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Autore: _ninive_    12/03/2011    1 recensioni
Ray, occhi azzurri, sguardo serio. Sulle labbra ancora il ricordo di quella ragazza, Maya, che l'ha tradito e poi è partita... Eppure è passato un anno. Lui è sempre lo stesso, irriverente, sfrontato, ma sente la mancanza di qualcosa che è volata via nel vento. E poi, il bacio di quella ragazza misteriosa, coperta da una maschera, perfetto, unico, fascinoso, ma senza nome o volto. Solo due occhi lontani, grigi, e un braccialetto d'argento. Nuove amicizie, sensazioni, ma sempre lo stesso passato che ritorna. E allora cosa scegliere? IL SEGUITO DI "TRA MARE E CIELO" ma capibile anche per chi non ha seguito la storia. Gruppo su Facebook CON GLI OCCHI DI RAY. FATEMI SAPERE SE VI PIACE!
"Si può essere attratti da qualcuno in maniera così incondizionata da non preoccuparsi delle conseguenze?
Le sue labbra cercano quelle di Ray, le trovano, le stringono, le mordono, dolci. Le lingue lottano, indomabili, al tempo coi respiri, coi profumi, con la voglia…
Poi, veloce come era arrivata, si allontana da lui, corre via. Lui cerca di afferrarla per un polso, ma il suo braccio scivola via.
La vede sparire dietro le porte di un ascensore, rivolgergli un ultimo sguardo d’argento oltre i buchi della maschera.
Ray non ricorda di aver mai visto occhi così belli, eppure così tremendamente lontani. " leggete e commentate!
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Tra mare e cielo'
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f4f4f4NOTA DELL’AUTRICE: I capitoli che avete letto fino ad ora, eccetto il primo, sono stati scritti diverso tempo fa. Anni fa. Mi sono presa la libertà di riportare alcune cose al presente.
E ora torno al presente. Definitivamente.

You said this could only get better,
There's no rush, 'cause we have each other.
You said this would last forever,
but now I doubt if I was your only lover.
Are we just lost in time?
 I wonder if your love's the same.
 'Cause I'm not over you
Ray cammina in piazza. Solo, come sempre. A volte gli da fastidio sapere che gli altri pensino che sia cambiato. Più solitario, più malinconico. In realtà lui è sempre stato così. Nascosto da una maschera. Come quella che portava la ragazza che l’ha rifiutato. Da un calcio alla pietra di fronte a sé e la butta nell’acqua del porto.
Esattamente nel punto in cui un anno prima si era baciato con Maya.
Lui non l’aveva mai capita veramente, ma lei non si era nemmeno avvicinata a comprenderlo. Poche sono state le ragazze che avevano provato a sfiorarlo. E erano fuggite.

Are we just lost in time?
I wonder if your love's the same.
'Cause I'm not over you
Spesso è la musica a parlargli. Ma lui non sa mai che risponderle. Si volta e riprende a camminare. Alza il volume e si isola completamente dalla piazza chiassosa. Ray, ma dove sei finito?

Baby, don't talk to me.
I'm trying to let go
Not loving you is harder then you know.
'Cause girl you're driving me so crazy…
Un pomeriggio nuvoloso. Troppo per essere giugno. Ogni tanto saluto qualcuno, ma non mi fermo. Esiste davvero la condizione di invisibilità? Vorrei essere risucchiato all’interno delle cuffie, perdermi da qualche parte.
Perché tu non ci sei e non dovrei pensarti.
Perché tu mi hai rifiutato dopo che mi hai baciato.
Perché non ho voglia di pensare.
Perché…

How can i miss you if you never would stay?
If you need time i guess I'll go away.
Inside me now there's only heartache and pain.
So where's the fire?
You've become the rain.
La pioggia. Rende tutto più facile. Soprattutto quella che arriva all’improvviso. Sembra che ci ho fatto l’abbonamento. Rimango immobile mentre tutti cercano riparo, e ogni goccia sembra scivolarmi addosso come un ricordo, bello o brutto che sia. Penso a quanto ogni giorno sia più solo, e che Maya mi manchi, e quasi non respiro…
Mi sento toccare ad un braccio, e due occhi chiari mi guardano, bellissimi come chi li possiede. Morena, cappello blu, enormi cuffie alle orecchie. Sorride senza motivo, per la prima volta veramente, priva di filtri. Anche lei è isolata nel suo mondo di musica. Mi prende per mano, con tutta la perfezione possibile in quel gesto.
Sarà la pioggia, ma la seguo.

Are we just lost in time?
I wonder if your love's the same
'cause I'm not over you.
Ci ripariamo sotto un portico, dove la pioggia non arriva. Morena abbassa le sue cuffie e le lascia sul collo, poi prende un auricolare di Ray e se lo porta all’orecchio.
“Ehi, Ray… Non è possibile.”
Mi passa le sue cuffie e sento la stessa canzone che ascoltavo io cinque secondi prima.
A volte la musica parla. E io davvero non so che dire.
La pioggia passa come era venuta e ci ritroviamo a camminare. Il sole fa capolino da qualche nuvola.
“Sei stato esagerato a regalarmi lo skate.”
Morena sembra scocciata. Avrei dovuto capirlo. Tipica ragazza “non farmi regali costosi che mi sento in colpa.”
Poi invece si ferma. Mi abbraccia forte come se mi conoscesse da sempre e mi sussurra: “Grazie.”
Che cazzata che ho detto. Morena non è nessun tipo di ragazza. È solo Morena.
Sembra più femminile oggi, anche se come sempre è vestita semplicemente, canottiera, jeans e cappello. Forse è perché ha i capelli sciolti sulle spalle. È la prima ragazza che conosco che non fa di tutto per mettersi in mostra di fronte ai miei occhi.
E allora perché mi stai vicina?
“Ma dove stavi andando, Ray?”
“Da nessuna parte e dappertutto.”
“Bene, è anche la mia destinazione.”
Le nostre mani si incontrano, naturalmente, senza malizia. Riprendiamo a camminare, così, vicini ma distanti, ognuno nei propri pensieri. Chissà perché con Morena è tutto più facile.
Ci fermiamo di fronte alla fontana, e mi viene da sorridere. Maya, che pazza che sei stata…
“Ehi, tutto ok?”
“Sì, perché? Che ho fatto?”
“Non sono abituata a vederti fare sorrisi del genere. A che pensavi?”
Mi volto verso di lei. Tengo la mano di una ragazza che nemmeno conosco. Ma nemmeno Maya conoscevo.
“Storia lunga.”
“Ho tutto il tempo, se vuoi.”

Ci sediamo su due gradini della piazza, io più in alto, e le racconto tutto. “L’anno scorso… beh. Una ragazza è piombata letteralmente nella mia vita…”
Le dico tutto quello che ho sentito, provato in quei pochi mesi che l’ho vissuta. La sensazione di benessere di quando ero con lei, i suoi sorrisi, i giochi, l’amore… tutto quello che mi viene in mente, e sono un fiume in piena per la foga di raccontare, tanto che lei non segue più l’ordine dei miei pensieri.
“Aspetta, non ho capito. Prima tu le hai messo le corna, e poi… lei le ha messe a te? Col tuo migliore amico?”
“Sì.”
“Cazzo. Porca puttana.”
Rido. Morena la camionista.
“E ti sei innamorato di lei?”
Morena che legge nei miei occhi.
“Ma che ne so…”
“Ray, ma certe cose si sentono! Tutto quello che mi hai detto di aver provato… era vero?”
“Sì. Ma… penso che l’avessi amata davvero non l’avrei tradita.”
“Ma lei ha tradito te.”
“Ma io ho baciato un’altra.”
“Questo non la giustifica.”
“Questo mi ha fatto capire quanto io sia stronzo.”
“Stronzo è un aggettivo che ti sei messo tu stesso addosso. Tu non sei stronzo.”
Sorrido tra me e me. Scendo di un gradino e metto le gambe intorno alla sua vita. Lei appoggia la sua schiena al mio petto, vicina, ma lontana.
“Piccolina, tu che cosa sai di me?” le sussurro, quasi impercettibile, all’orecchio.
Morena non risponde, chissà a cosa pensa. Circondo il suo corpo con le braccia, e lei poggia le sue mani sulle mie.
“Lo so, Ray. Tu non sei stronzo.”
Le do un bacio sulla guancia e la stringo forte. “Spero tu abbia ragione, piccolina.”
Per una volta mi sento strano. Non irriverente, non sfacciato. Sono seduto su un gradino, ad abbracciare una sconosciuta a cui mi sono già affezionato.
Per una volta, mi sento fragile.

Morena suona il campanello di casa di Vera. Ha addosso il profumo di Ray, ma non le dispiace. Ha fatto tardi all’appuntamento, quasi un’ora di ritardo. Vera sarà incazzatissima. La porta si apre e Morena spera che l’amica sia già uscita senza di lei.
Un paio di occhi chiari, bellissimi come chi li possiede. Non è Vera, per fortuna.
Morena sgrana gli occhi e non dice nulla. Di sicuro non credeva di trovarsi davanti Leo mezzo nudo, con addosso solo un paio di boxer blu. Si perde per un secondo sul suo corpo assurdamente perfetto, gli addominali, le spalle. Poi si riprende e dice: “Ehi” a mezza voce. Morena hai davanti un  dio greco…
“Ehi.” Risponde lui, sorridendole. Di sicuro l’ha svegliato,  visto che è spettinato e assonnato.
“Dormivi?”
Lui annuisce e si stiracchia. Non sembra per nulla a disagio per il fatto di non essere vestito. Morena pensa che quel corpo perfetto è stato studiato da un numero non precisabile di ragazze, mentre per altre rimarrà solo un sogno. Lei ce l’ha davanti. Che condizione anomala. Un po’ come quando è andata a casa di Ray per cambiarsi… ma che palle, perché c’è sempre lui in mezzo?
“Piccolina ma che ci fai qui?”
Ecco, ma perché anche lui mi chiama così? Morena fa finta di nulla e cerca di guardare altrove. Ovunque ma non posare gli occhi sul suo corpo…
Troppo tardi.
“Dovevo andare a fare shopping con Vera.”
“Ah, si… Vera ha detto qualcosa a proposito di uccisioni di amiche e cose varie.”
Le sorride (oh mio Dio…) e le fa segno di sedersi .“Vado a vestirmi, ok? Torno subito.”
Morena si siede al tavolo mentre guarda il fondoschiena perfetto di Leo allontanarsi.
Sono da sola con Leo…adesso prendi i piedi e te ne vai. Ma che faccio? Mi prendo in giro da sola?
Leo rientra in cucina. “Che fai, la aspetti?”
“Ehm… no, magari la chiamo.” Morena si alza in tutta fretta, ma in un secondo lui è di fronte a lei, che fa un passo indietro, ma trova il muro. Cazzo.
Leo la blocca contro la parete. Le sfila il cappello deciso. I capelli si liberano, arruffati. “Vuoi scappare?”
Vorrei ma non posso…anzi. Potrei ma non voglio…
Il cuore di Morena comincia a battere forte, e lui si avvicina sempre più al suo viso. Con una mano la cinge in vita, mentre l’altra le scosta i capelli dagli occhi. Poi scende più giù, sulle sue labbra, le ridisegna dolcemente, guardandola.
“Sei proprio bella quando hai paura. Ma che dico, sei bella sempre.”
La stringe a sé, e comincia a baciarla piano, sul collo.
Oh, Dio… no, riprenditi Morena! Non devi… oh, cavolo se ci sa fare…
Morena si lascia sfuggire un sospiro. Lui sorride e ne approfitta per attaccare il suo corpo al suo, deciso, con forza, per farle capire che la desidera e in maniera implicita le lascia immaginare tutto quello che le farebbe.
“Leo, Leo, ti prego… aspetta.”
Lui la guarda serio, tra il divertito e l’arrabbiato. Le punta i suoi occhi azzurri addosso.
“Mi sono trattenuto fin troppo. Tanto è inutile che fai finta di nulla, lo vedo che mi vuoi. Te lo leggo in faccia. Mi sono stufato di tenermi tutto dentro. Adesso sei qui, e ti voglio. Forza, dimostrami che non te ne frega nulla. ”
Forza, Morena, dimostraglielo! Ma che dico, io gli farei di tutto a questo qua!
Morena incastra le dita tra i capelli di Leo e lo bacia, con foga e passione e tutto quello che prova in quel momento. Gli morde le labbra e lotta con la sua lingua, con le sue mani che le percorrono il corpo, vogliose.  Lui sembrava aspettare quell’incontro da secoli, quell’istante in cui l’avrebbe avuta solo sua.
Era successo altre volte, molte altre. Si vedevano di nascosto, nei ritagli in cui erano soli. Era stata Morena a baciarlo la prima volta, e poi tutto il resto era venuto da sé…
Leo non resiste più. La prende di peso la fa sedere sul tavolo.
Le infila le mani sotto la maglia e cerca di spogliarla, febbrile. “Leo, sei pazzo? E se ritorna Vera?” gli sussurra lei, cercando di fermarlo.
“More.” Le prende il viso tra le mani e incastra i suoi occhi a quelli di lei. “Io sono pazzo, si, di te… non ce la faccio a vederti così di nascosto, a baciarti e averti come se stessimo facendo qualcosa di proibito. Ho voglia di te, ora! Sai quanto mi frega di Vera?”
Riprende a toccarla, ma lei gli ferma le mani, e lo guarda, serissima. “Lo sai che non è per Vera.”
Lui in tutta risposta la bacia con più foga.
“Leo, Leo… mi fai morire così.”
“Ora sai cosa provo.”
Morena percorre con le mani tutto il suo petto, fino all’orlo della maglia, gliela sfila, mossa da un impulso che si trova in un punto imprecisato dello stomaco. “Molto più facile se collabori…”
Lei sorride e lo stringe forte, le mani sulle spalle nude, Leo riprende a baciarla; scende più in basso con la mano, fino ad arrivare al bottone dei jeans. Lo sgancia, piano, con una mano.
Questo è pazzo.
“Vuoi farlo qui?”
“Non mi interessa dove. Basta che…”
Leo si blocca, guardando la porta.
“Leo…?”
Lui le fa segno di stare zitta. “Cazzo, è rientrata Vera.”
In una mossa fulminea si allontana da Morena e si rinfila la maglia. Vera apre la porta d’ingresso, parlando con Chiara.
“Ehi, eccola qui… More, cazzo ma dov’eri? Potevi avvisare!”
“Scusami… ho avuto un contrattempo.”
Un contrattempo di nome Ray.
Sembra una papera rauca. Ha ancora addosso il tono di voce usato con Leo. Si schiarisce la gola e guarda le sue mani come se fossero la cosa più bella del mondo.
Leo si appoggia alla cucina, fingendo indifferenza. Lancia una breve occhiata a Morena mentre Chiara va in bagno e Vera in camera a cambiarsi.
“Cos’è, hai avuto paura? Sai cosa mi frega di Vera!” gli sussurra Morena, impercettibile, facendogli il verso.
Leo sbuffa e la tira verso di sé. “Possiamo dirglielo ora se vuoi. Ehi, Vera, lo sai che da un po’ di mesi vado a letto con la tua migliore amica?”
“Shh, idiota, ci sente…”
La bacia, di nuovo, sensuale e profondo. Lei ride e lo morde.
“E comunque non finisce così questa storia. Sei mia More, qualunque cosa tu faccia.”


Morena rientra a casa, affamata. Ha rifiutato l’offerta di Vera di restare a pranzo, perché non avrebbe retto gli sguardi di Leo dall’altra parte del tavolo, o le sue mani che si infilano in ogni dove mentre mangia. L’ultima volta aveva quasi fatto cadere un piatto…quel ragazzo è fuori di testa.
“C’è nessuno?”
Zero risposte. Di nuovo sola. Prepara un pranzo veloce cha sarebbe stato molto più buono se consumato in due.
Non fa in tempo a sedersi a mangiare che le squilla il telefono.
“Pronto?” dice, con un po’ troppa enfasi.
“Ciao, piccolina.”
Riconosce subito la voce, bassa e calda. Ray.
“Ehi…”
“Chiamo per farti una proposta…”
Ma come l’ha avuto il mio numero di telefono?
Morena ridacchia. “Basta che non sia troppo indecente.”
“Lo sai che non sono così.” Lo sente sorridere dall’altro capo della cornetta. Giusto… tu lo fai e basta. “Stanotte devi fare qualcosa? Se si, annulla tutti gli appuntamenti, se no…”
“Se no?”
“Vieni con me al mare.”
Morena si siede sul mobiletto del telefono, pensierosa.
“Al mare? Di notte?”
“Non mi sembri la tipa che va al mare di giorno, visto che ti nascondi dietro la visiera di un cappello. Quindi?”
“Forse.”
“Come forse? Allora lo chiedo a un’altra.”
Scommetto che sei pieno di ragazze che verrebbero al mare con te di notte. E che farebbero anche altro.
“Dai, posso dirti un si al settantacinque percento.”
“Novanta.”
“Ottantacinque.”
“Cento.”
“Novanta.”
“Bene, quindi è si. Passo a prenderti alle dieci.”
Che palle, perdo sempre a questo giochetto delle percentuali.
“Ma non dobbiamo fare il bagno, vero?”
“Se non vuoi no. Volevo solo parlare.”
Morena non dice nulla, e lui aggiunge. “Se vuoi però posso fare tutto quello che vuoi.”
Lo sapevo. Lei ride e lo saluta.
“Ciao, piccolina.”
Scende dal mobile e si siede di nuovo a tavola. In due giorni è stata quasi baciata da uno, e con un altro ci ha quasi… beh, diciamo che sono situazioni diverse.
Rimescola il riso con la forchetta, ma non ha più voglia di mangiarlo. Ci gioca ancora un po’, poi lo butta tutto nella spazzatura. Si vede anche lei precipitare lungo la busta nera, cercando di aggrapparsi come tutti quei chicchi a qualcosa di scivoloso.

“Fratè, lo sai che stanno dicendo che ti sei fidanzato con una tipa?”
“Ma chi è che lo dice?”
“Boh, tutti.”
Ray aggrappa il telefono tra la spalla e la guancia e cerca di lavarsi i denti. Sputa nel lavandino e risponde a Fabio: “E chi sarebbe questa?”
“Una certa Morena.”
Ride e si mette a posto i capelli. “Siamo solo amici.”
“Ma è la ragazza che era ieri a casa tua?”
“Sì.”
“E te la sei…”
“No, Fabio. Siamo solo amici.”
Fabio non dice nulla per un po’, e Ray pensa sia caduta la linea, ma poi esplode in una risata.
“Si, solo amici… mi fai morire.”
“C’è qualcosa di strano?”
Ray pensa che Fabio sia, come Marty, del pensiero che lui non possa avere un’amica. Sbuffa e prende le chiavi della macchina.
“Non riuscirai a non portartela a letto.”
“Vedremo. Comunque, perché hai chiamato?”
“Un amico non può chiamarti solo per sentirti parlare?”
“Sembri innamorato di me così. Dimmi la verità, bugiardo.”
Ray sale in macchina e mette in moto.
“Volevo sapere se ti andava di uscire con noi del gruppo, almeno in questo periodo che non c’è Marty.”
“Mi dispiace, ho già un impegno.”
“Beh, ci ho provato. Ma con chi, se posso saperlo?”
“Morena naturalmente” dice Ray, come se la risposta fosse scontata.
Fabio sospira come a dire: “L’abbiamo perso” e riattacca.


Morena scende dalla macchina già scalza. Ray pensa che per una volta sembra tranquilla, non mossa dalla fretta o dalla vergogna. Finalmente un’ombra di femminilità si affaccia sul suo corpo. Niente cappello, niente magliette larghe. Solo capelli biondi, mossi, un viso splendido e un paio di occhi velati dalla malinconia.
La spiaggia è vuota e quasi totalmente al buio. Le uniche luci che si vedono sono quelle riflesse sull’acqua da barche lontane, e la luna e le stelle.
Non poteva scegliere serata migliore. Prende la macchina fotografica dal sedile posteriore, sentendola troppo pesante. Ha quasi paura di avvicinarsi all’obbiettivo, di premere il pulsante per scattare la foto. Ma con Morena è al sicuro, perché lei non lo giudicherà. Si sente rilassato, seguendo il moto perpetuo delle onde che toccano la riva e scappano di nuovo, ma pronte già a ritornare.  
“Adoro il mare.”
Lui la cinge in vita, senza sapere cosa risponderle. Basta il suo silenzio. Morena si bagna i piedi nell’acqua calda, voltandosi verso Ray.

Dove sei Ray?
Vorrei dirmi che non sono mai andato da nessuna parte, sono sempre rimasto qui, coi piedi per terra. È il mio pensiero che è corso via, lontano, ha seguito la scia di quella ragazza andata via. è davvero così difficile dire a qualcuno che lo ami? Solo se davvero sei innamorato, forse.
Morena si volta verso di me, mi guarda, e la trovo bellissima. Ha qualcosa negli occhi che tiene nascosto, che non riesco a raggiungere, ma non in questo momento, dove sembra fissarmi senza barriere, come se fosse nuda di fronte ai miei occhi. A che pensi, Morena?
Le scatto una foto. Lei sembra risvegliarsi da un incantesimo che non credeva di avere addosso. Si avvicina a me e ci sediamo sulla sabbia.
“Ti manca?”
“Chi?”
“Lei.”
Morena poggia la testa sulle ginocchia e sembra non aspettare una risposta. Che invece arriva.
“Sì.”
Mi sdraio sulla sabbia, a osservare il cielo. Dove sei, Maya?
Lei non dice nulla per un po’, poi la sento stendersi accanto a me. “Un giorno, se capirai di esserti innamorato, prometti di cercarmi per dirmelo. Voglio capire se sarai diverso.”
“E tu farai la stessa cosa con me?”
“Ovviamente.”
“Scappiamo via da qui? Voglio andare in un posto dove sentire la mancanza della mia isola, del mare, del vento.”
Lei poggia la testa sul mio petto, e io la stringo.
“More, tu vuoi scappare?”
“Dalla mia vita, a volte. Da me stessa. Da gli altri.”
“Da me?”
Morena sembra rifletterci su, soppesare la risposta. “Quando mi guardi in maniera strana, come se cercassi di raggiungermi all’interno, dove mi sono nascosta. Ho paura di me stessa e voglio scappare da te. Ho paura dei tuoi occhi blu.”
Penso che la conosco poco, da poco tempo, ma… c’è qualcosa tra noi, un filo che ci lega, che possediamo anche quando siamo lontani, senza saperlo. Ci esploriamo a vicenda, anche se io so poco della sua vita, ma conosco perfettamente i tratti, le espressioni, i gesti. I pensieri però, velati dal segreto, rimangono solo suoi, incomprensibili.
Sento la sua mano sul mio petto, scendere piano, solcando con le dita ogni centimetro di quel percorso che sta tracciando, risalire, e fermarsi sul cuore, di nuovo. Le do un bacio tra i capelli, senza sapere bene la logica di quel gesto insolito, automatico, come le nostre mani intrecciate.
“Vorrei che qualcuno mi dedicasse una canzone. Non alla radio, o…”
Io non le dico nulla, aspetto che riempia i puntini che ha lasciato. Sorride e si tocca la fronte, come a dire: “Lascia perdere.”
“Dai, continua.”
“Mi prendi in giro.”
“Macché. Fidati di me, More.”
“Vorrei… una canzone fatta apposta per me. Cantata mentre si pensa a me. Mi piacerebbe sentirmi importante per qualcuno.”
“Per me sei importante.”
“Non in quel senso però.”
Già, quel senso.
“Strano come desiderio.”
“Ma è l’unico che ho.”
La stringo più forte, di nuovo. “Tu sai cos’è l’amore? E non parlo di quello tra parenti e familiari.”
“Non ne sono sicura. Non come è descritto nelle canzoni e nei film, almeno. Dicono che ti batte il cuore in maniera differente… solo che a me batte violentemente anche in questo momento, ora che sono qui con te. E non credo possa bastare.”
Poggio la mia mano sulla sua, proprio sopra al mio petto. “E il mio come batte?”
“Forte.”
Le accarezzo i capelli e non capisco più nulla. Non so cosa provo, né cosa ho provato. So solo che c’è un vuoto che devo riempire, ma non so come, non so con chi.
 

Percorro la strada vuota, verso casa sua. Lei guarda fuori dal finestrino, la vedo riflessa sul vetro, perfettamente.
“Grazie, Ray. Anche se siamo così diversi, e ci conosciamo da poco, sto benissimo con te, sul serio.”
Le sorrido e accelero.
“Morena tu hai qualcuno che si avvicina all’amore?”
“Sì, ma non potrebbe mai diventare nulla di più.”
“Perché?”
Lei si volta verso di me, lo noto con la coda dell’occhio. Guarda le mie mani sul volante. “Avere una relazione comporta milioni di cose che… non sono disposta ad affrontare. Ho paura, Ray. Non so nemmeno io di cosa. Sono…”
“Sei fragile, piccolina.”
Ma cosa nascondi oltre le ciglia?
“Lasciami qui, vado a dormire da una mia amica.”
Posteggio al lato della strada. “Grazie per la serata.”
“Grazie a te per avermi pensato.”
Uno strano silenzio è seduto tra di noi, in attesa di qualcosa.
Lei sorride e si sporge verso di me, per salutarmi.
Morena, la ragazza fragile.
Le accarezzo il viso, dolcemente. I suoi occhi grandi e particolari, sgranati, le sue labbra grandi, non voglio che si allontanino da me, perché ne sentirei la mancanza. Non capisco che mi prende, perché mi senta così desideroso di stringerla, forte, fortissimo, baciarla e crederci davvero. Mi avvicino al suo volto, una mano tra i capelli. Sento il suo respiro sulla mia bocca vicina alla sua, e vedo le leggere lentiggini sulle guance, ma non la bacio. Non come nella mia cucina per non perdere la scommessa. Respingo indietro tutte le emozioni, perché non voglio rovinare tutto.
 Le sto ancora vicino, la accarezzo piano. Morena trattiene il respiro e mi prende la mano che la sfiora.
“Vado” mi sussurra, timidamente.
“Sì” rispondo io a mezza voce.
Scende dalla macchina, resta ferma sul marciapiede.  Mi allontano, guardando quella ragazza speciale diventare sempre più piccola e scomparire appena svoltato l’angolo.

“Cavolo, mi hai spaventato.”
“Scusami.”
Morena si infila tra le lenzuola, poggiandosi al petto nudo di Leo.
“Tu e le tue entrate dalle finestre… non mi abituerò mai.”
“Se vuoi la prossima volta suono il campanello” risponde Morena, ironica.
“Semplicemente vorrei che fossimo una coppia normale, alla luce del sole. Mi piacerebbe stare con te di fronte a tutti, viverti apertamente. Non mi basta ciò che abbiamo ora.”
“Zitto e baciami, Leo.”
Leo la bacia, dolce, perché non può resistere a quella ragazza che lo fa impazzire.


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Ricordo il gruppo su Facebook "Con gli occhi di Ray." Un bacione, _ninive_




  
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