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Autore: cassiemk    16/03/2011    0 recensioni
“Che dovrebbe significare?” la mia voce era spezzata, confusa, sorpresa. Perché dovevo farmi sconvolgere la vita in quel modo? No, assolutamente no. Non mi sarei lasciata coinvolgere da un qualsiasi pazzo idiota mi capitasse davanti. Sentivo le guance in fiamme, colorate di scarlatto. I suoi occhi erano fissi su di me. Da quando aveva aperto bocca a quando l’aveva chiusa non aveva minimamente smesso di guardarmi. Anche se a testa bassa, riuscivo a percepire l’intensità di quello sguardo smeraldo. In quel momento pensai di tirargli qualcosa in testa, ma presto mi resi conto che ne ero già dentro fino al collo.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nelle puntate precedenti:
"Mi chiamo Daniel Lemaire. Piacere di conoscerti Fanny."
"Vieni a vivere con me."
"Sei pazzo?"
"Va bene, verrò a vivere in quella dannata casa."


Bene, non è proprio facile descrivere in che razza di situazione mi trovo. Tutto è cominciato raccogliendo
delle chiavi di casa, è proseguito con un rapimento e infine una proposta di vivere insieme.
La persona insieme a cui vivo si chiama Daniel. Il suo cognome lo so a malapena pronunciare, non brillo in
francese, perciò lui è Lama. E' la persona più abitudinaria che conosca. Si alza alle 5 (e quel maledetto
fa un tale casino che sveglia anche me), ci mette esattamente 45 minuti per prepararsi e fare colazione,
e poi va a lavoro. Torna a casa alle 7, cena alle 7.30 e va a letto alle 10. Come ho fatto a imparare
tutti i suoi orari in solo una settimana che abito con lui? Non lo so nemmeno io. "Buongiorno Fanny." Scende dalle
scale con la sua solita lentezza, quasi come dicesse: buttami. Quanto vorrei farlo. "Sìsì ciao." E' l'unica cosa
che dico. "Non dovresti salutarmi in modo così nervoso." Sussurra più a se stesso che a me. Stranamente sono le
8, e lui è ancora a casa. "Beh? Lo sai che stai sforando nella tua tabella di marcia?" Dico in modo
sarcastico. Una cosa che ho imparato su di lui, è che non capisce l'ironia. Mi risponde con un ah sì disorientato
e distratto. Mi giro intorno, di nuovo, di nuovo. Diavolo, dove era la mia dannata cravatta?
"Dove sta?" Urlo quasi. Risponde piegando la testa, guardandomi confuso. Effettivamente i suoi occhi sono i
più verdi che abbia mai visto. "Cosa cerchi?" Mi chiede in modo gentile. Questo tizio, perchè deve sempre
essere così tranquillo e disponibile? Mi fa incazzare.
"La cravatta. Quella cosa che si mette intorno al collo. E' blu e bianca." Ricordo quando ero andata a scuola
senza cravatta un giorno. Incredibilmente il dannatissimo capo del comitato disciplinare, che per motivi
di sicurezza personale non vi rivelo, mi ha portato in quella presidenza lunga e stretta dove un vecchio
con i baffi mi ha fatto la ramanzina sull'importanza delle vesti scolastiche. "l'ho vista!" Esclama. Dio, forse
non è totalmente scemo. "Linda l'ha messa a lavare" Mi sorride mentre io lo sto quasi per strozzare. Linda è
una ragazza colombiana di circa 35 anni che fa le pulizie da questo pazzo scriteriato. "Cosa diavolo significa?"
"Non si chiede?!" "Fanculo testa di lama." Ecco il resto lo risparmio per evitare di riempire la pagina di parole poco
consone.
Alla fine, mi ha scritto una specie di giustificazione e l'ho passata liscia. Almeno fino all'uscita di scuola.
Mi pare di averlo già detto che le mie compagne di classe sono tutte stronzette snob, o no?
"Ci vediamo domani bella." Dice un mio amico che prende la strada per casa.
Proseguo avanti, quando mi trovo una spece di muro di ragazze.
"Non monopolizzarli." Urlano. Cazzo i miei nervi cominciano a vacillare, ora gli sbrocco sul serio.
Provo a respirare, in fondo di che mi possono incolpare? "Non monopolizzare i ragazzi più belli della nostra classe."
Dio, perchè non le riesco a capire? Le ragazze di oggi sono così? "Avete i coniglietti dell'energizer al posto degli ormoni?
Prendeteveli non mi interessano minimamente." Dico e vado avanti. Ma quando arrivo al cancello, vedo
il peggio. Una macchina nera, lunga e una portiera che si apre. Daniel. "Come è andata a scuola?" Mi dice
salutandomi con la mano. Da parte mia, continuo ad andare avanti senza guardarlo. "Non far finta di non conoscermi."
Dice seguendomi. "Ti riaccompagno a casa." Quel sorrisetto toglietelo dalla faccia o ti ammazzo.
"Perchè? Voglio andare a casa da sola." Mi sembrava di essere tornata alle medie, quando non volevo
che mia madre mi accompagnasse a scuola. "Eddai ho una bella sorpresa!" Pensa di comprarmi?
Respiro,profondamente e lo seguo in macchina. "Bisogna sempre inventarsi scuse per farti ragionare."Dice poi
con le braccia incrociate al petto. "non c'è nessuna sorpresa? Hai mentito!" Sto regredendo mentalmente a vivere con lui,
lo so. "Sono un uomo d'affari, io." Mi dice sorridendo.
Mi giro ignorandolo e guardando il finestrino. Quella notte non avevo dormito un secondo.
E quando mi ero addormentata era ora di alzarsi. Diciamo che vedersi un film dell'orrore prima di andare
a dormire non era una buona idea. Dannazione. Non so quando mi addormentai, ma sentì qualcosa
di caldo sulle spalle. Sentivo che cadevo giù su qualcosa di morbido e che qualcosa mi teneva stretta.
Nel sonno udì qualcosa come buona notte, ma probabilmente lo immaginai.

Quando mi svegliai ero a casa e considerando che fuori era tutto buio doveva essere sera.
Scesi al piano di sotto e quello che vidi mi sembrò piuttosto strano: Daniel stava guardando
la televisione. Non che per una persona qualunque fosse strano, ma di solito dopo cena, lui leggeva o lavorava al computer.
Non so come fece a sentirmi dato che ero stata piuttosto silenziosa, ma lui si girò. Spense la tv e mi salutò con la mano dicendo
"Ben svegliata." Mi girai e l'orologio segnava le 23.00.
Strano, di solito a quest'ora dormiva. "Come mai stai infrangendo la tua precisa tabella di marcia?"
Dissi in tono sarcastico. Ancora una volta mi rispose seriamente. "Mi sono accorto di essere parecchio abitudinario."
Disse ridacchiando. Guardai sul tavolino vicino ai suoi piedi e vidi la custodia del film che avevo visto
la sera prima. "Che stai guardando?" Dico guardandolo male, senza una vera motivazione.
"il film che ti ha spaventato così tanto da non farti riuscire a dormire." Dice sorridendo. Si alza e si avvicina. D'altra parte
io sono ancora sulle scale. "Non hai di meglio da fare?" dico scocciata.
"Non dovresti avere paura di certe cose. Sei proprio una bambina." Sgrano leggermente gli occhi.
Cosa mi stava facendo, un rimprovero? "Scusa se sono così infantile" Gli urlo quasi contro senza notare che la sua faccia
è a due centimetri da me che mi guarda divertito. "Non c'è nulla di cui ti debba preoccupare." Eh?
"Perchè ci sono io che ucciderò qualsiasi mostro per te." Disse sorridendo. "Non prendermi per il" Riesco a malapena a dire,
notando quanto mi è vicino. Ora che lo guardo, da quando è così alto? Riesco solo a sentire lui che sussurra
il mio nome e sento le sue labbra troppo vicine alle mie. Fino quando non...



Note: E anche questa è andata. Grazie a chi segue e a Nana per rencensire (: Recensire è cosa buona
perciò fate pure. Ok, basta. Oggi sono di poche parole. Alla prossima (:

  
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