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Autore: Dhialya    14/03/2011    4 recensioni
Acqua, Terra, Fuoco e Aria. Primavera, Estate, Autunno e Inverno. I quattro elementi e le quattro stagioni.
Otto drabble e otto shot per entrambi i due gruppi. Due per ognuno di essi accomunati ad un Pevensie.
[Sorridi mentre vedi distintamente anche due farfalle e altri fiori nel giardino.
Finalmente la Primavera è arrivata, pensi soddisfatta mentre guardi la natura svegliarsi.
E ti sembra di vedere Aslan con la sua folta criniera tra le foglie dell'albero davanti casa.
]
[Lucy - Acqua;][Edmund - Terra;][Susan - Fuoco;][Peter - Aria;]
[Lucy - Primavera;][Edmund - Autunno;][Susan - Inverno;][Peter - Estate;]
Genere: Generale, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Edmund Pevensie, Lucy Pevensie, Peter Pevensie, Susan Pevensie
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Elements and Seasons.






Edmund – Autumn – Future


Gli occhi freddi, magnetici e spietati di Jadis che ti guardano. Il suo volto, sempre impeccabile e altezzoso, deformato da una smorfia di pura ira. E poi il dolore mentre ti colpisce che prepotente si fa sentire: bruciante, vivo, ardente, lancinante.

La Strega Bianca davanti a te sta facendo ciò che da tempo desiderava. Ciò che bramava fin da quando ti vide per la prima volta, spesato in mezzo alla neve bianca.

Lo sapevi.

Lo hai sempre saputo, che in lei c'era qualcosa che non andava. Eppure eri troppo preso dal voler superare Peter, per dare ascolto a quel campanello d'allarme che ti si era acceso.

Cadi a terra, la voce ovattata di paura e terrore di tuo fratello ti giunge alle orecchie pochi attimi dopo. Chiudi gli occhi e respiri a fatica, mentre intorno a te tutto comincia a non avere più senso e senti il sangue caldo uscire dalla ferita.

L'odore acre arrivarti al naso insieme a quello degli altri soldati caduti, stordendoti di più. Le forze ti stanno abbandonando e senti la vita scivolare via. Non hai nemmeno avuto tempo di farti perdonare del tutto dai tuoi fratelli…

NO!


Apri gli occhi, alzandoti di scatto dal letto trattenendo un urlo in gola. Senti un brivido lungo la schiena, mentre ti passi una mano sul volto, pallido per il terrore. Il cuore che galoppa, il respiro accelerato e il sudore che ti bagna le tempie. Quell'incubo.

Ancora
.

Un ricordo che non ti vuole abbandonare.

Ogni volta che ti addormenti hai una possibilità di rivivere quegli attimi. Lunghi e strazianti. Quanto tempo sono durati? Non lo sai, ma sai che sono tanti.
E per una volta hai veramente avuto paura di morire.

Morire, con il rimpianto di non aver goduto pienamente la compagnia di Peter, Susan e Lucy. Ma forse sarebbe stato meglio così. Se fossi morto, avresti potuto farti perdonare, far vedere quanto valevi…

Scuoti la testa, scacciando quel pensiero e scosti la coperta.

Dannazione.

La pennichella pomeridiana per recuperare le ore di sonno perse ieri sera a leggere fino a tardi non è stata una buona idea, pensi, scoccando uno sguardo al libro sul comodino.

Automaticamente scendi dal letto, per poi andare alla finestra e aprirla. L'aria fredda, nostalgica e un poco distaccata d'autunno ti raggiunge schiaffeggiandoti una guancia, per farti capire che ti sei svegliato.

Che tutto è finito, era solo un sogno.

Passato
.

Ti fermi ad osservare il sole pomeridiano nascosto dietro le nuvole.
Strizzi gli occhi, per quella luce così intensa che tanto odi. Non è forte come quella d'estate o lucente come quella primaverile, ma nemmeno debole come quella invernale. E'… strana. E terribilmente fastidiosa. Sembra che la luce del sole si estenda per tutto il cielo grazie alle nuvole biancastre, facendo si che gli occhi non riescano a trovare un punto più in ombra dove poter riposare.

Scuoti la testa, lasciando perdere quei pensieri alquanto stupidi.
“La luce è luce, non può essere strana” concludi, chiudendo la finestra.

Ti prepari, sistemando un poco i capelli arruffati e sciacquandoti il viso per tirar via il sudore, e quando sei pronto scendi in cucina.

Ad accoglierti ci sono Peter e Susan: il primo legge un giornale a capotavola, l'altra sta iniziando a preparare la tavola per la cena.

Tua sorella ti accoglie con un sorriso girando leggermente il volto verso di te, mentre in punta di piedi cerca di afferrare una padella posta troppo in alto per lei.

Tuo fratello alza lo sguardo dal giornale e ti fa un cenno con il capo – che tu ricambi -, per poi voltarsi a osservare cosa sta facendo Susan. Ti sembra di vederlo sorridere divertito, poi si alza con un movimento fluido e con una facilità estrema recupera la pentola, per poi porgerla alla Pevensie che lo guarda per qualche secondo spaesata.
Quella assottiglia lo sguardo, recuperando l'oggetto.

-Sei stato tu!- proferisce, additandolo -Tu l'hai messa così in alto, non sono io che mi sono abbassata!- continua, chiudendo l'anta della mensola.

-Colpevole- dice Peter, alzando le mani in segno di resa, il sorriso che si amplia. Susan scuote la testa, e tutti e tre vi scambiate degli sguardi eloquenti.

Tu prendi una sedia e la trascini vicino alla finestra, mentre tuo fratello - alla tua destra - si risiede continuando la lettura e Susan traffica con il cibo.

Osservi il paesaggio fuori dal vetro. Il sole nelle stagioni fredde tramonta presto, ed è ciò che sta accadendo anche quel giorno: la sfera arancione si sta avvicinando alle colline, colorando le nuvole ed il cielo di colori tenui che vanno dal rosso al rosa, all'azzurro chiaro - spesso quasi violetto - fino al blu scuro da cui si iniziano ad intravedere delle stelle.

E il colore del tramonto che giunge ti ricorda inspiegabilmente il paesaggio autunnale. 
Tinte rosso scarlatto, arancione brillante o giallo sole, e le foglie cadute a terra che formano un tappeto che va dal marrone all'ocra.

Ti volti quando un rumore di passi, seguito da una corrente d'aria ti passa vicino, per poi fermarsi vicino a Peter. Voi fratelli maggiori focalizzate l'attenzione su Lucy, che si è seduta sulle gambe del maggiore la quale in mano tiene un oggetto.

-Non va più- mormora, osservando le lancette dell'orologio ferme. Susan si avvicina, lasciando perdere il vario pentolame.

-Che peccato- proferisce, osservando l'oggetto che era appeso in camera loro da almeno due anni. Glielo avevano regalato mamma e papà prima che questo partisse.

-Vediamo se si può aggiustare- dice Peter, prendendo l'orologio dalle mani della sorellina, che in risposta lo guarda, un luccichio negli occhi chiari.

-Sapresti farlo ripartire?- domanda, improvvisamente attenta. Il fratello rigira il segnatempo tra le mani, studiandolo, per poi appoggiarlo sul tavolo, la batteria rivolta verso di lui.

-Non lo so, Lu- dice, sincero -potrei provarci- termina, facendo scendere Lucy per poter lavorare meglio. Quella batte le mani, contenta.

-Non ti prometto nulla però- l'ammonisce Peter, sapendo che sua sorella si fa prendere sempre dall'entusiasmo e per evitarle un dispiacere. Quella annuisce, per poi andare vicino a Susan che in risposta le circonda le spalle con un braccio, mentre entrambe osservano il fratello maggiore.
 
Un improvviso silenzio cala nella stanza, rotto solo dai respiri dei Pevensie e le imprecazioni a denti stretti di Peter quando non riesce a sistemare qualche vitina.

Tu ripiombi nel tuo stato di trance, mentre ti ipnotizzi ad osservare il paesaggio fuori perso nei tuoi pensieri, simili a quelli di poco prima.

Tic Tac.


Il rumore improvviso delle lancette.

-Bravo Peter! Sei riuscito ad aggiustarlo!- L'esclamazione entusiasta di Lucy ti fa sorridere inconsciamente.

Tic Tac.


Il rumore delle lancette. Di nuovo. Lancette che girano e riprendono a scorrere dopo un lungo sonno. Il rumore meccanico che producono continuamente arriva alle tue orecchie.

Tum Tum.

Un battito.

Il battito ininterrotto del tuo cuore. Quel suono interno, che solo tu puoi sentire così vicino e familiare, ti riempe le orecchie, ridestandoti.
Ti fa capire che sei vivo. Loro sono vivi.

Stai vivendo
, State vivendo.

Perchè ripensare a quei giorni, allora?

Una foglia si stacca dal ramo, viene sospinta da un leggero venticello e si posa delicatamente a terra, dopo una lenta danza nell'aria. Si posa in quel prato multicolore, illuminato dal sole che sta tramontando segnando la fine del giorno, lasciando spazio alla luna e alla notte.

Tic Tac.


Ti alzi dalla sedia, avvicinandoti agli altri.

Nessuno saprà mai cosa riserva il futuro.


Ti metti a scherzare con i tuoi fratelli, l'incubo solo un ricordo passato.

E ad attenderti, dopo la lunga notte, ci sarebbe stato un nuovo giorno.




























































Si, non sono un miraggio, sono finalmente riuscita ad avere una cavolo di ispirazione decente anche per questa shot. E' strano. Mi venivano le idee, però poi o me le dimenticavo o facevano schifo, e non mi convincevano del tutto.

Una cosa: Qui compare un orologio, anche se solo di "sottofondo". L'ispirazione mi è venuta così, poi però mi sono ricordata di
novena, di _ L a l a
dove anche lì compare un orologio per Edmund. Ecco, benchè la cosa mi sia saltata fuori inconsciamente e non centra molto il rapporto orologio/Edmund, ho chiesto a Giulia se per lei sarebbe stato un problema, onde evitare incomprensioni.
Carrrra mi ha detto che non ci sarebbero stati problemi *-* - Tesora, ti adoro.

Uhm, direi che il tema è abbastanza compensibile: l'orologio che segna il tempo passato, ma non il futuro, e il nuovo giorno che deve arrivare tutto da vivere.

Le prossime shot, sugli elementi, credo che saranno ambientate a Narnia dopo l'incoronazione, dove - secondo mio modesto parere personale - i Pevensie sono diventati e stati veramente quelli che sono, nella terra che considerano la loro casa.

- Ci tengo a ringraziare coloro che hanno letto e/o commentato i capitoli, anche i precedenti, tra cui ranyare
che mi ha fatto un bellissimo riassunto -.

Un bacio,
D


   
 
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