Breve one shot ispirata alla puntata dell'11 marzo :) 
*alcune cose sono come nell'epidosio, altre di pura invenzione* ...E che altro dire? Mmmh... Tomàs, ti adoro!! *occhi a cuoricino*
E, naturalmente: spero che il breve testo vi piaccia. Baciiii

“Non finisce qui"
Sorride, falsamente cortese, allontanandosi dall’orecchio del principe arabo. In quel momento non gli importa proprio di nulla: né del cancelliere, né di Celina, né del fidanzamento, né del fatto che lei gli ha sempre mentito e che ora è di un altro… Ma diamine, no! Non poteva essersi sposata!
Soprattutto non contro la sua volontà, penṣ, osservando il suo volto da cucciolo ferito.  I grandi occhi chiari erano lucidi di lacrime e il labbro pieno tremava leggermente, come una bambina ferita.

Niń.

La sua Niń. Nessuno gliela avrebbe portata via.
La guarda correre via, scappare come sempre, ma questa volta non potè darle torto.  Lei era una donna libera, mentre Abdel considerava le donne come oggetti che non erano neppure degni di essere guardati negli occhi. Avrebbe distrutto lo spirito di Niń in pochi mesi.
“Oh!” esclama Celina, sorridendo gioiosa “Ma come sono felice per Niń!... Congratulazioni, ancora congratulazioni!”
“Smettila” le intima Victor, strattonandola per un braccio e trascinandola via.
Ma Tomàs non li ha neppure sentiti: il suo sguardo è ancora fisso sul suo avversario. L’arabo ricambia l’occhiata, alzando il mento.
Non finisce qui.  Si ripete, allontanandosi a grandi passi.
Ha bisogno di aria, di respirare. E di trovare un’idea che possa salvare Niń. Ma possibile che quella ragazza si cacciasse sempre in ogni sorta di guaio? Era un vero disastro.

“Ti amo, Ambasciatore”

Sospira,  passandosi una mano tra i capelli. Ma chi voleva prendere in giro: lui l’amava ancora, ancora e per sempre. Quella era proprio Amore, quell’amore che ti fa saltare il cuore in gola ogni volta che la vedi, che ti fa sorridere anche quando sei stanco morto, che ti fa toccare il cielo con un dito… Quell’amore possessivo e protettivo che non si pụ soffocare.

“Quella è la mia torre”
Mi guarda interdetta “No… Quella è la mia torre. Ci giocavo sempre da piccola”
“Ho costrutito io quella torre”
“Lei ha costruito la mia torre?”

E ancora, ancora, ancora…

“Lei non sa cos’è l’amore” singhiozza.
“Certo che lo so. L’amore è quello che provo per te, Niń”

Si blocca di colpo, notando una ragazza seduta tra l’erba. Niń. Chi altri, senṇ?
Ha ancora i vestiti della danza del ventre, evidentemente era troppo sconvolta per pensare di cambiarsi. Chissà come avrà fatto a scappare dalla grinfie delle mogli di Abdel…
La vede piangere, mentre affonda le mani tra la terra in cerca di un po’ di conforto. I lunghi capelli, dai riflessi infuocati, si agitano pigramente al passare del vento, sfiorandole le spalle nude.
Niń.Niń. Niń.
Da quando non la vedeva sorridere? Da  quanto non lo chiamava ‘pelato’ , con quel suo fare gioioso?
E se non fosse accaduto mai più?
Sent́ una fitta al cuore, e senza neppure pensarci si avvicina alla donna che lo aveva fatto impazzire.
“Tomàs…” mormora, affrettandosi ad asciugarsi le guancie con l’unico disastroso risultato di sporcarsi di terra.
Non le risponde, inginocchiandosi ad infilare le mani nella terra.
Restano coś, due nemici che si amano, ad affogare il loro dolore nella terra, l’uno accanto all’altro. Insieme avrebbero superato anche questo problema.

Non finisce qui.