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Autore: Herit    12/03/2011    7 recensioni
Victor Stradivari è un giovane violinista di successo. Ha dalla sua un discreto fascino ed un carattere piuttosto altezzoso. Apparentemente frivolo, ha la fama del Don Giovanni bello e bastardo. Durante un concorso internazionale per una borsa di studio, la sua vita si incrocia con quella di Mark Violin: musicista pressoché sconosciuto nell'ambiente. E' proprio Mark a soffiargli la tanto ambita borsa di studio da sotto il naso. Una volta tornato nel conservatorio in cui studia, il Monteverdi di Londra, Victor è convinto che le strade sue e di quel "musicista da quattro soldi" non si incrocieranno più. Peccato che la Vita riservi parecchie sorprese...
E c'erano ricordi, in quella melodia. Un incontro fatto di sguardi penetranti ed astiosi. D'insofferenza reciproca e di sguardi lanciati di nascosto. Di risate fatte tra amici e di gelosie che avvolgevano il cuore come serpenti, iniettando il loro aspro veleno. Parlava di brividi, quella sinfonia. Quelli sollevati per lo scampato pericolo e quelli arrabbiati. Quelli provocati dallo schioccare di un bacio e quelli per la paura di perdere qualcuno di caro. C'erano nove mesi della loro vita, lì dentro. E li stavano offrendo al pubblico con il cuore aperto.
Genere: Erotico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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5. Assieme a te nell'incanto di un Tramonto?! Mai!

The show must go on, yeah yeah
Ooh, inside my heart is breaking
My make-up may be flaking
But my smile still stays on


    Non seppe definire dopo quanto tempo uscì dal bagno, ma quando lo fece, Victor aveva la testa leggera, come se fosse stato improvvisamente privato di un peso enorme. Aveva addosso soltanto l'accappatoio che aveva trovato in quella stanza priva di qualunque altro ornamento, così come il resto dell'appartamento. Si strinse nelle spalle, appoggiandosi con la schiena contro la porta. Doveva chiedere scusa a Violin. Almeno quello. Solo che non sapeva da dove cominciare. Ci rimuginò sopra per qualche istante prima di affacciarsi sulla soglia che dava accesso all'unica camera da letto in quel posto. Era piccola. Giusto lo spazio necessario per un letto ed un armadio nemmeno troppo grande. Mark stava seduto sul letto. Alcuni spartiti tra le mani. Altri dispersi sopra le basse coltri, trattenuti dalla custodia spessa e robusta del violino. D'istinto si lasciò andare a due colpi di tosse: voleva l'attenzione dell'altro su di sé. L'esigeva e sperava che così facendo l'avrebbe ottenuta. Infatti, qualche istante dopo Violi scattò in piedi, andando a posare i fogli che aveva in mano sopra il materasso, avvicinandosi alla porta della stanza per raggiungere il compagno, incontrandone lo sguardo volutamente altero.
    “Ti senti meglio?” Gli domandò come se la loro discussione precedente non fosse mai avvenuta. Con quel sorriso leggero che per la seconda volta gli illuminava il viso, addolcendone i tratti già maturi. Victor però spostò lo sguardo altrove, facendo un passo indietro per prendere ulteriore distanza dell'altro. Non poteva pensare che fosse bello. Non poteva farlo. Sarebbe stato come ammettere troppe cose in un colpo solo.
    “Era bella la melodia di prima. E' per il compito di Schnielzer?” Chiese poi cercando di allontanarsi da qualsiasi cosa riguardasse il proprio stato fisico ed emotivo. Si trovò di nuovo vicino ad una delle finestre, contro la quale appoggiò il capo.
    “Mh? No, a lui ho consegnato tutto due giorni fa.” Spiegò Mark sollevando le spalle ed appoggiandosi a braccia conserte contro il muro accanto alla finestra, senza staccare nemmeno per un istante il proprio sguardo di ghiaccio dal compagno che gli lanciò un'occhiata stizzita. Lui erano settimane che non riusciva a buttare giù una nota a causa della violenta intrusione de giovane Mark nella sua vita, e l'altro sembrava essere, invece, in pieno fervore creativo.
    “Questo appartamento è tuo?” Gli domandò cambiando palesemente discorso, dando le spalle alla finestra e cominciando a guardarsi attorno. Il locale era talmente spoglio che sembrava che nessuno ci vivesse più da anni. Era talmente bianco ed asettico che ricordava una camera di ospedale, piuttosto che una casa accogliente dove vivere.
    “Più o meno... Siediti, che ti porto dei vestiti puliti.” L'invitò andando a battere un paio di colpi secchi con la mano sullo schienale del divano, prima di allontanarsi verso la camera da letto. Victor seguì la sua figura allontanarsi con la coda dell'occhio, prima di accomodarsi sul sofà, sentendosi sprofondare nel cuscino morbido. Era una bella sensazione, il trovare un appoggio tanto confortevole e d'improvviso si sentì le gambe deboli, mentre veniva investito da una piacevole sensazione di rilassatezza. Probabilmente dopo la doccia e dopo una conversazione tanto leggera, stava cominciando a calmarsi.
    “Cosa vuol dire... 'più o meno'?” Gli domandò andando a raggomitolarsi sul divano come un gatto sonnacchioso. Le braccia incrociate sopra lo schienale morbido e le gambe ripiegate contro il petto. Osservava distrattamente la porta della stanza da letto, senza però guardare nulla, Stradivari. Almeno fino a quando la figura di Violin non fu di nuovo nel suo campo visivo. Allora si soffermò su quella, osservando quegli abiti che portava tra le braccia.
    “E' delle suore dell'orfanotrofio dall'altra parte della strada. Me l'hanno data in prestito quando ho compiuto i diciotto anni.” Gli spiegò asciutto allungandogli gli abiti e mettendosi a sedere sul tavolino antistante il divano su quale si era raggomitolato l'altro. Victor raccolse i vestiti che gli vennero porti e si sollevò nuovamente in piedi studiandoli.
    “E' la tua divisa?- Gli domandò analizzando meglio il tutto. Era ben stirata ed ordinata, tanto che la ripose su un poggia braccio del divano così com'era, impadronendosi per prima cosa dell'intimo. -Orfanotrofio?” Incalzò poi, spinto da un'insolita curiosità. Stava scoprendo di più su Mark in quei pochi minuti, di quanto non avesse imparato in quei tre mesi in cui avevano frequentato la medesima scuola. Ed era piacevole quel senso di pace che si era creato, al di fuori della competitività che si era instaurata tra loro. Annuì in assenso, Violin, alla domanda del compagno di scuola, prima di spostare lo sguardo verso la finestra: da lì si vedeva l'orfanotrofio.
    “Sì. La mia malattia si è manifestata ancor prima che nascessi. Non appena ho visto la luce, sono stato sottoposto ad un intervento ed i miei genitori mi hanno affidato all'ospedale. Presumo che non avessero soldi per le cure mediche. Una delle infermiere conosceva le Suore che mi hanno cresciuto e mi ha affidato a loro.” Spiegò seguitando ad osservare il convento dall'altra parte della strada. Era un edificio comune, dipinto di un bel rosso acceso, così come anche il casolare adiacente. Quello che ospitava i bambini. Li si sentiva urlare, mentre giocavano nel giardino interno, sfruttando le ultime luci del giorno che stava morendo. Qualche volta si riusciva a sentire il suono di un pallone che colpiva l'asta di ferro di una delle porte del campo da calcetto.
    “E non sei stato adottato? Immagino che da bambino fossi molto intelligente e di bel aspetto.” Un commento fatto con leggerezza. Senza pensare prima di dar aria alla bocca. E quando la risposta di Mark arrivò addosso a Victor, si sentì stringere allo stomaco, colpito forse più violentemente del pugno che gli aveva inferto il barbone.
    “Alla gente non piacciono i giocattoli rotti.” Morbida quella voce bassa e leggermente roca con cui aveva parlato l'uomo. Lo sguardo si era spostato dalla finestra ed ara andato a posarsi da prima sul ragazzo ancora seminudo, con addosso solamente le mutande, intento ad infilarsi un corpetto a mezze maniche bianco e poi verso la stanza che aveva davanti, lì dove giaceva il suo violino. Stradivari si voltò verso il collega, facendo scivolare gli occhi sulla sua figura. Sul suo torace. Per un istante gli parve fragile e forte assieme. Segnato già da troppo, pur essendo ancora giovane. E d'istinto andò a toccarsi la spalla destra con la mano opposta in un gesto distratto, che non compiva più da anni.
    “La tua malattia.” Non una domanda, quanto una semplice considerazione quella che si lasciò sfuggire dalle labbra, andando ad afferrare la camicia per indossarla in un gesto spontaneo, sentendosela cadere larga sulle spalle e lunga sulla propria figura. Non si era resoconto del fatto che Mark fosse tanto più grande di lui. Il fisico era asciutto, ma le spalle erano ampie, così come il torace, ora che ci faceva caso. Lo vide annuire, con lo sguardo ancora indirizzato verso la camera colorata di arancio. Stava scendendo il sole, ed era riuscito a perforare solo in quel momento le nuvole che gli avevano creato una coltre attorno.
    “Dovrei essere sotto terra già da un po'. E sicuramente sarei a scaldarmi all'inferno.” C'era dell'asprezza nella sua voce, ben amalgamata con il sarcasmo delle sue parole, tanto che Victor si lasciò scivolare uno sbuffo dalle labbra, più simile ad una risata trattenuta che ad altro, mentre le mani prendevano a far passare i bottoni nelle asole.
    “Addirittura all'inferno? Cosa puoi aver mai fatto di tanto grave?” Domandò con ironia, scuotendo il capo con dissenso ed intercettando solo in quel momento lo sguardo di cristallo dell'altro, sollevato fino ad incrociare il proprio. Esitò per un istante Violin, prima di sospirare pesantemente.
    “Sono omosessuale.” Diretto in quella confessione fatta mentre andava a scostare nuovamente lo sguardo altrove, con noncuranza quasi, come se quanto appena detto non contasse nulla e fosse semplicemente un'informazione in più che aveva fornito. Victor ascoltò in silenzio quelle semplici parole, che per un istante gli pesarono addosso come dei macigni.
    “Anche il mio migliore amico lo è.- Fece spallucce, Victor, richiudendo l'ultimo bottone vicino al collo ed arrotolando le maniche della camicia che penzolavano per una buona dozzina di centimetri oltre le sue mani. Aveva un buon profumo. Lo stesso che ricordava di aver avvertito quel giorno alla Fenice. -E per questo che... in ospedale... ecco..?” Tentennò. Male. Non doveva tentennare. Sarebbe stato come dichiarare di essere rimasto turbato da quel gesto: cosa che effettivamente era avvenuta, ma che non voleva lasciar trapelare. Si diede istintivamente del pezzo d'idiota mentre si avvolgeva la cravatta attorno a collo, cercando di annodarla alla bel e meglio, scoprendosi agitato, in attesa di una risposta che tardava ad arrivare.
    “Più o meno...” Si alzò facendo spallucce, Violin, indirizzandosi verso il tavolo sul quale aveva preparato alcune medicine, probabilmente mentre l'altro si stava lavando. Stradivari aggrottò le sopracciglia seguendolo con lo sguardo per qualche istante, stizzito.
    “Smettila con questi più o meno! O Sì. O No!” Non capì lui stesso perché si stava arrabbiando tanto. Perché cercasse e si aspettasse una risposta. Non capì nemmeno perché ci rimase male quando gli arrivò un “No” secco da parte dell'altro, lasciandolo lì, spiazzato, con le mani a mezz'aria che miravano a risistemare quella benedetta cravatta dal nodo così terribilmente storto.
    “Sono innamorato di te.” Quella dichiarazione uscì talmente spontanea dalle labbra di Mark che Victor per qualche istante pensò che lo stesse prendendo in giro, non fosse per quell'espressione ferma e decisa con la quale il compagno l'osservava. Senza rendersene conto tirò così tanto un lembo della cravatta che rischiò di strozzarsi da solo.
    “Mi stai prendendo in giro. E poi sono etero.” Secco in quelle parole che gli proruppero dirette. Schiette. Violin scoppiò in una risata leggera prima di cominciare ad assumere una serie di pastiglie dalle forme più disparate, così come i loro colori, ingerendole mano a mano con una sorsata d'acqua. Non commentò nulla di quanto detto dal ragazzo, limitandosi ad avvicinarglisi con un sorrisetto che sapeva di malizia.
    “Sì. Può darsi che ti stia prendendo in giro...” Ghignò per buttare giù poi l'ultimo confettino. Andò quindi ad incrociare le braccia al petto, portando gli occhi a scorrere sulla sua figura, soffermandosi sul suo bassoventre con lo sguardo. “Sicuro? Eppure l'erezione che hai avuto in ba...” Non fece a tempo a finir la propria frase che vide Victor scattare come una molla, scuotendo le braccia in aria per farlo tacere, sbraitando frasi incomprensibili. Era tanto ridicolo che Mark rise di nuovo. Aveva una bella risata. Bassa, ma piacevole. Tanto che riuscì a mettere a tacere le lamentele dell'altro che portò il proprio sguardo altrove, mentre lui prendeva a sistemargli la cravatta, esperto. Movimenti lenti, che però sapevano di automaticità, lui che a scuola la cravatta non la portava mai.
    “E' stato solo un caso!”  Protestò Stradivari afferrandogli le mani perché stesse fermo, lasciando che sul proprio viso si formasse una smorfia infastidita, non tanto per l'essere toccato dal compagno di scuola, quanto per le sue parole.
    “Certo. Ovvio.” Ribatté prontamente Violi inarcando un sopracciglio, scettico. Ed ironico. Non c'era dubbio: si stava divertendo a prendere per i fondelli il ragazzo che ci cascò con tutti e due i piedi. Scrollò appena le mani, nel frattempo, liberandosi della presa non troppo forte dell'altro e riprendendo il proprio lavoro, una volta che queste si furono allontanate completamente.
    “E' vero! Sono sempre stato solo con ragazze...” Sembrò quasi discolparsi. Trovare una scusa per quell'imbarazzo che sentiva crescere e montare in sé ogni istante di più mentre Violin gli sfiorava forse inconsciamente il torace. Lo fece con maggior vigore soltanto quando ebbe finito di sistemare l'accessorio, andandogli a dare una pacca più decisa su di una spalla.
    “Questo non vuol dire niente. Sarai bisessuale... Anche io sono stato con delle donne, prima di accettarlo, perché non volevo ammetterlo a me stesso. Sono cresciuto in un ambiente cattolico, infondo.” Scrollò le spalle distaccato, quasi quel discorso non lo toccasse più di tanto, seppure di quando in quando un sorriso dispettoso gli incurvasse ruffiano le labbra, tendendone i tratti già maturi e la pelle abbronzata. Si formavano due piccole fossette sulle sue guance quando rideva. Victor se ne rese conto solo in quel momento, visto che aveva il volto dell'altro ad un soffio dal proprio. Si sedette nuovamente sul divano, Violin, senza però lasciare la presa dalla cravatta di Stradivari.
    “No! Impossibile! Escluso! E quello... sarà successo perché ero appena sveglio. Sì, sicuramente.- Blaterò cercando di suonare convincente tanto per sé stesso quanto per l'altro che l'osservava dal basso, ormai, con quel sorrisetto che si faceva poco a poco più convinto. Più divertito. -Tu... mi stai prendendo per il culo?!” Sembrò rendersene conto a pieno solo in quel momento il ragazzo. Tanto che fece un passo verso l'altro, cercando di apparire minaccioso e cascando in pieno in quella che era una trappola bella e buona, dal suo punto di vista. Mark tirò la cravatta con poca forza, ma questa bastò a far avanzare ulteriormente Victor, tanto che si scontrò con la gamba del collega perdendo l'equilibrio e finendogli diritto in braccio emettendo un gemito stupito, probabilmente.  
    “Un po', sì.- Ammise divertito Violin circondandolo con le braccia. Braccia solide e stabili, che non sembravano essere intenzionate a cedere quando l'altro, in un primo momento, si ribellò. -Non ti faccio niente. Giuro.” Cercò di rassicurarlo andando semplicemente ad appoggiare il capo contro il torace dell'altro che si immobilizzò in quel gesto, trattenendo per qualche istante il respiro ed abbassando gli occhi fino ad intercettare la capigliatura arruffata e lunga del compagno.
    “Ti odio...- Mormorò senza alcuna convinzione Stradivari, allacciando le braccia attorno al collo dell'altro in un gesto che smentiva a pieno quanto appena affermato e sollevando gli occhi verso una finestra. Finestra che venne sostituita in un secondo dal bianco della pelle del divano quando si rese conto che Mark si era steso, tirandolo giù con sé e lasciandosi usare come materasso. -Lascia..!” Prese ad agitarsi di nuovo, Victor, cercando così di liberarsi della presa dell'altro attorno al proprio corpo, senza un equilibrio in quei movimenti spasmodici. Ma ricadde in un misero buco nell'acqua quando l'uomo lo avvolse con più decisione.
    “Lo so. Che mi odi.” Sospirò e Stradivari avrebbe potuto giurare di aver sentito un rantolo provenire dalla sua cassa toracica. Il suono di qualcosa che sta soffocando e morendo. E tremò. Tremò perché si rese conto che quella malattia per cui l'aveva schernito probabilmente gli faceva più male di quanto non ostentasse. Tremò dandosi della stupido perché quelle braccia che ora lo stringevano si erano allenate per non togliersi nulla, nonostante i problemi del loro proprietario. Tremò perché il calore emanato dal corpo del collega era vero e lo faceva sentire bene, tanto da fagli dimenticare quanto accadutogli nel primo pomeriggio e quel rantolo fioco che aveva sentito. E si sentì male, perché nonostante tutto non era vero che lo odiava. Tutt'altro. Forse addirittura l'ammirava. L'invidiava. E si faceva pena, perché davanti a lui non l'avrebbe mai ammesso.
    “Ehy, Violin... non è vero che i 'giocattoli rotti' non li vuole nessuno.” Non seppe nemmeno lui spiegarsi del perché di quella frase. Del perché gli fosse uscita così direttamente. Distratta e probabilmente sincera. Lo pensava davvero? Non riuscì nemmeno lui a spiegarsi come, ma un dolce torpore l'avvolse in un soffio tanto che le sue palpebre si fecero pesanti e lui si addormentò senza quasi accorgersene, lasciando Violin piacevolmente interdetto. Sorrise il musicista, carezzando con delicatezza la gota del compagno. Un “grazie” regalato al silenzio fu l'unica cosa che riempì in ultima la stanza.








Angolino autrice *_* Ed eccomi tornata tra voi! <3
Se lo scorso capitolo abbiamo scoperto qualcosa di Vic, in questo scopriamo indubbiamente tantissimo su Mark! *-*
Spero vi piacerà ^w^
Per questo capitolo, un ringraziamento specialissimo va ad Andy. Perché senza di lui Strà e Vic non sarebbero mai esistiti.
Perché senza di lui, tante idee non sarebbero venute a galla.
Perché gli vogio un bene dell'anima.
Accie fratellone! :* <3

Ed ora le recensioni
_YUKO CHAN_ Addirittura un principe azzurro, Mark? XD Non l'avevo mai visto da questo punto di vista. Però effettivamente, come parte gli calza a pennello! In questo capitolo, in realtà, secondo i miei piani, Vic non avrebbe dovuto mostrarsi così tanto. Mostrare così tanto di sé, ma durante la stesura della storia ha preso allegramente il sopravvento, ed il capitolo è uscito così. L'ho amato molto perché dopo questo capitolo si è lasciato domare, finalmente XD All'inizio, l'idea del bacio c'era anche, devo ammettere. Ma credo avrebbe infranto quella tensione che volevo creare nel capitolo successivo, cioè questo :) Spero che ti piacerà, anche se non succede nulla di particolare ^w^

_NonnaPapera_ Tutte tutte le ho lette v_v Non c'erano tanti errori, dai XD e poi erano belline *___* Ma veniamo a noi... Il barbone all'inizio è messo per fare paura X°D In realtà lo ritroveremo anche più avanti, anche se solamente citato v_v Sì, sono dei babbei. Ma c'è da tener conto anche che uno dei due **indica Victor** ha un carattere davvero pessimo. Mark è decisamente più accondiscendente ed aperto XD Ed in questo capitolo, come pronosticato, ecco che si scopre anche qualcosa su di lui :) Shi *-* Ax ha una shot tutta sua e sto cominciando a lavorarci su in questo periodo v_v vediamo che ne esce fuori =P Alla prossima ^w^

_My Pride_ Vero anche questo v_v (**venera Roy**) In realtà temevo di cadere nel banalotto a causa del passato di Vic... non so nemmeno io in quel momento a cosa stavo pensando, quando ho deciso di fargli "vivere" quello che ha vissuto. Però mi serviva una giustificazione per questo suo carattere, e questa credo sia stata piuttosto esauriente. Trovo che spieghi tanto la mancanza di capacità sua di amare nel senso proprio del termine, quanto quello di utilizzare le ragazze come dei meri oggetti. Non sai quanto possano farmi piacere le tue parole T^T Non mi sono mai ritenuta capace di scrivere una storia romantica degna di questo nome, quindi è davvero un complimentone enorme, il tuo ç_ç Per quanto riguarda la virgola nel titolo, è per dividere la frase come nella canzone dalla quale l'ho tratto. Diciamo che è lì per una questione grafica, piuttosto che grammaticale =P Accie per avermelo detto, comunque *w*

_Nana Swan_ L'incontro-scontro sulla borsa di studio era una cosa che d'aveva da fa. Vic altrimenti avrebbe portato rancore a Mark per una vita, e la cosa non sarebbe andata bene. No no. Eccoti il seguito del capitolo :) Spero ti piacerà come il precedente e che la tua curiosità verrà soddisfatta *o*

_LayShaly_ ç_ç **si commuove** Spero di non divenite tediosa, proprio a causa del mio esser puntigliosa nelle descrizioni >_<" Per il resto ti ringrazio davvero tanto per la recensione *-* Mi ha fatto davvero piacere *o* La scena del bacio, credimi, è stata la ciliegina sulla torta anche mentre scrivevo XD Non vedevo l'ora che accadesse, proprio perché altrimenti non si sarebbe mai movimentata la situazione X°°

_RiflessoCondizionato_ Tesora, anzitutto comincio con il chiedere perdono per aver mancato al contest sui Tarocchi. Il Pc mi ha tradito, tanto che TUTTE le mie storie sono andate perse! >_<""
Veniamo a noi, intanto (si vergogna da morire). Axel e Lizzy sono un'accoppiata scoppiettante! *-* Purtroppo hanno poco spazio, in questa storia T^T Avrei voluto scrivere molto di più, su di loro :/ Ma troveranno i loro spazi anche loro v_v Intanto... Mark PARLA! E credimi, solitamente, quando lo fa, lascia il segno, combussolando sempre di più il povero Vic X°D E quel bacio è stato liberatorio per tutti, a quanto vedo XD Dieci e lode *-* Addirittura! XD Bellissimo! *A* Sì, sono convinta anche io che ad ogni "ti odio" di Strà, corrisponda un "ti amo". Ma non diciamogli che lo abbiamo capito. Il poverino è ancora confuso v_v
Credo poi, che nella tua seconda recensione, abbia azzeccato completamente quello che è lo stato d'animo di Vic. Lui ha paura. Terribilmente paura di quel ragazzo troppo più bravo di lui. Ha paura che a causa sua, diventerà completamente inutile allo sguardo degli altri. Sono felice che lo scorso capitolo ti sia piaciuto più degli altri. Spero che anche questo sarà all'altezza delle aspettative *-* alla prossima, ed ancora scusa >_<



Grazie a tutti quelli che hanno anche solo letto ^w^
Certo, una recensioncina, anche solo per criticare, non mi dà fastidio. Tutt'altro.
Grazie comunque :)
Un baciotto a tutti!

Herì
   
 
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