SUCCEDE AL CUORE
Dopo la sfuriata che Hermione gli aveva
riservato, Harry e Ron si diressero nella loro stanza. Il rosso continuava a
sbraitare frasi senza senso, l’amico non ce la faceva più così si voltò di
scatto.
-Se ti ha dato così fastidio vederla con un altro
perché non l’hai invitata tu?-
-Ma sei pazzo? Perché avrei dovuto farlo?-
Harry sospirò guardando in alto.
-Potresti andare da lei a chiederle almeno scusa
no?-
-E per cosa? Non ho fatto nulla!-
-L’hai fatta pianger Ron, qualcosa devi averle pur
fatto!-
-Beh comunque non andrò da lei, anzi non mi va
nemmeno di venire a dormire, non può dirmi cosa devo fare!-
Così dicendo si voltò e inizio a salire una
scalinata che portava ad una delle torri.
Lassù in cima faceva veramente freddo, il vento
era forte e scompigliava i capelli gia perennemente fuori posto, gli stava
congelando il viso, ma al momento non gli importava nè del freddo nè di
nessun’altra cosa. Era stupefatto per ciò che era accaduto quella sera. Il
vestito assurdo che gli aveva regalato sua madre, il ballo, Hermione con quel
tipo. Non era insolito che loro due si punzecchiassero e discutessero, anzi
questo lo faceva sentire sicuro, bisticciare con Hermione lo tranquillizzava,
era un abitudine, una certezza, una delle poche cose che lo facessero sentire
tranquillo. Era assurdo pensarla in questa maniera, ma sapeva che non avrebbe
potuto comportarsi diversamente, lei non
lo avrebbe mai capito.
Ma quella sera, quella maledetta sera, avrebbe
dovuto essere speciale, essere unica, e invece era stata disastrosa!.
Non si sarebbe mai aspettato di vederla con un
altro, che qualcuno la invitasse al ballo, e soprattutto non si aspettava di
vederla con indosso quel vestito. Era veramente stupenda, bellissima, non
riusciva nemmeno a trovare nella sua testa gli aggettivi per descriverla tanto
era frastornato dall’incantevole visione di Hermione in abito da sera.
Era una donna, erano passati gli anni in cui la
vedeva bambina sapiente e irritante, quando ancora non sopportava nemmeno la
vicinanza di una ragazza. Lei era comunque rimasta al suo fianco, con Herry
formavano un trio eccezionale, e lui l’aveva sempre vista come un ragazzo, come
un amico, il suo migliore amico. Ma doveva accettare la realtà, Non lo era più,
o forse non lo era mai stata.
Era cresciuta, tutti e tre lo erano ormai, e la
sua amica adesso mostrava una bellezza fuori dal comune, anche gli altri
ragazzi se ne accorgevano. Hermione non era più soltanto sua e questo lo
irritava!.
Come poteva una giovane con tante qualità, grande
intelligenza e decisamente bella perdere tempo con un fannullone come lui. Con
Herry avrebbe dovuto stare, di sicuro era lui che amava. Non aveva alcuna
possibilità di conquistare il suo cuore. Per questo motivo continuava a
bisticciarci a farla arrabbiare, per evitare di gridarle in faccia quanto
l’amava e di essere deriso da lei. Almeno quello, era solo loro, apparteneva
solo a loro, e nessuno avrebbe mai potuto portarglielo via.
“la prossima volta fatti coraggio e invitami tu
per primo e non come ultima risorsa”.
Questa la frase che gli aveva urlato contro
mentre si allontanava... ma perché Hermione avrebbe dovuto volere essere
invitata da lui quando c’erano decine di ragazzi migliori e più attraenti e
intelligenti che sicuramente facevano a gara per ricevere un suo “si “ come
risposta.
Non voleva fantasticare su quella frase, sapeva
che continuare a sperare lo avrebbe solo fatto soffrire di più. Doveva
accettare la realtà, mentre lui stava lassù a cercare di non morire di freddo,
lei sarà sicuramente corsa a cercare conforto tra le braccia di Harry come
faceva sempre!. Non ha mai negato la sua attrazione per l’amico, sempre
attaccata, sempre pronta a sorreggerlo e confortarlo, ad abbracciarlo, a
saltargli al collo per ogni minima sciocchezza. Mentre a lui riservava solo
distacco e battutine.
Guardò il cielo blu in quella notte serena e
piena di stelle, e si senti un idiota, uno stupido a stare li a pensare ad una
ragazza che non avrebbe mai potuto avere.
Udì dei lievi passi alle sue spalle e si voltò.
La ragazza era in piedi di fronte a lui, per un momento pensò di stare
sognando, lei aveva il volto rigato dalle lacrime, i capelli ancora
perfettamente acconciati e indosso l’abito della festa. Non era pronto adesso
ad affrontarla non si aspettava di vederla e non voleva che lei capisse
qualcosa, ma era li ed era troppo tardi.
-Hermione... io...-
Balbettare era quello che ci voleva, bravo, così
non capirà nulla, e minimo la prima parola che riuscirai a formulare sarà
sicuramente qualcosa che la farà arrabbiare di nuovo.
Respirò.
-Scusami, non volevo-
La ragazza ancora non parlava, forse le semplici
scuse non bastavano. Ma non capiva che per lui quello era gia molto?. Non
capiva che il semplice fatto di averla vicina gli mandava tutti i sensi fuori
uso?.
Ad un certo punto sorrire, lo guardò negli occhi
e le sue labbra si dischiusero in un sorriso. Era salvo!.
-Herm, sono stato un idiota a dirti quelle cose,
non le pensavo sul serio-
-Perchè le hai dette allora?. Mi hai ferita Ron-
-Lo so e mi dispiace, ma a quanto pare non riesco
mai a fare la cosa giusta, qualsiasi cosa io ti dica ti faccio arrabbiare,
forse non siamo fatti per essere amici-
Lei si rattristò di nuovo. Ron abbassò la testa a
guardare il pavimento.
-Ho detto di nuovo la cosa sbagliata vero?,
perché non me ne sto zitto!-
-Perché invece non mi dici ciò che pensi
realmente?-
-Cosa... di che parli-
Si avvicinò e le sue ginocchia iniziarono a
tremare, ma perché era rimasta, perché
gli faceva tutte quelle domande. Non riusciva più a pensare in maniera coerente,
non che normalmente ci riuscisse!.
Era così vicina a lui in quel momento che Ron
credeva potesse sentire i battiti accelerati del suo cuore, aveva il volto in
fiamme, e la capacità di parlare era sparita.
-Cosa ti sta passando per la testa in questo momento...
perché non mi dici quello che provi?-
Inutile non riusciva a pronunciare una sola
parola, lei era li che aspettava una risposta e lui non era in grado di
dargliela, sentiva il suo respiro all’altezza del petto, gli occhi di Hermione
incollati ai suoi, il suo petto che si alzava e abbassava al ritmo del respiro,
aveva la pelle d’oca per il freddo e stava tremando. Si tolse la giacca dello
stupido vestito che indossava e glie la pose sulle spalle. Sorrise di nuovo.
Come avrebbe voluto sapere ciò che pensava in quel momento, cosa voleva da lui,
perché era andata a cercarlo!.
Mentre le passava su e giu le mani sulle spalle
per scaldarla la tirò involontariamente più vicino a se, adesso i loro corpi
erano praticamente attaccati, poteva sentire il cuore di lei che batteva, e
andava veloce quanto il suo, era impossibile!.
Hermione
lo guardava ancora ed il suo labbro inferiore tremava come se anche lei non
riuscisse più a dire una parola. La ragazza che tra le qualità che Ron
apprezzava c’era quella che doveva avere sempre l’ultima parola in tutto, stava
in silenzio incapace di parlare, tra le sue braccia. Il suo respiro accelerava,
non poteva crederci, non poteva desiderare ciò che desiderava da tempo anche
lui.
Ma Hermione lo stupì ancora abbracciandolo e poggiando
la testa sul suo petto, il rosso rimase paralizzato per un secondo ma poi la
strinse a sua volta accarezzandole la schiena. Chinò il capo e poggio la
guancia sulla sua testa, la sua mano destra spinta quasi da volontà propria si
mosse verso l’altro andando ad accarezzarle la nuca e i capelli, si perse in
quei ricci, il quale profumo adorava, e nel quale voleva perdersi da sempre.
-Ti amo- bisbiglio. Non era sicuro di averlo
detto, o meglio sperava di non averlo fatto, ma la ragazza si stacco un poco da
lui ed alzo lo sguardo, le lacrime erano ricominciate a scendere sulle sue
guance, gli occhi lucidi, ma sorridente.
Ron era scioccato, si aspettava uno schiaffo o un
insulto ma non arrivò niente di tutto questo, la giovane maga lo guardava e
sorrideva. Poi si alzò sulle punte e gli butto le braccia intorno al collo
baciandolo.
Quasi non riusci a ricambiare il bacio tanto lo
riteneva impossibile, ma poi fu travolto dalla passione che ormai era libera
dai freni che gli aveva messo in tutti quegli anni e dischiuse le labbra
approfondendo quel bacio che lo catapulto alle stelle.
Strinse di più Hermione a se tanto da sentire i
seni della giovane premuti contro i suoi muscoli, se quello era un sogno non
voleva più svegliarsi.
Quando si sciolsero da quel lungo bacio per
riprendere fiato, rimasero comunque abbracciati, avevano entrambi paura di
perdere ciò che avevano appena trovato.
-Aspettavo che me lo dicessi da anni Ron... anche
io ti amo-
Il rosso ancora non ci voleva credere, la ragazza
che desiderava da prima che iniziassero a piacergli le ragazze, era stretta tra
le sue braccia e gli diceva che l’amava.
-Hai perso le parole?-
Respirò per riprendere il controllo
-Ogni volta che mi sei vicina- Lei sorrise ancora
più apertamente.
-Per questo non facciamo che litigare?-
-Ma io non voglio più litigare, voglio stare con
te Hermione, per sempre-
-Anche io Ron-
-Se questo dovesse essere solo un sogno voglio
che non abbia fine, voglio tenerti stretta a me fino al risveglio-
-Non è un sogno, ma se mi stringi fino all’alba
te lo dimostro-.
Fini di dire baciandolo poi con passione.