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Autore: _Enya    13/03/2011    5 recensioni
Con un lieve ritardo, ho postato questa fic, un piccolo tributo a George, un viaggio attraverso i suoi compleanni.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: George Harrison
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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[25 Febbraio 1943]
"è un maschietto!" sorrise l'infermiera, guadagnandosi un'occhiata carica d'amore da parte della madre.
"Guarda che guance! E che occhioni!"
"Ha già deciso il nome?" chiese curiosa l'infermiera.
"Si, si chiamerà George"
"è un bellissimo nome" disse il padre.
Dopo poco, due grandi occhi neri si spalancarono, la piccola boccuccia si aprì e ne uscì un lungo suono strozzato, quasi sguaiato, mentre piccole goccioline salate scivolavano giù per le guance. Louise sorrise intenerita, ormai abituata a quel suono, e lo cullò per farlo calmare.
L'ultimo arrivato in casa Harrison fu accolto con grande gioia. Erano tutti contenti di quel piccolo frugoletto appena arrivato.
La notte Louise guardò il piccolo George dormire nella culla, e si stupì che, a differenza dei fratelli, non si agitava, non piangeva: lui se ne stava lì, a dormire serenamente, preso da chissà quali sogni.

[25 Febbraio 1953]
"George, vieni a spegnere le candeline!" Gridò Louise, tenendo in mano una torta. George era in giardino, e stava ascoltando una radio malfunzionante regalatagli dal padre l'anno prima. A quel richiamo George scattò in piedi, portandosi dietro la fedele radio. Spense le candeline e ad occhi chiusi, espresse il suo desiderio: "Vorrei essere anche io un giorno ascoltato attraverso una radio". La madre e il padre lo abbracciarono e gli sussurrarono: "Vedrai che sarà così, lo sento".

[25 Febbraio 1964]
"Auguri vecchiotto!" Lo apostrofò John, dagliogli una pacca sulla spalla e buttandogli in mano il suo regalo.
"Ehy, qui di vecchio ci sei solo tu!" Ribattè Paul mentre aiutava George a riemergere dalla montagna di lettere e pacchietti inviati dalle fan.
"E questo cos'è?" disse, prendendo in mano un pacchetto molliccio e gocciolante.
"è... Una torta?!" George scoppiò a ridere lodando il coraggio di quella fan, che aveva spedito una fetta di torta direttamente dal Canada!
"Ehy, VECCHIO, c'è un'altra sorpesa per te!"
"Cioè?"
"Guarda un po' là..."
Proprio lì, sulla porta c'era Louise, con in mano un grosso pacchetto:
"Mamma!"
"Auguri piccolo"
Georrge, felice come una Pasqua, aprì il suo pacchetto e ci trovò la sua prima radiolina, ormai MOLTO malfunzionante con il suo nome scritto in piccolo.
"Smanettavi sempre quella radio... Non credo funzioni ancora..."
"Ma che dici? Funzionerà!"
Parlarono, ballarono e... Aprivano lettere che arrivavano ovunque.
"Auguri George, questo è per te" Brian consegnò un bellissimo orologio a George, che tutto contento se lo mise al polso.
"Grazie, Mr Epstein!"
La festa dopo un po' finì, e George tornò a casa. Superato il portone (e le fan) arrivò all'ingresso e trovò appeso alla porta un bigliettino.
"Auguri George. Buon 21esimo compleanno. Pattie"
Sorrise. Aveva conosciuto Pattie sul set di A Hard Day's Night e ne era rimasto colpito. Chissà se tra di loro poteva nascere qualcosa?
E, con quella speranza nel cuore, andò a dormire felice.

[25 Febbraio 1969]
"Qui ci vuole un fa... Ecco, così. Piano... NO! Hai sbagliato, come al solito!"
George era stufo delle manie perfezioniste di Paul. Davvero stufo. Si doveva suonare come diceva lui, cantare come diceva lui... Tutto come diceva lui, e intanto non concludevano nulla.
Si prese una pausa e si chiuse in un angolo, a leggere il biglietto che sua madre gli aveva mandato, dove gli augurava tutto il bene del mondo e blablaba.
"Torna qui e LAVORA!" Gli urlò duro Paul. Lavoro. Questa parola gli rimbalzò nel cervello più volte. Lavoro. Non aveva mai visto la musica come un lavoro, la musica è una passione, e forse Paul se ne era dimenticato. Si alzò e passò davanti agli occhi sconsolati di Ringo e, compostissimo, oltrepassò due indifferenti John&Yoko. Si sedette davanti ad un Paul shoccato e gli suonò Dig A Pony in maniera perfetta, tanto che Paul, sconfitto, andò a provare per conto suo. Passarono le due ore successive ad accordare ogni tipo di strumento a portata di mano, per passare il tempo.
Non una parola tra di loro, non più. George accordava la sua chitarra lentamente, non riuscendosi a concentrare e pensando a quanto erano allegri e pieni d'amore i suoi precedenti compleanni. D'improvviso vide svolazzargli davanti un foglietto e riconobbe la calligrafia di Ringo. "Auguri George". Poche righe che bastarono a George per riprendere a sorridere. Si alzò per ringraziarlo, ma Ringo era già all'uscita. "Esco prima oggi. Maureen mi aspetta."
"Andiamo anche noi" continuarono John&Yoko.
"A questo punto vado anche io, see you George."
Non un abbraccio, non un saluto. George rimase nello studio a suonare tutta la notte. Da solo.


[25 Febbraio 1984]
"Auguri papà!" disse il piccolo Dhani saltando in braccio a suo padre e consegnandogli un piccolo pacchetto.
"Grazie! Oh, ma cos'è questo?" disse togliendo la carta e aprendo una piccola scatoletta bianca che conteneva una bellissima statuetta indiana.
"è una cosa che io e mamma abbiamo preso per te!" disse trionfante il piccolo.
"è bellissima!"
Passarono la mattinata in giardino a giocare, quando la porta suonò. George andò ad aprire e si trovò Ringo e Paul di fronte. Si abbracciarono: erano secoli che non li vedeva...Sorridendo gli porsero il loro regalo; un bellissimo ukulele decorato in maniera psichedelica che, ovviamente, presero a suonare tutto il giorno, riprendendo vecchi classici come Elvis o Little Richard, ma anche dei loro vecchi pezzi Beatlesiani... La giornata passò molto in fretta, tra una chiacchiera e l'altra: "Certo che se fossimo stati un po' meno idioti magari.."
"Giovani e ingenui... Ci siamo fatti fregare!"
"Ma pur sempre i Beatles! Insomma, ancora circola la nostra musica!"
"Si, guadagnamo i diritti delle canzoni..."
Arrivò, come sempre, il tramonto e Paul e Ringo se ne andarono, lasciando a George un bellissimo ricordo dei suoi 41 anni.

[25 Febbraio 2002]
Alcuni musicisti quel giorno erano radunati tutti in sieme in un mega concerto privato. Quei musicisti avevano in comune una cosa: George. Erano lì per festeggiare quello che sarebbe stato il 59esimo compleanno di uno dei chitarristi che hanno rivoluzionato la storia della musica. Erano lì radunati per lui, uniti dall'amore che George aveva donato loro. Ma c'era una sola persona che, nonostante l'aria era pressocchè felice, non riusciva a non essere malinconico. Lui stava in un angolo, a suonare una chitarra classica, curvo su se stesso. Sfiorò una piccola radio definitivamente rotta che con una scritta a pennarello in alto e la calligrafia storta e piccola "George".
"Auguri papà" sussurrò.


Bene innanzitutto... Grazie per aver letto la mia storia! Dovevo pubblicarla per il compleanno di George, poi la mia infinita pigrizia (sigh!) mi ha impedito di trovare i pezzi di carta dove l'avevo scritta ,_,' A questo punto non mi resta che dire... Baci, FederiKa.
   
 
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