D'amore e d'ombra
A v a d a K e d a v r a
«Avada Kedavra!»
Un lampo verde fendé l'aria rarefatta.
Brillante, illuminava la tetra oscurità.
Le mani di lei, delicate, percorrevano il suo viso.
«Sirius.»
Poco più di un soffio.
Una carezza leggera sulla sua – loro – pelle, segnata dalle asprezze.
Una notte, la sua risata cambiò.
Le braccia di lui l'attirarono a sé.
«Bella.»
Un nome che sapeva di preghiera.
Baci proibiti, posati su labbra intrise dal peccato.
Non si ricordava bene quando.
«Non toccarmi.»
Lo sguardo sprezzante, le labbra – le stesse che aveva baciato – arricciate in una smorfia.
Forse perché lui, quella notte, non c'era.