- Capitolo 2 -
Hayley premette
un tasto a caso nello stereo, per alzare il volume. Canticchiò appena la
canzone rock che la radio stava trasmettendo, muovendo la testa a tempo e
tamburellando le dita sul cruscotto.
«È
inutile che mi tieni il muso.» disse ad un certo punto, sorridendo
apertamente a Damon. Da quando avevano lasciato Mystic Falls, un’ora
prima, il vampiro non aveva proferito parola, aveva persino dimenticato di
chiederle dove stessero andando.
«Sapevi
tutta la storia della doppelganger, della pietra di luna… e non mi hai
detto niente.» fece notare,
stringendo il volante tra le mani, «Hai idea del casino in cui ci siamo
cacciati? Abbiamo Katherine a piede libero, Elena che vuole fare la martire,
una strega senza poteri, un vampiro innamorato e…»
«Il
vampiro innamorato sei tu?» indagò Hayley.
«Caroline,
è lei.» ribattè Damon, serrando le labbra in una smorfia di
disappunto, «Io non sono innamorato.» aggiunse, ignorando il crampo
allo stomaco che seguì quella bugia.
«Certo che
lo sei!» il viso della ragazza si dipinse d’indignazione,
«Altrimenti non ti avrei dato dell’idiota. Innamorarti della
ragazza di tuo fratello, che è anche identica alla tua prima
fiamma…» scosse la testa, alzando le mani in segno di resa,
«Mi sono arresa molto tempo fa, ma ora come ora mi chiedo dove tu abbia
lasciato la tua furbizia.»
Damon
alzò gli occhi al cielo e si fermò ad un incrocio, «Dove
siamo diretti? E soprattutto… ricordami perché abbiamo preso la
macchina.» cambiò argomento radicalmente.
«Nessun
motivo preciso.» scrollò le spalle Hayley; lo assecondò nel
cambio d’argomento, ma Damon sapeva che non si sarebbe arresa facilmente
fino a quando non avrebbe detto tutto
ciò che aveva nella testa, «Da quel che ho capito non puoi
allontanarti molto… faremo un giro nei dintorni, beviamo qualcosa.»
«E
concluderemo con una notte di passione?» la ragazza sollevò un
sopracciglio, di fronte a quella richiesta senza fronzoli o giri di parole,
«Eddai, ho bisogno di liberare la mente.» ammiccò nella sua
direzione; lei, inevitabilmente, scoppiò a ridere.
«Non
sarò mai abbastanza ubriaca per venire a letto con te.» gli diede
un bacio a stampo sulla guancia e tornò al suo posto, «Trovati
un’altra su cui sfogare gli istinti. Non sono stata con te il giorno del
matrimonio, non ci starò di certo oggi.» spostò lo sguardo
fuori dal finestrino.
Damon prese la
strada a destra, dall’altra parte di Atlanta, facendo sollevare un
sopracciglio a Hayley, «Non adoravi quel bar alle porte di
Atlanta?» domandò infatti, confusa.
«Non da
quando ho rischiato di lasciarci la pelle.»*
Hayley
sospirò, appoggiando la testa contro il finestrino, «Ho come la
sensazione che tu abbia rischiato più volte di avere un paletto ficcato
nel cuore da quando sei tornato a Mystic Falls.»
«Rischi
del mestiere.» replicò Damon, rimanendo sul vago. Non servì
a molto, soltanto ad aumentare la curiosità nell’amica; non che
l’avesse mai definita tale, in effetti. Lui e Hayley si erano conosciuti
secoli prima, a Londra. Lei stava scappando da un vampiro decisamente
più grande, che aveva provocato con la sua bellezza eterna per poi
lasciarlo a bocca asciutta e senza soldi nel portafoglio. Damon non avrebbe mai
dato retta a una come lei se non per divertirsi, in un’altra occasione,
ma Hayley era testarda, non gli aveva permesso di spedirla a calci fuori dalla
sua vita. Era entrata sorridendo e pronunciando il nome della sua maledizione.
Londra, 1867
Hayley
si nascose dietro ad un muro, rimanendo in silenzio, nonostante il respiro
irregolare dovuto alla corsa la tradisse.
«Trova un altro posto dove
nasconderti.» una voce maschile la fece voltare di scatto. Individuò un ragazzo
nell’oscurità: teneva in mano una bottiglia di quella che sembrava
vodka e la fissava con i suoi occhi azzurri, imperscrutabili. Avanzò
qualche passo, avvicinandosi, «E poi… una ragazza come te non
dovrebbe nascondersi in vicoli bui.» fece una smorfia, vedendolo scoprire
le labbra in un sorriso rilassato e sornione allo stesso tempo.
Una
voce in strada la distrasse, facendole trattenere immediatamente il fiato, «Dannata, ti farò passare la voglia di
prendere in giro chi è più grande di te!»
«Hai fatto arrabbiare paparino?»
commentò annoiato il ragazzo.
«Stai zitto.» sbottò spazientita
Hayley, appiattendosi contro il muro. Una mano si serrò attorno alla sua
gola, costringendola ad aprire gli occhi stancamente: avrebbe preferito di gran
lunga un umano di cui nutrirsi per acquistare forze, non un vampiro ubriaco.
«Prova a ripeterlo.» sibilò lui,
ad un centimetro dalle sue labbra e scoprendo i denti.
Lei
sollevò un sopracciglio, per niente intimorita, «Perfetto, ci mancava un novellino!»
gli diede un calcio nello stomaco e afferrandolo per la gola ribaltò la
situazione. Con l’altra mano posata sulle labbra del ragazzo a impedirgli
di parlare perlustrò la strada, dalla quale sbucò l’uomo
che la stava cercando. Smise di respirare, aspettando che si allontanasse, per
poi tornare a guardare negli occhi il ragazzo, i cui capelli scuri gli
ricadevano con dei ciuffi disordinati davanti alla fronte bianca. Lo
fissò con astio negli occhi e vide i suoi allargarsi nel rendersi conto
che anche lei era un vampiro.
«Ascoltami attentamente: non me ne frega
niente se sei frustrato e ubriaco, ma non provare mai più a mettermi le
mani addosso…» si avvicinò al suo orecchio, abbassando la
voce, «O ti strapperò il
cuore così lentamente dal farti pregare di non aver mai completato la trasformazione.»
Lo
lasciò andare, fissandolo mentre tossiva inginocchiandosi a terra, «Sarebbe stato meglio se mi avessi strappato
il cuore…» mormorò con voce rauca lui. Si rialzò in
piedi, ma prima che potesse scappare Hayley gli fu davanti, alzandogli una mano
con sguardo critico.
«Per tutti i vampiri centenari… dimmi
che non è stata Katherine a trasformarti!»
Lui
incastrò gli occhi nei suoi, osservandola tirare fuori da sotto la
maglia un medaglione con l’identico stemma che portava l’anello
donatogli da Emily - la strega che aveva assistito alla sua trasformazione dopo
che Katherine era stata intrappolata nella cripta.
«La conosci?» i suoi occhi si accesero
immediatamente.
Hayley
alzò un sopracciglio, «Qual è il tuo nome?»
«Damon.» snocciolò lui, esausto,
«Damon Salvatore.»
«Io sono Hayley.» si presentò la
vampira e con un sorriso gli lasciò andare la mano, «La tua nuova amica.»
Da quel momento
l’aveva seguito ovunque, tempestandolo di domande e sostenendo che era
una follia liberare Katherine dalla cripta.
«Katherine
non era nella cripta.»
Hayley si
voltò verso di lui, «È riuscita a scappare?»
«Era una
trappola.» disse quasi rassegnato, «Li ha consegnati lei alla
morte. È tornata qualche tempo fa, ha fatto un casino immenso. È
stata rinchiusa nella cripta da uno degli Antichi e ora è di nuovo a
pie-»
«Aspetta
un secondo! Frena, time-out, riavvolgi il nastro!» Hayley scattò
così rapidamente da farlo scoppiare a ridere, «Avete avuto a che
fare con uno degli Antichi?»
«Lo
abbiamo anche ucciso, proprio due giorni fa.»
Damon si
voltò un attimo, per gustarsi la sua espressione sconvolta, «Sei
proprio un idiota.» mormorò lei, incrociando le braccia al petto,
«Stiamo parlando di un Antico, dovevi chiamarmi!» sbuffò,
contrariata, «Come al solito pensi a divertirti da solo.»
«Ti avrei
chiamata volentieri, ma non eri rintracciabile.» commentò
annoiato, per poi sollevare un sopracciglio e assumere un’espressione
scettica, «Dove sei stata per tutto questo tempo?»
«Da quando
ti interessa cosa faccio?» ribattè Hayley, accigliata.
Damon si strinse
nelle spalle, entrando in una cittadina senza badare al nome sull’insegna
di benvenuto, «Di solito mi riempi di messaggi almeno ogni due mesi,
è dall’anno scorso che non ti sento.»
«Novellino, non sono tenuta a dirti tutto
ciò che faccio.» l’auto si fermò davanti
all’insegna consumata di un pub. Aprì la portiera e scese, ma non
fece in tempo a muovere qualche passo che Damon le fu davanti: la fissava
serio, gli occhi indagatori.
«Parla.»
Hayley
sbuffò, «Ero in Italia. Victor è morto.»
Non
lasciò trapelare nessuna emozione nel suo viso e Damon seguì il
suo esempio, incrociando le braccia e senza staccare gli occhi da quelli di
lei, «Chi è stato?»
Emise un suono
sarcastico con le labbra, roteando gli occhi, «Quella sciacquetta della
sua fidanzata. Tranquillo, ci ho già pensato io.» schioccò
la lingua contro il palato, superandolo, «Mio fratello è stato vendicato a dovere. Ma raccontami di
Stefan…» si girò verso di lui, lo sguardo curioso e il
sorriso di chi la sapeva lunga, «Sono sorpresa di vederlo ancora vivo
dopo tutto ciò che mi hai detto di lui.»
«Non ho
smesso di odiarlo.»
«Oh,
Damon…» scosse la testa e girò sui tacchi, avvicinandosi
alla porta del pub, «Ma quando smetterai di mentirmi?»
• • •
Scusate l’immenso
ritardo per aggiornare xD qui si inizia a scoprire qualcosa in più del
loro primo incontro e c’è anche un accenno a Katherine – che
diventerà importante, essendo legata ad entrambi. Ma scoprirete tutto
nei prossimi capitoli :)
Grazie a chi ha
recensito lo scorso capitolo e le fantastiche 9 persone che hanno inserito la
storia tra quelle da “seguire”! Mi fa molto piacere e spero di
trovare nuove recensioni per sapere cosa ne pensate.
Fiery.