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Autore: Pallina    14/03/2011    1 recensioni
[Storia classificatasi terza al "Neville Paciock – Pansy Parkinson {Characters' Contests Second Edition}" indetto da Only_Me sul forum di EFP]
“Pansy Parkinson non era il tipo di ragazza da tenere un diario. Era determinata, altezzosa e perfida; non proprio il tipo di persona che si può immaginare a confidare i propri sentimenti a delle pagine ingiallite. Ma, stranamente, la si vedeva sempre in giro con un quaderno dalla copertina nera sul quale, se si stava particolarmente attenti, la si poteva scorgere ad annotare qualcosa velocemente.”
Genere: Commedia, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Neville Paciock, Pansy Parkinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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Nick Autore: Pallina
∙Titolo: 
Il Diario di Pansy Parkinson
∙Personaggi: 
Pansy Parkinson, Neville Paciock
∙Pairing: 
Nessuno
∙Genere: 
Commedia, Generale
∙Rating: 
Verde
∙Avvertimenti: 
OneShot
∙Introduzione: 
Pansy Parkinson non era il tipo di ragazza da tenere un diario. Era determinata, altezzosa e perfida; non proprio il tipo di persona che si può immaginare a confidare i propri sentimenti a delle pagine ingiallite. Ma, stranamente, la si vedeva sempre in giro con un quaderno dalla copertina nera sul quale, se si stava particolarmente attenti, la si poteva scorgere ad annotare qualcosa velocemente.”
∙NdA: 
Allora, non so bene da dove mi sia uscita questa schifezza, ma eccola qua. È ambientata più o meno durante il quarto anno, quando –diciamo- il coraggio di Neville non è ancora venuto del tutto fuori. Per il nome della pianta la mia fantasia è stata molto limitante ed ho dovuto andare a pescarne uno dai libri. Beh, spero che questa storia vi faccia sorridere quel tanto che può!

 

 

*

 

 

Il Diario di Pansy Parkinson

 

 

Pansy Parkinson non era il tipo di ragazza da tenere un diario. Era determinata, altezzosa e perfida; non proprio il tipo di persona che si può immaginare a confidare i propri sentimenti a delle pagine ingiallite. Ma, stranamente, la si vedeva sempre in giro con un quaderno dalla copertina nera sul quale, se si stava particolarmente attenti, la si poteva scorgere ad annotare qualcosa velocemente.

Neville aveva iniziato a prestare attenzione alla cosa solo negli ultimi tempi. Non perché avesse coltivato un improvviso interesse per la ragazza, ma perché la Parkinson aveva iniziato a lanciargli strani sguardi, che lui non sapeva proprio interpretare.

Infatti erano circa due settimane che la sorprendeva a fissarlo, duranti i pasti o a lezione e, ogni volta che incontrava quelle iridi nocciola, un brivido freddo gli correva lungo la schiena, come avvertimento.

Sapeva che se si fosse trovato da solo con lei sarebbe finito nei guai.

E quel libretto nero, che lei continuava a portarsi sempre dietro, proprio quel libretto era la cosa che lo inquietava di più in tutta quella faccenda. Si, perché ogni volta che la ragazza lo fissava, poi tirava con eleganza fuori dalla borsa il quaderno e ci appuntava qualche breve parola.

La sua fantasia, quando la vedeva compiere quel rapido gesto, iniziava a galoppare e Neville stava iniziando a supporre le cose più impensabili, come che la studentessa potesse tenere una lista di gente di cui vendicarsi.

Per questo quella mattina, quando Pansy Parkinson in persona gli si parò davanti durante il cambio dell’ora,  iniziò a sudare freddo, anche se provò un lieve sollievo all’idea che la resa dei conti fosse finalmente arrivata.

“Paciock, ti devo parlare.” affermò la Serpeverde, con un tono che non ammetteva repliche.

Neville deglutì rumorosamente, posizionandosi meglio la borsa con i libri sulla spalla.

Sapeva che, essendo un Grifondoro, scappare a gambe levate non sarebbe stato un comportamento consono e che, probabilmente, se si fosse comportato in quel modo, i suoi compagni lo avrebbero preso in giro a vita; ma questo non gli impedì comunque di prendere in considerazione l’idea.

Qualche minuto dopo, però, si decise a seguire la ragazza.

Mentre camminavano per i corridoi, Pansy davanti e Neville al suo seguito con la testa china, il ragazzo non poté impedirsi di inciampare nei suoi passi, probabilmente congestionato dalla paura. La Serpeverde, a quel movimento imbranato, gli concesse solo una breve occhiata di disprezzo, prima di tornare a fissare davanti a sé.

Quella camminata per il Grifondoro sembrò non finire mai e, quando la Parkinson si arrestò, si trovavano all’esterno della scuola.

La ragazza a quel punto si voltò verso di lui, prendendo dalla borsa l’ormai famoso diario, mentre Neville la guardava impotente.

“Che cos’è l’Aconito?” gli chiese la maga, leggendo con aria concentrata dal quaderno.

“C-che cosa?” replicò basito.

“L’Aconito. Ci sei o ci fai, Paciock?” rispose lei, con tono di voce leggermente spazientito.

“E’ una pianta molto velenosa usata in alcune pozioni; viene chiamata anche Aconitum Napellus o Aconitum Lycoctonum.” biascicò in risposta, ancora troppo sorpreso per formulare un pensiero razionale.

“Bene.” affermò la Parkinson come ringraziamento, appuntando qualche parola sul quaderno, prima di metterlo in borsa e voltargli le spalle per tornare all’interno della scuola.

“A-aspetta!” la fermò Neville, alzando la mano.

“Che vuoi?”

Il ragazzo si massaggiò il collo, imbarazzato.

“Beh…mi chiedevo…perché  mi guardavi ieri?” le chiese, impacciato.

La maga lo guardò sorpresa, prima di scoppiare in una risata di scherno.

“Non guarderei mai un imbranato come te, Paciock.” dichiarò con tono di disprezzo, prima di allontanarsi da lui.

Qualche giorno dopo Neville scoprì che la pianta di cui gli aveva chiesto la Parkinson veniva spesso utilizzata per strane pozioni di bellezza. Si fece quindi un’idea di quello che contenesse il particolare diario della ragazza e cosa lei ci annotasse sopra e provò, con tutto il cuore, a dimenticare l’accaduto.

Peccato che la Serpeverde glielo impedì, sbeffeggiandolo in giro per la domanda finale che lui le aveva posto.

Ci mise parecchi mesi, infatti, a convincere tutti i suoi compagni di casa che no, non gli piaceva Pansy Parkinson.

 

 

*

 

Giudizi: 

 

 Terza classificata: Il Diario di Pansy Parkinson di Pallina 

• Grammatica e forma: 14/15 
• Utilizzo Neville: 4.5/5 
• Utilizzo Pansy: 4.75/5 
• Caratterizzazione dei personaggi: 9.5/10 
• Originalità della trama: 4.5/5 
• Gradimento personale: 4/5 
Totale: 41.25/45. 

Commento: una fic molto carina e simpatica, l’unica di questo contest, in effetti, che non dipinge i due come una già formata o possibile coppia. 
La penalizzazione nel primo parametro, grammatica e forma, è dovuta ad alcuni spazi che non hai messo, un articolo omesso ma che sarebbe stato meglio inserire, un “ad” che sarebbe stato meglio non inserire e un errore di battitura nello scrivere il cognome di Pansy (“Parkison” invece di “Parkinson”). Inoltre, nell’ultima parte, c’è scritto “una idea” e, benché non l’abbia contato come errore vero e proprio, penso sarebbe stato meglio inserire l’apostrofo. 
Le penalizzazioni nell’inserimenti di Neville e Pansy sono principalmente dovute al fatto che… non lo so, ho sentito come se mancasse qualcosa, che avresti potuto approfondirli un po’ di più. Stessa cosa per la voce sulla caratterizzazione. 
La trama è originale, anche in confronto alle altre fic partecipanti a questo contest, ma il mostrare Pansy come una ragazza sempre e solo interessata alla propria bellezza – come si capisce dalla terzultima frase – ha comportato quel mezzo punto in meno nell’originalità e parte del punto in meno nel gradimento personale. Il resto è perché avrei preferito leggere qualcosa di più approfondito sui due personaggi. 
In conclusione, comunque, la tua fic è molto carina e originale, ti faccio i miei complimenti!

   
 
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