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Autore: Lely1441    15/03/2011    3 recensioni
Raccolta RoyAi.
Quando i suoi piedi toccarono terra lanciò un'esclamazione soddisfatta e mentre si girava trionfante verso il suo pubblico immaginario, si trovò davanti Riza, con un'espressione perplessa e un sopracciglio inarcato verso l'alto. L'uomo fece un sorrisino nervoso e disse:
- Riza.
- Roy.
- Riza.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Riza Hawkeye, Roy Mustang
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Flowing Blood
04/30


«E tu che ci fai qui, piccolo?»
La nuova segretaria del Comandante Supremo si accovacciò così da poter essere alla stessa altezza del bambino dall’aria estremamente contrita.
«Sono scappato di casa per venire dal papà. La mamma non l’ha presa bene».
Si sentivano delle urla provenire da dietro la porta degli uffici del Comandante, ma inizialmente la ragazza non vi diede troppa importanza.
«Sei venuto qui da solo? Tutto da solo?»
Il bimbo annuì vigorosamente, gonfiando il petto per l’orgoglio: «Certamente».
«E quanti anni hai?»
Qui il petto si sgonfiò appena.
«Cinque, signorina».
Jordan scosse la testa, e gli posò affettuosamente una mano sulle sue, che teneva in grembo. Sembrava un cucciolo con le orecchie basse e la coda floscia.
«Non credi di essere un po’ troppo piccolo per andartene a zonzo da solo? La tua mamma si sarà preoccupata tantissimo, no?»

«Roy, non puoi lasciargliele passare tutte lisce! Ti rendi conto che la povera Julie si è quasi presa un infarto quando non l’ha più trovato in casa? Sono tornata e aveva già chiamato metà degli uffici militari!»
«Voleva solo venire a trovarmi! E mi sembra che ci sia riuscito bene, è ancora tutto intero!»

La segretaria sobbalzò, spaventata dall’acuirsi degli strepiti nell’ufficio. Il sospetto che quello che aveva davanti dovesse essere Maes Manolesta si concretizzò improvvisamente - così l’aveva apostrofato il suo collega Havoc, quando le aveva fatto una rapida ricapitolazione della famiglia Mustang -, e il buonsenso avrebbe voluto che si allontanasse velocemente da quella sorgente di guai. “Ricorda bene, se vedi Maes Mustang assicurati che non abbia qualcosa di sospetto con sé. L’ultima volta ha fatto esplodere metà ala, e aveva solo tre anni”.
Il piccolo si rabbuiò. «Non voglio che mamma litighi con papà per colpa mia…»

«Potevano rapirlo! Poteva cadere in un tombino aperto e farsi male! Poteva rompersi qualche osso!»
«Ma perché devi sempre essere così esagerata? È intelligente quanto basta per avere un po’ d’indipendenza…»
«L’indipendenza di portare all’asilo i guanti del padre, scommetto!»
«Quello è stato solo un incidente…»
«Ha minacciato la maestra di dare fuoco alla mensa!»
«Cara, quello che gli danno da mangiare è obiettivamente improponibile, io avrei fatto lo stesso».
«È proprio questo il punto! Non puoi paragonarlo sempre a te stesso e far finta che sia un santo solo perché vuole emulare un uomo che ha trent’anni più di lui! Non c’è proporzione, è come se io dessi una colt e un caricatore in mano alla bambina e le insegnassi a sparare!»
«Non sarebbe una cattiva idea, se dovessero girarle attorno dei ragazzi poco raccomand-»
«Roy! Ha due anni!»

«Non stanno litigando, stanno solo avendo delle… divergenze d’opinione».
Negli occhi di Maes spuntarono degli enormi lucciconi, così che Jordan si affrettò a tirare fuori il suo fazzoletto pulito e passarglielo sul viso.
«E se la mamma non volesse più bene al papà?»
Jordan arrossì furiosamente, memore di alcune stanze indicate sempre con un certo grado di deferenza per motivi per così dire privati. Quei due erano leggenda, là dentro.
«Oh, non credo proprio che questo sia possibile, sai? Però, vuoi trovare il modo per non farli bisticciare più?»
Maes annuì, facendo ciondolare insieme i piedi che non toccavano di molto il pavimento. «Allora non scappare più da solo. La prossima volta che vuoi venire a trovare il tuo papà, chiami in ufficio e ti vengo a prendere. Il numero lo sai, vero?»
«Sì!»
Per forza di cose, figuriamoci se un monello tanto sveglio non fosse in grado di ricordarsi otto cifre consecutive.
«Siamo d’accordo, allora?»
Proprio in quel momento si aprì la porta e apparve Riza Hawkeye, la moglie del Comandante. Jordan scattò subito sull’attenti e fece il saluto militare, strappando un sorrisino compiaciuto al bambino. Adorava vedere quanto rispetto portassero le persone nei confronti di sua madre.
La donna parve stupita di vedere il figlio lì fuori, dato che lo aveva lasciato dagli zii - così il piccolo chiamava l’originario gruppo di sottoposti del padre -. Oddio, chissà cosa aveva combinato a Breda!
«Torniamo a casa, Maes. Non hai fatto del male agli zii, vero?»
Diniego del piccolo. Riza si rivolse direttamente a Jordan. «Può controllare, per favore?»
La segretaria annuì, e in quel momento uscì il Comandante. Jordan scattò nuovamente sull’attenti.
«Per favore, Tenente, accompagna mia moglie a casa. Ometto, con te facciamo i conti dopo».
Riza parve soddisfatta, ma dandogli le spalle non si era accorta dell’occhiolino complice che Roy aveva rivolto al figlio. O, forse, aveva fatto finta. Maes si illuminò e corse ad abbracciarlo, prima di correre via trascinando la madre e Jordan per mano lungo i corridoi.
Roy sospirò, passandosi una mano sulla fronte. Per fortuna, aveva evitato anche per quel giorno uno spargimento di sangue.

«Signora, posso farle una domanda?», chiese timidamente Jordan in auto, mentre Riza teneva sott’occhio Maes che si era tuffato sotto i sedili alla ricerca di chissà quale tesoro nascosto.
«Certo, Tenente, dica pure».
«Ecco… È da poco che sono stata promossa a segretaria del Comandante Supremo, e mi chiedevo… Sì, insomma: esiste un modo per costringerlo a lavorare?»
Riza sbatté le palpebre, perplessa, ma poi scoppiò a ridere, sollevando la ragazza dalla situazione spinosa che temeva di aver creato.
«Be’, immagino tu abbia una pistola d’ordinanza. Falla fumare, ogni tanto».
Jordan aveva già parcheggiato nel vialetto della villa dei Mustang, quando Riza soggiunse: «Questo ovviamente vale anche per degli eventuali fidanzati. Funziona sempre».
Improvvisamente, la ragazza capì da chi avevano preso le due pesti Mustang.
   
 
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