Note dell’autrice:
TITOLO: Padfoot and Moony do Bedtime
AUTRICE: Summerwing
RATING: PG-13 dovrebbe andare
GENERE: Commedia, romantico
PAIRINGS: RL/SB
FEEDBACK: Vi chiedo solo di divertire la mia ispirazione, che si butta un po’
giù quando nessuno recensisce. Basta anche solo una parola. “Bello” “Brutto”
“Ew” “Wow” “Um…”—qualsiasi cosa!
AVVERTENZE: Contenuti slash, ma non approfonditi, solo menzionati. Un paio di
imprecazioni. Il carattere di Sirius è molto OOC, non altrettanto quello di
Remus, sebbene è come dire che Lindsay Lohan non è terribile come Hilary Duff.
DISCLAIMER: Madame Rowling, lei possiede tutte queste persone, mi venda solo
Sirius e Remus! Le darò la mia casa! QUALSIASI COSA!!!
NOTE: Mi è venuto in mente all’1.30 del mattino. Perciò aspettatevi un po’ di
pazzia. Non ho idea di dove si svolga la storia. Non so se è Hogwarts,
l’appartamento che Remus e Sirius hanno condiviso dopo la scuola, Grimmauld
Place, o un hotel in Mongolia. Potrebbe persino svolgersi nel pieno degli anni
della Disco in una pasticceria fiamminga. E’ successo e basta, okay?
NOTE DELLA TRADUTTRICE (Faith Lupin): So che
avevo detto che per un po’ non ne avrei postate, dato che gli esami aleggiano
sempre più minacciosamente sulla mia testa. Ma ho trovato questa ff talmente
divertente, che davvero non ho saputo resistere ^^ Quando l’ho postata, ho
alzato un po’ il rating per via di alcune espressioni. E’ davvero divertente,
perciò spero che piaccia anche a voi!! Come sempre tradurrò i vostri commenti
all’autrice.
Grazie, Faith.
"Padfoot and Moony do Bedtime"
di Summerwing
Sirius Black era stanco, davvero lo era. Davvero.
Stava per andare a letto. Presto. Non appena il Puddlemere United avesse vinto.
Erano sotto solo di 140 punti, potevano vincere se avessero catturato il
boccino…
Davvero.
“Wow, Mike! L’hai visto?”
“Sicuro, Bob. E’ da tanto tempo che non vedevo qualcuno giocare così bene.”
“Beh, gli Holyhead Harpies sono stati battuti recentemente, anche se hanno
arruolato quei battitori.”
“Sono d’accordo, Bob. Ma nonostante questo, non ho mai visto niente di simile
prima. Intendo, ascolta la folla, penseresti che abbiano vinto tutti alla
lotteria dei Galeoni.”
“Questa partita non verrà dimenticata molto presto, Mike.”
“Lo puoi ben dire, Bob!”
Sirius mollò un calcio alla radio. “Cos’è successo?!” strillò. “Non
blaterare solo su quanto sia stato incredibile, COSA E’ SUCCESSO?! Ha segnato il
Puddlemere o cosa?!”
“Non ho mai visto nessuno calciare così male, Mike.”
“Sì, 300 punti sono molti da rimontare.”
“COSA?!” urlò Sirius.
“Il Puddlemere se lo sentirà nella mattinata.”
“Cos’è successo?” Sirius mugolò.
“Voglio dire, era già stata una grande giocata, quando Mirabella Arsen ha
segnato sotto il braccio del portiere del Puddlemere, ma quando Amanda Burke ha
preso il boccino due secondi dopo…ho ragione se dico che è stato un miracolo?!”
“Hai detto bene, Mike!”
“Senti la folla come esulta quando gli Harpies fanno un giro di vittoria.
Sembrano sicuramente –“ Il cronista radiofonico fu zittito, quando
Sirius prese a calci la radio più forte di come intendeva. Volò attraverso la
stanza e si frantumò contro il muro. Lanciando qualche scintilla, fece un suono
che potrebbe essere descritto come qualcosa a metà tra un guaito e un gemito.
“Oops,” disse Sirius.
Uno sbadigliante Remus Lupin entrò nella stanza. Indossava un accappatoio blu e
pantofole coordinate.
“Cosa stai facendo, Sirius?” chiese assonnato.
“Ummm…” disse Sirius. “Ascoltando la partita?”
Remus sollevò un sopracciglio. “A Mezzanotte e quarantotto?”
“E’ una partita all’estero.”
“Va beeene.” Remus si fermò. “Cos’era quel rumore?”
“Il Puddlemere ha perso,” Sirius spiegò.
“Oh,” disse Remus, lasciandolo così. “Non pensi che sia tempo di andare a
letto?”
Sirius salutò con la mano il suo amante. “Presto, presto.”
“Ora. Ti devi alzare alle nove domani.”
“Avrò tempo in abbondanza.”
“Sicuro,” disse Remus. “Beh, non stare alzato troppo tardi. Io ritorno a letto.”
Sirius guardò Remus che se ne andava, poi sbuffò e tornò alla parete, dove la
radio giaceva prona. Le diede un colpetto. La radio fece un rumore sibilante.
Vendendola con ottimismo, Sirius la raccolse e le diede di nuovo un colpetto.
Questa volta, sibilò per qualche secondo in più. Sirius estrasse la bacchetta e
mormorò “Reparo”.
“—come si sente ad aver vinto la sua prima partita da professionista,
signorina Burke?”
“Benissimo. Gli Harpies sono già diventati come una famiglia per me, e sono
felice di averli aiutati a vincere.”
“Sta programmando qualche –“ Sirius cambiò velocemente stazione radio.
“—giardino. Gli gnomi possono essere—“ Click.
“—una libbra di fegato di bue nella miscela—“ Click.
“—a Bristol sabato –“ Click.
“—recenti indagini hanno dimostrato—“ Click.
“—pozioni d’amoooore non hanno alcuuuun effetto suu neessuunooo—“
Sirius si accigliò e spense la radio. Non c’era mai niente di buono sulla WWN
dopo mezzanotte.
Forse doveva andare a letto dopotutto?
Nah.
“Ho fame,” Sirius realizzò. Appoggiò la radio su una mensola. Vacillò
precariamente, prima di cadere sul pavimento.
“Oops,” Sirius disse un’altra volta. Alzò le spalle. “Oh, bene.”
Andò in cucina strascicando i piedi, puntando al frigorifero. “Perchè Moony
senta il bisogno di avere uno di questi, non lo capirò mai. Intendo, non è come
se ne avessimo bisogno…” Lo aprì, poi fece un balzo indietro per la sorpresa,
quando la luce si accese. “Whoa!” gridò. “Come diavolo…” Sirius colpì la
lampadina con la sua bacchetta. Non accadde nulla.
Chiuse il frigorifero. Lo aprì un’altra volta. Ancora, la luce si accese. “Wow…”
sussurrò. “Grande.”
Sirius ripetè questa attività diverse volte, e le sue reazioni passarono presto
da una gioia perplessa, a una più confusa rabbia.
Alla fine, sbatté lo sportello del frigorifero così forte, che, quando lo aprì
nuovamente, un intero ripiano cadde e tutto ciò che c’era sopra finì precipitato
sul pavimento.
“Ti stai divertendo?” chiese sarcasticamente una voce dietro di lui.
“Errr…sì?” chiese Sirius imbarazzato.
Remus passò attraverso il disastro sul pavimento della cucina. “Tu lo sai che
ora pulirai tutto questo, vero?”
“Ma, ma, ma…la luce si accendeva e io non le avevo detto di farlo! Non è colpa
mia, se questo stupido remitigatore è rotto!”
Ridacchiando a dispetto di se stesso, Remus spiegò i dispositivi Babbani ancora
una volta. “Prima di tutto, si chiama refrigeratore. Secondo, la luce si accende
automaticamente, così che tu possa vedere al suo interno. Terzo, quante volte ti
ho detto di non essere violento con le cose Babbane che compro?”
“Molte,” sospirò Sirius.
“Va bene, ora, ti aiuterò a pulire tutto questo, e poi verrai a letto, okay?”
“Va bene,” Sirius brontolò. “Ma non sono stanco.”
“Sembri un bambino di cinque anni. Certo che sei stanco.”
"Nuh-uuuuh."
“Non discuterò con te su qualcosa di così stupido. Ora, vuoi che ti aiuti a
pulire?”
“Lo posso fare da solo.” Sirius proseguì e trasformò il pasticcio in un coniglio
verde e giallo a pois.”
“Molto carino.”
“Io…Io intendevo fare proprio questo.”
“Tu sei un disastro negli incantesimi di pulizia,” Remus disse. “Lascia
che lo faccia io.”
“Cosa faccio con Rudolph?”
“Rudolph?”
“Il coniglio.”
“Tu hai dato un nome a quella cosa?”
“A lui. Ferirai i suoi sentimenti,” disse Sirius, cullando il coniglio
tra le sue braccia.
Remus roteò gli occhi. “Sbarazziamoci di quella cosa e basta.”
“Lui!”
“Ritrasforma quella cosa negli avanzi.”
Sirius mise il broncio, ma fece ciò che gli era stato detto.
“Evanesco,” disse Remus. Tutto il cibo ammucchiato sul pavimento
scomparì. “Penso che tu possa andar via da qui.”
Sirius brontolò di nuovo.
Dieci minuti dopo, Remus era scomparso nella stanza da letto e Sirius stava
guardando il contenuto del frigorifero. Aveva un cipiglio concentrato.
“Perchè abbiamo così tanti avanzi?” si chiese, scegliendo un contenitore blu
opaco. Aprendolo, si lasciò sfuggire uno strillo. Qualunque cosa ci fosse in
quella scatola di plastica, era verde. E melmosa. E…si muoveva!? Sirius
ripose in fretta la scatola e la spinse in fondo al frigorifero. Un’etichetta
sul lato colpì la sua attenzione. “Confettura di fragole…1976! Aargh!”
Sirius decise di cercare qualcosa di un po’ più…recente…
Poi trovò le patatine fritte. “Oh, yum!” esclamò, afferrando la busta piena di
gustose patate fritte.
Vi introdusse la mano e ne afferrò una manciata, che procedette a ficcarsi a
bocca.
Dondolando la busta tutt’attorno, Sirius attraversò il corridoio per la stanza
da letto.
Remus era seduto sul letto, leggendo un libro. Sollevò un sopracciglio.
“Patatine fritte?”
"Iff goob. Woo sub fry fumm."
Remus sollevò l’altro sopracciglio. Ancora più in alto.
Sirius inghiottì. “Cosa?” chiese.
Remus scosse la testa e ritornò al suo libro.
Sirius stava in un qualche modo cercando di togliersi i boxer e mangiare il
resto delle patatine allo stesso tempo.
"Watff owp, Moomy!" Sirius si accovacciò per saltare, la bocca ancora piena di
patatine.
Remus lo guardò allarmato. “Sirius, cosa stai –ahhh!”
"Howwabnnga!" Sirius urlò prima di lanciarsi nell’orbita…er…volevo dire, nel
letto.
Il libro di Remus volò via e lo stesso licantropo cadde dal letto.
Sirius, nel frattempo, si stava sistemando comodamente attorno a sè, come un
gigante e troppo cresciuto bruco.
Remus riemerse come un colosso dalle profondità. Fece persino quel “terrificante
ruggito”, prima di balzare addosso a un ignaro Sirius, strappando via la coperta
dall’uomo dai capelli neri.
Ma Sirius, che non aveva ancora inghiottito le patatine, aprì la bocca per
urlare, e Remus finì con la faccia piena di patatine fritte masticate.
“Ewwww!” ruggì, cercando di asciugarsi la faccia con il più vicino pezzo di
stoffa…che capitò essere la biancheria intima di Sirius.
Sirius urlò. “Hey! Avvisami se stai per fare una cosa del genere!”
Remus aveva ancora patatine fritte sul viso, così ignorò Sirius e continuò a
pulirsi.
“Dove stai andando?” chiese Sirius ad alta voce.
“Io lo chiamo…andare in bagno,” disse Remus enigmatico, ondeggiando le
mani davanti al viso con fare mistico.
Il sarcasmo era inutile con Sirius, che guardò Remus ritirarsi, confuso.
Quando Remus tornò, il suo amante si era sbarazzato delle patatine fritte
incrostate sui suoi boxer e li aveva cambiati con pantaloni del pigiama. Il
letto era fisso e Sirius non possedeva più la metà delle coperte. Tuttavia, una
considerevole montagna di cuscini lo circondava da tutte le parti.
“Da dove vengono tutti quei cuscini?” chiese Remus sospettosamente.
“Li ho Trasfigurati dai batuffoli di cotone,” disse Sirius, sebbene risultasse
in un qualche modo attutito. “Ti piace il mio fortino?”
“Fortino?” Una parola poteva comunicare diverse emozioni, variando
dall’esasperazione al divertimento.
“Sìì! E’ qui per proteggere me dalle cattiverie del mondo…tu incluso, assassino
di conigli!”
“Scusami?”
“MI HAI FATTO UCCIDERE RUPERT!”
“Pensavo che il suo nome fosse Rudolph?”
“E’ IL PENSIERO CHE CONTA!”
“In questo caso, no.”
“QUESTA BUSTA DI PLASTICA NON E’ UN GIOCO!”
“Sirius…”
“RICORDA ALAMO!”
"Sirius..."
“NON SARO’ MESSO A TACERE!”
"Sirius..."
“FATE L’AMORE, NON LA GUERRA!”
"SIRIUS!"
“Umm…scusa, mi sono fatto un po’ trasportare.”
Remus si nascose la testa tra le mani. “Ora possiamo andare a letto?”
“Va bene…”
“Ti devi sbarazzare dei cuscini prima.”
"Awwwww..." piagnucolò Sirius…finchè Remus non gli diede il permesso di tenere
un cuscino extra.
“Ma non lo voglio dal mio lato del letto.”
"Awwwww..."
"Niente ma!”
Sirius si zittì e ritrasfigurò i cuscini in batuffoli di cotone.
“Okay, sono andati. Puoi venire a letto ora.”
“Sei sicuro che ora sarai serio?”
“Sono sempre Sirius.” [solito gioco di parole tra “serious” (=serio) e Sirius,
che in inglese hanno la stessa pronuncia. N.d.T.]
Remus gemette all’abusato gioco di parole e prese l’intima decisione di dare un
calcio all’autrice per aver usato un gioco di parole così stupido.
Spense la luce, poi si tolse l’accappatoio che stava indossando, rivelando un
paio di sottili mutande di cotone.
Sirius fece un fischio d’apprezzamento.
Remus lo guardò torvo e si mise nel suo lato del letto.
Trascorsero pochi secondi in un silenzio felice, e l’uomo dai capelli d’ambra
iniziò a sperare di essere libero di dormire ora, ma non ebbe tale fortuna.
L’autrice era decisa a torturarlo ancora per un po’, probabilmente a causa della
sua decisione in qualche paragrafo precedente.
"Moooonyyy," Sirius piagnucolò.
“Cosa?” ringhiò Remus.
“I miei piediiii sono freeeeddi…”
“Allora mettiti un paio di calzini.”
“Non voglio.”
“Bene, allora, suppongo che i tuoi piedi continueranno a essere freddi.”
“Bene. Ma tu ne sarai dispiaciuto.”
“Ne dubito altamente.”
Sirius scese riluttante dal letto e guardò torvo il libro che aveva avuto la
brutta sorte di finire lì. Si sedette sul pavimento e iniziò a cercare nel suo
cassettone. Aprendo il cassetto dei calzini, vi scrutò dentro.
Ovviamente, era un disordine assoluto.
Invece delle calze, la maggior parte del contenuto del cassetto erano biancheria
intima, magliette, un paio di jeans, calzoncini da piscina, e, cosa
preoccupante, un reggiseno e un paio di scarpe col tacco.
“Moony…” sussurrò.
Remus lo ignorò.
"Moony..."
"Moony..."
"MOONY!"
“COSA!?” sbottò Remus, sedendosi sul letto.
“Non riesco a trovare i miei calzini sfilacciati.”
“E io cosa ci devo fare?”
“Uhhh…non lo so…”
Remus incrociò le braccia spazientito.
Sirius decise che non gli andava di essere morto, così lasciò da solo il suo
amante e cercò di nuovo di trovare i suoi calzini. Sapeva di averne tre paia
sfilacciati, ma ne trovò solo uno rosso e uno rosso e nero…e quello con le righe
arcobaleno si era conficcato sul fondo.
Sbuffando per l’irritazione, Sirius perse la pazienza con quel malvagio cassetto
e iniziò a vuotarne il contenuto sul pavimento.
“In nome di Merlino, cosa stai facendo?” chiese Remus, lottando per non ridere,
perché si supponeva che lui fosse quello razionale che disapprovava il tipo di
comportamento che Sirius stava esibendo.
“Sto cercando le mie calze,” replicò Sirius lontano, in uno stato di grande
concentrazione, come se stesse scrutando ogni articolo d’abbigliamento che
estraeva dal cassetto, prima di lanciarlo nella pila sempre più grande sul
pavimento.
"Ah."
Alla fine, non era rimasto più nulla nel cassetto delle calze, eccetto tre
galeoni (“Grande, soldi extra!”), un bottone di una camicia di Sirius (“Dove va
questo?”) e un piccolo modello di kneazle che artigliava brutalmente l’animago
(“Lo stavo cercando!”).
"Moony..."
Questa volta, Remus sapeva che era meglio non cercare di ignorare Sirius.
“Sì?”
“Ho cercato nell’intero cassetto, e ancora non riesco a trovare la copia del
miei calzini sfilacciati.”
“Convivi con questo. Puoi indossare calzini spaiati a letto.”
“No, non posso!”
“E perché no?”
“Perché Sirius Algernon Black non indossa cose spaiate.”
“Sirius, mettili su e basta. Preferisci avere i piedi freddi o i calzini
spaiati?”
Sirius lo guardò come se fosse una domanda incredibilmente semplice, la cui
risposta stava danzando nuda sul comodino gridando “Me! ME! SCEGLI MEEE!”
“Lo devi chiedere?”
“Mettiteli su e torna a letto,” disse Remus nel suo tono da “creatura della
notte”.
“Okay,” disse Sirius mite, mettendosi i calzini ai piedi e praticamente
buttandosi attraverso il letto.
Accoccolandosi nel letto, scrutò Remus con un occhio e disse sprezzante, “Ma se
mi sveglio la mattina e vedo i miei calzini spaiati e muoio per lo shock, spero
che tu ti sentirai molto colpevole.”
Remus diede una piccola gomitata a Sirius e si accoccolò contro la schiena del
suo amante.
Passarono quasi cinque minuti di inattività, prima che Remus mettesse in
discussione la sua buona sorte.
“Sirius?” sussurrò.
L’uomo in questione gemette. “Cosa?”
“Cosa ti succede?”
“Cosa?”
“Tu hai qualcosa.”
“Cosa intendi?” farfugliò Sirius.
“Non mi hai assillato per il sesso.”
“Cosa?!”
Remus sospirò. “Ogni notte dopo che siamo andati a letto, tu aspetti per un po’
e poi sento, ‘Moony’, sussurrato proprio nel mio orecchio. E poi inizi. ‘Moony
cosa ne dici di un po’ di coccole di mezzanotte’, il che, suppongo, è la tua
definizione per mettermelo nel culo!”
“Questo non è vero!” Sirius protestò.
“Oh, veramente?”
“Sì! Qualche volta lascio che sia tu a farlo!”
Remus roteò gli occhi. “Davvero, Sirius, non è questo il punto…”
Ma Sirius non ne era dissuaso. “E qualche volta è solo orale! E qualche volta è
solo un piccolo strofinamento! E quella volta quando noi—“
“E’ successo una volta. Non succederà mai più.” Il tono in cui era stato detto,
era tale da spaventare persino Voldemort con le sue malvagie pantofole da
coniglietto e farlo nascondere nel Reno.
“Bene, tu sai cosa intendo, Remmie, non sono sempre io a scopare te, e comunque
ti piace!”
“Sirius,” sibilò Remus. “Non è questo il punto, e tu lo sai. Il punto è che
voglio sapere perché stanotte non cerchi di entrare nei miei pantaloni.”
“Oh,” disse Sirius, sospettosamente innocente. “Credo di essere solo stanco.”
“Sono sicuro,” disse Remus sarcasticamente.
Poi decise di lasciar perdere, vedendo che era già l’una e trenta e che era
stanco (e che Sirius aveva ragione, a lui piaceva comunque).
Sirius si era quasi addormentato, quando Remus sussurrò sensualmente al suo
orecchio:
“Cosa ne dici di un po’ di coccole di mezzanotte?”
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NOTE DELL’AUTRICE: Ummm…sì…all’inizio non pensavo che sarebbe diventata così
sconcia come nella parte finale, ma hey, sono una ragazzina dalla mente aperta.
XD. Allora, tutte le scene in cui Sirius ha la bocca piena di cibo, sono state
testate da mia sorella Dawn, per accuratezza e realismo. E’ ancora seccata con
me per averla forzata a cacciare panini giù per la gola, perciò è meglio che
siate soddisfatti della qualità di realismo nei discorsi in cui Sirius è
ostacolato dal cibo!
Infine, dato che questa è una one-shot, non posso rispondere alle domande nel
prossimo capitolo (PERCHE’ NON CI LASCIANO RISPONDERE ALLE RECENSIONI?!?!?!?!),
lasciate la vostra e-mail se avete delle domande pressanti e vi risponderò in
questo modo. In ogni modo, lasciate una recensione, anche se è solo di una
parola, vi amerò per sempre. Cerco di lasciare una recensione firmata per ognuna
di quelle che ricevo, e quella recensione potrà essere proprio per voi. Come
sempre, voglio bene a tutti, recensori o no.
--Summerwing