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Autore: dark_witch    14/03/2011    4 recensioni
Lavorando proprio davanti al Cinema Odeon a Londra e non poter andare a vedere la premiere di "Le cronache di Narnia: il principe Caspian" come la prendereste? e se poi la serata si trasformasse come per magia? [Il rating potrà subire variazioni]
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Rieccomi! Dovrei festeggiare ma prima vi lascio il nuovo capitolo.
E' il pre e durante la sorpresa di Sofia! Non è niente di che eh! Però l'ho trovata molto carina!
Ringrazio tantissimo le ragazze che hanno commentato gli scorsi capitoli, grazie ancora!
Se volete farmi sapere cosa ne pensate sono quì, a vostra disposizione!
Buona lettura!!

 

Cap. 9
"Italian Surprise"




 

È da più di un'ora che gironzolo per Oxford, ma del posto che ho in mente neanche l'ombra. Sento ronzare il cellulare nella tasca dei jeans. Quando lo afferro e noto il nome sul display sorrido.
- Senti già la mia mancanza?
Dico continuando a camminare e a guardarmi intorno.
- Dove sei?
- In giro! Tu?
- Sono ancora in albergo, ma tra poco devo uscire. Ti spiace se sbrigo qualche commissione e ci troviamo oggi pomeriggio?
Faccio un grande respiro di sollievo. Meno male mi sta dando altro tempo per trovare il locale giusto.
- No tranquillo, fai pure! Basta che ti ricordi...
- Sì di non cambiarmi ho afferrato!
E lo sento ridere dall'altra parte del telefono.
- Signor Barnes che fa si imbarazza per un complimento?
Dico mentre alzo gli occhiali da sole.
- Dipende da chi me li fa!
Mi risponde e io non posso che arrossire.
- Spero che il mio abbigliamento vada bene per la serata che hai in mente perché, ti avverto, che non ho intenzione di conciarmi come ieri sera!
E la sua risata risuona fragorosa.
- No tranquilla vai benissimo così, sei uno schianto!
- Non mi copi le battute signor Barnes!
Gli dico ridendo. Quando ci salutiamo riesco a scorgere un locale che potrebbe fare al caso mio. Entro e subito chiedo se posso parlare col proprietario. Mi si avvicina un uomo sui cinquant'anni, con due baffi grigi, dallo sguardo simpatico. Sulla camicia ha appuntata una spilla con la bandiera italiana. Ne approfitto subito e nella mia lingua madre chiedo:
- Ma lei è italiano per caso?
Mi osserva allargando gli occhi e sorridendomi.
- Sì signorina! Sono napoletano per la precisione! E lei?
- Di Firenze! Avrei bisogno di un enorme favore.
- Mi dica! Se posso volentieri.
Mi siedo sullo sgabello davanti al bancone e inizio a spiegargli il mio piano per la serata. Cerco di chiarire che non sono una pazza, anche se il mio programma può sembrarlo.
- E' sicura che vuole fare tutto questo?
Mi chiede l'uomo. Annuisco con la testa sperando che acconsenta.
- Per me non ci sono problemi. Potete venire verso le 20 ok?
Prendo le mani dell'uomo tra le mie e le stringo forte.
Mi rilasso e lo ringrazio un'altra volta prima di passargli la carta di credito per pagargli la cifra irrisoria che mi ha chiesto. Il mio conto in banca non subirà gravi perdite e per Ben lo posso fare. Esco dal locale sollevata. Il mio piano sta andando nella giusta direzione. Ora non mi rimane altro da fare che rilassarmi e aspettare. Mi dirigo in un parco qui vicino. I bambini scorrazzano nell'erba e io mi siedo accanto ad un enorme albero. Dalla mia immensa borsa tiro fuori il mio libro. Compagno dei miei tanti viaggi solitari in metropolitana. Cerco di ricordarmi dove sono arrivata. Cosa non troppo difficile dato che è uno dei miei libri preferiti e del quale conosco le battute a memoria. È più forte di me ma "A midsummer night's dream" è uno dei libri che mi permette di perdermi in un mondo fatto di magia, casini vari e amori che hanno solo bisogno di una lieve spinta. Vi ricorda me? Strano!

Dopo un paio di ore sento nuovamente il mio cellulare vibrare. Lo afferro.
- Principe!
- Principessa, dove sei?
- Al Fellows Garden!
- Dovevo immaginarmelo! Arrivo tra dieci minuti!
Non faccio in tempo a rispondergli che ha già chiuso la conversazione. Mi riaccomodo all'albero e riprendo il libro tra le mani. Ogni volta che lo leggo, parteggio sempre per la povera Elena innamorata senza essere ricambiata di Demetrio, che invece corre dietro ad Ermia a sua volta innamorata di Lisandro che invece la ricambia. Insomma un quadrangolo amoroso. Alla fine finisce tutto bene, senza non poche peripezie.
- ”Ciò che il tuo occhio al risveglio vedrà il tuo vero amore diventerà.”
Mi dice Ben spuntando da dietro l'albero.
- Mi hai fatto prendere un colpo! E come fai a sapere cosa sto leggendo?
- L'ho visto stamattina quando hai scaraventato il contenuto della tua borsa sul letto perché avevi perso l'orologio.
Mi dice sedendosi al mio fianco.
- Hai sistemato tutto quello che dovevi sistemare?
Chiedo voltandomi a guardarlo.
- Tutto a posto Principessa! E tu? Hai preparato tutto per la mia sorpresa?
- Tutto pronto!
Mi sorride e avvicina una mano al mio libro. Lo tira verso di sé e inizia a leggere le battute. Quando arriva al turno femminile si ferma e mi fa cenno con la testa di proseguire. Acconsento mentre col braccio sinistro mi cinge le spalle. Continuiamo così per il resto del pomeriggio. Solamente quando il sole inizia a calare ci accorgiamo che è l'ora di iniziare a muoverci.
Quando arriviamo più o meno nei pressi del locale che ho scelto lo fermo. Afferro la bandana che ho sempre nella borsa e gli chiedo di abbassarsi leggermente.
- Questa cosa mi preoccupa alquanto!
Mi dice mentre gli occhi gli brillano divertiti.
- Oh andiamo! Non è mai morto nessuno per una benda!
E lo costringo ad indossarla.
- Non mi farai mica sbattere contro qualche palo?
- Ah-ah divertente Mr. Barnes, ma devo deluderla, non è il mio piano! O almeno non per il momento!
Intreccio una mano con la sua e lo porto delicatamente dentro al locale. Quando gliela tolgo rimane un attimo senza parole. Il locale è deserto, al centro un tavolo rotondo con una tovaglia rossa, dalle casse risuona musica italiana e il tutto è leggermente illuminato, ma non troppo. Dalla cucina sbuca un cameriere che ci fa cenno di accomodarci. Appena ci sediamo Ben porta i suoi occhi scuri nei miei:
- Una pizzeria?
- Non è stato facile credimi! Una pizzeria dove il cuoco è italiano e che mi ha permesso di prenotarla tutta, così sarai libero di mangiare come vuoi senza occhi indiscreti. Lo so che non è molto, ma volevo farti conoscere un pezzo di me, un pezzo della mia Italia e volevo che fosse tranquillo.
Gli sorrido e lui prende la mia mano nella sua.
- Grazie! È perfetto! Comunque sei pazza, chissà quanto ti è costato! Non dovevi...
- Dovevo eccome! E non ti preoccupare posso permettermelo! Volevo solo una serata tranquilla con una star londinese e se questo significa affittare l'intero ristorante, bè l'ho fatto.
Sento la stretta alla mano aumentare e vedo i suoi occhi illuminarsi. Si gira intorno ad osservare tutte le foto alle pareti che raffigurano pezzi d'Italia. Ogni volta Ben mi chiede che posti siano e dove si trovino e puntualmente io glieli indico su una cartina dell'Italia lì vicino. Poi mi chiede il significato delle canzoni che passano in sottofondo, ma di queste posso dargli solo una traduzione approssimativa dato che la maggior parte sono in napoletano. Poco dopo arrivano le nostre pizze. Io mi avvento sulla mia senza nemmeno pensarci troppo, la taglio a spicchi e la prendo con le mani. Ben è ancora intento ad osservare la sua mentre io sto già mangiando la prima fetta. Lo vedo perplesso.
- Su Principe, tagliala e mangiala con le mani! È il bello della pizza!
Mi guarda e allarga gli occhi. Poco dopo anche lui addenta la prima fetta. Lo vedo un po' impacciato a mangiare con le mani.
- Se non sei a tuo agio puoi pure mangiarla col coltello e la forchetta! Però dice che mangiare con le mani sia afrodisiaco...
Gli faccio notare usando uno sguardo un po' malizioso.
- Ti sembro attraente per caso?
Mi dice sollevando una fetta di pizza.
- Bè in effetti...
Gli dico prendendolo in giro. Vederlo in imbarazzo non ha prezzo. Soprattutto dopo le migliaia di volte che lui ha visto me in quello stato.
- Tu in compenso sei molto sexy!
E mi lancia uno sguardo infuocato. Ora sì che tornano ad avvamparmi le guance. Maledetto!
- E non hai visto tutto! Aspetta che arrivi il dolce!
Gli sussurro mordendomi il labbro inferiore.
Riesco a divorare la mia pizza in pochissimo tempo, anche perché oggi ho letteralmente saltato il pranzo. Dopo poco anche Ben la finisce. Ci raggiunge Pino, il proprietario del ristorante, per chiederci se le pizze erano di nostro gusto.
- Perfette! Per un attimo mi è sembrato di essere in Italia.
- Bene, sono contento! Ora vado a finire di prepararvi il dolce.
E ci lascia nuovamente.
- Non so se la mia sorpresa sarà all'altezza di questa.
Mi sussurra Ben mentre mi si avvicina. Porta una mano sulla mia spalla e dolcemente la fa scivolare lungo tutto il mio braccio per poi intrecciarla con la mia mano. Mi fa alzare dal tavolo e porta l'altro braccio attorno alla mia vita. Ci dondoliamo sinuosamente a destra e sinistra sotto le note di “Se mi vuoi” di Pino Daniele. Sarà la canzone che è emozionante, sarà la vicinanza di Ben ma sento un brivido percorrermi tutta la schiena. Appoggio delicatamente la testa sul suo petto stringendo un po' la mano dietro alla sua schiena. Sento il suo respiro filtrare tra i miei capelli e il suo cuore battere ad un ritmo molto simile al mio. Più veloce del normale. Sorrido nascondendomi nel suo abbraccio. Dopo qualche lungo minuto veniamo interrotti dal cameriere che con un fintissimo colpo di tosse, ci fa ritornare alla realtà. Ci ha portato il dolce. Una coppa gigante di gelato ricoperta di cioccolata calda e panna, con dei bastoncini di biscotto e di cioccolato fondente a guarnire il tutto. Appena la vedo mi brillano gli occhi. Prendo per mano Ben e lo accompagno al posto. Con non molta fatica lui sposta la sua sedia per portarla vicino a me. Iniziamo a gustarci il dolce quando Ben se ne esce con una frase che mi fa rimanere il gelato di traverso:
- Io saprei cosa farci con tutta questa panna montata!
E alza un sopracciglio nella mia direzione. Dopo essere diventata di tutti i colori e aver ricominciato a respirare, gli punto il cucchiaino contro:
- Mangiarla ovviamente! Non sarebbe giusto sprecare tanta bontà!
- E chi ti dice che la sprecheremmo?
Altro cucchiaino di gelato che mi si incastra in gola.
- Stai attento Principe o ti dovrò cambiare soprannome!
- E come mi vorresti chiamare?
Il ragazzo provoca! Eccome se provoca!
- Credo che maniaco ti si addica di più!
Gli dico mentre riprendo a mangiare il gelato. Sento le sue dita affusolate avvicinarsi alla mia spalla e, anche se non lo vedo, posso immaginarmi le sue labbra che disegnano un sorriso. Porto una ciocca di capelli dietro l'orecchio e torno ad osservarlo.
- Questo non lo mangi con le mani?
Mi dice in tono provocatorio.
- Se proprio vuoi che ti spalmi il resto del gelato in faccia posso pure farlo...
Dico mentre avvicino le mani alla coppa. Ben le afferra saldamente tra le sue.
- No ci credo, sta buona! Devo stare più attento a quello che dico, tu mi prendi troppo in parola!
- Mai sfidare un'italiana! Non te lo hanno mai insegnato?
- No ma credo che imparerò presto frequentandoti. Sono uno che impara molto alla svelta!
E si avvicina al mio collo. Pericolosamente. Sento la punta del suo naso giocherellare con il lobo del mio orecchio. Socchiudo gli occhi e cerco di imprimere nella memoria ogni cosa. Poi inizia baciarmi la zona dietro all'orecchio per scendere lentamente sul resto del collo. Porto una mano dietro la sua nuca e intreccio le dita tra i suoi capelli. Quando raggiunge la zona della clavicola non riesco a trattenere un leggero gemito che fuoriesce dalle mie labbra. Il ronzio del suo cellulare interrompe il momento. Roteo gli occhi mentre Ben si affretta ad afferrare il telefono.
- Pronto? Sì tra mezz'ora siamo lì!
E riaggancia. Torna a puntare i suoi occhi scuri nei miei prima di riappropriarsi del mio collo.
- Mi sa che il momento magico sia passato.
Gli faccio notare mentre mi alzo dalla sedia. Lo lascio a bocca aperta mentre mi dirigo verso la cucina a salutare Pino e a ringraziarlo. Ben si avvicina e prima di lasciarci andare ci chiede se è possibile fare una foto con Ben, per appenderla nel locale. Accettiamo e io mi occupo di scattarla. Salutiamo l'uomo e ce ne andiamo. Una volta fuori dal ristorante Ben mi afferra per una mano.
- Avrei bisogno della tua bandana.
Mi dice in tono gentile. Io apro la borsa e appena la trovo, gliela porgo.
- Non tirarmi brutti scherzi!
Gli dico mentre gli punto la bandana contro al petto.
- Prometto!
Mi risponde mettendosi una mano sul cuore e sollevando l'altra. Mi faccio bendare e stranamente riesco a raggiungere la macchina senza sfracellarmi al suolo. Dopo più di venti minuti che siamo in macchina, sbotto.
- Si può sapere dove diavolo mi stai portando? Io ti ho bendato all'ultimo momento! Non è possibile che debba stare così per tutto sto tempo! Non è giusto e poi...
Non riesco a finire la frase che le sue labbra sono improvvisamente incollate sulle mie. Appena si discosta riesco a riprendere fiato.
- Ehm...
- Ho trovato un modo per zittirti!
E ride mentre lo dice. Io sbuffo e mi accascio sempre di più contro il sedile della sua macchina. Qualche minuto dopo si ferma e scendiamo. Porta una mano intorno alla mia vita e mi accompagna. Saliamo un paio di scalini, lo sento parlare con qualcuno e poi entriamo in qualcosa. Qualche altro passo e poi mi blocca. Si avvicina al mio orecchio e mi dice:
- Sorpresa!
E mi toglie la benda. Faccio un po' di fatica a riabituare gli occhi alla luce, anche se soffusa del luogo in cui mi ha portata. Quando riesco a mettere a fuoco rimango senza parole.

   
 
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