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Autore: _Breath_    12/03/2011    2 recensioni
Sensazioni. Perché sono stanca di tutto, perché odio tutto? I Belive in Nothing.
Ricordate, seguite i vostri ideali
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sì, avrei dovuto scrivere "Stanca", visto che il narratore in realtà è una lady. Ma vabbè, mi piaceva di più stanco xD
La storia è divisa in 3 parti: Jaded, questa, il mio stato attuale, poi I Belive in Nothing e The Choice, che parlano rispettivamente: I Belive in Nothing dei miei come mi considerano, per una scelta; e The Choice di questa scelta come venne fuori. Il nome, Emily, è di pura fantasia, non è il mio nome da come si può leggere nelle NdA xD.
Bene, detto questo, vi auguro buona lettura :)

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I: Jaded (Stanco)
Sono stanca.
Stanca di dover sottostare a stupide regole.
Stanca di persone che litigano.
Stanca di dover pensare che quella strana sono io.
Stanca di dover avere tante amicizie false e nemmeno lo so.
Stanca di avere genitori che ti credono diversa per una scelta diversa dal loro credo.

Ma ora penso...Forse sono davvero io la strana?
Forse sono io che devo cambiare?
Quella che non sopporta niente?
Perché tutto questo?
Bisogna tornare nel passato...

II: I Belive in Nothing
(Credo in Niente)

Già, in niente. Eppure non si direbbe, a guardarmi. La mia famiglia è una di quelle che ama la chiesa, prega e santifica le feste, la classica famiglia cattolica tutta buona. Io no. Sono considerata "la diversa". Perché poi? Per una scelta?! Bah, che ipocrisia. E poi dicono che ognuno ha il Libero Arbitrio. Come no. Ma andatevene a quel paese, non credo più. In niente.
Perché feci questa scelta?
Bisogna tornare nel passato...

III: The Choice (La Scelta)
Ero in cucina e stavo preparando la cartella per la scuola per il giorno dopo, era sera. Mia madre era accanto a me, al pc, mio padre invece era sul divano, guardava la tv.
-Mamma, devo dirti una cosa.- dissi, con tono nervoso.
-Ok, dimmi. Quello che vuoi.- mi rispose, in tono calmo.
Va bene, diciamoglielo secco. -Mamma, qui c'è l'iscrizione per l'anno prossimo a scuola,
ed io non farò religione." questo lo sottolineai, ero stanca di sentire tante idiozie. Non ci credo più, ormai. Perché dovrei crederci, in fondo? La Chiesa predica carità ai poveri e poi loro stessi hanno tutti quei beni. Ma che ipocriti.
Mia madre a quelle parole rimase di stucco. -C..come non vuoi più fare religione?- mi disse. Io stetti sul piede di guerra -Non la farò nemmeno se me lo chiedi in cinese! Mai!-.
Che stupidità. Ci volle un mese per convincerla all'idea che il professore
non mi aveva fatto del male. Perché non si può fare una scelta senza incolpare altri? Bah!
Fatto sta, che consegnai l'iscrizione alla prof con il mio obiettivo raggiunto. Non farò religione.
Tutto tranquillo, no? No! Mi trovai mia madre a scuola che parlava con il prof, il tutto per convincermi a tornare sui miei passi. Figuriamoci! Neanche morta! Piuttosto cambio nome.
Ricordo bene che disse -Buongiorno, ragazzi. Ciao anche a te, Emily. Ah, ecco, sì. Vieni un attimo con me fuori che ti devo parlare.- Pensai subito "Ah bene, è venuta mia madre! Guai in arrivo, Emily". Usciti fuori, disse -Emily, Emily cara, perché te ne vai? Sei da 8, e potresti essere da 10, mi hai fatto un compito splendido, perché mi fai questo?-. Compito
splendido . Già, peccato che di quel compito la metà lo scrissi su un foglio il giorno prima. -Ho i miei motivi. Si giunge ad una scelta, prima o poi. Ed io ho fatto la mia.- dico, sospirando. Prima finiamo e prima sto bene. Non mi piace questo come mi guarda. Lunghi attimi di silenzio. Dopodiché si giunge alla risposta, la sentenza..-Oh certo, è giusto. Peccato che io non sia un catechista, ma un semplice prof, ed io insegno la storia delle religioni. Ti consiglio di darmi un'altra possibilità.- Pensai subito "E perché, se no che mi fai?" Che gente si trova al mondo ._.'
Entrammo in classe, e tutto come se non fosse successo.
Giorni dopo ero confusa. Le discussioni con mia madre diventarono frequenti e la tensione salì in tutta la famiglia.
Odiavo tutti a tal punto da voler stare fuori più che potevo.
A scuola forse le cose andavano meglio. C'era qualcuno migliore, o meglio, una, una sola. Gli altri, per me, potevano andarsene tutti.
Ero confusa, non ero più sicura di aver fatto la cosa giusta.
A chiunque chiedevo, mi rispondeva che io avevo torto.
Si ha torto anche in una scelta così importante?
Avrei voluto qualcuno neutrale, che così mi poteva dare una mano. Per una volta il destino mi aiutò. Il qualcuno arrivò. Nella scuola, ma arrivò.
Così, messa la timidezza da parte, dopo un mese dall'arrivo di Qualcuno, chiesi.
All'inizio volle sapere cosa c'era dietro quella domanda. E mi trovai a spiegare tutto.
Mi sarei aspettata un altro punto contro, invece no. Anche se era dell'altra sponda, e non della parte degli alunni, era a favore mio. Mi disse che la mia decisione è la cosa più importante e và rispettata.

Adesso sono tornata abbastanza indietro. Ho capito perché sono stanca di di dover sottostare a stupide regole.
Stanca di persone che litigano.
Stanca di dover pensare che quella strana sono io.
Stanca di dover avere tante amicizie false e nemmeno lo so.
Stanca di avere genitori che ti credono diversa per una scelta diversa dal loro credo.
Ho capito perché.
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Spazio autore: Ok, finalmente ho finito. Tutto quello raccontato nel capitolo III, ossia "The Choice" è realmente successo nell'arco di tempo di fine gennaio 2011-fine febbraio 2011.
Non ho molto da dire, oltre che mi fà piacere che c'è chi può aiutare. Basta trovarlo.

Breath

 

  
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