato, si voltò verso
il principe che lo seguiva a
breve distanza e gli disse
-Qui
si dividono le nostre strade,
ora avete ripagato il vostro debito con me, potete tornare a casa con
la
coscienza apposto- fece per andarsene ma Caleb lo continuò a
seguire
-Io
mi sento ancora in debito con
voi però- gli disse
-Dimenticatevi
di me in fretta, è
meglio- gli rispose duramente Volpe continuando a camminare spedito nel
bosco
sempre più fitto cercando di seminare il giovane principe
-Io
non voglio dimenticarmi di voi,
vi debbo la mia vita- Volpe si fermò di botto e Caleb
riuscì così a
raggiungerlo ma appena gli fu accanto quello si rimise a correre verso
la
radura che si apriva proprio davanti a loro. Tutto in quel posto era
coperto
dalla neve alta mezzo metro almeno e al centro esatto della radura
c’era un
grosso masso tutto coperto di neve sulla sommità. Il
principe sentì una strana
inquietudine nel cuore ad osservare il macigno ma lasciò
perdere e seguì Volpe
che stava tastando la roccia e il terreno borbottando parole
incomprensibili
che sapevano di bestemmie -Cosa state cercando?- gli chiese il principe
rimanendo però a distanza
-Del
rosso- gli rispose Volpe
sovrappensiero per poi prorompere in un mezzo urlo di gioia quando
trovò,
evidentemente, quello che stava cercando: una lunga e sottile foglia
color
vinaccia. Ripulì dalla neve un lato del masso e ci
sfregò sopra la foglia
finché tutta la roccia non divenne rossa. A quel punto si
allontanò di un passo
e aspettò. La radura si riempì in un istante di
un denso fumo rosso e si andò
ad addensare proprio sopra il masso
-Che
sta succedendo?- chiese
impaurito Caleb ma Volpe non gli rispose. Il fumo prese la forma di una
vecchia
megera tutta vestita di stracci neri, con un cappello a punta e lunghi
capelli
bianchi, occhi di brace e una bocca sdentata, lercia e brutta, le
braccia e le
gambe imprigionate da catene che scomparivano nella roccia sopra la
quale se ne
stava appollaiata e dalla quale li guardava torvamente
-Chi
siete? Cosa volete?- gli
chiese con una voce sgraziata, simile a quella di un corvo
-Sono
qui per avere un tuo consulto
Strega della Neve- gli rispose Volpe senza perdere il tono sicuro e lo
sguardo
fiero
-E
chi saresti tu che mi svegli dal
mio riposo eterno?-
-Un
grande caduto in disgrazia-
-Scopriti
il volto- gli ordinò la
megera e Volpe si girò verso Caleb per ordinargli
-Voltati
e non guardarmi altrimenti
morirai- il principe avrebbe voluto ribattere ma non lo fece,
c’era qualcosa
negli occhi di Volpe che lo spaventò molto di più
della vecchia strega che
sedeva sul macigno. Così si voltò e
continuò ad ascoltare la conversazione
degli altri due nel più completo silenzio
-Dimmi
il tuo nome- gracchiò la
vecchia
-Mi
chiamano Volpe-
-E
dimmi volpino, perché mai una
mia simile ti ha fatto questo maleficio?-
-Perché
non l’amavo-
-Ti
sei preso gioco di lei allora!-
-Affatto,
lei mi ha ingannato: mi
si è presentata come la più bella delle ragazze e
mi ha chiesto se l’amavo ma
quando le ho risposte che, per quanto bella, io non l’amavo
si è rivelata per
quel che era e mi ha maledetto-
-Capisco-
disse la strega, facendo
tintinnare le catene -conosco questa strega e ti aiuterò
soltanto perché la
odio profondamente e toglierti quest’incanto di dosso sarebbe
un bellissimo
dispetto da farle- rise sguaiatamente la vecchia e gli uccelli
lì attorno
scapparono via spaventati
-Quindi
poi togliermi questo
maleficio?- chiese speranzoso Volpe
-No-
gli rispose la megera -ma posso
dirti come fare-
-Allora
parla, te ne prego-
-Ebbene
dovrai solo trovare
qualcuno che ti possa guardare in viso senza morirne-
-Tu
mi stai guardando-
-Io
sono già morta, non valgo! Devi
trovare qualcuno di vivo-
-Ma
tutti muoiono quando vedono il
mio volto, è proprio questa la mia maledizione! La strega si
era innamorata del
mio viso e ha fatto in modo che nessun’altro lo potesse
vedere senza morirne,
così soltanto lei avrebbe saputo come sono in
realtà-
-Dovrai
allora trovare qualcosa di
più potente del maleficio per schermare la persona che ti
guarderà- gli disse
la strega con fare intellettuale
-E
cosa dovrei usare? Mandragola?
Dragoncello? Pietra della luna? Cosa?- gli chiese Volpe con voce
concitata e
tesa
-Questo
sta a te scoprirlo- gli
rispose la vecchia gracchiando e ridendo -ma nella tua condizione credo
che faresti
meglio a darti per vinto e vivere quel po’ che resta della
tua vita con il
volto coperto-
-Aspettate!
Non andatevene!- gli
urlò Volpe ma evidentemente la vecchia doveva essere di
nuovo sparita. Caleb si
voltò leggermente e vide Volpe inginocchiato a terra, il
viso rivolto in basso
che tremava vistosamente cercando di trattenere i singhiozzi e le
lacrime. Il
principe gli si avvicinò lentamente ad occhi chiusi e gli
posò una mano sulle
spalle per consolarlo, ora che sapeva quel’era la maledizione
di Volpe gli
dispiaceva terribilmente. L’altro lasciò cadere la
maschera per terra e appoggiò
la fronte sulla spalla del principe in cerca di conforto
-Oramai
sono finito- singhiozzò
come un bambino -non potrò mai più togliermi la
maschera davanti a nessuno,
dovrò vivere per sempre con il viso coperto… -
-Non
disperate- gli disse Caleb
-siete ancora vivo, questa è l’unica cosa
importante, no? Me l’avete detto
proprio voi! Tutto il resto tornerà con il tempo, la fede e
con il duro lavoro-
Volpe lo abbracciò, mettendolo leggermente in imbarazzo ma
il principe non si
ritrasse, sapeva come ci si sentiva quando tutto il mondo sembra
cospirare
contro di te e non c’era nessuno a sorreggerti
-Siete troppo gentile- lo sgridò ma con poca enfasi, Caleb lo abbracciò a sua volta e rimasero così finché Volpe non si riprese un po’. L’uomo si rimise la maschera e disse al principe -se non posso rompere il mio maleficio almeno voglio fare qualcosa nella mia vita e visto che voi siete la persona che in questo momento ha più bisogno del mio aiuto ho deciso che vi aiuterò a tornare a casa illeso- il principe non ebbe modo di ribattere ma era felice della decisione di Volpe, non solo perché così avrebbe potuto ripagarlo ma anche perché era più piacevole viaggiare in compagnia piuttosto che da solo.
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Angolo dell'autrice:
- La strega l'ho tenuta il più tradizionale possibile, ma alla fine più che una strega io me la immagino come la befana...
- Non so perchè ma per me tutti i cattivi ridono gracchiando come corvi...
- Qui si scopre come mai Volpe se ne va in giro mascherato da Zorro XD
- I malefici sono all'ordine del giorno nelle favole e quindi ho pensato sarebbe stata una buona idea utilizzarne una
- L'ultima scena odio ammettere che potrebbe essere quasi definita fluff.... XP