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Autore: Shee    18/01/2006    5 recensioni
una strana situazione, quanto mai insaspettata. la paura di non arrivare all'alba successiva ma l'unico tormanto che ora è nel suo cuore è uno..."perchè non riesco a catturargli gli occhi?"
Dopo tanto tempo sono ancora qui con una delle mie One-shot!!!!
Genere: Romantico, Malinconico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Harry/Hermione
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Figura solitaria in quella notte luminosa di stelle felici

Sono mancata per tantissimo tempo…lo so…

ma ho scritto i motivi in fondo ad una poesia che vi invito a leggere

(con me ritorna anche la mia pubblicità!  Eheh^^)

 

Ringrazio chi mi ha recensito le altre ff e Harrydipendente!!! Grazie!!!

Mi ha fatto un piacere immenso^^ ogni tanto ci passo a controllare,.. certo^^

Grazie …Grazie^^ spero commenterai anche questa se la noti^^

 

 

 

Figura solitaria in quella notte luminosa di stelle raggianti. Figura triste in quella sera lieta di barlumi e grazia. Su quella torre che in pochi frequentavano. Lei, Harry e Ron l’avevano scoperta durante l‘ultimo anno ad Hogwarts. Ora si ritrovava ancora lì dopo due anni che aveva finito la scuola. Ron ne aveva riso, ma con un sottile e indefinito retrogusto amaro, un filo di gelosia, invidia o chissà cosa. Non si vedevano da mesi, da quando era iniziata la scuola. Harry era lì con lei però. Dopo un anno dalla fine dei M.A.G.O. lei ed Harry erano stati contattati dal professor Silente che con gentilezza aveva proposto loro posti da insegnanti.

   Harry ovviamente era candidato alla cattedra di Difesa Contro le Arti Oscure, io ero stata proposta per il ruolo di insegnante di Pozioni, Piton era in missione per l’ordine (so perfettamente cosa succede nel 6 libro ma non ne tengo conto). Così ormai sono due anni che insegniamo ad Hogwarts, ed è molto divertente, a me piace molto specialmente con i ragazzi del primo anno. Solo questa malinconia, non so, forse nostalgia, timore per il futuro… ci sono molti problemi e invece di fare qualcosa di utile per questi sto qui a ridere con dei bambini. Ma in fondo so che è utile, ma ancora di più ho paura per Harry…lui si sente così impotente, anche se stando qui dentro garantisce più protezione agli studenti e per di più può influenzare i ragazzi verso la strada giusta. Ma in questo periodo non lo capisce. Qualche notte fa eravamo entrambi su questa torre, affacciati a guardare le luci colorate dalle finestre, che si stagliavano come gioielli sul prato scuro. Ad un certo punto la nostra conversazione era scesa nell’abisso delle colpe che Harry si tiene dentro, di quello che prova per tutto quello che succede, da poco avevamo avuto notizia della scomparsa di Percy e ci aveva colpito profondamente anche se a lui non era mai stato molto simpatico.

   Hermione l’aveva guardato negli occhi con i suoi lucidi di lacrime invisibili, aveva sollevato una mano e l’aveva posata dolcemente sulla guancia di Harry e l’aveva fissato con una strana luce negli occhi, una luce non nuova ma che in quel periodo si intravedeva poco. Aveva sussurrato delle parole che suonavano come conforto ma che erano vere e determinate. Per non farlo sentire inutile.

“non dire più questo Harry, senza di te io non saprei che fare…dove troverei la speranza per fare quella che faccio?” aveva sorriso stentatamente “ ormai sei un uomo, non sei più il ragazzino di una volta e non sei affatto stupido…anzi sei molto complicato, direi…”

 

Come saprei…

Capire l’uomo che sei

Come saprei…

Scoprire poi

Le fantasie che vuoi

 

Quella sera seduta su uno sgabello imbottito della sala professori, in compagnia di Vitius che rievocava i bei vecchi tempi con Ruf che dava manforte, stava con occhi assenti a guardare vagamente dall’altra parte della sala senza pensare nemmeno vagamente a quello che dicevano gli altri professori, ma guardando verso Harry , la professoressa McGrannit e Madama Bumb che parlavano di Quidditch e della stagione appena iniziata. Vedeva un’ombra negli occhi di Harry mentre a tratti si assentava dalla conversazione per poi ritornare con nuova falsa vitalità. Pensieri di speranza, ad altri di desiderio e ambizione si accavallavano senza tregua.

   Se solo me ne desse la possibilità…se solo ci potessi provare… sono certa che riuscirei a capirlo…ci riuscirei sicuramente…solo che si è chiuso…forse riuscirebbe anche ad amarmi, se solo non mi escludesse da quello che pensa…

   Con le mani che sorreggevano il mento non si era accorta che Vitius e Ruf se ne erano andati così si alzò e si fermò davanti al fuoco a poca distanza dagli altri, mentre la Professoressa di Trasfigurazione sbadigliando diceva che era tardi e che avrebbero dovuto dare il buon esempio agli studenti.

  Harry…Harry… ti conosco da una vita e non mi hai mai confidato veramente cosa ti passa per la testa…ti odio quando fai così…

Io ci arriverei…

Nel profondo dentro te

Nei silenzi tuoi

Emozionando…sempre più

 

   Dovevi decidere se venire ad Hogwarts, dovevi decidere se partire e cercare quello che in tanti hanno cercato ma che non hanno mai trovato o assieme avevano trovato la morte. Cercare la vittoria per la via più breve e più rischiosa per tutti o cercarla attraverso un rafforzamento della comunità magica attraverso i loro figli? Ti avevo convinto che fosse stato meglio venire qui, tutti lo dicevano così venisti. Ma ti osservavo quei giorni con l’aria assorta di chi non sa che rotta intraprendere, un grifondoro che voleva l’avventura e la vittoria, un grifondoro che però ragionava che sarebbe stato più sicuro per tutti che avesse affrontato la cosa in questo modo.

 

Come saprei…

Stupire l’uomo che sei

Quando stai lì,

E non sai…

Che voli prendere

 

Poi la ragione insieme più affascinante e bella che esiste e la più squallida ed egoista. Io volevo stare accanto a te. Ma non per sostenerti come semplice amica, non per te, ma per me. Saperti lontano sarebbe stato troppo, poi immaginarti in antri bui e profondi senza di me che ti sostengo, cercando di farti luce.

   Una lacrima cade sulla roccia della torre, proprio sul parapetto, accanto alla sua mano che bianca nella notte ormai sempre più scura, senza più lontani raggi ad illuminare fiocamente quel cuore carminio. Quel sole ora è lontano, i suoi raggi non arrivano fino al mio cuore, nonostante io li aspetti. Il mio cuore ansima ad ogni fiocco di luce che però cambia dopo in pugnale argentato che brilla alla luce riflessa del sole sulla luna che sono.

   Quando ti cerco con lo sguardo, ma non ti trovo mai, ogni volta mi illudo di poter incatenare i tuoi occhi ai miei, ma poi mi devo spogliare di questa falsità che inganna quel qualcosa dentro me che spera nonostante non abbia appigli solidi per farlo. A parte uno. Ma se la speranza cerca quell’appiglio della forma strana e difficile da ricordare e invece trova quello che non combacia, anche se proviene dalla stessa origine, in breve io non trovo presa, non quella che vorrei da lui, non riesco ad accettare che lui mi offra la sua mano amica per rialzarmi mentre io vorrei solo uno sguardo innamorato.

 

Come saprei …

Richiamare gli occhi tuoi

Incollarli ai miei

Emozionando…Sempre più…

 

   Sono sicura che non sarebbe bello solo per me, vorrei che anche lui capisse che io sono qui solo per lui. La mia vita mi ha portata fino a lui, per farmene morire, perché non sopravvivo a questo mielato spasimo che come una sevizia continua imperterrito ad incrudelire, senza ascoltare i miei pianti che escono taciti dal petto. Vorrei vivere emozioni diverse da queste, da tormenti troppo familiari. Vorrei riuscire a capirlo, per non sbagliare, per stargli accanto, ma invece sono sola. Siamo entrambi soli, lui solo contro il mondo, contro il suo antagonista, come in un libro dalle tinte azzardate da pittori navigati che affrescano emozioni screziate in colori raggianti o lugubri.

   La ragazza si voltò in fretta, asciugandosi frenetica le lacrime che solitarie le solcavano le guance per vedere una persona alta che si stava chiudendo la porticina alle spalle.

“ Harry?”

“Hermione?” si scrutarono per un attimo poi titubante Harry, fissandola negli occhi e vedendo scie salate lungo le guance ma reprimendo la voglia di chiederle cosa significavano, disse “vuoi rimanere sola?” Hermione lo guardò ancora per un attimo prima di voltarsi con un mezzo sorriso, sperando che Harry capisse che non voleva stare sola, non se poteva avere lui vicino. Adorava quando lui la capiva con un solo sguardo, senza che ci fosse bisogno di parlare in lingue che forse non conoscevano.

   Quando silente li aveva informati delle sue proposte Harry sembrava insicuro ma guardando Hermione aveva capito subito che la cosa giusta era stare insieme a lei, e si vedeva lontano un miglio che Hermione voleva andare. La cosa migliore sarebbe stata rimanere uniti, sapeva che Ron non era nei progetti nel preside perché sarebbe stato troppo azzardato far insegnare proprio Ron che in fondo era stato promosso a fortuna l’ultimo anno, un anno difficile per tutti quello, per tutta la scuola, molti ripeterono l’anno, molti che fino a poco tempo prima erano bravissimi. Tensione fuori e dentro la scuola. Inoltre aveva solo due posti disponibili. Hermione si era voltata radiosa, con il volto illuminato da una soddisfazione e gioia che poche altre volte le aveva scorto in quel periodo nefasto e lui in un attimo aveva capito tutto ed era stato in quel momento che aveva deciso, ogni dubbio che poi sorgeva se ne andava senza lasciar traccia quando scorgeva Hermione che gli sorrideva rassicurante e piena di fiducia nel futuro, fiducia che lui aveva perso da tempo purtroppo.

   Quei pensieri lo incupirono un poco, perché aveva notato che Hermione non era più così fiduciosa nel futuro, e aveva smesso di guardarlo incoraggiante come una volta, ora lo guardava preoccupata. Fece per andarsene senza pensarci, dopo aver scrutato il cielo assieme per alcuni minuti, la piccola mano di Hermione lo trattenne per la manica, invitandolo a guardare ancora su, insieme a lei.

“resta un po’ con me”

 

Nel mondo che solitudini ci da

Perché non resti un po’ con me

 

Accanto a lui mi sentivo sempre diversa, sempre più felice e ogni dubbio spariva. Molto più serena in quello che facevo, sentivo che con lui niente poteva andar storto, cosa assolutamente sbagliata, da un punto di vista razionale ma da un altro sconosciuto punto di vista era proprio così, ero intoccabile. Intanto sognavo che non il momento che avrebbe rivelato tutto quello che sentivo dentro ogni volta che il mio pensiero lo carezzava da lontano, o quando i miei occhi lo lambivano con dolce carezza, senza farmi notare, come una ragazzina. Sognavo di essere tra le sue braccia e sapevo che allora non avrei più avuto paura del futuro, se avessi saputo che lui ci sarebbe stato.

Avrei voluto dirgli che lo amavo più di ogni altra cosa, che sarei riuscita a capirlo come non avevo mai fatto e come non aveva mai fatto nessuno, avrei voluto fargli comprendere che io ci sarei stata, che lui non avrebbe detto di no ad un po’ di amore, che io riscaldavo da tanto tempo.

 

Come saprei…

Amarti io

Nessuno saprebbe mai

Come saprei…

Riuscirci io

Ancora non lo sai…

 

Mi immaginavo di urlargli tutta la mia rabbia per i suoi occhi indifferenti, distanti, per quello che non capiva. Mi immaginavo di gridare tutto il mio amore, con le lacrime agli occhi e le mani che tremavano, immaginavo di lasciarlo lì, stupito e confuso, forse arrabbiato o divertito. Sicuramente sapevo che mi sarei arrabbiata anche io, o forse no . Non so… vorrei gridare anche ora, gridare che lo amo ma che non posso vivere accanto a lui se lui non mi sta accanto, gridargli che non potrei vivergli lontano, anche se dovessi sopportare il gelo, gli vorrei gridare ciò che mi passa per la mente, tutto ciò che so e non so, tutto quello che vorrei sapere per riuscire a chiarire le cose dentro e fuori di me.

 

Io ci metterò tutta l’anima che ho

Quanta vita sei

Da vivere adesso

 

Come saprei…

 

E poi scoppiare in calde lacrime per le sciocchezze che avevo detto, una volta sola, quando mi sarei allontanata per non vederlo per non sapere di quello che aveva detto di quei miei sentimenti così strani. Sentire quelle lacrime che gelano senza calore, senza consolazione, sentirmi d’un tratto svuotata da tutto quello che non avevo ma che sentivo in parte mio, come un diritto ormai dimenticato da tutti ma che io tenevo in immensa considerazione. Perché io avevo diritto ad un po’ del suo cuore, non più come amica ma come qualcos’altro, perché ormai non basta più potergli dare qualche bacio sulla guancia quando non ci vedremo per giorni o quando è in pericolo, in questi casi vorrei poterlo abbracciare con tutta me stessa, sussurrargli che lo amo e che non lo vorrei ma lasciare, potergli confessare ogni volta che non saprei più cosa essere senza di lui.

 

Io vorrei che fosse già pelle il contatto che c’è

Io vorrei che fossero stelle ogni volta con te

 

   Hermione si voltò con un vago sorriso per spiarlo come faceva sempre, per poterlo guardare quando lui non lo credeva possibile, ma ora non era solo lei che osservava di nascosto, ora anche lui la stava guardando, da prima che lei si voltasse, ma non si era rigirato, aveva solo spostato lo sguardo sugli occhi, sulla fronte leggermente corrugata per lo stupore, con quei suoi occhi preoccupati sempre per niente.

“sei pallida, e hai pianto, e ora stavi pensando a qualcosa di bello…perché allora hai l’aria delusa?”

in meno di cinque secondi aveva sintetizzato tutto quello che aveva provato lei nel giro di dieci minuti, ma aveva tralasciato che…”perché mi ero arrabbiata” Harry fece un viso di dolce preoccupazione “perché?” Hermione sorrise di rimando pensando che ora non voleva mentire.

“ero arrabbiata con te” a quelle parole Harry si voltò completamente verso di lei, che lo guardava di sotto in su senza sorridere più, con un sospiro Harry si abbassò fino a poterla guardare alla pari.

anche io sono arrabbiato con te” Hermione lo guardò con aria vagamente spaventata e molto stupita “come mai?” disse in un respiro lieve.

perché…c’è qualcosa che non và, ma tu non mi dici che cosa è. Tranci non è più la stessa cosa ormai”

“so che non è più come una volta…ma anche tu non sei più lo stesso…”

e neanche tu, non riesco più a capire cosa ti fa stare male…”

“non credo che lo indovineresti mai”

“allora perché non me lo dici?”

“sarebbe orribile, ma tu…perché da tanto non sei più felice? Neanche il Quidditch riesce più a distrarti…”

perché la mia preoccupazione è dentro di me, e non se ne va con il Quidditch”

che genere di preoccupazione è?”

“è una cosa che avrei dovuto dirti da tempo…”

“già, anche io…” sussurrò più a sé stessa che a lui che però udì senza difficoltà.

la mia preoccupazione sei tu”

“anche la mia, cioè…sei tu…”

“Hermione…so che può sembrare estremamente stupido ma…io non riesco a…tu…sei così…oddio…non so…che…”

“sembri di nuovo quel bambino che non sapeva come rispondere a Piton alla prima lezione…”

Harry scoppiò a ridere, seguito a Hermione che fece un passo verso di lui, alzando lo sguardo.

“vorrei riuscire a capirti Harry…”

perché? Non sono proprio bravo a parlare eh?” Hermione rispose con un sorriso per poi aggiungere “Io non capisco cosa ti passa in mente, per esempio…perché ti preoccupi per tutti, anche per me, ora….insomma…non è necessario…”

“non intendevo dire che sono preoccupato per te, me per me, proprio perché….

“vedi come sei complicato? Una volta riuscivo a capirti anche se parlavi in turco, ora invece…”

“io non ho mai parlato in turco, ma tu a volte lo parlavi, nonostante tutto però andava tutto bene e ci capivamo”

“vorrei che mi lasciassi provare ancora una volta…”

“non c’è bisogno di capire niente…”

“aspetta…” disse abbassando gli occhi al terreno “fammi finire, ormai ho cominciato e…”

“ti ascolto”

 

Come saprei…

Amarti io

Nessuno saprebbe mai

Come saprei…

Riuscirci io

Ancora non lo sai

 

“Insomma…io…tu…Harry…ecco…”

“sssth” fece Harry sollevando il suo viso con due dita ,per vederle gli occhi leggermente lucidi, e avvicinare il suo viso, fino a sussurrare “ho capito…” e posarle un dolce bacio sulle labbra sorprese.

   Un dolce vento faceva ondeggiare i mantelli di due figure sulla torre nord est, un vento fresco, nonostante l’inverno inoltrato, un dolce profumo penetrava nell’altro come una nuova linfa mai assaggiata prima, come una nuova sensazioni sulla pelle coperta di caldi fremiti, sotto quelle stelle luminose di nuovo amore.

  Si separarono l’uno dall’altra senza smettere di guardarsi negli occhi, persi come due ragazzini. Harry sorrise alla incredula felicità di Hermione mentre le sussurrava che non avrebbe mollato, che non avrebbe abbandonato, che questa era la loro vita, e che sperava che la passassero insieme, come aveva sempre sognato e mentre diceva che avrebbe lottato per non perdere quel briciolo che brillava come il sole per la felicità che rappresentava nel suo cuore.

“ lotterò per noi, non lascerò andare, non mollerò, te lo prometto. Mi impegnerò, e ti permetterò di capirmi….ci metterò tutto me stesso con l’anima, la mente, il cuore ed il fegato…”sorrise Harry

 

Io ci metterò tutta l’anima che ho

Quanta vita sei

Da vivere adesso

Come saprei…

 

“Spero che tu sia pronto a sostenere il peso di due cuori, due menti, due anime e due fegati, perché ci sono anche io…e ti giuro che non sono mai stata più innamorata di così”

“è ora di vivere la vita…”

e la vivremo insieme…”

 

Quanto amore c’è

Pronto a scoppiare in me

Quanta vita sei

Da vivere adesso…

Si, adesso…

 

Come potrei essere più felice?

 

Come saprei…

 

Semplice, non potresti!

 

 

Carillon ^.^

dalla canzone di Giorgia (se non sbaglio...) : "come saprei"
  
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