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Autore: Sognatore    16/03/2011    3 recensioni
Quando guardo il cielo penso a un mondo senza barriere e limiti, mi ci perdo con la mente per cercare la libertà assoluta, per staccarmi anche solo un attimo dalle ingiustizie e le sofferenze della realtà. A voi i commenti. Spero che condividiate la mia idea.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La pioggia è il pianto del cielo. Quel cielo così solo e vuoto, carico di promesse, carico di speranze. E quelle lacrime fredde scrosciano qui in terra, ci gettano addosso tutta la sua frustrazione nel vederci così lontani e irraggiungibili, così distanti e persi. Si raccolgono in piccole pozze di acqua lucente e crespa, pozzanghere lacrimose, scorci di cielo. E mi capita spesso di perdermi in quei freschi buchi della serratura, di gettarmi con lo sguardo e la mente nelle spire di quel mondo così lontano e meraviglioso. Il cielo è una chiazza azzurra che ci sovrasta tutti, densa di sensazioni, carica di misteri, libera, chiara, immensa. È un mondo vuoto e puro, ancora da plasmare, non ancora turbato dalle solide pareti della materia, che delimitano i confini e limitano i pensieri e le azioni, che ci costringono ad una vita di compromessi, regole, imposizioni, ci stringono nella loro dolorosa morsa. Il cielo è grande e vuoto, mondo incontaminato, fresco, ricco, delicato, rigoglioso prato turchese di miriadi di nuvole bianche e soffici al pascolo. Ah, come vorrei essere lì, in cielo, cullato dal vento, nutrito dall’acqua, libero, felice, spogliato da ogni costrizione, a riposare placido sul dorso morbido di una di quelle nuvole quiete e così candide! E osservare dall’alto quel mondo grigio e duro, che mi comprime e logora la mia vita di mille problemi. Come vorrei strusciare il viso su quella schiena di cotone, sorridendo, spensierato, e respirare a pieni polmoni l’odore di libertà e purezza, e volare fra i raggi di sole, e correre sull’arcobaleno, seminando le mie idee e i miei sentimenti e vedendoli crescere sani e forti, non strozzati dalle erbacce e dalle spine pungenti di quel mondo cattivo e ingiusto, il mio mondo… Quante promesse mi sussurra il vento, ambasciatore di quel mondo che rimiro desideroso e frustrato, quella dimensione semplice, eterea, che aspetta che io la colmi, che mi distenda su di essa, libero di assumere la forma che più desidero, senza trovare limiti, barriere, ostacoli, come così spesso mi accade qui, sotto il suo sorriso affranto, deluso ancora una volta dalla mia così incolmabile lontananza. Vorrei essere una rondine, libera, alata, capace di salire lassù e godere di quell’immenso tesoro. Ma io sono solo un uomo, una formica sul mondo, una mente libera di aprirsi a mille orizzonti, un corpo libero di sottostare alle leggi della realtà. E così, con un sospiro, non posso che tornare al logorio della mia vita, fatta di dolori e piccole soddisfazioni, del lento scorrere del tempo, implacabile, di teneri sorrisi e lacrime amare. Non posso che rassegnarmi a questa vita terrena e materiale, fatta di limiti e sofferenze. Solo ogni tanto, quando io e il mio cielo ci disperiamo di non esserci potuti toccare, abbracciare, fondere, e lui piange le sue fredde lacrime scroscianti, soltanto allora, all’ombra del volo di una rondine libera, potrò rimirarlo di nascosto dal buco di una serratura, vederlo riflesso e sospeso, aprire la mia mente a sogni di libertà, e vederlo incresparsi e sparire, sostituito da piccoli flussi concentrici e circolari, alzare lo sguardo e andare avanti.
  
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