Fanfic su artisti musicali > The GazettE
Segui la storia  |       
Autore: Tsu_Chan    15/03/2011    3 recensioni
Non ho mai avuto problemi con le donne, ho sempre avuto chiunque mi fosse passato per la testa, tranne persone morte ovviamente... dicono che posso conquistare anche un uomo... ma questo fino a che mi sono interessato a ragazze piccole, dolci, gentili e delicati... fino a quando non sono stato io ad essere messo al muro. Fino a quando non ho incontrato una come te...
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Reita
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Magari qualcuno di voi, carissimi, seguendo questa mia narrazione si sono affezionati un poco a me, che come avrete ben notato, non sono portato per l’esposizione dei fatti dato che dilago spesso in discorsi inutili, e in descrizioni di particolari assolutamente inutili: proprio come sto facendo ora.
Vorrei poter andare avanti a raccontarvi tutti gli aneddoti possibili sugli anni successivi che ho vissuto con Tomoyo, potrei rimanere qui a parlare per un sacco di tempo infatti con quella ragazza intorno non mi sono mai annoiato. Dilagherò ancora un attimo con discorsi inutili … ho sempre amato le storie fin da quando ero piccolo e ho sempre sperato che la mia vita, come quella di una favola, finisse con un tutti felici e contenti: non vi preoccupate, non è arrivata la fine della mia storia, solo penso se è veramente possibile avere un lieto fine. Una fine già perché è una fine non ha nulla di bello, lieto e felice.
Ora riprendendo la mia storia, ma mi dovete scusare se d’ora in avanti parlerò al passato, ma rivivere quei momenti, tornando indietro anche con il cuore sarebbe troppo brutto.
Sinceramente io bloccherei qui il mio racconto, per permettere a tutti di riportare alla mente le mie parole solo con un sorriso ma non sarebbe giusto nei confronti vostri, carissimi, e di tutte le persone che quei momenti li hanno vissuti.

La mia strana relazione d’amicizia con Tomo-chan andò avanti per quasi i due anni successivi e devo dire che sono stati i due anni più strani di tutta la mia vita, ogni giorno libero che riuscivamo a trovare prendevamo un aereo  e invadevamo la casa dell’altro. Non mi chiedete come, ma dopo mesi di pressioni, sono riuscito a convincere quella testona a trasferirsi in pianta stabile a Sapporo nell'appartamento insieme alle altre.
Un paio di volte ho avuto anche l’onore di andare a dormire sul loro divano, abbracciato al sacco da box di Tomoyo, che le ragazze non sapevano dove piazzare, e giustamente lo avevano abbandonato in un angolo della casa dal quale poi aveva iniziato a naufragare, spostato a seconda dell’occasione. Naturalmente quando io arrivai l’occasione voleva che fosse usato come cuscino, molto scomodo, del divano; mai dormito così male in vita mia. La sera successiva Tomoyo si infilò nel letto con Kocchan e mi lasciò libero il suo in uno dei gesti più belli che io mi potessi aspettare; solo in un secondo momento scoprii che il letto di Tomo-chan era provvisoriamente un sacco a pelo buttato in un angolo sotto a un calorifero. Porca misera se era furba quella bestiolina, appena poteva cavarsi dalle scomodità lo faceva!
Questo è solo uno degli esempi dei disastri che è riuscita a combinare uno dietro all’altro, ma tutti purtroppo hanno iniziato ad amarla proprio per questo; ditemi chi ha il coraggio di arrivare in ritardo a un concerto perché ha perso l’aereo?
Aspettate a parlare non ho mica finito di formulare la domanda, perché fino a qui potrebbe capitare.
Chi ha il coraggio di arrivare in ritardo a un concerto perché ha perso l’aereo e per fare in fretta entra nel teatro dalla porta d’emergenza in motocicletta, parcheggia davanti alla prima fila e salta sul palco con ancora il casco in testa ?
Avanti vi permetto di farvi una risata perché, si carissimi, Tomoyo lo ha fatto davvero. Quello era anche il loro primo concerto registrato …
Quando Tomoyo entrò in teatro, tutti si misero a lamentarsi perché credevano fosse un fan impazzito, ma appena ha messo piede sul palco e si è messa a fare segno a tutti di stare buoni come uno scaricatore di porto, non è servito molto a nessuno per capire che era lei. Si è tolta il casco, il giubbotto, le varie protezioni e struccata, sudata e spettinata si è messa in spalla in basso per iniziare a suonare come se nulla fosse. Dovrebbe esistere più musicisti come lei, sinceri, che ammettono i proprio errori e si mostrano al pubblico così come sono nella loro vita privata.
Ecco avevo detto che non mi sarei perso in aneddoti inutili, ma cosa ci posso fare, non si può raccontare la storia della nostra amicizia senza raccontare delle pazzie della parte femminile del rapporto, come ad esempio quando ha messo in giro delle foto di noi due, diciamo in pose compromettenti solo per farmi sprofondare nella vergogna, o come quando per girare un video ha accettato di gettarsi dentro a un fiume da un ponte sospeso a 20 metri d'altezza, oppure quando è comparsa ad un nostro concerto e nel bel mezzo dell’esecuzione si è seduta a terra e dal cestino da picnic che si era portata dietro ha tirato fuori un panino e si è messo a mangiare mentre noi suonavamo! Quella volta più che odiarla, l’ho amata: che volete avevo fame e dato che i panini erano due ne ho confiscato uno e, mentre lei prendeva il mio posto e suonava, mi sono seduto e ho mangiato come tutti i comuni mortali.
Come avrete capito per quei due anni la mia vita ha avuto una parvenza di irrealtà quasi magica; veramente non ho mai vissuto così bene … a parte gli attacchi di stress, di perdita di capelli, attacchi di fame, prurito da stress, tic agli occhi, crisi in cui diventavo balbuziente e attacchi di urla improvvisa.
A si e la forfora … tanta forfora … che vergogna.

Purtroppo però come tutte le più belle storie, anche la mia è arrivata alla sua conclusione, precisamente la domenica del 14 luglio 2013 a 3 anni, 3 mesi e 19 giorni dal nostro primo incontro, intorno alle 23:17 a causa della pioggia fuori stagione. Sembrerò un maniaco a tenere il conto di tutti i giorni e a volte dei minuti che passo insieme a una persona ma quando trovo qualcuno di cui mi posso fidare voglio un giorno potergli dire ‘Mi hai regalato i 3 anni, 3 mesi, 19 giorni, 23 ore e 17 minuti più belli della mia vita’.
La fine della mia storia arriva su un’anonima strada di città, in un’anonima serata di pioggia ed un anonimo semaforo dove nonostante la stagione calda l’acqua non si era certo risparmiata ed aveva intasato così tanto le fognature che non riusciva più nemmeno a scivolare nei tombini e formava dei laghetti ai bordi della strada: se avete seguito la mia storia dall’inizio saprete sicuramente che Tomoyo non è una persona nata per muoversi a piedi ma ha nel cuore un motore a 120 cavalli ed è in grado di andare in giro in moto anche con la neve o la nebbia più fitta.
Quella sera non si è contraddetta e quando alcune ore prima ci incontrammo insieme a tutti gli altri ragazzi lei arrivò, in ritardo, e con il casco della moto sotto braccio, bagnata fradicia come un pulcino, imprecando contro il cielo di non avere l’opzione anfibio sulla moto.
Nonostante questo però al momento di separarci non accettò nessuno degli innumerevoli inviti a farsi dare uno strappo in macchina e montò sul suo mostro rombante lasciandoci tutti dicendo che andava a fare un giretto per prendere un po’ di aria: l’ultima volta che la vidi fu al semaforo, eravamo uno accostato all’altra e ci salutammo appena con un cenno della testa prima di prendere direzioni diverse allo scattare del verde. Io svoltai a destra per avviarmi verso il centro e verso la sicurezza della mia casa, lei invece tirò via dritto ad una velocità sorprendente scomparendo per sempre alla vista di tutti noi. Quando la vidi la prima volta era in sella a quella moto proprio come in quel momento pronta a mangiare via chilometri d’asfalto e così l’ho vista l’ultima volta, come se tutto questo fosse un grande cerchio che prima o poi si doveva chiudere.
Tornando all’anonimo incrocio quella sera del 14 luglio, Tomoyo era li proprio ferma sulla linea dello stop aspettando che nell’altro senso passassero tutte le macchine prima di potersene correre via verso luoghi più attraenti: per sua sfortuna il camion che arrivava alle sue spalle non aveva revisionato di recente i freni. Il camionista perse il controllo e travolse Tomoyo in moto, 2 macchina e un passante a piedi; l’unico sopravvissuto di tutto l’incidente è stato proprio il camionista.
Non pensiate io sia diventato una persona senza scrupoli dato che riesco a raccontare questi avvenimenti senza emozioni, la verità è che non piansi tanto come nel mese successivo alla morte del mio diavolo con i capelli rosa: tutto mi sembrava inutile e vuoto, tutto ciò che facevo, che vedevo e che sentivo era superfluo o di scarsa attrazione, in pratica passai tutto il mese in uno stato quasi catatonico.
Al funerale mi tenni in ultima fila e ho osservato tutte quelle giovani persone venute a salutare Tomoyo, vecchi amici, il portinaio della casa a Sapporo dove viveva con le ragazze, alcuni colleghi ma non vidi ne la madre, ne il padre ne i due fratelli: fino a quel giorno non avevo mai veramente creduto che lei fosse la pecora nera della famiglia e invece quell’atto di totale mancanza di rispetto mi ha fatto capire tante cose. Non era lei ad essere sporca ma tutti gli altri che vedendosi troppo scuri vicino a lei hanno preferito cacciarla per evitare di fare brutte figure.
Questa è veramente la fine della mi storia, non una storia con un lieto fine ma nemmeno con un finale del tutto negativo, una storia che mi ha insegnato che le persone non sono mai quello che danno a vedere esteriormente e che in meno di tre settimane una ragazza è in grado di rapirti e non farti tornare più indietro. Tomoyo è morta questo è vero ed ora sono qui di nuovo solo come anni fa ma se c’è una cosa che non dimenticherò mai è quello che era il credo di quella ragazza pazza e senza cervello ‘I sogni non muoiono’: lei è vissuta per i suoi sogni contro tutto e tutti, vorrei aver vissuto io con un decimo del suo coraggio la mia vita.

Questa è raealmente la fine della mia storia più bella, niente lacrime, niente sorrisi, solo ricordi prezioni.


P.S.
Vi ricordate quella canzone che voleva tanto riuscire a riscrivere e pubblicare… c’è riuscita ed io ora ho proprio quel cd sul mio comodino al posto di una fotografia, perché significa più di tutte le foto che si possano trovare…




-The End-

---X---
Ciao a tutti,
beh ok ci ho messo il doppio del tempo che avevo promesso di impiegarci per scrivere l'ultimo capitolo, e poi non è nemmno venuta fuori poi sta gran cosa: l'unico appunto che volevo dare è che ho tentato di non essere ne patetica ne troppo superficiale in queste poche righe e che siano uno conclusione per voi soddisfacente.
Avevo necessità di far terninare in questo modo la storia perchè mi sono stancata delle storie che finiscono sempre tutte bene, sembra che la morte, la crudeltà e la tristezza non esistono al contrario di quello che accade nella realtà...
Non voglio diventare troppo prolissa in discorsi che possono sembrare già delle giustificazioni nel caso non sia piaciuto, io sono felice di questa storia e se lo siete anche  voi, bene la cosa mi rende ancora più entusiasta se non lo siete mi dispiace di aver deluso le vostre aspettative.
A presto,
Darky
   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > The GazettE / Vai alla pagina dell'autore: Tsu_Chan