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Autore: Carmina    16/03/2011    1 recensioni
“And if we burn away, I'll pray the skies above for snow to fall on the Sahara….” .
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 Le dune sembravano coprire il cielo tanto erano alte. Chissà perché si trovava proprio lì. Quel sole così bollente gli bruciava la pelle che,da troppo tempo,non era più abituata ai suoi raggi violenti. Quel deserto era immenso,come l’universo:sembrava non avere nessuna fine. Eppure era piacevole quel vento che soffiava e sembrava sussurrargli delle lontane parole. Una musica dolce e malinconica veniva da chissà dove e si insinuò nelle sue orecchie come una sussurrò limpido e chiaro,come una goccia che bagna la gola secca e arsa.                                                                                                                                                                                      

“Lost out in the desert ,                                                                                                                                                                                                              you are lost out in the desert….”.                                                                                                                                                

Non capiva da dove venissero quelle parole,non riusciva a comprenderne la fonte. Il sole gli illuminò gli occhi che,di un colore simile al miele,brillavano senza sosta. E senza sosta anche lui continuava  a camminare,le sue vesti che svolazzavano al debole vento,il medaglione a forma di sole,unico antico simbolo rimastogli del suo regno,scottava a contatto con il suo collo.  Non aveva una meta,non aveva più nulla. Di nuovo quelle parole di cui appena capiva il significato. Di nuovo quella melodia che pareva di conoscere anche se non riusciva a identificare. E di nuovo quella sensazione. Qualcosa lo stava chiamando a se,forse qualcuno. Chi? Shamash se lo chiedeva da tempo. Quella zona così desertica chissà dove si trovava,quale zona era del mondo? Quale regione? Non lo sapeva. Non conosceva ancora tutti gli stati esistenti nel mondo moderno. La sua ingenuità a volte lo faceva perdere. Ma a lui non dispiaceva,perché nel suo cuore sapeva che avrebbe sempre ritrovato la strada prima o poi.                                                               
  Il sole,quel meraviglioso sole giallo si tinse di rosso e dalle dune dorate e preziose fu infine inghiottito. Le prime  stelle della notte  spuntarono senza dire nulla e senza fare alcun rumore,come se qualcuno,per magia o per gioco,le avesse accese una per una. Un tempo,quando era bambino,pensava che ci fosse qualcuno che le accendesse:immaginava spesso,nelle notti d’estate,che ci fosse qualcuno che come lavoro accendesse le stelle nel cielo notturno,immaginava che costui viaggiava per tutto l’universo per svolgere il suo duro e strambo lavoro. E lo ringraziava ogni notte,perché il cielo scuro era così deprimente a volte e quando le stelle non c’erano pensava che l’omino delle stelle fosse malato,quindi pregava gli dei per fargli riacquistare presto la salute e per farlo tornare presto a lavoro.                                                                            
Senza che se ne rese conto anche la luna apparì,zitta,bella e lucent. Alzò la testa per  guardarla,per ammirarla:era enorme e lui,per la prima volta da tanto tempo,si sentì così piccolo e solo.  Ma di nuovo sentì quella voce e quella melodia arrivargli alle orecchie al cuore in un attimo:                                                                     

“If your hopes scatter like  the dust across your track,                                                                                                                                                       I’ll be the moon  that shines  on your path….”.                                                                                                                     

Chiuse gli occhi stavolta,mentre un vento gelido gli frustava la pelle prima martoriata dal sole bollente. Ora sentiva chiaramente da dove veniva  quella voce e quella musica. Cominciò senza sosta a correre tra la sabbia:doveva scoprire chi era a cantare con una voce così meravigliosa. Quella voce era così bella che gli spezzava il cuore tanto ne avvertiva la tristezza e la malinconia,ma anche la forza e la speranza.                                                        
   Le sue gambe,come la sua testa seguirono la melodia. Gli sembrava di volare mentre ,senza più fiato,si rese conto che davanti a se c’era una piccolissima oasi che,sotto ,la luce della luna,brillava e riluceva forte. Spalancò gli occhi quando arrivò a pochi passi dalla sorgente d’acqua tra le fronde delle palme:qualcuno era immerso in essa ed era  quel qualcuno che stava cantando. Era una donna. Una donna meravigliosa,avvolta soltanto dall’acqua limpida e pura e dai raggi di luna bianchi,del medesimo colore erano i suoi capelli. La luna,anzi,quasi si vergognava di fronte a tanta misteriosa bellezza. Quegli occhi così profondi,limpidi e chiari,più dell’acqua che la bagnava erano persi nel nulla. Camminava lenta immersa nel gelo e lui si chiese come faceva a resistere al freddo. E lui si chiese chi fosse. Esisteva davvero una creatura così bella? Restò nascosto,in silenzio. E lei cantò
ancora:                                                                                                                                                  

“Only tell me that you still want me here,when you wander  off out there….                                                                                                                  To those hills of dust and hard winds                                                                                                                                                                                       
 that blow in that dry white ocean alone…”.                                                                                                                             


Non c’era alcun dubbio era proprio lei che aveva sentito cantare. La sua voce l’avrebbe riconosciuta tra milioni di persone. Ma chi era? E che ci faceva lì? Il suo cuore non riusciva a darsi pace ma i suoi occhi e la sua anima erano attratti da quella misteriosa figura. Forse era la dea della notte. Sorrise a questo pensiero:risplendeva come la luna,i suoi capelli erano d’argento,i suoi occhi erano come l’acqua e il cielo,il suo corpo perfetto si muoveva sinuosamente,la sua voce angelica superava ogni sconforto…. Forse era davvero la dea della notte.  Sentiva il cuore battere forte tanta era l’emozione e la bellezza.                                     

“But to stand with you in a ring of fire
I'll forget the days gone by
I'll protect your body and guard your soul
From mirages in your sight ….”
                                                                                                                                                                                                     

Avrebbe voluto toccarla,sentire se era davvero reale. Ma aveva paura,paura che svanisse tra le sue mani. Tratteneva il fiato perché temeva che scomparisse al minimo suono messe,mentre,tremante,ascoltava la sua canzone che saliva al cielo senza fermarsi ne esitare. Le sue morbide labbra si chiudevano e si aprivano,come le chiglie lunghe e scure dei suoi occhi. La luce della luna la baciava tutta,baciava le sue forme sinuose e le sue mani che prendevano l’acqua mentre le sue gambe continuavano a muoversi lentamente.                                                                                                                                                                                                                                             

“If that's the only place where you can leave your doubts
I'll hold you up and be your way out….”


Non sentiva nient’altro. Rapito da tutto quello restava immobile e senza fiato ad ascoltare. Mai aveva visto e sentito cotanta magia. E vera,mente ogni suo dubbio sparì e si innamorò all’istante di quella splendida figura danzante che altri poteva che non essere l’incarnazione della notte stessa. E fu come se,dalle sue parole,la terra sotto di se rinascesse. L’oasi si faceva sempre più grande e,per magia,la sabbia veniva ricoperta di fiori colorati e profumati. Altri alberi nascevano intorno al ragazzo che non credeva ai suoi occhi,alberi rigogliosi pieni di frutti splendenti. Tutto acquistava la luce della luna e tutto risplendeva con lei. Ad ogni parola,ad ogni nota tutto intorno a se cambiava. Lentamente il deserto parve non essere più tale,scomparve sotto la vista del giovane,sotto i suoi occhi commossi che si riempirono di lacrime.  E dal cielo notturno,senza nuvole ne venti,ecco che qualcosa cominciava a cadere. Cadeva intorno a quella fanciulla che danzava nuda nelle fredde acque,cadeva senza sosta,leggera e lenta. Shamash li riconobbe subito:erano piccoli e candidi fiocchi di neve.                                                                                                                                                       


“And if we burn away, I'll pray the skies above for snow to fall on the Sahara….” .

Come dai suoi occhi stavano cadendo silenziose le lacrime,anche il cielo si era commosso a tanta bellezza e purezza. La neve cadeva da esso come se davvero stesse scendendo dalle mani degli dei. E,in silenzio,il cuore del ragazzo che da sempre bruciava senza sosta ebbe un fremito. La neve si posava sul corpo della donna,ma lei non si fermava,camminava lenta e canticchiava ora a bocca chiusa. Shamash la guardava a bocca aperta mentre sotto di se nascevano fiori ed erba nuova. Col cuore in gola i suoi occhi la fissarono. E lei si fermò per la prima volta,alzò la testa e aprì gli occhi,quegli occhi che subito cercarono quelli di lui e,non appena li trovarono,si bloccarono,fermi e gentili. La sua bocca si stese in un sorriso,mentre una brezza tiepida accarezzava le guance rigate del giovane.
 
Aprì gli occhi. Era ancora nel deserto. Era steso a terra,sotto il sole che si era appena risvegliato che   lo bruciava. Si tirò su guardandosi attorno:non c’era niente,non c’era nessuno. Aveva sognato tutto,ogni cosa. Si portò una mano sulla fronte e sugli occhi:piangeva. Quelle lacrime erano vere anche la sensazione che sentiva nel cuore.  Non aveva tempo da perdere,doveva andare. Non sapeva per dove,ma doveva andare. Alzò gli occhi al cielo.  Quegli occhi come il sole. Avanzò sotto l’afa e sopra la sabbia,ma nel farlo,calpestò qualcosa. Tolse il piede lentamente: era un fiore.

  
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