14/03/2011
5 recensioniSorseggiava
Idromele seduta al tavolo che era stato assegnato ai membri dell'Ordine
della Fenice.
Bill e Fleur, gli sposi, danzavano al centro dell'enorme tendone dove si stava svolgendo il rinfresco.
Ninfadora sorrise, ripensando a pochi mesi prima. Al suo, di matrimonio. Osservò la fede nuziale, alzando poi gli occhi a cercare suo marito, Remus che stava chiaccherando con Kingsley dall'altra parte della sala. Era quella la felicità.
“Tonks!”, la chiamò qualcuno alle sue spalle “Posso parlarti?”. Charlie l'aveva colta alla sprovvista. L'aveva evitato sempre, in quegli ultimi anni. Ma ora era lì, dietro di lei. Lo osservò un momento, era cambiato. Lo vedeva più uomo, con la barba incolta ma sapientemente studiata, i capelli più lunghi, le spalle larghe e il viso striato da alcune cicatrici, sicuramente scottature di drago.
“Per favore”, incalzò quello, con lo sguardo dispiaciuto per un eventuale no.
“Va bene”, rispose la ragazza, alzandosi e seguendolo fuori dal luogo della cerimonia.
La campagna inglese rispendeva in quel pomeriggio d'estate. Era quasi il tramonto e il giallo oro del grano assumeva sfumature leggermente più scure, ambrate. La mente le tornò per un istante ai pomeriggi con Charlie, alle corse, ai bagni nel fiume. In quei campi avevano vissuto infinite ore d'amore, di risa, di parole e promesse.
Il ragazzo si fermò quando furono abbastanza lontani perché nessuno li disturbasse.
“Allora?”, gli chiese ella incrociando le braccia al petto.
“Dimmelo tu,” rispose duro lui con un sorriso beffardo “sei felice Ninfadora?”.
“Non chiamarmi Ninfadora!”. I capelli della giovane assunsero la sfumatura della rabbia.
“A quanto pare è quello che sei diventata. Dov'è la ragazza di cui mi sono innamorato? Tonks!” urlò il suo nome osservandosi intorno, come per cercarla “dove sei?”.
Lei lo guardò stupita.
Charlie, il suo primo amore. Il settimo anno ad Hogwarts. I sospiri, le promesse. Strade che si dividevano. Lei a Londra, all'Accademia per Auror. Lui in Romania, a studiare i draghi e allevarli.
“E' finita da tempo, lo sai. Che cosa vuoi?”, gli rispose brusca.
“Voglio te”, il ragazzo le si avvicinò prendendole il viso tra le mani. Lei lo guardò, infastidita, scostandolo bruscamente da sé. Era così strano. Per tanto tempo non aveva desiderato altro che lui, ancora e ancora, fino a impazzire, quasi, e adesso? Non ricordava più il suo profumo, non impazziva al tocco delle sue mani, i ricordi dei loro baci erano lontanissimi, inafferrabili. Non le mancava, era felice. Era innamorata di Remus. E ne era certa.
“Cosa c'è, ora che sai di non potermi avere vuoi tornare indietro? Un po' tardi non credi? Avresti dovuto fermarmi quel pomeriggio!”. E finalmente, dopo tutti quegli anni, gli aveva sputato il suo dolore.
La mente li riportò entrambi all'ultimo giorno trascorso insieme.
Estate. Afa. Umido. Corpi sudati sulle rive del fiume nei pressi della Tana. Il mattino seguente lui sarebbe partito per la Romania. Avevano fatto l'amore tante, troppe, molteplici volte, fino a farsi male all'anima. Dopotutto, erano le ultime ore insieme.
Lei non aveva smesso di sperare, però. Che ci ripensasse. Che rimanesse con lei. Come aveva giurato.
Promesse nel vento, inutili, stupide. Promesse d'amore che volavano via, come foglie d'autunno.
Una coccinella si era posata sul viso del suo ragazzo, Ninfadora la prese delicatamente sulle dita.
“Esprimi un desiderio”, gli disse sorridendo.
“Cosa?” chiese lui stranito.
“Mio padre dice che i Babbani lo fanno quando ne trovano una. Esprimi un desiderio”, insisté la ragazza.
“Buffa come cosa, è come per i draghi per noi maghi, allora!”, rifletté lui. Stavolta fu la ragazza a guardarlo stranita.
“Se vedi un drago nel cielo, puoi esprimere un desiderio, dice la mamma”, le spiegò.
“Quante probabilità ci sono che io veda un drago, qui, in questo momento?” chiese lei aggrottando le sopracciglia mentre scrutava l'infinita distesa azzurra sopra di loro.
“Quante probabilità ci sono che un desiderio si avveri, Tonks?”, ella si voltò di scatto, senza rispondere.
Lo osservò un po', prima di rialzarsi e andare via. Non l'aveva più vista.
Se n'era andata così, senza dirgli ciao, ti amo, addio. Lasciandogli solo la sua assenza.
Ora lui era lì, a implorarle il suo amore.
Buffo come quando non vuoi più qualcosa, questa si ripresenti a chiedere il conto proprio quando l'hai esclusa per sempre dalla tua vita.
Charlie era un capitolo chiuso. Un vecchio ciondolo in fondo a un cassetto. Una foglia tra le pagine di un vecchio libro che nessuno leggerà più.
“E' tardi, mi dispiace. Io non ti amo più”, gli disse con una freddezza che non le apparteneva, ma era la verità. Si voltò come quel pomeriggio, incamminandosi nuovamente verso il tendone.
“Ha funzionato, allora”, le disse lui. Ninfadora si girò, con un sopracciglio alzato.
“Il desiderio, la coccinella, ricordi?”, le spiegò Charlie “Volevo che ti dimenticassi di me ed è successo. Addio Tonks”, e si mise a camminare all'indietro per un po', per poi voltarsi e proseguire a testa bassa in direzione opposta a quella della ragazza.
“Charlie!”, lo chiamò lei. Il giovane si girò appena, di profilo, senza guardarla.
“Anche il mio si è avverato. Volevo che continuassi ad amarmi”, gli spiegò. Osservò quello sorriso sbieco, amaro, con le narici del naso allargate di chi reprime le lacrime.
Quella volta era lui ad andare via col cuore spezzato.
Ninfadora sorrise tranquilla, invece. Finalmente quell'amore non era più doloroso. In effetti, non era più nulla.
Tornò da Remus.
Era lui, la sua coccinella.
I draghi, in fondo, non le erano mai piaciuti.
Bill e Fleur, gli sposi, danzavano al centro dell'enorme tendone dove si stava svolgendo il rinfresco.
Ninfadora sorrise, ripensando a pochi mesi prima. Al suo, di matrimonio. Osservò la fede nuziale, alzando poi gli occhi a cercare suo marito, Remus che stava chiaccherando con Kingsley dall'altra parte della sala. Era quella la felicità.
“Tonks!”, la chiamò qualcuno alle sue spalle “Posso parlarti?”. Charlie l'aveva colta alla sprovvista. L'aveva evitato sempre, in quegli ultimi anni. Ma ora era lì, dietro di lei. Lo osservò un momento, era cambiato. Lo vedeva più uomo, con la barba incolta ma sapientemente studiata, i capelli più lunghi, le spalle larghe e il viso striato da alcune cicatrici, sicuramente scottature di drago.
“Per favore”, incalzò quello, con lo sguardo dispiaciuto per un eventuale no.
“Va bene”, rispose la ragazza, alzandosi e seguendolo fuori dal luogo della cerimonia.
La campagna inglese rispendeva in quel pomeriggio d'estate. Era quasi il tramonto e il giallo oro del grano assumeva sfumature leggermente più scure, ambrate. La mente le tornò per un istante ai pomeriggi con Charlie, alle corse, ai bagni nel fiume. In quei campi avevano vissuto infinite ore d'amore, di risa, di parole e promesse.
Il ragazzo si fermò quando furono abbastanza lontani perché nessuno li disturbasse.
“Allora?”, gli chiese ella incrociando le braccia al petto.
“Dimmelo tu,” rispose duro lui con un sorriso beffardo “sei felice Ninfadora?”.
“Non chiamarmi Ninfadora!”. I capelli della giovane assunsero la sfumatura della rabbia.
“A quanto pare è quello che sei diventata. Dov'è la ragazza di cui mi sono innamorato? Tonks!” urlò il suo nome osservandosi intorno, come per cercarla “dove sei?”.
Lei lo guardò stupita.
Charlie, il suo primo amore. Il settimo anno ad Hogwarts. I sospiri, le promesse. Strade che si dividevano. Lei a Londra, all'Accademia per Auror. Lui in Romania, a studiare i draghi e allevarli.
“E' finita da tempo, lo sai. Che cosa vuoi?”, gli rispose brusca.
“Voglio te”, il ragazzo le si avvicinò prendendole il viso tra le mani. Lei lo guardò, infastidita, scostandolo bruscamente da sé. Era così strano. Per tanto tempo non aveva desiderato altro che lui, ancora e ancora, fino a impazzire, quasi, e adesso? Non ricordava più il suo profumo, non impazziva al tocco delle sue mani, i ricordi dei loro baci erano lontanissimi, inafferrabili. Non le mancava, era felice. Era innamorata di Remus. E ne era certa.
“Cosa c'è, ora che sai di non potermi avere vuoi tornare indietro? Un po' tardi non credi? Avresti dovuto fermarmi quel pomeriggio!”. E finalmente, dopo tutti quegli anni, gli aveva sputato il suo dolore.
La mente li riportò entrambi all'ultimo giorno trascorso insieme.
Estate. Afa. Umido. Corpi sudati sulle rive del fiume nei pressi della Tana. Il mattino seguente lui sarebbe partito per la Romania. Avevano fatto l'amore tante, troppe, molteplici volte, fino a farsi male all'anima. Dopotutto, erano le ultime ore insieme.
Lei non aveva smesso di sperare, però. Che ci ripensasse. Che rimanesse con lei. Come aveva giurato.
Promesse nel vento, inutili, stupide. Promesse d'amore che volavano via, come foglie d'autunno.
Una coccinella si era posata sul viso del suo ragazzo, Ninfadora la prese delicatamente sulle dita.
“Esprimi un desiderio”, gli disse sorridendo.
“Cosa?” chiese lui stranito.
“Mio padre dice che i Babbani lo fanno quando ne trovano una. Esprimi un desiderio”, insisté la ragazza.
“Buffa come cosa, è come per i draghi per noi maghi, allora!”, rifletté lui. Stavolta fu la ragazza a guardarlo stranita.
“Se vedi un drago nel cielo, puoi esprimere un desiderio, dice la mamma”, le spiegò.
“Quante probabilità ci sono che io veda un drago, qui, in questo momento?” chiese lei aggrottando le sopracciglia mentre scrutava l'infinita distesa azzurra sopra di loro.
“Quante probabilità ci sono che un desiderio si avveri, Tonks?”, ella si voltò di scatto, senza rispondere.
Lo osservò un po', prima di rialzarsi e andare via. Non l'aveva più vista.
Se n'era andata così, senza dirgli ciao, ti amo, addio. Lasciandogli solo la sua assenza.
Ora lui era lì, a implorarle il suo amore.
Buffo come quando non vuoi più qualcosa, questa si ripresenti a chiedere il conto proprio quando l'hai esclusa per sempre dalla tua vita.
Charlie era un capitolo chiuso. Un vecchio ciondolo in fondo a un cassetto. Una foglia tra le pagine di un vecchio libro che nessuno leggerà più.
“E' tardi, mi dispiace. Io non ti amo più”, gli disse con una freddezza che non le apparteneva, ma era la verità. Si voltò come quel pomeriggio, incamminandosi nuovamente verso il tendone.
“Ha funzionato, allora”, le disse lui. Ninfadora si girò, con un sopracciglio alzato.
“Il desiderio, la coccinella, ricordi?”, le spiegò Charlie “Volevo che ti dimenticassi di me ed è successo. Addio Tonks”, e si mise a camminare all'indietro per un po', per poi voltarsi e proseguire a testa bassa in direzione opposta a quella della ragazza.
“Charlie!”, lo chiamò lei. Il giovane si girò appena, di profilo, senza guardarla.
“Anche il mio si è avverato. Volevo che continuassi ad amarmi”, gli spiegò. Osservò quello sorriso sbieco, amaro, con le narici del naso allargate di chi reprime le lacrime.
Quella volta era lui ad andare via col cuore spezzato.
Ninfadora sorrise tranquilla, invece. Finalmente quell'amore non era più doloroso. In effetti, non era più nulla.
Tornò da Remus.
Era lui, la sua coccinella.
I draghi, in fondo, non le erano mai piaciuti.
ANGOLO AUTRICE
Questa storia ha partecipato al Magical Creatures ' Contest, indetto da Foxfeina e Agnesnape sul forum di EFP.
Premetto che col giudizio non sono d'accordo in un unico punto , ma ho già esposto alle due giudicie ( che comunque ringrazio infinitamente ) quello che penso .
Io Charlie lo vedo così , non lo trovo OOC . E ' un personaggio complesso , in quanto si parla molto poco di lui . Deduco sia così dalle scelte che ha preso . purtroppo con figure di questo tipo , è difficile che tutti si creino la propria idea uniforme .
In ogni caso , questo pairing mi ha sempre incuriosito . Trovo che entrambi abbiano un carattere forte , per questo si scontrano così bruscamente .
L ' iniziale dolcezza di Ninfadora lascia spazio alla consapevolezza e alla ragione quando ormai Charlie è tornato sui suoi passi .
Ovviamente il finale è tragico . Ma chi mi segue lo sa quanto adori il dramma .
Sperando che vi sia piaciuta , vi abbraccio .
nausicaa black
Quinta classificata
“Esprimi un desiderio” di nausicaa black
Ortografia e grammatica: 7,5/10
Stile: 6/10
Originalità: 4/5
IC: 5,5/10
Primo Prompt: 2/2
Secondo Prompt: 0,5/2
Terzo Prompt: 2/2
Gradimento personale: 2/4
Totale: 29,5/45
+ 5 punti bonus per l'inserimento del Drago
34,5 PUNTI
Grammatica: un disastro, queste virgole! Dopo un discorso diretto, ci vanno sempre! Chiaccherando, spelling sbagliato, manca una i. Il resto va bene.
Lo stile risente di alcune scelte lessicali che hanno reso pesante e lenta la lettura. L'impegno c'è, tuttavia. Difatti, vedi la sufficienza piena.
Sull'originalità ci siamo. Forse lo sfondo su cui si svolge la discussione è un po' banale, ma per il resto diremmo bene!
IC: Tonks c'è, Charlie è OOC, completo! Zia Row non l'ha mai descritto così egoista! Ci aspettavamo quel Charlie bonaccione che ci è sempre parso di vedere, leggendo i libri. Non l'abbiamo trovato somigliante, ecco.
I prompt ci sono, giallo a parte: l'unico modo per inserirlo era il colore del grano? Ci è parso un po' deboluccio!
Benino il gradimento personale, ha pesato la scelta della sfuriata di Charlie.
La creatura, infine, è inserita perfettamente.