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Autore: division will unite    10/03/2011    2 recensioni
L'ispirazione per questa storia mi è venuta da un sogno, la parte centrale diciamo :P
Non conosco di certo Skandar Keynes e non sono mai stata nemmeno a Londra o a Narni (ahimè). Questa è la prima FF che scrivo/pubblico perciò siate clementi xD
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Skandar's P.O.V.
 
Eccoci arrivati, finalmente. Dopo 4 ore di aereo siamo finalmente giunti in Italia, patria della pasta e della pizza xD Ma non solo. L'Italia è anche la patria di Alessandra e dei suoi amici che durante il loro viaggio a Londra ci hanno fatto passare momenti indimenticabili.
 
Dopo la loro partenza tutto era diventato un pò più grigio. Voglio dire eravamo rimasti i soliti quattro: io, Darry, Frank e Brian che ancora non si era nemmeno ripreso del tutto dall'avventura in casa di Lisa.
Ad aggravare l'intero quadro si aggiunsero anche i sentimenti che, nel corso di quei giorni, sono maturati nei confronti di Alessandra. Era davvero una bellissima ragazza, in tutti i sensi. E mi accorsi che la situazione andava "peggiornado" quando i ragazzi andarono alla festa senza di me. Credo che il sentimento che provai fu di gelosia in quanto sapevo come quelle feste, in genere, andavano a finire.
Mi accolse all'aeroporto con una passionalità che le ragazze inglesi non hanno, e questo mi scaldò subito il cuore. Finalmente era di nuovo con me. Finalmente eravamo tutti di nuovo insieme. I fantastici 8 xD
Andai a riabracciare Giulia, Francesco e Andrea. Senza di loro non sarebbe stata la stessa cosa.
Un'altra cosa che mi intrigava e allo stesso tempo mi spaventava era la sistemazione che avremmo adottato durante i giorni prima della partenza. Io avrei dormito a casa Sua, io stesso l'avevo proposto...
I padroni di casa furono veramente molto gentili con me, anche se il padre mi guardava male ogni tanto xD Qualche volta tentavano di abbozzare anche delle parole in inglese, mantenedo sempre un marcatissimo accento che nei ragazzi non si notava particolarmente. Anche io però tentai di imparare qualcosa anche se mi accorsi che l'italiano era molto difficile o.O
Passammo quel giorno per lo più in casa, al fresco, e Ale mi fece vedere la sua stanza, i libri letti, i quaderni pieni di appunti che aveva utilizzato al liceo. Insistetti anche per far amicizia con il suo gatto, Andy, che dormiva beatamente alla luce del sole pomeridiano
-Ska, lascialo perdere ora. Posso assicurarti che non gradisce essere svegliato u.u-
-Ho una certa esperienza con i gatti, ne ho due a casa, quindi non preoccuparti. So quello che faccio u.u-
-Ah, perfetto. Ma poi non lamentarti con me se ti squarcerà un braccio. Non gradisce nemmeno gli estranei-
Cominciai a grattargli la testa, all'inizio un pò timoroso, ma poi, visto che il gatto cominciò a fare le fusa, sempre più sicuro. Magie delle magie, Andy si lasciò anche accarezzare la pancia e il dorso!
Mi rivolsi ad Alessandra con uno sguardo da *tel'avevodetto u.u*
-Ok, lo ammetto. Ci sai fare- disse lei -Però a quanto mi ricordo, non solo con i gatti...-
Si avvicinò lentamente e mi baciò, socchiudendo le labbra. Quanto mi piaceva quando prendeva l'iniziativa. Poi rendeva tutto più eccitante il fatto che i suoi erano in casa, potevamo essere visti da un momento all'altro, ma per fortuna non accadde.
Qualche minuto dopo chiamò Francesco per dirci che era passato in agenzia per prenotare i biglietti del treno. Avevamo deciso di non sprecare altri giorni e quindi di partire immediatamente. La prima tappa del nostro viaggio sarebbe stata Roma, la città eterna.
Devo ammettere che agli occhi degli inglesi questa città è stata sempre una specie di miraggio. Con il Colosseo, i colli, le cattedrali, anche a me in un certo senzo metteva soggezione.
Quel giorno passò in fretta, infatti c'erano così tante cose da osservare (anche in casa) per qualcuno che non è del luogo! Ad esempio rimasi esterrefatto dalla presenza del bidet in bagno. In Inghilterra quella specie di bacinella con il buco non esiste! Oppure vediamo un pò...ma certo! Il sole xD Anche se in patria non pioveva, c'era sempre quella specie di foschia che impedisce al sole di risplendere.
La sera calò soltanto intorno alle 8 e una mezz'ora più tardi cenammo con uno splendido piatto di pasta al ragù. Quando tornai in Inghilterra sentii molto la mancanza dei manicaretti italiani.
Dopo cena ci intrattenemmo un pò in cucina, per istaurare una linea di comunicazione tra me e i parenti di Alessandra che non includesse la sua collaborazione xD
Imparai qualche parola, come ad esempio: "cucchiaio", "divano" e "pentola". Mentre io insegnai a pronunciare "straw", "hungry" e "heroic".
Andammo tutti al letto per le 10 circa, infatti il treno, la mattina dopo, sarebbe partito alle 7. Ci eravamo accordati con gli altri di incontrarci in stazione. Perciò preparai una valigia leggera con lo stretto necessario e andammo al letto. Però prima Ale mi aveva preso in disparte dicendomi: -Non so se l'hai notato ma le nostre camere sono comunicanti, abbiamo il balcone in comune. Perciò, se ti va, quando tutti saranno al letto e addormentati, vieni-
Io risposi con un sorriso: -Perfetto, a dopo-
Così mi lavai i denti e mi cambiai, pronto ad espettare sveglio tutto il tempo necessario.
Per mia fortuna sentii il capofamiglia russare nel giro di un quarto d'ora e, sicuro che quel trombone avrebbe coperto qualsiasi movimento, aprii delicatamente l'anta del balcone. L'aria della notte era particolarmente afosa e le mattonelle del balcone erano ancora calde.
Mi avvicinai al balcone della camera di Alessandra e la vidi seduta a gambe incrociate sul letto, a luce spenta. Appena mi riconobbe le si illuminò il viso e con un grande sorriso corse ad aprirmi. Non le lasciai dire nulla. L'unica cosa di cui avevo voglia era sentire di nuovo il sapore di quelle labbra e delle sue mani sulla mia pelle.
Mi mise una mano tra i capelli, mentre l'altra vagava sotto i vestiti. Mi tolse la maglietta, mi spinse sul letto e si mise a cavalcioni su di me. Ma un certo punto si bloccò:-Senti?- sussurò
-Non sento nulla.-
-Appunto, mio padre ha smesso di russare.Scusami, non me la sento di fare nulla qui, con i miei genitori dall'altra parte del muro-
-Certo, hai ragione. Nemmeno io mi sento tranquillo-
-Però non andartene, stenditi qui accanto a me-
Il letto era abbastanza stretto, ma ci entrammo comodamente.
-Sai, non vedo l'ora di partire domani-
-Si, anch'io :D Dove avevate intenzione di andare dopo Roma?- dissi
-Bè... io volevo andare a Narni...-
Strabuzzai gli occhi, probabilmente non avevo sentito bene. -Dove?!-
-Shhh! Altrimenti ti sentono. Narni, è una cittadina Umbra da dove Lewis ha tratto ispirazione per scrivere i suoi libri-
-Mi stai dicendo che Narnia esiste davvero?-
-Già :D E le somiglianze non stanno solo nel nome. Infatti ci sono foreste, fiumi cristallini, addirittura un altare di pietra del tutto simile a quello dove viene immolato Aslan. Poi un grande castello e, non ci crederai mai, nella cattedrale ci sono le spoglie di Santa Lucia-
-Oh mio...-
-Pensa, è stato ritrovato anche un enorme leone di pietra con un'espressione umana-
-Ma è fantastico! Non credevo che una cosa del genere fosse possibile...-
Passammo un bel pò di tempo a fantasticare su Narnia/Narni finchè non ci addormentammo. Ad un certo punto mi svegliai di soprassalto a causa di un rumore: il padre di Alessandra stava russando. Da fuori si intravedeva una luce tenue che conciliava il sonno e poi stavo davvero comodo abbracciato ad Alessandra, però erano già le 4 e decisi di andare a dormire nell'altra stanza. Così sgusciai fuori dal letto senza far rumore lasciando Ale nel mondo dei sogni.

Spazio dell'autrice
Se qualcuno volesse approfondire L'argomento "Narni" può guardare questi video :D
-http://www.youtube.com/watch?v=AqBNwgDo-9E&feature=related
-http://www.youtube.com/watch?v=LEf4Td_7Dkc&feature=related
  
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