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Autore: whateverhappened    15/03/2011    3 recensioni
Quando le avevano detto che era stato attaccato da un lupo mannaro Fleur aveva sentito qualcosa spezzarsi dentro di lei, una paura cieca si era fatta strada nei suoi pensieri senza che lei potesse fermarla, il timore di averlo perso per sempre aveva invaso ogni cellula del suo corpo. Era corsa al suo fianco, non le importava che il suo volto fosse coperto di sangue, non le importava che ci fosse il rischio che si trasformasse in un lupo mannaro: il suo cuore batteva, non le serviva altro.
Seconda classificata nella categoria Canon del contest "Tutto l'amore che ho", vincitrice del premio per il Miglior Personaggio Femminile.
Genere: Generale, Guerra, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Bill/Fleur
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
- Questa storia fa parte della serie 'La Belle et la Bête'
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Non si vede bene che col cuore







«Naturalmente non importa il suo aspetto... non f-fa niente... ma era un b-bambino così carino... sempre stato un bel ragazzo... e s-stava per sposarsi!»
«Cosa vuol dire?» gridò Fleur all'improvviso. «Perché disce che stava per sposarsi?»
La signora Weasley alzò il viso coperto di lacrime, stupita.
«Be'... solo che...»
«Ponsa che Bill non mi vuole più?» continuò Fleur. «Ponsa che per colpa di quei morsi scesserà di amarmi?»
«No, non volevo dire...»
«E invesce mi amerà!» esclamò Fleur, ergendosi in tutta la sua altezza e gettando indietro la lunga chioma argentea. «Sci vuol altro che un uomo lupo per impedir a Bill di amarmi!»
«Be', sì, ne sono certa» balbettò la signora Weasley, «ma pensavo che forse... visto come... come lui...»
«Ponsa che io non lo volio più? O forse lo spera?» incalzò Fleur, le narici dilatate. «Cosa importa il suo aspetto? Io sono abbastonsa bella per tutti e due! Tutte quelle scicatrisci sono il segno del courage di mio marito. Fascio io!» aggiunse con forza, spingendo da parte la signora Weasley e strappandole di mano l'unguento.



A quell'ora di notte tutto avrebbe dovuto essere buio o, al massimo, illuminato dalla luna. Non avrebbe dovuto esserci quella sinistra luce verde a riflettersi su ogni superficie, su ogni pietra di Hogwarts.
Non avrebbero dovuto esserci figure in cielo, forse qualche nuvola dalla forma particolare. Nessuno avrebbe voluto vedere teschi e serpenti.
L'infermeria avrebbe dovuto essere vuota, forse occupata da uno studente caduto dalla scopa. I letti della stanza non avrebbero dovuto ospitare Auror feriti, la stanza per le malattie infettive non avrebbe dovuto ospitare le salme di chi, quella sera, aveva lottato con coraggio.
Gli studenti avrebbero dovuto dormire, riposare in vista degli esami imminenti. Ma, ad Hogwarts, nessuno dormiva quella sera. Non uno studente, non un professore, persino i quadri e i fantasmi partecipavano a quella notte che non avrebbe dovuto esistere.
Hogwarts, per la prima volta nella sua storia, era stata presa. Si era sempre detto che era il luogo più sicuro d'Inghilterra, ma i Mangiamorte erano riusciti a entrare. Silente era morto, ancora nessuno riusciva a crederci, e il solo pensiero che fosse stato Piton – colui che era quasi il protetto di Silente, fra i docenti – rendeva ancora più assurda quella morte. Nessuno avrebbe dovuto alzarsi dal letto quella notte, eppure non c'era un letto occupato in tutta la scuola ad eccezione di quelli dell'infermeria. In condizioni normali Madama Chips avrebbe impedito a tutta quella gente di occupare la stanza, i malati avevano bisogno di riposo e tranquillità, ma non aveva il coraggio di dire a dei parenti, a degli amici di separarsi dai feriti della battaglia.

Nell'angolo più isolato del locale Fleur assisteva costantemente Bill, ferito qualche ora prima. Dormiva, l'unguento che lei stessa gli aveva passato sul volto aveva avuto l'effetto di calmare il dolore e iniziare la cicatrizzazione. Stava bene, le era stato confermato più di una volta, ma non aveva la minima intenzione di lasciarlo solo. Era riuscita a convincere Molly e Arthur ad andare a riposare, a dedicarsi agli altri figli, ma Molly rientrava nella stanza ogni mezz'ora a controllare le condizioni del figlio. Era appena uscita dalla stanza quando Bill mugugnò qualche parola nel sonno; avvicinando il viso alla bocca del fidanzato, Fleur capì che stava pronunciando il suo nome. In un attimo gli occhi le si riempirono di lacrime, mentre una mano correva ad accarezzare la testa di Bill. Dopo tante ore di sofferenza, di preoccupazione e di ansia, Fleur si lasciò andare. Pianse silenziosamente, lasciò che quelle lacrime calde scorressero sul suo viso e lo rigassero. In una situazione diversa le avrebbe asciugate immediatamente, con tutta la sua forza le avrebbe ricacciate indietro e avrebbe rialzato la testa. Ma non poteva, non in quel momento, non quando l'uomo che amava, ferito, chiamava il suo nome nel sonno. Quando le avevano detto che era stato attaccato da un lupo mannaro Fleur aveva sentito qualcosa spezzarsi dentro di lei, una paura cieca si era fatta strada nei suoi pensieri senza che lei potesse fermarla, il timore di averlo perso per sempre aveva invaso ogni cellula del suo corpo. Era corsa al suo fianco, non le importava che il suo volto fosse coperto di sangue, non le importava che ci fosse il rischio che si trasformasse in un lupo mannaro: il suo cuore batteva, non le serviva altro.
Con un ultimo sospiro, Fleur smise di piangere. La tensione stava lentamente abbandonando il suo corpo, il respiro regolare di Bill riusciva a infonderle quella tranquillità che tanto bramava. Gli strinse una mano con delicatezza, temendo di poterlo svegliare e riportare al dolore delle ferite. Non voleva che soffrisse neppure un istante, nemmeno per dirle che l’amava, nemmeno per rivolgerle quel sorriso che l’aveva fatta innamorare di lui.

Fleur ricordava ancora il giorno che aveva incontrato Bill Weasley per la prima volta. Era stato prima dell’ultima prova del Torneo Tremaghi, prima che quella guerra avesse inizio. Bill era lì per augurare buona fortuna a Harry, non si era quasi accorto di lei, ma Fleur aveva notato comunque quel sorriso sincero che lo caratterizzava. Quando lo aveva rincontrato alla Gringott e aveva cominciato a frequentarlo se ne era innamorata perdutamente, amava ogni singolo dettaglio di quel ragazzone. Amava i suoi occhi azzurri, quando sorridevano parlando dei suoi cari o quando si intristivano al ricordo di chi non c’era più. Amava la sua bocca, quando si piegava in quel sorriso che le faceva battere il cuore e quando pronunciava parole di ghiaccio contro i Mangiamorte. Amava la sua voce, quando cantava sotto la doccia e quando si induriva nel parlare di questioni critiche. Lo amava quando bruciava la cena, quando al mattino la prendeva in giro per i capelli arruffati, quando scherzava sul suo accento francese. Lo amava quando le faceva capire che lei era la donna della sua vita, quella che lo aveva conquistato. Lo amava non perché sottolineava la sua bellezza, come tanti avrebbero fatto, ma perché la sminuiva in confronto al suo carattere. Amava tutto di lui, ora avrebbe amato anche quelle cicatrici che solcavano il suo volto.

Si chinò a baciare la mano che ancora stringeva. Non poteva credere che tutto quell’amore, quell’immensa forza che univa lei e Bill, non fosse chiara a chi li vedeva. Le parole di Molly le tornavano in mente continuamente, “pensavo che forse… visto come… come lui…”. Pensava che lo avrebbe lasciato, che avrebbe rinunciato all’uomo della sua vita per dei graffi. Pensava forse che stesse con lui perché era un bell’uomo? Che bastasse quello ad allontanarla da lui? Fleur scosse appena il capo, posando la guancia sulla mano di Bill. Non si era innamorata di Bill perché i suoi occhi erano i più belli che avesse mai visto, ma perché riuscivano a rassicurarla anche nella situazione più drammatica. Non lo amava perché era alto e muscoloso, ma perché la stringeva con una tale dolcezza da farle sentire di essere la persona più importante del mondo. Per quanto la riguardava Bill avrebbe anche potuto avere pustole e occhi storti, lei lo avrebbe amato esattamente come lo amava in quel momento.
«Fleur» mugugnò ancora Bill nel sonno, le sue dita si mossero sotto la guancia di Fleur.
«Sono qui» sussurrò la ragazza senza muoversi neppure di un centimetro, lasciando che le dita di Bill le accarezzassero la pelle. «Non ti lascio.»


Quello che vide Molly quando tornò al capezzale del figlio la fece sorridere in un modo che, qualche ora prima, non avrebbe immaginato. Fleur si era addormentata, il suo viso era appoggiato a una mano di Bill e l’altra era stretta dalla ragazza. Molly evocò una coperta e la posò sulle spalle della ragazza, della sua futura nuora. Non poteva credere che suo figlio, il suo bambino, si sarebbe sposato. Le sembrava ancora strano pensare che quella ragazza francese comparsa quasi per caso nelle loro vite fosse riuscita a rubargli il cuore, che potesse meritarlo. Eppure le parole che Fleur le aveva rivolto diverse ore prima risuonavano incessantemente nella tua testa, era davvero innamorata di Bill e lei non aveva mai capito quanto. Pensava che quelle ferite l’avrebbero allontanata, era una ragazza così fine, invece aveva insistito per medicarle. Non le importava, ne andava quasi orgogliosa. Era servito quel gesto a farle capire che il loro era vero amore, quello che non vede con gli occhi, quello che vede con l’anima.
Con un soffio Molly spense la candela sul comodino del figlio, lasciando al buio Bill e Fleur. Si allontanò in punta di piedi, sorridendo, lasciando che Fleur si occupasse del suo futuro marito.






















Questa storia si è classificata seconda nella categoria Canon del contest "Tutto l'amore che ho", indetto da PaytonSawyer, nel quale ha vinto anche il Premio Miglior Personaggio Femminile. La "frase guida" era "L’amore guarda non con gli occhi, ma con l’anima" di Shakespeare.

il titolo è preso da “Il piccolo principe” di Antoine de Saint-Exupéry (“Ecco il mio segreto. È molto semplice: non si vede bene che col cuore. L'essenziale è invisibile agli occhi”). La frase “Per quanto la riguardava Bill avrebbe anche potuto avere pustole e occhi storti”, invece, è ripresa dal film “Orgoglio e Pregiudizio” (versione 2005). La parte iniziale in corsivo è tratta da “Il Principe Mezzosangue”.

Seconda classificata<
weh – Non si vede bene che col cuore

Grammatica: 10
Stile e lessico: 9.5
Originalità: 14
IC e caratterizzazione: 10
Gradimento personale: 10
Trattamento del tema: 5
Bonus coppia: 1
Bonus frase: 1
Tot: 60.5 / 62 punti

Che la coppia che hai scelto sia tra le tue preferite, lo si sente in ogni riga. Avevo il sorriso stampato dall’inizio alla fine, quando ho letto la shot, e sono davvero felice che tu abbia partecipato al contest e scritto questo.
Hai parlato di un argomento sfruttatissimo, ma sei riuscita a renderlo quasi nuovo, e questo è un grande merito. Hai descritto tutta la bella di Fleur, parlando della splendida donna che è.
La cosa che più mi è piaciuta è l’entrata in scena di Molly, davvero originale e dolce.
Questo giudizio sarà sintetico, perché non c’è davvero molto da dire.
Hai scritto una perla e sono contenta tu l’abbia fatto per il mio contest.
Grazie d’aver partecipato. Payton



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