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Autore: Mari24    09/03/2011    14 recensioni
"Il suo plucky sideckik non c’era più ed era stata lei a non volerlo più lì.
Kate ricordava fin troppo bene la discussione avuta con lui per quella notte."
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Verso le 5 Kate si svegliò di colpo.

Le girava la testa, come se avesse preso una grande sbronza.

Si accorse di essere nuda e non nel suo letto, e cosa molto più importante non era con il suo ragazzo. Aveva tradito Josh con Castle e ricordava tutto perfettamente.

Scivolò via silenziosamente dal letto, facendo attenzione a non svegliarlo. Cercò la sua roba, e facendo meno rumore possibile si rivestì e uscì dalla stanza con le scarpe in mano.

Scese al piano di sotto, si infilò le scarpe e prese il suo cappotto al volo, quando una voce la bloccò:

-“Kate?”-

Beckett si voltò e vide Martha, appena rientrata e intenta a farsi un drink.

-“Martha… ciao! Io… io stavo andando via!”- le rispose Beckett, diventando sempre più rossa in volto, e in un lampo fu fuori dalla porta senza dare il tempo a Martha di replicare o fare qualche strana domanda.

Aveva paura che lui si potesse svegliare, che potesse correrle dietro, raggiungerla e, se l'avesse fatto, non sarebbe più riuscita ad andare via.

Così fece velocemente le scale e si precipitò fuori in cerca di un taxi.

Dal canto suo Castle si svegliò di soprassalto, come se la sua metà gli fosse stata strappata via, come quando due calamite vengono staccate bruscamente. Si infilò la vestaglia e si precipitò al piano di sotto e vi trovò Martha con ormai il suo drink pronto.

-“Hai visto Beckett?”-

-“Si, si è appena precipitata fuori da questa casa come se la stesse inseguendo un fantasma. Eppure non mi sembrava di essere così invadente!”-

-“Non credo sia per te mamma.”- e detto questo anche lui si catapultò verso la porta ma Martha lo trattenne:

-“Lasciala andare. Vorrà stare un po’ da sola. Sennò sarebbe rimasta nella tua camera da letto!”- gli disse Martha con un sorriso che lasciava intendere molto.

 

Intanto Kate era arrivata a casa sua. Si precipitò in doccia.

Voleva lavare via il tradimento nei confronti di Josh. Non credeva ancora possibile che avesse appena passato la notte con Castle, che avesse fatto l’amore con lui, e  ciò che la preoccupava di più è che l’aveva voluto lei, anche quando aveva capito che sarebbero finiti a letto insieme, non si era tirata indietro. La cosa che più la turbava era che le era anche piaciuto.

Fare l’amore con Castle era stato magnifico, non aveva mai provato sensazioni simili.

Con Josh, era bello, ma non stupendo. Josh non era Castle.

Continuava a domandarsi perché si era comportata così, lei non era una di quelle che si lasciano andare, lei era una di quelle persone che analizzano tutto con razionalità:

“Io non sono così.”- pensò – “io… sono fidanzata! E… l’ho tradito!!”-

E poi c’erano le parole che si erano sussurrati durante la notte. Kate non poteva fare a meno di ricordare cosa Castle a un certo punto le aveva detto, e lei si era spaventata.

Pensò che doveva a tutti i costi allontanarlo da sé e dalla sua vita. Non per molto tempo pensò, non riusciva neppure lei a stare lontana da lui, ma aveva bisogno di tempo per pensare, per riflettere e ne era sicura, Castle non le avrebbe dato il tempo di cui lei aveva bisogno.

 

Così il giorno dopo al distretto Beckett mandò via Castle e lui, fu costretto suo malgrado ad accettare la situazione.

Non avrebbe voluto urlare contro di lui. Non era arrabbiata con Castle. Ce l'aveva con sè stessa, per essersi lasciata andare e per aver tradito Josh.

Lei non lo voleva tra i piedi, e averlo lì, insieme in quella stanza gli ricordava la notte precedente, e il senso di colpa le pesava come non mai. Non avrebbe voluto allontanarlo, ma aveva bisogno di pensare in tranquillità, e con Josh in Africa poteva farlo. Così si buttò a capofitto sul lavoro, come aveva fatto l’estate precedente, quando lui era andato negli Hamptons, con Gina.

Il suo orgoglio le aveva impedito di dimenticare, di buttarsi tutto alle spalle. Quell'episodio bruciava ancora nel cuore di Beckett.

 

Per Castle quel mese di lontananza forzata da lei fu terribile.

Aveva bisogno di vederla, anche solo per dirle ciao, anche se lei gli avesse lanciato una delle sue occhiatacce, anche se avesse urlato contro di lui.  Non gli importava. Tutto sarebbe stato meglio di quel silenzio assordante.

Doveva assolutamente vederla. Doveva poter sentire il suo profumo alla ciliegia, voleva sentirlo sul suo corpo, voleva sentire il suo corpo contro quello di Beckett. Aveva bisogno di accarezzarle i capelli, quei morbidi e soffici capelli castani. Aveva bisogno di sentirla sua.

Aveva un disperato bisogno di lei.

Vagava per la casa come un’anima in pena, in preda alla disperazione più nera, tanto che Martha un giorno vedendolo in quello stato esclamò:

-“Per l’amor del cielo, Richard! Va da lei se è così importante!”-

 

Così una mattina si presentò al distretto con due caffè in mano. Era già passato un mese e mezzo dalla loro lite, e non si erano né visti né sentiti.

Attendeva da troppo tempo quel momento, ed era nervoso come se fosse ad un primo appuntamento.
Quella sarebbe stata la prima volta che si sarebbero visti dopo quel grande litigio, e Castle voleva che tutto fosse perfetto, o quanto meno normale. Non voleva farla arrabbiare un'altra volta e rischiare che lei lo chiudesse definitivamente fuori dalla sua vita.
Non poteva rischiare di non rivederla mai più, ma allo stesso tempo doveva fare qualcosa per uscire da quella situazione. Non poteva stare con le mani in mano.

Andò dritto alla sua scrivania, ma lei non c’era.
Rimase a fissarla per qualche secondo, come se quel mobile potesse dirgli dove fosse Beckett.
Lei che era sempre lì alla sua scrivania, questa volta era vuota.

 

Pensò che fosse in qualche ufficio, anche la lavagna non c’era, ma Esposito lo raggiunse:

-“Yoh amico! È inutile che la cerchi. Beckett è in malattia. Ha la febbre alta da qualche giorno!”-

-“E’ malata?”- chiese Castle preoccupato.

-“Già la grande detective Beckett messa ko dall’influenza. Se vuoi puoi restare con noi. Anche noi siamo interessanti per prendere ispirazione!”- gli rispose Ryan tutto sorridente.

Castle voleva andare subito da Beckett, ma aveva un po’ paura della sua reazione, così accettò l’invito di Ryan e stette con loro tutto il pomeriggio.

Verso le 5 Castle voleva andare via, ma Ryan con Esposito avevano ordinato delle pizze e lui non voleva fare il maleducato andando via.

Ma non aveva assolutamente voglia di stare lì al distretto con loro. Se ci fosse stata Beckett sarebbe stato tutto diverso, ma lei non c’era. E lui voleva andare da lei.

Aveva un tic nervoso alla gamba ed Esposito lo notò.

-“Castle, va da lei!”-

-“Non mi vorrà vedere. Ho combinato un casino e vorrei scusarmi!”-

-“Cosa mai avrai combinato? Non ci sarai mica andato a letto?!”- chiese Esposito scherzando e prendendolo in giro.

Castle li guardava esterrefatto e triste allo stesso tempo e non fu abbastanza veloce da trovare una scusa decente e Ryan ed Esposito capirono.

Castle fece per scappare via, allontanarsi velocemente da loro due ma lo bloccarono parandosi davanti.

-“Sei impazzito? Cosa ti diceva il cervello?”- gli chiese Esposito.

-“Già! Non potevi semplicemente comprarle un mazzo di fiori?”- aggiunse Ryan.

Castle non poté fare a meno di pensare che quei due erano davvero protettivi con Beckett. Lavoravano a stretto contatto da anni era normale che si volessero molto bene, e cercavano in tutti i modi di proteggerla.

-“Sentite, non c’ero solo io quella notte…”-

-“No, bello! Non provare a dare la colpa a Beckett!”- lo bloccò Esposito.

-“Non sto… non sto dicendo questo! Sto dicendo, che eravamo in due. Sentite, io non sono affatto pentito, e vorrei dirglielo, ma lei non mi parla. In più se scopre che voi due avete capito, mi ammazza più di quanto voglia già fare!”-

-“Devi parlare con lei Castle. È stata uno straccio per tutto il mese. Anche se Josh è tornato, lei non era per nulla felice.”- gli disse Ryan.

-“Josh è tornato? Quando?”- chiese Castle allarmato. Nel mentre aveva sperato che lei l’avesse piantato.

-“Circa due settimane fa!”-

-“I-Io devo andare.”- disse velocemente Castle. Aveva urgente bisogno di vederla, di parlarle.

-“Castle!”- lo chiamò Esposito, -“se le fai del male, se la fai soffrire, se anche la vediamo versare una lacrima per te, sappi che io, Lanie e Ryan, ti daremo la caccia, fino quando non ti troveremo, e poi non sappiamo se Alexis avrà ancora un padre quando finiremo con te!”- gli disse Esposito, facendogli l’occhiolino.

Castle capì e annuì. Anche se Esposito e Ryan scherzavano, lui non aveva nessuna intenzione di fare del male a Kate. Per lui era importante come l’aria, aveva bisogno di lei costantemente e, sapeva che anche Beckett aveva bisogno di lui.

Così si precipitò su un taxi e diede l’indirizzo di casa di Beckett.

 

Era sul taxi, e non poteva fare a meno di chiedersi se avesse trovato il taxista più lento di New York, o forse era solo la sua fretta di andare da Kate.

Iniziò a fantasticare su di loro, a come sarebbe la vita insieme a lei. Alexis avrebbe una figura femminile a cui appoggiarsi, oltre Martha, in caso di bisogno, e lui avrebbe la sua Kate per se. Vivrebbero insieme e sicuramente avrebbero dei figli. Probabilmente se fosse femmina Kate la vorrebbe chiamare Johanna, come la madre.

“Kate con il pancione e che aspetta mio figlio sarebbe lo spettacolo più bello della mia vita in questo momento”- pensò Castle, ma la frenata brusca del taxista lo riportò alla realtà: Beckett sta con Josh e secondo Esposito e Ryan non si sono lasciati.

“Forse ho corso troppo con la fantasia e lei non mi vorrà vedere mai più. Ma io devo sapere. Voglio sapere perché non mi parla da più di un mese!”- continuò a pensare Castle.

-“Fine della corsa amico!”- gli disse il taxista.

Castle pagò e scese velocemente dal taxi.

ANGOLO DELL'AUTRICE: Ciao a tutti!! 

ecco il secondo capitolo!!
come avrete potuto vedere è un capitolo di passaggio, in parte perchè volevo che Castle soffrisse un pò per la mancanza di Beckett, e un pò perchè volevo dare anche un pò di spazio a Ryan con Esposito....  XD  
Chiedo perdono per il titolo del capitolo... non avevo assolutamente idea come intitolare questo capitolo di passaggio.  -_-'  
Sorry!!!

ringrazio tutti coloro che hanno letto e recensito il primo capitolo...  e ovviamente ringrazio anticipatamente chi leggerà e lascerà un commentino... anche se è ino ino.. giusto per farmi sapere cosa ne pensate del capitolo... ;)

a presto dunque con il prox capitolo!

kate24   ;>

   
 
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