Titolo: Scharfschütze

Genere: introspettivo, guerra, drammatico

 Rating: giallo

Personaggi: Austria [Roderich Edelstein]. menzionati: Nord Italia [Feliciano Vargas]

 Note: Roderich non è il prototipo del soldato di trincea, lo so. Però sono dell'idea che mentre Ungheria combatta in prima linea, lui sia quello che si occupa dei "lavori di fino".

Scharfschütze¹

...Dovevamo essere prudenti ad ogni istante. Avevamo, di fronte, reparti di tiratori scelti che non sbagliavano un colpo. Tiravano raramente, ma sempre alla testa, con pallottole esplosive...".

Emilio Lussu, “Un anno sull’altipiano”

Il buio della notte è talmente denso da risultare limpido, agli occhi affinati dei portatori di morte. La trincea è silenziosa, turbata solo dal respiro regolare degli uomini di guardia che osservano il nemico in attesa del suo cedimento, e i loro passi risuonano attutiti per i camminamenti ingombri. La luna è testimone del loro dovere e della loro lenta, silenziosa, attesa. E sugli spalti, armati del fidato fucile, loro attendono.

Un turbamento nelle file nemiche.

Prima sigaretta.

Il baluginio rossastro è come un faro che squarcia il buio. Non v’è alcun bisogno che gli venga fatto notare nulla, perché il soldato ha già notato, ha già visto e registrato: afferra con calma l’arma che pendeva muta dal fianco, senza che il suo viso abbia alcun mutamento, e la imbraccia nell’immobilità più assoluta del resto dell’esercito. Il suo respiro rallenta, progressivamente.

Seconda sigaretta.

Eccola, la seconda luce. Abbassa il capo, chiudendo l’occhio e avvicinando l’altro al mirino posto sulla canna; si piega un poco in avanti, fino ad appoggiare il fucile al bordo della piccola apertura incuneata nel muro di pietre per mantenere la presa più salda e tira il caricatore –indietro, avanti-, l’indice che indugia sul grilletto.

Terza sigaretta.

L’intero esercito pare trattenere il fiato con lui, mentre individua il bersaglio e pone termine all’attesa. Il dito elegante, che nella vita precedente ha conosciuto ben altro genere di musica, stringe la presa. Il fucile spara, il proiettile vola letale nell’aria fredda, Ta-pum!², e il Creatore lassù accoglie tra le sue braccia un altro figlio prodigo di questa becera umanità.

Roderich si rialza molto lentamente, stringendo ancora in pugno il suo Steyr-Mannlicher M1895², continuando ad osservare con sguardo fisso la linea appena appena più scura da cui proviene ora un gran trambusto di grida disperate. Senza fare una piega, allunga l’arma al commilitone più vicino, che lo afferra prontamente con sguardo ammirato.

-Großer Schuss, Herr Edelstein³-.

Austria annuisce, tornando a calzare gli occhiali sul naso affilato, e si volta per tornare al riparo. Da qualche parte, nel buio, Italia si è messo a piangere – ne è certo, lo sente- e lui è talmente stanco, di quel pianto, che vorrebbe soltanto potersene scordare, ma neanche il pianoforte è più in grado di coprirne il suono.

¹ Cecchino

2 Steyr-Mannlicher M1895. Particolarità dello sparo era che si sentiva prima il rumore dell'impatto (Ta) e poi quello della detonazione (pum).

³ Ottimo tiro, signor Edelstein.