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Autore: Tinkerbell91    16/01/2006    5 recensioni
Una storia tra Tonks e Lupin diversa da quella descritta, ma spero che piaccia ugualmente. Nata come One-Shot, ho poi deciso di farla crescere. E' tuttora in via di stesura. Per favore, recensite numerosi! Dateci un'occhiata!!! ^^
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nimphadora Tonks, Remus Lupin
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Antefatto:

Tonks proprio non riesce a darsi pace: è cambiata; la ragazza maldestra e spensierata di un tempo sembra essere solo un ricordo lontano. Continua a pensare al suo Remus, a Remus, e ancora a Remus e non si arrende davanti all’impossibilità  di matrimonio.

D’altro canto, anche lui ricambia i suoi sentimenti, ma da bravo uomo adulto e segnato prematuramente dal tempo e dall’esperienza sa che la loro unione sarebbe pericolosa, troppo pericolosa, soprattutto per due persone così coinvolte nell’Ordine della Fenice come loro. Chi vincerà? La ragione o il cuore?  

 

Nimphadora Tonks

Una lacrima scava un solco sul mio viso. Ancora una volta mi ritrovo a piangere senza sapere da quando, senza sapere come, sapendo perfettamente il perché.

Questa sottile scia di dolore scivola giù, giù, sempre più giù, continuando la sua folle corsa, pronta a lanciarsi nel vuoto e a lasciare un freddo pungente sul mio viso.

 E dentro di me.

Mi asciugo, rabbiosa, la prova della mia debolezza e mi prendo la testa tra le mani.    -Perché?- Mi chiedo, per la millesima volta, senza trovare riposte, con l’unico risultato di far sorgere altre mille domande.

Fin da bambina ho sempre pensato che se una ragazza ama un ragazzo e questo ricambia i suoi sentimenti non ci sono problemi. Tutto rosa e fiori, insomma. Invece ora ho capito che no, le cose non sono così semplici.

Lui mi ama, io lo amo, ma non siamo felici insieme. Forse perché noi non siamo insieme…

Quante preghiere, quante suppliche, quante insistenti richieste, ma ho sempre ottenuto un triste e stanco diniego.

“E’ troppo pericoloso. Soffriresti” ecco ciò che mi sono sentita dire, più e più volte.

Ha paura per me, teme che sarei in pericolo. Forse lo sarei davvero, ma a me non interessa. Voglio solo lui.

Noi ci amiamo davvero, è un sentimento profondo e sincero, il nostro, se solo…

Mi siedo accanto alla finestra e guardo fuori. Il cielo sereno è illuminato da una grande, tonda, luna.

La luna: la mia, la sua, più grande maledizione. Così bella, così misteriosa, così affascinante, ma allo stesso tempo così terribile!

Appoggio la fronte al vetro freddo e penso: mi immagino vestita color verde pistacchio, i capelli rosa shocking, camminare emozionata verso l’altare, verso di lui.

Mi riscuoto da questi pensieri, e la parentesi di sogno finisce.

So che, per il mio bene, devo accettarlo,ma proprio non ci riesco.

Io lo amo.

Non vivo senza di lui. Ne ho bisogno. Non sono la stessa senza. La sua assenza mi toglie i poteri, mi congela il sorriso, mi spegne la vitalità…

 

Remus Lupin

Dolore. È tutto ciò che sento. I muscoli sono indolenziti, io sono molto stanco. La giornata è decisamente partita male.

Come ogni giorno, penso a lei. Mi sento male al ricordo del suo sguardo, quando le ho detto chiaro e tondo che noi non saremmo mai potuti essere felici insieme. E tutto per colpa del mio piccolo  problemino 

E’ solo il mio stupido istinto lupesco, il desiderio di sangue, la ferocia repressa nelle notti di luna piena che mi impedisce di sposare la donna che amo.

Maledetto Greyback!

Voglio andarmene, lasciare questa casa solitaria, che riflette il mio attuale stato d’animo: disordine, disordine e…disordine.

È già ora d’uscire. Il dovere mi chiama. Ancora una volta…

Apro la porta e ciò che vedo mi lascia senza fiato. Lei? Qui?!? Sorrido, malinconico.

È un osso duro, non si arrende proprio mai.

“Nimphadora?”  la mia voce è innaturale.

Mi incenerisce con lo sguardo…

 

Nimphadora Tonks

“Quante volte ti ho detto che non voglio essere chiamata Ninfadora?” è l’unica cosa che riesco a dirgli. Lo guardo negli occhi: occhiaie marcate sono presenti sul suo viso, segno che ha passato una nottataccia.

Mi dispiace dargli un’altra delusione, ma io non cedo facilmente. Quando voglio, so essere una gran bella testa dura. E lui lo sa.

Lentamente, alzo lo sguardo verso i suoi occhi stanchi e gli prendo un mano. Sopra sento cicatrici vecchie e recenti, probabilmente indelebili. Lui chiude gli occhi, ma non si ritrae. Forse perché non ce la fa. O non vuole…

Prendo fiato, sospiro, e comincio la mia campagna di persuasione:

“Facciamo un tentativo. Se vedi ci saranno problemi mi arrenderò, una volta per tutte. Ma se tutto filerà liscio sarai tu ad arrenderti e mi sposerai, finalmente. Ok?” lo guardo, e so di arrossire. Mi maledico sottovoce e attendo. I secondi passano, lui non dice niente, si limita a guardarmi negli occhi: capisco ciò che pensa. È tentato, ma ha paura. L’attesa mi sta consumando. Sento le lacrime riaffiorare agli angoli degli occhi e mi giro. Non voglio che mi veda piangere.

All’improvviso sento la sua stretta forte e delicata nello stesso tempo afferrarmi il polso. Mi volto, disposta ad ascoltarlo.

 

Remus Lupin

“Arrenderti non è nei tuoi geni, eh?” questa ragazza sa a cosa va incontro,ma non ha paura. Decido di darle una possibilità. D’altra parte, se tutto andasse bene, io e lei potremmo essere la coppia più felice della terra, a dispetto di tutto e di tutti…

La guardo mentre scuote il capo.

Mi ritrovo a sognare ad occhi aperti: una casa, la mia, comoda e accogliente; noi due, entrambi sorridenti e smarriti l’uno nell’altro; i problemi, dimenticati; i piani segreti dell’Ordine, commentati e discussi insieme; una vita condivisa, insomma.

Cerco di reprimere l’ululato di gioia che mi sorge spontaneo e la abbraccio.

Sento il suo calore,  le nostre lacrime confondersi e mischiarsi sulla mia spalla e poi un leggero puf

La guardo e la donna matura dai capelli striati di grigio e lo sguardo triste è scomparsa. Al suo posto una ragazza dai capelli rosa cicca mi sorride, tra le lacrime.

Spalancando la porta entra e, senza dimenticarsi di rovesciare il puff davanti alla poltrona del salotto, come suo solito, si siede al logoro tavolo della cucina e comincia a mangiare corn flakes, come se fosse la cosa più naturale da fare in un momento come questo.

Chiudo la porta alle mie spalle.

I miei compiti per l’Ordine, solo per oggi, potranno attendere…

 

  
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