Libri > Twilight
Ricorda la storia  |       
Autore: Alessia_Way    12/03/2011    8 recensioni
Bella. Una ragazza che ha molti problemi, sia personali che familiari. Non sa cosa significhi per lei la parola AMORE, una parola del tutto nascosta, non presente nella sua vita. Ma qualcosa di inaspettato arriverà, lei del tutto inconsapevole di ciò, che la cambierà, stravolgerà la sua persona.
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Ehy salve mi chiamo Alessia e sono nuova i questo settore. beh non mi considero una grande scrittrice ma mi piace scrivere. Questa storia è nata per puro caso, solo perchè nn sapevo cosa fare. poi l'ho fatto leggere alla mia migliore amica e gli è piaciuta e mi ha consigliato di mettera in qusto sito. Comunque basta chiacchere e buona lettura (spero vi piaccia e voglio che in molti la recensiate =)) 



Capitolo 1

Non vedevo altro che il buio. Avevo freddo e non sapevo quale fosse la strada di casa. Mi ero persa. Non c’era altra soluzione. Tutto d’un tratto vidi due occhi, rossi e grandi che mi fissavano. Sapevo che sotto c’era qualcosa che non mi quadrava. Quei due occhi si avvicinavano sempre di più. Ne ero totalmente terrorizzata. Volevo solamente scappare ma i miei piedi non volevano totalmente muoversi, tanto che li sentivo un tutt’uno con il terreno.
Man mano quei occhi si avvicinavano, io non potevo fare nulla per sfuggirgli. La gola non era tanto secca e allora incominciai a urlare a squarciagola finché mi svegliai. Mi misi a sedere e mi passai una mano sulla fronte imperlata di sudore. I miei occhi si schiudevano a causa della luce e non mi permettevano una visione ben nitida della mia stanza. Appena gli occhi si abituarono alla luce mi alzai e scesi le scale per dirigermi in cucina. Sentivo un odore molto strano: fumo e alcool. Ecco qual’era la causa: mia madre aveva incominciato a fumare e bere alcool. Gli dissi di smettere perché era tutto inutile dimenticare. Mia madre faceva questo da quando mio padre se ne era andato. Insieme erano una coppia perfetta e nessuno l’avrebbe mai rovinata, ma un maledettissimo giorno la favola finì. Mio padre era al telefono con mia madre. Lui era un po’ sbronzo, tanta era la birra che aveva bevuto quella sera. Stavano parlando del ritorno a casa di lui. Ad un tratto perse il controllo dell’auto e finì fuori strada. Non volli assolutamente pensare quale fu il suo seguito.
Appena entrata in cucina vidi mia madre. Reneè, 45 anni,  alta, snella e stanca, molto stanca. Si voltò verso di me e non feci altro che guardare le sue profonde occhiaie. Non dormiva da molto e questo mi fece preoccupare. “Bella, buongiorno” disse. La sua voce era piuttosto roca e stanca.
“Buongiorno mamma. Come ti senti oggi?”. Che domanda stupida pensai all’istante. Cosa poteva dirmi. Sto benissimo oggi e non vedo l’ora di uscire a farmi una bella passeggiata a prendere del sole. Fui colpita dalla sorpresa da quello che mi disse. “Beh, non mi sento piuttosto bene. Mi gira la testa e ho un sonno pazzesco”. Non mi aveva detto mai una cosa del genere. Aveva sempre mentito, ma adesso non fu così.
“Mamma, che dici di andare a dormire, così più tardi potresti uscire e ti sentiresti subito meglio” dissi.
“Oh, hai perfettamente ragione piccolina. Vado a letto, appena sveglia faccio una doccia ed esco. Sei sicura che non vuoi essere accompagnata a scuola? Oggi è il primo giorno vero?”.
“No mamma tranquilla tu riposa, oggi ci vado con la mia macchina non devi preoccuparti. Non vedo l’ora di rivedere Alice e gli altri. Mi sono mancati un sacco”.
“Certo hai ragione. Adesso io vado e tu mangia che è un po’ tardi per te. Buona giornata tesoro”
“Buona dormita mamma”.
Finalmente, mamma mi diede ascolto dopo tanto tempo. Quando mio padre Charlie partiva per lavoro, mia madre ed io rimanevamo sole a casa. Io davo sempre degli ordini a lei.
Sentiva troppo la mancanza di Charlie e smetteva sempre di occuparsi di lei e di me.
Decisi di fare colazione perché era davvero tardi. Mangiai del latte con dei cereali, misi in lavandino la tazza, la sciaquai e mi diressi in bagno per fare una bella doccia calda.
Appena finito, scelsi dei vistiti piuttosto comodi. Jeans e maglietta con delle maniche scollate. Eravamo agli inizi di Settembre e già qui a Forks faceva un po’ più caldo del solito. Salutai mamma ma fu invano perché era nel mondo dai sogni e andai nella mia Mercedes C30. Adoravo quell’auto. Fu il mio regalo dei 17 anni, regalatomi da mia madre. Qui a Forks la patente arriva prima.
Arrivata a scuola parcheggiai e scesi. Nel mentre mi dirigevo all’entrata della scuola, qualcuno mi coprì gli occhi. Il mio primo pensiero fu Alice, la mia piccola folletta.
“Oh, chi potrà essere la persona che mi tappa gli occhi il primo giorno di scuola?”, dissi.
“Già, chi potrà essere?”, fece di tutto per nascondere il timbro della sua voce, ma fu inutile oramai sapevo che era.
“La mia folletta Alice”. Nel mentre lo dissi, sciolsi le mani dai miei occhi e mi girai dietro di me per poterla vedere.
“Bella mi sei mancata un sacco” e mi abbracciò. Ricambiai l’abbraccio e gli risposi “Anche tu follettina mia”. La mia Alice era una persona che quando la conosci non te ne puoi sbarazzare più. E’ sempre solare ed energetica. Una persona coi fiocchi.
Mentre entravamo a scuola parlammo delle nostre vacanze estive e ci lamentammo del fatto che non ci eravamo potute vedere. Certo, lei era partita per l’Italia con i suoi per problemi personali e mi aveva lasciata sola con mia madre.
Avevamo quasi tutte le ore insieme tranne quella di biologia. Lei odiava biologia, io invece ero il contrario. Quando entrai in aula di biologia il professore mi presentò alla classe e mi fece sedere in un banco accanto al famoso Edward. Tutti lo conoscevano e nessuno si era mai azzardato a sedersi accanto a lui. Molti dicevano che era un ragazzo molto strano e tutti gli dicevano di questo anche i suoi fratelli Emmett e Jasper, ma lui non badava a certe cose.
Edward ed io non avevamo mai parlato in questi 3 anni, solo dei saluti veloci. Invece avevo iniziato a socializzare con i suoi fratelli, compagni di classe di letteratura, matematica, trigonometria e scienze miei e di Alice, che mi resi subito conto di che persone gentili e premurose potessero essere. Avevamo parlato di Edward e del fatto che lui non sedeva a pranzo con loro e mi risposero che lui amava stare da solo.
Quando raggiunsi il mio banco, la lezione incominciò. Cercavo di prendere conversazione con Edward ma non ne avevo proprio il coraggio.
Solo a metà lezione, Edward mi parlò.
“Ciao Bella”. Mi voltai verso di lui e mi sorrise con uno di quei sorrisi che ti tolgono il respiro.
“Ciao Edward, passate bene le vacanze?”.
Edward non eppe tempo di rispondere che il professore ci chiede di non disturbare la lezione.
 Allora Edward prese un piccolo foglietto e ci scrisse sopra passandomelo:
 
Oh si grazie e tu?
Molto bene anch’io.
Bella, ti ricordi che il professore l’anno scorso ci disse che dovevamo fare una ricerca sulle varie fasi della mitosi?
Si perché?
Beh pensavo che potevamo farla insieme che ne dici? Non abbiamo mai parlato molto.
Perfetto sarei felice di aiutarti =)
Grazie Bella anch’io sono felice
Prego
 
A quelle parole della ricerca il mio cuore iniziò a battere furiosamente. Edward era molto carino e anche Alice lo diceva, ma il suo cuore era per Jasper.
Prima che la lezione finisse, il professore annunciò la promessa dell’anno scorso, cioè la ricerca sulle fasi della mitosi e io mi voltai sorridendo a Edward, che lui ricambiò.
Il professore ci disse di cercarci un compagno per queste ricerche e Edward alzò la mano dicendo che lui ed io l’avremmo fatta insieme.
Il professor Berty disse  “Perfetto, voi due insieme siete davvero bravi. Da voi voglio una ricerca con i fiocchi. Non deludetemi”. Io e Edward annuimmo e la campanella suonò. Salutai Edward e mi diressi in macchina con Alice lì accanto. Le raccontai tutto della mia ora di biologia e della ricerca. Alice era entusiasta per me, pensava che Edward fosse un perfetto ragazzo per me ma io pensavo di no.
Tornai a casa, con il pensiero di Edward come mio compagno di ricerca, con il sorriso stampato sul mio viso.
Sapevo che forse avrei avuto la possibilità di conoscere al meglio la sua persona.
  




 


  

   
 
Leggi le 8 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Twilight / Vai alla pagina dell'autore: Alessia_Way