Lo
spettro dell’amore
“Sono
in pasto ai cimiteri
Morirai
per me?
Sono
i crisantemi neri
Sono
in cielo”
Camille si
avvicinò alla tomba.
Il
vento soffiava lieve in una brezza di inizio
autunno, il tramonto stava tingendo tutto con sfumature di fuoco,
donando
malinconia al cielo.
Ormai
nel grande cimitero cittadino la gente stava
fluendo, ognuno per ritornare alle proprie case, alla propria vita. Lei
invece
avrebbe –se solo fosse stato possibile- scelto di vivere in
quel posto per il
resto dei suoi giorni da viva.
Xander era lì, sotto la fredda pietra, il suo corpo giaceva
inanimato, per lei
non c’era altro luogo se non quello al fianco del suo uomo.
Aveva tentato di
salvarlo, ci aveva provato con tutta se stessa, con tutto
l’amore che era in
grado di donare. Però Xander era un uomo
dall’animo scuro, anziché venir
salvato da lei e dalla sua purezza aveva finito invece per corromperla. Avevano vissuto per anni
lei e lui, immersi
nelle peggiori cose che l’essere umano possa conoscere.
Però
nonostante questo Camille era felice, l’amore
che provava per Xander colmava di gran lunga tutto lo squallore nel
quale era
precipitata. Nessun rimpianto, nessun ripensamento, nessuna nostalgia
per una
vita felice e spensierata. Solo lei e Xander… solo questo
contava.
Infine
tutto era finito. Così come era cominciato,
senza preavviso, senza ragione, senza un perché. Xander era
morto e a tutt’ora
non si capiva bene neppure come fosse potuto succedere. E lei rimasta
sol,a
aveva ripreso il corso della sua vita dove anni addietro
l’aveva interrotta.
Aveva ripreso a studiare, a rivedere i vecchi amici, a parlare con i
genitori.
Morto Xander si era
purificata dal suo
animo nero che la contaminava. Tutto pareva aver ripreso il giusto
corso, i
genitori, gli amici, i parenti non passava giorno in cui non si
sentisse
ripetere quanto la morte del suo amato fosse stata un intervento divino.
Erano
tutti felici, tutti ad eccezione di Camille.
Lei aveva ripreso una vita nella
“regolarità” ma non era mai trascorso
giorno -
da che Xander era morto- in cui lei non si fosse recata al cimitero per
parlare
con lui.
Ecco
perché da
esattamente un anno ritornava
sempre tutti i giorni in quel posto di desolazione e disperazione.
-Ciao
Cherie-
La voce roca si levò nel silenzio del cimitero ormai deserto.
Camille alzò gli occhi e sorrise felice, il viso rischiarato
dai lampioni che
iniziavano ad accendersi.
-Ciao-
Xander era lì come ogni sera, le gambe accavallate
indolentemente sulla sua
tomba, la solita sigaretta tra le
labbra, il sorriso
sghembo ed un po’
cattivo -che lo caratterizzava anche da vivo- a piegargli gli angoli
della
bocca.
- Come ti senti?-
Una risata roca –che per chiunque altro al di fuori di
Camille sarebbe suonata
terrificante- si alzò profonda.
-Cherie… sono morto, chiedermi ogni santa sera come sto non
è il modo migliore
di cominciare la conversazione-
Camille arrossì leggermente per la puntualizzazione.
Era vero. Xander era morto, però per lei era difficile
distinguere la sua vita
dalla sua morte, dal momento che non c’era stata una vera e
propria
interruzione tra le due esistenze.
-Scusa-
mormorò mesta.
-Comunque, sia io mi annoio terribilmente qui- sbuffò Xander
con fastidio.
-Davvero? Vuoi che venga a trovarti più spesso? Magari nel
pomeriggio?-
-Uff, che palle, possibile che tu sia così stupida a volte?-
l’irritazione di
Xander crebbe maggiormente.
- Io sono legato a questa stupida tomba, guarda non posso fare nemmeno
un
passo- e così dicendo cercò di mettere un piede a
terra ma, una luce blu dotata
di una forza spaventosa lo respinse
ributtandolo sulla fredda lastra di marmo.
Camille lo fissò intristita. Se solo avesse potuto fare
qualcosa per rendere
felice Xander allora lo avrebbe già fatto. Purtroppo per
quanto si fosse
informata e documentata non era riuscita a venire a capo di quella
strana
situazione. Xander era come bloccato in un limbo molto ristretto, il
suo mondo
era esclusivamente quella tomba solitaria e desolata.
-Mi dispiace-
-Si certo, allora hai portato qualcosa per festeggiare?-
-Festeggiare?-
-Ma scusa ti sei scordata?-
Camille scosse la testa confusa.
- Oggi è l’anniversario della mia morte!- disse
Xander, poi alla vista della
faccia allucinata e rattristata della ragazza esplose in una risata sguaiata.
- Io non voglio festeggiare una cosa tanto triste. Tu scherzi, ma
questo è il
giorno in cui io ti ho perso per sempre… farei qualunque
cosa per ritornare al
tuo fianco- bisbiglio Camille.
Passarono
alcuni istanti di silenzio, istanti nei
quali gli occhi di Xander si illuminarono di una
luce sinistra -ma che Camille non colse- poi la domanda
tagliò
l’aria della sera:
-Qualunque cosa?-
Camille annuì con forza fissandolo decisa negli occhi.
-Moriresti per me?...-
sussurrò
lascivo Xander.
La ragazza sobbalzò, il viso sfigurato dalla paura
per quella assurda richiesta.
-Suvvia non fare quella faccia terrorizzata, credi che ti stia
chiedendo
tanto?- ma notando che l’altra indietreggiava urlò
con voce inumana.
- Io sono qui da solo, in questo posto di merda, sono in pasto a questo
cimitero… non sono
più un uomo ma non
sono neppure morto… dicevi di amarmi. Dimostralo, altrimenti
sparisci e non
farti più vedere!-
Quell’ultima frase riscosse Camille. Lasciare per sempre
Xander? Vivere una
vita senza di lui?
No, non era assolutamente concepibile per lei. Tra la morte e
l’esistenza senza
di lui, preferiva senza dubbio alcuno la morte.
-Casa vuoi che faccia?- chiese risoluta ormai ad andare fino in fondo.
Xander tese semplicemente la mano invitandola a raggiungerlo sulla
lastra di
marmo.
- Devi solo venire qui… io non posso uscire, ma tu sono
certo che puoi
entrare…- mormorò suadente, il tono di voce
nuovamente calmo e confortante.
Camille annuì, fece i due passi che la separavano dalla
tomba, trasse un
respiro profondo chiuse gli occhi e si buttò.
Un
tuono squarciò il silenzio del cimitero. La luce
blu esplose di nuovo e la trascinò
all’interno di sé, Camille gridò,
mentre tutti i crisantemi del camposanto si
tingevano di nero.
Poi
nuovamente il silenziò. Quando riaprì gli occhi
si ritrovò incastrata nella tomba di Xander, ma del suo
amante non c’era
traccia.
-Xander, Xander…- chiamò, la voce terrorizzata e
disparata –Dove sei?-
Xander
fissò la fredda lastra di marmo che recava
scritto il suo nome.
-Grazie per aver preso il mio posto Cherie- poi fischiettando si
allontanò dal
cimitero, senza mai voltarsi indietro.
End
PICCOLO SPAZIO PRIVATO:
Non
ho idea nemmeno io del perché sia uscita una
cosa simile. Inizialmente avevo in testa tutt’altra trama.
Però mentre scrivevo
le cose venivano fuori da sole… e devo dire che il risultato
finale non mi
dispiace affatto! Classificata prima al contest Baustelle:
Originali e Multifandom
La
canzone è “San
Francesco” dei Baustelle .Allora cosa mi dite? Vi
è
piaciuta?