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Autore: PeaceLove    13/03/2011    3 recensioni
Chi fermerà la pioggia?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Premetto che non sono una scrittrice. Non so nemmeno coniugare perfettamente i verbi, ma li so collocare al posto giusto nei temi. Credo sia una dote. Una dote che non merita commenti troppo belli.


Gennaio 1963

Faceva freddo. Tanto freddo. Era l’inizio di gennaio, quel periodo che Becky tanto detestava: le feste natalizie, che tenevano su di morale la gente anche con le basse temperature, erano finite, e non restava altro da fare che aspettare l’inizio della primavera, infagottati in cappotti in tweed e maglioni di cachemire, con sciarpe di lana arrotolate attorno al collo e orridi guanti di camoscio. Becky odiava i guanti di camoscio. Preferiva avere le mani congelate piuttosto che indossare i resti di una povera bestia. Le strade di Londra erano piene di neve sporca, molto diversa rispetto a quella bianca e candida che cadeva dal cielo ogni anno, a Liverpool. Liverpool era la città della sua infanzia, della sua adolescenza, dei suoi ricordi e del suo unico grande amore. E, appunto, se voleva ritrovare questo suo unico e grande amore doveva per forza attraversare tutta Londra a piedi. La sua splendida Mini rosso fuoco era finita addosso ad un albero quando quel vecchio balordo a Parigi aveva tentato di allungare le mani, e, da allora, si era arrangiata pagando scaricatori di porto e facendo auto stop in giro. Parigi era la sede dell’università di lettere che aveva frequentato in quei quattro anni e mezzo di solitudine e tristezza. Parecchio aveva sofferto una volta allontanatasi dalla sua patria, ma, si sa, queste cose si superano, e non c’era tempo per piangersi addosso ora che era a pochi passi dal suo amore. Tanto tempo era passato. Troppo, forse. Chissà che cosa stava facendo in quel momento. Era cambiato o era rimasto sempre lo stesso cinico elfo britannico di sempre? Mentre si poneva tutte queste domande, Becky era finalmente arrivata davanti agli studi di Abbey Road.

- Mi scusi! – disse rivolgendosi all’enorme addetto alle pulizie che gironzolava con una sigaretta appesa tra i denti giallognoli.
– Mi scusi! – ripeté.
– Che vuoi, donzella? – rispose sgarbatamente l’uomo.
– C’è qualche gruppo che registra stasera? – gli chiese Becky.
– No, che io sappia no. - grugnì. – Ma vai a controllare, se vuoi. Studio 2. Solitamente gli scarafaggi sono là dentro.
– Scarafaggi? – lo guardò incredula.
– Non sei anche tu una di quelle puttanelle di Liverpool che vogliono vedere i loro beniamini all’opera?
– Sì, cioè no, cioè forse!
– Che hai, ragazzina? – le domandò l’addetto.
– Niente, niente. Vado a controllare, allora. Arrivederci!
– Arrivederci. Ma guarda questa! - commentò l'uomo.

“Allora è così che si chiama il suo gruppo, scarafaggi! E saranno anche parecchio famosi se sono così richiesti. Se ne sarà già trovata un’altra, con tutte le belle ragazze che gli girano attorno! Ma che pretendo? Magari non si ricorda neanche più di me! Eppure gli ho scritto una marea di volte! Ed è anche vero che lui non mi ha mai risposto! Uffi, la vita è sempre così ingiusta!” presa com’era dai suoi pensieri non si accorse nemmeno di aver già varcato la soglia della sala di registrazione. La musica bellissima che la riempiva si interruppe bruscamente. Tutti si voltarono verso di lei. Riconobbe il bellissimo Paul al basso, il tenebroso George alla chitarra, ma non riconobbe il tizio alla batteria con un proboscide al posto del naso, compensata da dei penetranti occhi blu. Il caschetto cortissimo donava a tutti e tre.
– Che cazzo state facendo ragazzi?!? Perché avete smesso di suonare?!? La vogliamo incidere per domani sì o no?!? – l’uomo che aveva parlato uscì dal pianoforte (non domandatemi il perché xD) e inizio a bestemmiare davanti agli altri componenti, impalati come stoccafissi ed incapaci di spiccicare la benché minima parola. Solo allora l’uomo guardò verso di lei. E nello stesso istante che lo fece, lasciò cadere gli spartiti che aveva in mano.
Ma non l’accolse con il caloroso saluto che lei si aspettava.
– Dannazione, Becky! Proprio adesso dovevi ricomparire???? – Tipico di John.

Grazie per aver resistito fino in fondo xD xD 
  
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