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Autore: Sirius_    12/03/2011    0 recensioni
Una donna sola nella pioggia è improvvisamente invasa da angosce e paure scatenate da domande esistenziali.
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Consiglio di leggerla ascoltando una qualunque canzone dei Radiohead. La pioggia batte implacabile sul volto pallido di una giovane donna, le riga gli zigomi magri, apostrofa i suoi limpidi occhi azzurri, attribuendo alle fattezze ben delineate un’aria calma e ferma. I palazzi grigi gocciolano in lontananza, limitano il suo campo visivo, le precludono il lontano orizzonte. La ragazza pensa, ora scura in volto, fissa sconsolata la giungla metropolitana col suo ruggire di clackson, con la mente rivolta a paesi lontani, irraggiungibili, così terribilmente improbabili. “Vivere non è possibile.” La frase che la tormenta, le tamburella il cervello, la sveglia ad ogni ora della notte: bussa come il più indesiderato degli ospiti alla porta della presunta felicità che lei si è timidamente costruita. Ora la ragazza è lì, ferma, una lieve pioggia cade dal cielo, mentre copiosi fiumi le scavano le guance, affluendo sulla sua maglia. Vorrebbe trovare parole nuove, riuscire a superare quel dolore incomprensibile che le logora la mente, le avvelena la carne, le strappa l’anima dal corpo abbandonato a sé stesso, ormai privo di cure. Ma tutto ciò che riesce a fare è sbarrare gli enormi occhi chiari, restare a fissare il vuoto. Se ora la vedeste sicuramente la scambiereste per pazza, Lei, nei suoi indumenti logori, col suo volto chiaro da sembrare irreale, nella sua magrezza patologica. Eppure un tempo rideva, guardando il cielo, si disegnava illusioni e possibilità. L’esistenza le sembrava niente più che un gioco di sorrisi e gesti, uno sfoggio di frasi fatte udite e ripetute a pappagallo, una realtà finita, chiara, senza sorprese, nulla era pienamente imprevedibile. Era così ingenuamente tranquilla, prima di smarrire il senso delle cose. Ora si chiede “Che senso ha?”, le contraddizioni… più si guarda in giro, e più ne trova. Le persone… si crucciano per beni che adesso le sembrano improvvisamente di poco conto, paragonati all’immensità dell’universo, sono destinati a sfiorire facilmente. Cos’è davvero la vita? E’ proprio uno spreco ogni tanto alienarsi e rimanere in una tacita contemplazione? Non capisce per quale motivo ormai non riesca più a fare come tutti fanno, a lasciarsi dolcemente trasportare della corrente, ad annullare il suo Io per comodità, a non porsi domande, accettare concetti che altri elaborino al posto suo, a lasciarsi invadere da dogmi che non lascino spazio ad alcun dubbio e a turbamenti interiori che solo domande esistenziali possono scatenare. Ma Non è questo che vuole. E’ riportato alla realtà, le immagini sfuggono dalla sua mente. Chiude pigramente gli occhi e li riapre dall’altra parte. Una canzone le affiora alla mente, dalle profondità più oscure dei ricordi mai ripescati “E’ necessario vivere, bisogna scrivere, all’infinito tendere..”. Prende una penna, un foglio, e comincia a vomitarci sopra la propria anima, riordinando con calma i sentimenti, prendendo i ricordi uno ad uno ed attribuendone un nesso logico. Guarda dentro sé stessa, e vede che il suo cuore è nero, oscurato da paure senza nome. E allora diamogli un nome. -Sirius
  
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