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Autore: Dita d_Inchiostro    15/03/2011    5 recensioni
Storia classificatasi prima al contest "Gred e Forge" indetto da L'Altra Madre.
La seconda guerra magica è ormai terminata, Lord Voldemort è stato sconfitto, ma nonostante tutto George Weasley non riesce a riprendere la sua vecchia vita. E' sposato, ha due bambini, ma su di lui grava sempre l'assenza del gemello scomparso.
Genere: Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Fred, Weasley, George, e, Fred, Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Angolo autrice: La storia si è classificata prima al contest "Gred e Forge" indetto da L'Altra Madre (http://freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=9598144&p=1)

Non è esattamente il mio genere... Un po' drammatica a volte lo sono, ma non fino a questi punti. Spero comunque che questa breve one shot sui gemelli Weasley possa piacervi!

 




Lo specchio


Un ragazzo con folti capelli rossi e una spruzzata di lentiggini mi osserva nello specchio. “Ciao Fred,” mormoro.

“Ciao George,” risponde lui.

Sobbalzo improvvisamente. Mai, in tutte le volte che l’ho visto nello specchio, lui mi ha risposto.

“Che hai George, sei forse spaventato?” domanda.

“Certo che no Fred, pensi che io mi possa spaventare per uno specchio?”

Lui scoppia a ridere. E che bello sentire di nuovo, dopo tutto questo tempo, la mia risata.

“E allora? Come te la passi, tutto bene?”

Bene, sto per rispondere, ma mi blocco. Io sto bene? Sto davvero bene con Angelina e i miei due figli?

La risposta è semplice ed elementare.

“No, Fred. Non sto affatto bene.”

Il nostri sorrisi si spengono in contemporanea.

“Lo immaginavo,” sussurra, piegando il capo. “Non riesci proprio a vivere senza di me vero?”

Scuoto con decisione la testa. Riesco a scorgere un velo d’ironia nella sua voce, ma so che sta parlando sul serio. Lui non scherza mai.

“E tu, invece? Com’è… Laggiù?”

“Insomma, è alquanto noioso. Non c’è nulla da fare…”

Lo vedo sorridere di nuovo. Ma, oltre l’apparente allegria, vedo le lacrime tanto represse scorrere liberamente.

“Mi manchi,” diciamo nello stesso istante.

“Già, mi manchi Fred,” confermo io. “Non doveva andare così.”

Lui annuisce. “Lo so, ma è successo lo stesso.”

“Incredibile eh? I due inseparabili gemelli Weasley finalmente divisi. La Umbridge ne sarebbe felice,” commento.

Morirebbe di gioia.”

Per qualche istante rimaniamo a scrutarci, in completo silenzio.

Cerco qualche differenza, qualcosa che possa dirmi che quello è davvero Fred Weasley e non uno sciocco scherzo della mia immaginazione. E lo trovo.

Proprio lì, all’altezza del petto, c’è una macchia di sangue sulla camicia scura: la ferita che l’ha ucciso. Vorrei piangere, ma non ci riesco. I gemelli Weasley non piangono mai: si disperano, urlano, ridono. Ma non piangono.

“Solo la morte poteva dividerci, vero George?”

“Si, solo la morte,” confermo.

“E non pensi che la morte potrebbe riunirci?”

Alzo lo sguardo. Ma di che cosa sta parlando?
”Fred, cosa…”

E improvvisamente mi è tutto chiaro. Il mio obiettivo, il motivo per cui sono ancora qui, a guardare questo specchio. Era questo che aspettavo: un messaggio di Fred, un suo segnale. Fosse anche solo un prodotto della mia mente. Una sorta di “via”, insomma. Un permesso da parte di mio fratello.

Sorrido. “Lo credi davvero?”

Lui annuisce. “Fidati, è il nostro destino. Se siamo da soli, non contiamo nulla.”

“Si, hai ragione,” e finalmente ne sono convinto anch’io. “A presto Fred”.

Con uno scatto improvviso, tiro un pugno allo specchio. Esso va in mille pezzi; vedo le schegge cadere e rimbalzare sul pavimento, risucchiando l’immagine del mio gemello.

Era tutto così semplice, così facile. Come ho fatto a non capirlo prima? Avrei dovuto agire subito, appena ho visto il mio corpo di mio fratello a terra, morto.

Ti ricordi di quando eravamo bambini George? Dicevamo sempre che nessuno dei due poteva vivere senza l’altro.

Eppure io l’ho dimenticato. Ho finto, ho continuato questa patetica imitazione di vita. Ho cercato di adeguarmi, come avevano fatto tutti gli altri, alle perdite subite.

Ma la mia è ben di più di una perdita. E’ uno squarcio, un’esportazione di parte della mia anima. Ed è impossibile guarirne.

“E’ tutto così semplice,” penso, raccogliendo una scheggia di vetro da terra.

Guardo per qualche istante il mio riflesso nel vetro. Tutto ciò che riesco a vedere è un ciuffo di capelli rossi e una piccola parte del viso. In questi ultimi quattro anni ho tanto odiato quest’immagine. Quasi rifiutavo di guardarmi allo specchio, pur di non vedere il suo viso così triste ed afflitto.

Mentre ora è tutto così facile.

Con incredibile lentezza, avvicino il polso sinistro alla lama.

E’ semplice, è molto semplice George.

Si, devo credergli.

Appoggio con precisione la lama sulla pelle bianca del polso.

Sono i tuoi ultimi istanti di vita, fratello mio. Non dimenticarli mai.

Una piccola goccia di sangue sgorga dalla ferita. Rossa, come i nostri capelli.

E’ uno dei miei ultimi istanti di vita. Uno dei miei ultimi istanti di sofferenza.

Sto arrivando Fred, aspettami.



  
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