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Autore: Ruri    10/03/2011    1 recensioni
Non c'è poi tanta differenza fra i vicoli malfamati di una città e gli spazi oscuri dell'Inferno: entrambi i luoghi possono ardere di fiamma imperitura. L'unica cosa realmente diversa sono le stelle: nel cielo del Meikai sono solo centootto, che brillano di una luce malefica e crudele. Questa è la storia di uno di loro e delle fiamme che porta con sé.
{Spectre-Centric; Nuovo Personaggio}
Genere: Dark, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Nuovo Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo VI

 

 

Javeed si lasciò letteralmente cadere, più che sedersi, prendendosi la testa fra le mani. Il silenzio era qualcosa di terribile in quella casa: aleggiava e ricopriva tutto come il velo di una donna irriverente e sembrava colpevolizzarlo. Come se Javeed non ne avesse già abbastanza di sensi di colpa.

“Non possiamo lasciarlo lì!”

Amin gli afferrò le spalle cominciando a scuoterlo, spaventato più che furibondo. Javeed alzò il capo con espressione affranta.

“Non possiamo neanche farlo uscire.” mormorò con un filo di voce.

 

Le notizie volavano veloci nei bassifondi. In pochi minuti un ascoltatore attento era in grado di ricavare da due o tre informatori fidati tutti gli eventi salienti accaduti in città nell’arco delle ultime dodici ore. Con una buona approssimazione almeno.

Quando aveva saputo della cattura di Soheil, Amin aveva picchiato il vecchio gestore del bar che gliel’aveva comunicato fino a fargli sputare tre denti.

Poi era scoppiato a piangere ai limiti dell’isteria, finché non era arrivato Javeed per portarlo a casa.

 

La Tenebra comincia ad assumere un aspetto meno inquietante, quando ci si abitua.

Avvolge come una calda coperta, lenendo tutti i dolori.

Non c’è niente di cui preoccuparsi quando la Tenebra ti culla. Basta accettare che non si sarà mai più liberi.

Il ragazzo si riscuote dalle braccia della Tenebra perché ne ha paura. 

C’è un mostro terrorizzato che vive dentro di lui, all’altezza dello stomaco, e gli sussurra di spazi aperti e di libertà. Di aria fresca e pioggia sul viso. 

Il ragazzo si ritrae e le sue spalle sbattono contro la parete scabra. E di nuovo realizza di essere in trappola.

La Tenebra lo uccide.

La Luce lo uccide.

Soheil socchiude gli occhi.

 

Javeed scosse il capo e allargò le braccia, impotente. 

“Non possiamo tirarlo fuori di lì. Come pensi di fare? Andare là e chiedere gentilmente a Majid di lasciar libera la sua bella preda? Si limiterebbe a mettere in gabbia anche noi due.”

Amin si passò le mani fra i capelli, scompigliandoli. L’idea di essere completamente impotente lo irritava fortemente.

Poteva un giorno capitare a lui. Come era successo a Javeed.

“La pena per il furto è il taglio di una mano, non possiamo permetterglielo!” esplose, senza rendersi conto di cosa esattamente stava dicendo.

“Permettere cosa? Noi non possiamo fare niente Amin! Mettitelo in testa! E fosse solo la mano a preoccuparmi!”

Una mano chiusa a pugno portata alla bocca, per evitare di urlare il proprio sconforto. Javeed si sentiva in colpa per non aver fermato prima l’amico. Avrebbe potuto.

Se solo fosse stato più chiaro. Se gliel’avesse impedito.

Se.

Se.

“Che vuoi dire…?”

“Che Soh può sopravvivere senza una mano. Io non sono sicuro che Majid voglia farlo sopravvivere.” sussurrò, affranto.

E Amin percepì chiaramente tutto il sangue che gli defluiva dal viso, lasciandolo a fissare un punto qualsiasi della stanza con espressione vacua.

 

Le lame di Luce feriscono gli occhi, che non sono più abituati.

Una figura si staglia fra esse, uno degli uomini d’ombra. Soheil li conosce ormai, gli uomini d’ombra. Entrano spesso nella cella.

Sono Senza Volto.

Quest’uomo d’ombra si avvicina con cautela, mormorando qualcosa che il ragazzo non può e non vuole capire. Si ritira per quanto più possibile in un angolo, per evitare un contatto che lo disgusta.

Senza alcun successo.

Mani lo trattengono senza difficoltà: è solo un ragazzo ferito e denutrito.

Tasta ossa incrinate, carne spezzata. Ha una voce triste quest’uomo d’ombra.

Soheil gli morde una mano.

 

Il medico richiuse la valigetta, lanciando a Majid uno sguardo a metà fra il disgusto e il terrore.

“Allora?”

“Niente che non potrebbe guarire se adeguatamente steccato e cucito. Ovviamente in quelle condizioni la guarigione è piuttosto aleatoria. Quanto ai problemi respiratori, non riesco a comprendere a cosa siano dovuti.” mugugnò il medico. Poche cose erano in grado d’infastidirlo come quell’obbligatoria, quanto inutile, visita alle prigioni.

Controsenso.

Chiamavano un medico, senza avere la minima intenzione di curare il paziente. Probabilmente gl’interessava solo capire come continuare a fargli provare dolore senza ucciderlo.

Lanciò uno sguardo a Majid, impegnato a ticchettare pensieroso le dita sulla scrivania di metallo. Il medico non ignorava affatto che se osasse dire qualcosa riguardo all’inumano trattamento carcerario finirebbe per provarlo sulla sua stessa pelle.

Quindi si limitò a tacere, somministrando quel che poteva per rimettere in sesto pazienti che nel giro di una settimana saranno, inspiegabilmente, nuovamente ridotti ad un cumulo di tessuti organici devastati.

Il pensiero di rivelare a Majid che il ragazzo soffre di claustrofobia gli strappò un ghigno che si guardò bene dal mostrare. Se ne venisse a conoscenza, lo trasferirebbe in una cella ancor più angusta pensò.

La coscienza del medico carcerario si contorse come uno strano animale: tacere un problema del paziente per salvarlo. 

“Molto bene.” Majid si alzò, annuendo piano. “Il nostro Soheil non è in pericolo di vita dunque.”

“No. Non ancora.”

Il poliziotto sorrise. Non ancora, già.

 

La Tenebra non conforta: è una prigione.

La Luce non libera: è solo sofferenza.

Le Ombre dei Senza Volto vagano fra questi due mondi con mani che sanno solo distruggere.

Lontano, nell’animo del ragazzo, albergano Fiamme.

Le Fiamme pulsano piano. Non ancora, sembra sussurrino. Non ancora.

Ma presto.

Presto.

Soheil respira le fiamme e tossisce. 

Presto.

 

Welcome to Hell

***

Avanti! Per Aurocast...no, quello era Brancaleone. 

Meiou Hades: I consigli e le critiche son sempre benvenuti! ^_^ Senza loro non c'è modo di migliorare. E proprio perché tengo molto a Soheil e alla sua storia, mi piace poterla migliorare man mano :P Son contenta di essere riuscita a trasmettere la violenza e la repulsione di questa situazione, è proprio lì il punto. Spero gradirai anche quest'aggiornamento!

Dima: Sì, ho uno stile molto da sceneggiatura ogni tanto, me ne rendo conto XD In questo caso si adatta poi, Soheil è palesemente Aladd...no, forse no. Majid mi piace molto, malgrado sia palesemente il villain della situazione. Ma effettivamente Soh se le tira. E tanto. Continua a stare con me! Stiamo abbracciate e sopravvivremo a queste cose terribili che succedono! çOç

   
 
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