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Autore: sissi149    12/03/2011    8 recensioni
Ritiro di preparazione all'ennesima sfida con l'Europa. Ma cosa succede se improvvisamente si presenta una persona legata a una delle managers a rischiare di sconvolgere gli equilibri, rivelare segreti inaspettati del passato e a provocare scompiglio agli ormoni dei nostri calciatori?
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jun Misugi/Julian Ross, Sanae Nakazawa/Patty Gatsby, Un po' tutti, Yayoi Aoba/Amy, Yoshiko Fujisawa/Jenny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Campo di calcio

21 Luglio h 8.30

 

I ragazzi si apprestavano a cominciare il riscaldamento, sul campo mancava solo Benji, ancora alle prese col furto dei suoi guanti. Julian era piuttosto nervoso, temeva che Ally potesse avere la peggio se il portiere avesse perso il contollo.

Le managers uscirono dal magazzino con il cesto dei palloni.

“Carotina! - la voce di Price annunciò a tutti il suo arrivo – Per te sarebbe una cosa terribile se diventassi figlia unica?”

“Che cosa ha combinato ancora?” Amy calcò involontariamente sull'ultima parola.

“Ehi Benji, cough, cough, cos'è questo odore di ehm, violette di bosco?” Chiese Ed che si era avvicnato al compagno rivale e si era ritrovato immerso in una nube tossica.

“E' il tuo nuovo dopobarba?” Saltò su Bruce.

“Idiota! - rispose Benji – Pomodorina, quando ho scoperto che mi aveva rubato i guanti, ha pensato bene di rovesciarci dentro mezzo boccetto di profumo da donna!” Sventolò davanti al naso dei compagni i guanti appena recuperati, diffondendo nell'aria una fragranza di violette, come era stata giustamente individuata dall'altro portiere.

“E io dovrei allenarmi con addosso questi cosi!”

“Che sascrilegio!” Si intromise di nuovo Bruce facendo scoppiare a ridere tutti.

“Basta ragazzi, adesso cominciamo.” Annunciò il mister, allontanandosi subito dal luogo dove Benji aveva depositato temporaneamente i guanti.

Il riscaldamento fu rapido, si passò quasi subito agli esercizi di tecnica. Ad assistere arrivò anche Ally, da quando stava insieme a Julian non si perdeva un allenamento. Durante la pausa approffittò per salutarlo, visto che a colazione non si erano incrociati, con Amy che cercava di guardare da tutt'altra parte, portando le bottigliette dell'acqua ai ragazzi della Toho.

“Che razza di idiota – commentò Mark – se vuoi posso fargli un'entrataccia e metterlo ko.”

A quel punto la ragazza non potè trattenere un sorriso.

“Non ci crederai, ma Benji mi ha fatto una proposta simile. Dovreste smetterla di stuzzicarvi ed allearvi una volta tanto.”

Danny ed Ed risero a loro volta, vedendo la faccia di Mark a quell'affermazione.

Alla ripresa delle attività tutti erano concentratissimi, con somma gioia dell'allenatore. Contento per il lavoro svolto concesse di cominciare in anticipo con la partitella. Nessuna delle due squadre voleva perdere, ma c'era un piccolo problema: ogni volta che Benji faceva una parata una nube tossica di profumo si sprigionava dai suoi guanti stordendo il povero attaccante di turno. Il portiere, dopo una mattinata di lavoro con sotto il naso le violette si era assuefatto, ma gli altri avevano ancora problemi. Ben presto i suoi avversari decisero di effettuare solo tiri da lontano per non restare intossicati.

“Però, potremmo usarla come arma contro l'Europa per impedire ai loro attaccanti di avvicinarsi troppo.” Propose Bruce suscitando l'ilarità del reparto difensivo.

“Scordatelo Harper, i miei guanti non si toccano! Fatti improfumare tu se proprio ci tieni!” Ribattè acido il portiere.

Ad un certo punto Holly fece un segno concordato verso Amy e Jenny. Queste presero Ally e la trascinarono con loro lontano dal campo, lasciando momentaneamente Patty sola.

“Ma che diamine avete?” Chiese Ally piuttosto scocciata.

“Ally, per una volta nella vita fai quello che ti si dice di fare e resta qua.” Le sibilò Amy.

Al campo Holly aveva il pallone tra i piedi e si dirigeva verso la porta, quando venne fermato in scivolata da Philip. Si lasciò cadere un po' troppo rispetto alla froza dell'entrata e si rialzò zoppicando.

“Mister, avrei bisogno di un attimo di pausa e del ghiaccio sulla caviglia.”

L'allenatore acconsentì permettendo al capitano di lasciare il campo e dirigersi verso Patty.

“Patty, mi servirebbe del ghiaccio.”

“E' nella stanzetta vicino al magazzino.”

“Non ce la faccio ad arrivarci da solo, mi accompagni?” Le chiese zoppicando vistosamente.

La ragazza si guardò intorno cercando le amiche, ma rendendosi conto di essere rimasta sola fu costretta ad accettare.

“Va bene, appoggiati a me.”

 

 

 

 

Infermeria

21 Luglio h 10.00

 

Nella stanzetta vicino al magazzino la federazione aveva allestito una piccola infermeria completa di tutto l'occorrente per i piccoli infortuni dei calciatori: bende, disinfettanti, cerotti, sacchetti di ghiaccio istantaneo, creme e altro. Il capitano stava seduto sul lettino mentre la manager cercava in un armadietto la busta del ghiaccio.

“Patty, non c'è bisogno che cerchi niente. Non mi serve il ghiaccio, non mi sono neanche fatto male.” Holly ruppe così il silenzio che si era creato.

“No? E allora perché mi hai costretto a portarti qui.”

“Volevo stare da solo con te.”

A quella rivelazione la ragazza si alzò di scatto e si girò verso di lui.

“Per dirmi che?”

“Che mi dispiace, mi dispiace di averti fatto arrabbiare, mi dispiace di non averti parlato prima di Ally. Perché è Ally il motivo per cui non mi vuoi più parlare vero?” Mentre diceva queste parole scese dal lettino ed andò verso di lei, per poterla guardare direttamente negli occhi. Ormai aveva preso una decisione e non intendeva tornare indietro.

“Forse.” Patty restò sul vago.

“Ascoltami, non ho mai parlato di Ally con nessuno perché la considero parte del passato, parte di un passato, per quanto importante, che so che non tornerà. Sinceramente non mi da fastidio vederla tra le braccia di Julian, mi dispiace solo per Amy. Mi ha dato molto più fastidio sentire te lontana.”

“Dici sul serio?” Gli chiese, cercando di controllare la voce mentre un groppo le prendeva la gola.

Holly si avvicinò ancora di più.

“In questi giorni ti ho sentito così distante, nemmeno quando sono in Brasile sento così tanto la tua lontananza. Ti prego, non farmi stare più così.”

Ormai erano vicinissimi e senza pensarci molto l'abbracciò, cominciando ad accarezzarle la testa.

“Holly, io pensavo che ormai solo il pallone fosse importante per te, poi è arrivata Ally e ha cambiato tutto.”

“Ti sbagli e mi pare di avertelo dimostrato – lei annuì – il calcio è una parte importante di me, atrimenti non sarei qui, ma non è l'unica. A volte sembra che ci passi troppo tempo, beh, forse perché col pallone è più facile, so sempre come prenderlo, con le persone non sono molto esperto.”

Nell'ammettere queste cose arrosì leggermente. Patty sollevò la testa e se ne accorse.

“Però una ragazza l'hai avuta.” Constatò maliziosamente, nella sua voce non c'era più rancore.

“Eravamo bambini. Poi l'hai vista anche tu com'è, praticamente faceva tutto lei e io la lasciavo fare.”

“Non l'avrei mai detto, il grande Oliver Hutton che si fa mettre i piedi in testa da una ragazza!”

“Due. Anche tu non ci sei andata molto leggera ultimamente!” Risero continuando a restare abbracciati.

“Amici di nuovo?” Chiese il capitano, ma Patty, dopo l'ammissione che aveva sentito prese la palla al balzo:

“Solo amici? Non qualcosa di più?” Rendendosi conto di quello che aveva appena detto arrossì violentemente. Holly la guardò e poi posò un bacio sulle sue labbra.

Quando si staccarono erano uno più rosso dell'altro e quasi non riuscivano a guardarsi negli occhi, si sciolsero anche dall'abbraccio. Dopo qualche istante fu Holly a rompere il silenzio:

“Patty, sai come ieri sono riuscito a mantenere un minimo di sangue freddo nonostante il casino?”

“No.”

“Quando ho sentito che tu eri con me, è stato tutto molto più facile. Quando sei con me è tutto più facile, l'ho capito solo ieri.”

Si abbracciarono di nuovo e restarono così per dei lunghi ed interminabili minuti. Alla fine fu Patty a riscuotersi:

“Forse è meglio che torniamo al campo, o il mister e gli altri si preoccuperanno.”

“Già, posso anche immaginare il genere di battutine che potrebbero girare.”

“Soprattutto da parte di Bruce.” Holly annuì.

“Senti, è meglio che fino alla partita non si sappia questa cosa.”

“Quale cosa?”

“Il fatto che stiamo insieme. Stiamo insieme vero?”

“Certo che sì caro il mio capitano, non ho intenzione di lasciarti scappare ancora.”

“Appunto. Ci sono già abbastanza distrazioni in giro in questo ritiro, senza che qualcuno si senta obbligato a spettegolare su di noi.”

Accordatisi entrambi ritornarono al campo, ma ormai l'allenamento stava terminando. A prima vista tra i due non era cambiato molto, solo Amy e Jenny si accorsero di come Patty sembrasse più felice e un gesto d'intesa di Holly le informò che tutto era andato come sperato. Subito presero la manager a braccetto, una da un lato e una dall'altro e Jenny chiese:

“Allora, la dichiarazione del capitano è stata memorabile?”

“E voi che ne sapete?”

“Noi sappiamo tutto.” Rispose Amy maliziosa.

“Brutte vipere, eravate d'accordo con lui allora!”

 

 

 

Cucina

21 Luglio h 14.00

 

Dopo pranzo la cucina era occupata da Jenny, Patty ed Ally che lavavano i piatti, mentre Amy era nuovamente impegnata con Bruce e i suoi compiti di matematica. Ad un tratto entrò Philip:

“Ciao ragazze, sempre impegnate vedo.”

“Ciao Phil.” Rispose Jenny senza smettere di fregare la padella dove era stato cotto il sugo.

“Allora Philip, cosa ti porta qui? - chiese Patty – L'amore per l'economia domestica?”

“Io dico che si tratta di amore, ma per qualcos'altro, o meglio, qualcun'altro.” Commentò maliziosamente Ally.

I diretti interessati arrossirono leggermente, nonostante la loro storia fosse ufficialmente iniziata già da parecchio tempo e di domino pubblico nel gruppo, certe battutine avevano ancora questo potere.

“Siete incorreggibili voi due, quando vi alleate poi!” Sibilò Jenny.

“Prendetevi mezza giornata di pausa, sto qua io con Jenny.”

“Grazie Philip – disse Patty – ma non credo che riposerò, in lavanderia c'è di nuovo una montagna di vestiti che mi aspetta.”

“Io penso che andrò a vedere che sta facendo Julian.” Ammise pensierosa Ally.

“Ally, che ne dici invece se mi dai una mano col bucato? Così finisco prima, tanto Julian starà riposando.”

Ally fu costretta a cedere alla richiesta dell'amica ed entrambe si diressero verso la lavenderia.

“Certo che sembra che tutti si siano schierati contro la nuova coppietta.” Osservò Philip immergendo le mani nella schiuma nel lavandino ed afferrando una spugna.

“Non dirmi che tu invece approvi, perché non ci crederei.” Insinuò la ragazza.

“No, perché credo che Julian stia ingannando sè stesso: è convinto di volere Ally, ma io non lo credo. Secondo me sta scappando da quello che vuole davvero. Per fortuna piccola che tu non hai una sosia, una Jenny basta e avanza.”

“Come dovrei interpretarla questa capitano?”

“Come un complimento manager, una come te mi fa impazzire già abbastanza, due mi renderebbero completamente pazzo d'amore e incapace di fare qualsiasi altra cosa.”

“Ti sei salvato in corner Phil.”

Si baciarono teneramente, con le mani ancora immerse nel sapone. Proprio in quel momento arrivò Mark riportando i bicchieri che lui e Clifford avevano tenuto per finire di bere guardando il notiziario.

“Ma che carini! Callaghan fai le prove di convivenza?” Chiese sarcastico.

“Taci Lenders! - esclamò il capitano della Flynet staccandosi dalle labbra della ragazza – o te la do io la convivenza, ti faccio mettere in camera con Benji! Solo voi due.”

“Phil, abbiamo già abbastanza guai in questo ritiro, non ti ci metterai anche tu?”

“D'accordo piccola – sbuffò – pace Mark?”

“Come se non fosse successo niente. - fece per andarsene, ma si girò all'ultimo – Jenny, mi raccomando, tienilo in riga tu questo delinquentello.”

Philip dovette trattenersi dal lanciargli addosso qualcosa.

 

 

 

 

Sala comune

21 Luglio h 14.15

 

Bruce al tavolo era chino su una complicata disequazione di secondo grado sorvegliato da Amy. Davanti alla tv invece Ed e Danny si sfidavano a lotta libera con la playstation, rimasta collegata da quella famosa sera del torneo a motogp, cercando di fare il meno rumore possibile.

“E vai! Ho vinto ancora io.” Esclamò Danny.

“Solo perché è un videogioco, se fosse realtà le cose andrebbero diversamente.” Ribattè Ed.

“Fate un po' più piano, mi distraete.” Si lamentò Bruce riemergendo dal quaderno.

“Bruce, tu riusciresti a distrarti anche per una formica che ti passa sotto la sedia.”

“Non ti ci mettere anche tu Amy – implorò il ragazzo – persino una predica del mister è più interessante di questa robaccia.”

Prese il libro per controllare il risultato, ma scoprì di aver sbagliato.

“No, non ci posso credere, stavolta ero sicuro di aver fatto giusto.” Era disperato.

“Fa vedere a me – Amy afferrò il quaderno per correggere l'esercizio e dopo qualche secondo espresse il suo verdetto – Hai sbagliato un segno qua. Bruce, se sbagli a ricopiare un segno durante uno dei passaggi non arriverai mai al risultato giusto. Le cose le sai fare, sei solo troppo distratto. Rifalla.”

“Amy tu hai troppa pazienza con quel derelitto.” Si intromise Warner.

La ragazza scrollò le spalle e si alzò per sgranchirsi le gambe, mentre l'allievo ripeteva l'esercizio. Si avvicinò alla libreria metallica, dove erano riposte varie riviste sportive, manuali di allenamento e libri sulla storia del calcio e delle squadre più blasonate. La sua attenzione venne attirata da un libro molto spesso che sembrava essere lì apparentemente per caso. Lo prese ed esclamò:

“E questo cosa caspita ci fa qui?”

Non aveva ancora finito di stupirsi quando una voce alle sue spalle la bloccò:

“Ecco dov'era finito!”

“Prego?”

“Il libro – Julian indicò il volume di Ken Follett che la ragazza aveva tra le mani – lo cercavo, non ricordavo di averlo lasciato qui l'altra sera.”

“Tieni, pensavo fosse il mio.” Rispose cercando di evitare di guardarlo.

“Lo stai leggendo anche tu? Che ne pensi? A me sta piacendo tantissimo.”

“Beh, non è malvagio. Ora devo andare capitano, devo controllare gli esercizi di Bruce.” Il suo tono freddo e distaccato in realtà serviva a nascondere la fitta allo stomaco. Una volta sapere che Julian stava leggendo ed amando il suo stesso libro le avrebbe fatto un immenso piacere e avrebbe potuto passare le ore a parlare con lui dei vari personaggi e delle vicende, ora invece la faceva solo stare male ancora di più.

“Amy aspetta” Cercò di trattenerla.

“Capitano te l'ho già detto, non ho tempo.”

“Come vuoi tu manager.” Per la stizza di essere stato nuovamente respinto dalla sua migliore amica calcò di proposito sull'ultima parola.











Eccoci qui, finalmente Holly e Patty hanno fatto pace e non solo! Per Amy prevedo ancora tempi duri.
Grazie a chi segue.
A presto
Sissi

  
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