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Autore: bloodingeyes    09/03/2011    2 recensioni
C’era una volta in un regno molto lontano un giovane principe di nome Caleb per cui era arrivato il tempo di trovarsi una moglie ma che finì per cadere in disgrazia dopo pochissimo tempo. In suo aiuto però arrivò Volpe, un'uomo maledetto da un orrido sortilegio. Il principe desidera davvero ricompensare l'uomo per averlo aiutato ma non è l'oro che l'altro vuole...
Storia partecipante al concorso "Piccola Fiaba Slash" di Lal_Rouche
Genere: Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Con il nome di Fiume Ghiacciato si intendeva un ansa molto particolare di un grande fiume nelle terre a sud ovest. Il fiume si estendeva per tutta la sua lunghezza in regioni molto calde ma in quella particolare ansa diventava ghiacciato in superficie e non solo, anche tutta la vegetazione lì attorno diventava gelata e gli alberi erano sempre coperti di neve anche se la temperatura era piacevole e mai fredda. Tutto questo perché in quel posto era stato fatto un sortilegio, una strega era stata rinchiusa proprio lì, anche se nessuno sapeva il punto esatto, e per vendicarsi su chi l’aveva imprigionata aveva cercato di rendere tutto il mondo di ghiaccio ma il suo incantesimo si era limitato alla ristretta zona lì intorno. Volpe si fermò ai margini del bosco gelato, si voltò verso il principe che lo seguiva a breve distanza e gli disse

-Qui si dividono le nostre strade, ora avete ripagato il vostro debito con me, potete tornare a casa con la coscienza apposto- fece per andarsene ma Caleb lo continuò a seguire

-Io mi sento ancora in debito con voi però- gli disse

-Dimenticatevi di me in fretta, è meglio- gli rispose duramente Volpe continuando a camminare spedito nel bosco sempre più fitto cercando di seminare il giovane principe

-Io non voglio dimenticarmi di voi, vi debbo la mia vita- Volpe si fermò di botto e Caleb riuscì così a raggiungerlo ma appena gli fu accanto quello si rimise a correre verso la radura che si apriva proprio davanti a loro. Tutto in quel posto era coperto dalla neve alta mezzo metro almeno e al centro esatto della radura c’era un grosso masso tutto coperto di neve sulla sommità. Il principe sentì una strana inquietudine nel cuore ad osservare il macigno ma lasciò perdere e seguì Volpe che stava tastando la roccia e il terreno borbottando parole incomprensibili che sapevano di bestemmie -Cosa state cercando?- gli chiese il principe rimanendo però a distanza

-Del rosso- gli rispose Volpe sovrappensiero per poi prorompere in un mezzo urlo di gioia quando trovò, evidentemente, quello che stava cercando: una lunga e sottile foglia color vinaccia. Ripulì dalla neve un lato del masso e ci sfregò sopra la foglia finché tutta la roccia non divenne rossa. A quel punto si allontanò di un passo e aspettò. La radura si riempì in un istante di un denso fumo rosso e si andò ad addensare proprio sopra il masso

-Che sta succedendo?- chiese impaurito Caleb ma Volpe non gli rispose. Il fumo prese la forma di una vecchia megera tutta vestita di stracci neri, con un cappello a punta e lunghi capelli bianchi, occhi di brace e una bocca sdentata, lercia e brutta, le braccia e le gambe imprigionate da catene che scomparivano nella roccia sopra la quale se ne stava appollaiata e dalla quale li guardava torvamente

-Chi siete? Cosa volete?- gli chiese con una voce sgraziata, simile a quella di un corvo

-Sono qui per avere un tuo consulto Strega della Neve- gli rispose Volpe senza perdere il tono sicuro e lo sguardo fiero

-E chi saresti tu che mi svegli dal mio riposo eterno?-

-Un grande caduto in disgrazia-

-Scopriti il volto- gli ordinò la megera e Volpe si girò verso Caleb per ordinargli

-Voltati e non guardarmi altrimenti morirai- il principe avrebbe voluto ribattere ma non lo fece, c’era qualcosa negli occhi di Volpe che lo spaventò molto di più della vecchia strega che sedeva sul macigno. Così si voltò e continuò ad ascoltare la conversazione degli altri due nel più completo silenzio

-Dimmi il tuo nome- gracchiò la vecchia

-Mi chiamano Volpe-

-E dimmi volpino, perché mai una mia simile ti ha fatto questo maleficio?-

-Perché non l’amavo-

-Ti sei preso gioco di lei allora!-

-Affatto, lei mi ha ingannato: mi si è presentata come la più bella delle ragazze e mi ha chiesto se l’amavo ma quando le ho risposte che, per quanto bella, io non l’amavo si è rivelata per quel che era e mi ha maledetto-

-Capisco- disse la strega, facendo tintinnare le catene -conosco questa strega e ti aiuterò soltanto perché la odio profondamente e toglierti quest’incanto di dosso sarebbe un bellissimo dispetto da farle- rise sguaiatamente la vecchia e gli uccelli lì attorno scapparono via spaventati

-Quindi poi togliermi questo maleficio?- chiese speranzoso Volpe

-No- gli rispose la megera -ma posso dirti come fare-

-Allora parla, te ne prego-

-Ebbene dovrai solo trovare qualcuno che ti possa guardare in viso senza morirne-

-Tu mi stai guardando-

-Io sono già morta, non valgo! Devi trovare qualcuno di vivo-

-Ma tutti muoiono quando vedono il mio volto, è proprio questa la mia maledizione! La strega si era innamorata del mio viso e ha fatto in modo che nessun’altro lo potesse vedere senza morirne, così soltanto lei avrebbe saputo come sono in realtà-

-Dovrai allora trovare qualcosa di più potente del maleficio per schermare la persona che ti guarderà- gli disse la strega con fare intellettuale

-E cosa dovrei usare? Mandragola? Dragoncello? Pietra della luna? Cosa?- gli chiese Volpe con voce concitata e tesa

-Questo sta a te scoprirlo- gli rispose la vecchia gracchiando e ridendo -ma nella tua condizione credo che faresti meglio a darti per vinto e vivere quel po’ che resta della tua vita con il volto coperto-

-Aspettate! Non andatevene!- gli urlò Volpe ma evidentemente la vecchia doveva essere di nuovo sparita. Caleb si voltò leggermente e vide Volpe inginocchiato a terra, il viso rivolto in basso che tremava vistosamente cercando di trattenere i singhiozzi e le lacrime. Il principe gli si avvicinò lentamente ad occhi chiusi e gli posò una mano sulle spalle per consolarlo, ora che sapeva quel’era la maledizione di Volpe gli dispiaceva terribilmente. L’altro lasciò cadere la maschera per terra e appoggiò la fronte sulla spalla del principe in cerca di conforto

-Oramai sono finito- singhiozzò come un bambino -non potrò mai più togliermi la maschera davanti a nessuno, dovrò vivere per sempre con il viso coperto… -

-Non disperate- gli disse Caleb -siete ancora vivo, questa è l’unica cosa importante, no? Me l’avete detto proprio voi! Tutto il resto tornerà con il tempo, la fede e con il duro lavoro- Volpe lo abbracciò, mettendolo leggermente in imbarazzo ma il principe non si ritrasse, sapeva come ci si sentiva quando tutto il mondo sembra cospirare contro di te e non c’era nessuno a sorreggerti

-Siete troppo gentile- lo sgridò ma con poca enfasi, Caleb lo abbracciò a sua volta e rimasero così finché Volpe non si riprese un po’. L’uomo si rimise la maschera e disse al principe -se non posso rompere il mio maleficio almeno voglio fare qualcosa nella mia vita e visto che voi siete la persona che in questo momento ha più bisogno del mio aiuto ho deciso che vi aiuterò a tornare a casa illeso- il principe non ebbe modo di ribattere ma era felice della decisione di Volpe, non solo perché così avrebbe potuto ripagarlo ma anche perché era più piacevole viaggiare in compagnia piuttosto che da solo.

*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*

Angolo dell'autrice:

  • La strega l'ho tenuta il più tradizionale possibile, ma alla fine più che una strega io me la immagino come la befana...
  • Non so perchè ma per me tutti i cattivi ridono gracchiando come corvi...
  • Qui si scopre come mai Volpe se ne va in giro mascherato da Zorro XD
  • I malefici sono all'ordine del giorno nelle favole e quindi ho pensato sarebbe stata una buona idea utilizzarne una
  • L'ultima scena odio ammettere che potrebbe essere quasi definita fluff.... XP
continua....
   
 
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