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Autore: Franca    17/01/2006    2 recensioni
-ragazze- esordì una tipa con lunghi capelli d’oro mentre si metteva le scarpe -è arrivato un nuovo ragazzo in classe mia… ed è piuttosto caruccio…- sorrise maliziosamente; Francesca si mise la giacca ed uscì dalla stanza, mentre la ragazza cominciava a descrivere un ragazzo chiamato Giovanni Guardino. P.S.... XFAVORE COMMENTATE!!!! (tutto è ben accetto)
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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XXXXII CAPITOLO

XXXXII CAPITOLO

 

La mattina dopo la mamma di Giovanni, era molto pallida e con i grandi occhi azzurri assai spenti. Giovanni si sedette a tavola per fare colazione senza dire nulla a Simona che guardava con sguardo vuoto la tv spenta alla sua sinistra, mentre Silvia lanciava dei cornflakes contro il fratello.

 

-riguardo ieri sera…..- cominciò esitante la madre ma venne subito bloccata da Giovanni.

-complimenti- disse a bassa voce lui.-

-Giò scusa, non era mia intenzione metterti in imbarazzo coi tuoi amici ma….-

-non è quello, mamma- disse a denti stretti il ragazzo mentre Silvia, ignara di tutto, giochicchiava con un pupazzino trovato nella scatola dei cereali…

-TI SEI UBRIACATA!!! È qUELLO IL DRAMMA!!!- le urlò Giovanni – E PER DI PIU’, DAVANTI A TUA FIGLIA!!

Silvia ora osservava la scena a bocca aperta stringendo in mano il pupazzino che non veniva degnato di uno sguardo.

-è vero Giò, lo sai non è facile per me, volevo solo tirarmi un po’ su…-

-CON UN BICCHIERE PIENO DI COGNAC?? LO DICEVI ANCHE TU CHE BISOGNAVA ANDARE AVANTI… E TU COSA FAI?? TI UBRIACHI ADDIRITTURA DAVANTI A SILVIA???- Detto questo Giovanni si alzò, prese la giacca e uscì di casa sbattendo la porta.

-cos’è mamma la ubriacada?- chiese innocentemente Silvia.

-niente Silvia- sbottò sua madre – forza siamo in ritardo prendi la giacca e la cartella.-

 

Quella mattina non incontrò Francesca prima dell’intervallo. Camminando nei corridoi pieni di schiamazzanti ragazzi Giovanni si sfogò con lei.

-bè ma devi capirla Giò, cambiare città, casa, tutto non deve essere facilissimo, poi tuo papà che è sempre al lavoro non l’aiuta sicuramente…- cercò di convincerlo Francesca, ancora ignara della morte del padre di Giovanni.

-lo so però…- ribattè Giovanni –non me la sarei aspettata una cosa del genere, soprattutto da una donna ormai matura e soprattutto da mia madre…-

-vuoi avvertire tuo padre?- chiese la ragazza.

-no no. Si creerebbero altri problemi. Meglio di no- concluse Giovanni.

 

Poco dopo si avvicinò un gruppo di ragazzi del loro hanno. Non avevano una buona reputazione a scuola, e tutti ne stavano il più possibile alla larga.

-EHI GUARDINO!!!- gli urlò uno di loro – HA SMESSO DI NITRIRE TUA MAMMA???- i compagni cominciarono a ridere sguaiatamente . Giovanni non rispose, si limitò a guardarli male e a girarsi. Evidentemente la notizia era già girata…

-MA CERTO- urlò poi un altro ragazzo –POVERINA, COME FA TUA MAMMA A SFOGARSI SENZA  IL SUO STALLONE???- il gruppo non ebbe modo di esplodere in un’altra maligna risata che Giovanni era già addosso al ragazzo.

-NO GIO’!! LASCIALO STARE!! E’ UN IDIOTA!!- cercò di fermarlo Francesca ma venne strattonata per un braccio.

Solo dopo pochi minuti due ragazzi riuscirono a staccare Giovanni dal bullo, che giaceva a terra col naso rotto e un occhio nero. Giovanni invece se l’era cavata con un labbro un po’ gonfio.

Prima che i ragazzi intorno che avevano seguito la scena attoniti potessero dire qualcosa, Giovanni corse verso il bagno seguito da Francesca.

Lo trovò appoggiato al muro col labbro sanguinante. Si teneva la testa fra le mani.

-li devi lasciare perdere quelli li… sono solo idioti..- gli disse dolcemente Francesca avvicinandosi a lui.

Giovanni mugugnò guardando fuori dalla finestra.

-perché hai reagito cosi quando hanno parlato di tuo padre?- gli chiese Francesca.

Giovanni sembrava una bomba ad orologeria. Da un momento all’altro sarebbe scoppiato.

-PERCHE’ MIO PADRE E’ MORTO!! LO CAPISCI!! M-O-R-T-O- le urlò prima di accasciarsi a terra. Francesca rimase sbalordita. Non se l’aspettava non lo sapeva… perché non gliel’aveva detto prima.. l’avrebbe aiutato…

-scusa… n.. n.. non lo sapevo.. mi.. mi.. dispiace- balbettò.

Giovanni sospirò scuotendo la testa.

La porta si aprì. Una figura esile si stagliò davanti all’uscita del bagno. Era il prof. Di religione.

-sig.r Guardino… -disse – la preside l’aspetta nel suo ufficio.- mormorò.

-mi dispiace….-

Giovanni si alzò bruscamente e gettò con forza la sua felpa per terra. Quando ormai era fuori, Francesca la raccolse. Si appoggiò ad un lavandino, sospirando.

 

 

 

 

XXXXIII CAPITOLO

 

Poco dopo si accorse che la campanella dell’intervallo era suonata. Si gettò fuori dal bagno notando che ormai i corridoi erano vuoti. Di Giovanni nessuna traccia. Era sicuramente in presidenza destinato ad una sospensione. Mentre si avviava alla sua classe fu raggiunta da un bidello.

-ti vuole la preside nel suo ufficio- le disse.

-va bene..- mormorò lei.

Aprì la porta dell’ufficio. trovò Giovanni seduto di fronte ad una grossa scrivania , e dall’altra parte, una donna tarchiata e piuttosto brutta, con piccoli occhi incorniciati da degli occhiali rossi e un rossetto di un viola acceso che le accarezzava le labbra: la preside

-si segga -  disse a Francesca con una vocetta stridula e abbastanza seccata.

Francesca si sedette di fianco a Giovanni. Lo guardò, ma lui osservava con sguardo vuoto un grosso trofeo di basket dietro alla preside.

-sentite., ho molte cose da fare oggi- cominciò con la solita voce stridula.- quindi, non ho nessuna intenzione di perdere molto tempo.- -un bidello mi ha informato che alle ore 10:30, esattamente durante l’intervallo…- disse tutto d’un fiato

-il sig.r Guardino ha cominciato a picchiare un ragazzo, per non so quale motivazione…-

-ha insultato i miei genitori e in particolare mio padre…..- la interruppe Giovanni, -che è morto-.

La preside stava per saltargli addosso, non amava tanto essere interrotta durante un suo discorso, ma quando sentì la parola “insultato” e “morto” i suoi lineamenti si addolcirono.

-che cosa ha detto di preciso quel ragazzo, Guardino?- chiese con voce melliflua.

-Bè… emmm..- cominciò Giovanni esitante. Non era carino ripetere le parole di quel bullo. Lanciò un’occhiata imprecante a Francesca che subito disse.- ha detto che sua mamma è strana nell’ultimo periodo perché non può “sfogarsi col suo stallone” che è.. è…- cercò di continuare con voce meno decisa –morto-.

La preside spalancò gli occhi. I ragazzi notarono che la  pelle del suo viso, ormai non tanto giovane, arrossì violentemente.

-ah…- disse imbarazzata…- bè sig.r Guardino.. poteva trattenersi e venire subito da me.. non crede?- accennò ad un sorriso.

-non sono riuscito a trattenermi.. non erano carine quelle parole, lo creda- disse a denti stretti Giovanni.

-certo, certo.. però la prossima volta cerchi di trattenersi, va bene?-

-s..si- rispose il ragazzo. Forse non l’avrebbe sospeso.

-non ho intenzione di avvisare i suoi gen… emmm sua madre- si corresse la preside.- questa volta non è colpa sua….- -bene bene, andate andate.. sciò- disse alzandosi e spingendo i due ragazzi fuori dall’ufficio. Giovanni e Francesca sentirono che la preside dava ordine allo stesso bidello che aveva chiamato Francesca, di andare a prendere quel ragazzo, il bullo.

Felici ma non troppo, i due ragazzi tornarono nelle aule senza dire una parola.

 

 

  
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