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Autore: Fay_Fay    14/03/2011    2 recensioni
Quando la tua vita va a rotoli, c'è sempre una persona che riesce a migliorarli.
Quando soffri, c'è sempre una persona che riesce a tirarti fuori dal vortice del dolore.
Queste persone sono i tuoi angeli custodi.
Sakura è riuscita a trovare il suo.
Questa è la mia prima fiction KakaSaku.. spero vi piaccia! ^_^
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kakashi Hatake, Sakura Haruno
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Il mio angelo custode
.. Il mio angelo custode ..

Avevo vent'anni quando passeggiavo per i campi di Konoha finita una missione come anbu. Dopo aver fatto rapporto all'Hokage, festeggiavo il buon esito della missione camminando su quella verdissima erba fresca sotto un azzurrissimo cielo tappezzato di nuvolette a forma di pecorelle. Mentre camminavo pensavo.
Pensare.
Da quando avevo perso tutto non facevo altro che pensare.
Pensare a ciò che avrei potuto.
Pensare a quando ero stato stupido.
La mia vita era un continuo pensare al passato, pieno di angoscia e rinpianti.
Finchè quel giorno, mentre camminavo silenzioso in mezzo a quel campo, vidi la più bella creatura di tutto l'universo. E da quel momento la mia vita cambiò.

Vidi una bambina che ad occhio e croce non doveda avere più di cinque anni. La vidi mentre avanza guardandosi intorno nel campo, poi ad un certo punto si addentrò nella foresta per l'allenamento dei ninja. Preoccupato per quella piccola creatura innocente, decisi di seguirla senza fare rumore.
La bambina continuava a camminare guardandosi intorno addentrandosi sempre di più nel cuore della foresta. Ad un certo punto, dopo che aveva camminato per più di mezz'ora, fece una cosa stranissima: fece un giro su se stessa molto lentamente guardando con occhi pieni di paura ogni singolo punto del bosco, dopodichè si accasciò a terra e iniziò a piangere. Era uno di quei pianti rumorosi che emettono i bambini quando sono soli e impauriti.

Scattai da dietro un albero e mi avvicinai con cautela alla bambina, come se avessi paura che potesse scappare.
-Ehi, piccolina...- allungai la mano.
La piccoletta indietreggiò inciampando, poi urlò impaurita: -Vai via, cattivone!-
"Cattivone io?" pensai. Poi capii che forse era per via della mia faccia tutta coperta se era così impaurita. Così abbassai la maschera di tessuto e le sorrisi il più dolcemente possibile. Funzionò. Smise di tremare come una foglia scossa dal vento.
Così continuai: -Che ci fai qui tutta sola? Lo sai che è pericoloso, vero?-
-Ma io...- la sua voce era fragile come lei -io... io... volevo solo...- era difficile capire quello che diceva fra tutti quei singhiozzi -raccogliere... fiori... belli... mie amiche... detto... erano qui...-
-Ehi, ehi! Calmati! Va tutto bene!- mi inginocchiai per guardarla bene negli occhi, pensavo a chi mai potesse tirare un così brutto scherzo e una bambina così dolce.
-Senti, piccola... che cos'è la cosa che ti fa sempre diventare felice?-
La bambina ci pensò un po' poi mi disse: -La neve!-
Classico dei bambini.
-Bhè... io non posso di certo far nevicare, ma se potessi farlo, farei nevicare su tutto il mondo per vederti sorridere!-
La piccoletta mi guardava con la bocca aperta ascoltando quello che dicevo. Almeno aveva smesso di piangere.
Ci pensò un po' poi mi disse: -Voglio tornare a casa!-
Risi dolcemente. Quanto era tenera? Era di quella bellissima ingenuità che abbiamo solo da bambini.
-Vieni, allora! Ti riporto a casa!- presi òa sua piccola mano e camminammo insieme verso il villaggio.

Quando arrivammo al portone di Konoha mi disse che da lì riusciva a tornare da sola, così la guardai mentre si allontanava, finchè non fu più nel mio campo visivo.
Mi chiese se l'avrei mai rincontrata, da più grande magari, se l'avrei riconosciuta o l'avrei vista crescere.
Ma il fato fece che le nostre strade si incrociassero più di quanto avessi immaginato.

Nonostante vivessimo nel medesimo villaggio, non la vidi per i sette anni seguenti. Quando, all'età di ventisei anni, mi affidarono la mia squadra di genin novizi composta da tre elementi e, guarda a caso, uno di quelli era proprio lei.
Quando la rividi aveva già dodici anni, era cresciuta parecchio, ma comunque l'avrei riconosciuta fra mille: quegli occhi smeraldini non si dimenticano.
Forse lei non si ricordava di me. Molto probabile. Era troppo piccola.

Passarono gli anni e la vidi crescere e pian piano mi accorsi di amarla. Non importa se abbiamo quattordici anni di differenza, perchè l'amore non ha età.
Poi anche se adesso ha solo sedici anni, è più matura dei suoi due compagni di squadra.
Sakura, così si chiama, mi ricorda troppo lei. Quando sono in sua compagnia mi sembra di stare con lei, mi sento come se lei non fosse morta e sia ancora accanto a me.
Forse è per questo che mi sono innamorato di Sakura.

Sì, forse con Sakura imparerò a dimenticare.



"Io non posso di certo far nevicare, ma se potessi farlo, farei nevicare su tutto il mondo per vederti sorridere!"
Un ragazzo mi teneva la mano e camminavamo senza dire nulla.
Non mi ricordo chi fosse, nè che faccia avesse, ricordo solo la sua grande mano accogliente che teneva la mia e camminavamo... camminavamo... dove? nemmeno questo mi è chiaro. Forse eravamo in un campo... o era un bosco?

Mi chiedo ancora adesso se sia successo veramente o se era solo un sogno dimenticato.
Comunque ho sempre pensato che quel ragazzo che mi teneva la mano quando ero piccola, fosse il mio angelo custode.

Ora ho sedici anni e sto passeggiando per Konoha. Sono passati quattro anni da quando il ragazzo che amo ha lasciato il villaggio.
Mi fermo.
Era proprio qui l'ultima volta che lo vidi.
Sento le lacrime scorrermi lungo le guance, abbasso la testa e stringo i pugni.
E' da quattro anni che soffro così tanto.
Qualcuno si avvicina -Sakura...- dice il mio nome mettendomi la mano sulla spalla.
-Kakashi-sensei...- mormoro alzando un po' lo sguardo verso di lui.
-Cosa è successo?- mi chiede preoccupato.
-Niente...- mi asciugo le lacrime.
Lui si avvicina ancora di più e porta la sua bocca coperta dalla maschera vicino al mio orecchio, poi mi sussurra dolcemente:
-Io non posso far nevicare, ma se potessi farlo, farei nevicare su tutto il mondo per vederti sorridere.-

Allora era il maestro Kakashi!
E' successo veramente, non era un sogno! Ora ricordo tutto: il prato, i fiori, la foresta, lui con la sua divisa da anbu, i cespugli, il suo sorriso, la strada di casa...
Quando sto soffrendo, lui arriva da me e mi prende per mano, poi mi guida lungo la retta via illuminando il cammino con la sua luce.
Il mio angelo custode è lui. Come ho fatto a non accorgermene?

Sì, forse con Kakashi imparerò a dimenticare.

♥ Fine ♥



Ecco la mia prima fiction (se si può definire così una cosa così orribile <.<) KakaSaku. L'ho scritta una mattina quando ero a casa da scuola perchè stavo male.. quindi non mi sorprendete se ci sono errori (non ho avuto molto tempo per ricontrollarla ugh..).
Subito non la volevo neanche postare, è stata Nihal07 a convincermi! ^^
Direi che non sono portata a scrivere KakaSaku.. *ugh* non fatemi pentire di averla postata e ditemi che ne è valsa la pena, vi prego! *_* mi tirerebbe su xD
Baci,
Fay_Fay

  
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