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Autore: Rupertinasora2    10/03/2011    0 recensioni
Hogwarts apre le porte a molti ragazzi, tra gli undici e i diciassette anni. Ed è proprio Hogwarts che è spettatrice di amori, odi, ribellioni, uccisioni e tutto quello che può rendere la vita all'interno della scuola di magia e stregoneria tutt'altro che tranquilla.
Basato sulla storia di un gdr, questa è una serie di one-shot riguardanti tutti gli alunni della Hogwarts ai tempi dei figli del famoso trio.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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L'inizio della mia tragi-commedia
Theodor Remus Lupin








Mi è sempre piaciuto il riflesso dell’acqua, visto da sotto. Sì, sembra strano, eppure è così. Mentre nuoto, mentre scarico i miei pensieri e lascio che l’acqua intorno a me porti via ciò che mi ferisce e mi fa male, mentre muovo le bracciate una dopo l’altra, dopo aver preso aria durante una di queste ultime, alzo gli occhi sott’acqua davanti a me. Attraverso le lenti degli occhialini, vedo il riflesso dell’acqua risplendere anche da sotto. Non so come sia possibile. Probabilmente lo si potrebbe spiegare attraverso quella strana materia che imparano i babbani, come si chiama? …fi-e qualcosa. Forse fisa, fisica, fic…

Chissà.
A me, ad ogni modo, non importa niente.
L’acqua mi attornia, lambisce ogni minima parte del mio corpo. Lascia il mio udito immerso nella tranquillità. E per me ci vuole tranquillità. Vivo una vita un po’ disordinata, e la mia mente è di una confusione incredibile. Tutto dovuto a lei. Lei, che è un angelo con le corna, o meglio un diavolo con l’aureola:  Victoire Weasley, per un quarto Veela, per i restanti tre quarti una vera strega. Non lo sto dicendo perché, guarda caso, è una strega, ma perché quando dico strega intendo proprio una strega.
D’accordo. Io non sono mai stato un tipo monogamico, ma sono terribilmente geloso delle mie cose.
 
Mi immergo con la testa, mi volto e mi do la spinta, come a voler scacciare quei ricordi che riaffiorano nella mia mente, e mi sembra di rivederli davanti ai miei occhi.
 
Mi rendo perfettamente conto di quanto abbia fatto soffrire Vic. E’ da sempre stata la mia compagna di giochi, anche perché una tra le più grandi cugine dei figli del mio padrino. Quand’ero bambino mi immergevo con lei in mondi fatati popolati di spiritelli che neanche il mondo magico ha modo di notare, e giocavamo fino a che, stanchi e spossati dalle tante corse e dai tanti giochi, non crollavamo a dormire l’una sull’altro sul divano di casa Potter o della vecchia Molly.
Non mi ero mai accorto di provare qualcosa per Vic, almeno fino a che, al quinto anno, non mi beccò a baciarmi con una ragazza.
Tale tipa, nonostante fosse bella e molto attraente, e tutti i miei amici me l’invidiavano, non mi diceva nulla.
Solo quando alzai lo sguardo e lessi l’espressione profondamente ferita di Victoire compresi che avevo fatto una enorme gaffe. Era lei la mia donna bella e attraente, quella che stavo aspettando da tanto tempo. Era sempre stata lì, vicino a me.
 
Un’ultima bracciata. Il respiro profondo. Virata. Spinta contro il muro con i piedi. Cinque bracciate. Respiro.
 
<< Teddy, lui è Argo. E’…il ragazzo che sto frequentando>>
Il tuo viso, Vicky, è stupendo. E si è illuminato quando mi hai parlato di lui. Un mezzo licantropo. Che coincidenza, non trovi? Sei una strega! Sei una strega, perché tra tanti hai scelto proprio una persona che in fondo, in alcune caratteristiche, somiglia a me. Ed ora non faccio che pensare che quel mezzo licantropo potrei essere stato io.
Cosa ti ho fatto di così crudele?
Ho lasciato perdere quella ragazza, così dolce e tenera con me, tanto disponibile. Quella con cui mi hai visto. L’ho fatto per te. E tu, dopo neanche un mese quasi, mi presenti già il tuo ragazzo.
Mi stai prendendo in giro, per caso?
 
E’ metà vasca che ho fatto senza respirare. I polmoni bruciano e si sono gonfiati in maniera innaturale. Devo prendere una boccata d’aria, devo inspirare. Il fianco destro inizia a far male, dopo aver fatto circa duecentocinquanta metri. E invece di respirare penso a te, Vic.
 
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Che commedia! Che grande commedia che sto mettendo in atto. Io non potrò mai essere amico di Argo Wilson. Come potrei, amore mio? Non riesco a pensarti tra le sue braccia, le tue labbra carnose contro quelle di quell’energumeno tutto muscoli e niente cervello. Non riesco a stare calmo quando penso alle sue mani grosse e robuste che ti sfiorano in posti che neanche io ho mai osato pensare.
Victoire…
 
Mi è sempre piaciuto nuotare. Nell’acqua non si vedono le lacrime che sto versando per te.
E anche se mi sembra troppo poco, vorrei urlarti che ti amo.
 
Stanco, spossato, mi fermo al bordo vasca.
La mia testa mi parla di te, Vic. Il mio cuore batte forte, e non per lo sforzo. Batte forte perché sto pensando a te.
Le lacrime continuano a cadere. Tolgo gli occhialini, con un gesto di rabbia. Mi sfugge un singhiozzo.
Mi accascio contro il muretto e piango. Piango per te, Vic. Piango per i miei errori. Piango per il dolore che provo e so che continuerò a provare.
Sperare che torni da me è un sogno. Un bel sogno, ma comunque un sogno. So che ti ho perso per sempre. Non tornerai più da me quando tuo fratello ti rompe le bambole, quando tua sorella ti supera in qualcosa e i tuoi genitori ti sgridano. Non tornerai più da me quando ne avrai bisogno. Ormai, nella tua vita, io sono uscito di scena.
E la commedia che cerco di mettere in piedi, è l’ultimo attimo della nostra tragedia.
  
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