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Autore: ferao    16/03/2011    11 recensioni
Ovvero: Dipende Dai Punti Di Vista.
Una produzione Feds For Ravenclaw, unitamente all'Associazione Pro Flashback e al Centro per il Corsivo Incompreso.
Genere: Comico, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Corvonero, Gregory Goyle, Luna Lovegood, Minerva McGranitt, Serpeverde
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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*Sonorus*
 

 
 

A-HEM...
 

La FFR (Feds For Ravenclaw) Production è lieta di presentarvi...
 

...unitamente alla APF (Associazione Pro Flashback) e al CCI (Centro per il Corsivo Incompreso)...
 

..."The Punishment"!
 

(sottotitolo: Dipende Dai Punti Di Vista).
 

 
 
 
 
13 ottobre, ore 03.30, Ufficio del Preside.
 
Merlino, Morgana e chi per loro, abbiate pietà di me.
Minerva non si era mai ritrovata di fronte a una situazione simile.
Perché io? Ditemi: perché?
Che Potter e Malfoy attaccassero briga, era all’ordine del giorno. Che Paciock venisse ritrovato con la testa infilata nel water, era la regola. Che Cho Chang tentasse il suicidio era… beh, non era ancora successo, ma le probabilità erano alte.
Quindi: perché non le era capitata una di queste emergenze semplici da risolvere?
Perché adesso doveva pensare anche a Lovegood e Goyle?
 
Si passò le mani sugli occhi, distrutta. Era stata male tutto il giorno, per una strana influenza che circolava in quei giorni ad Hogwarts (o magari era stato uno dei dolcetti che le aveva offerto Fred? O forse era George?). Infischiandosene altamente delle sue condizioni di salute, Albus l’aveva svegliata a quell’ora infame della notte (Le tre e mezzo… accidenti a Salazar!), e perché?
Perché doveva aiutarlo a decidere una punizione per Lovegood e Goyle.
Ma siamo fuori di testa?!
 
- Dunque, ragazzi…
Osservò i due studenti che le sedevano di fronte, nell’ufficio del preside. Lovegood si guardava attorno con espressione estasiata, dondolando i piedini, mentre Goyle sbadigliava a bocca aperta con un dito infilato nel naso.
Minerva si girò a guardare Albus, con uno sguardo eloquente.
Tu sei pazzo, se credi davvero che otterremo qualcosa punendo questi due.
Per tutta risposta Albus le fece un gran sorriso.
Se c’è qualcuno che può farlo sei proprio tu, Minerva. Coraggio!
La professoressa sbuffò. Tornò a fissare i due studenti.
- A-HEM !- si schiarì la voce in modo molto rumoroso.
A quel suono improvviso entrambi i ragazzi la fissarono, spaventati.
- Signor Goyle, togli quel dito dal naso - sibilò Minerva. Il ragazzo obbedì all’istante.
- Dunque… Signorina Lovegood, puoi spiegarmi esattamente cosa ci facevi nei sotterranei alle tre di notte?
- Oh! - sospirò la ragazzina, senza badare all’occhiataccia della McGranitt. – Non sa che oggi c’è luna nuova?
Minerva sospirò. – Certo che lo so, signorina Lovegood. E vorrei capire cosa c’entra col fatto che eri fuori dal tuo letto alle tre di notte.
- Ma è naturale! - esclamò Luna, spalancando gli occhi in  un modo che spaventò un po’ Minerva. – Non sa che con la luna nuova i Tambarlecchi Ostrogoti si riuniscono nei sotterranei degli antichi edifici per accoppiarsi?
Minerva sentì Albus alle sue spalle ridacchiare, e si passò di nuovo una mano sugli occhi.
- E credo anche di averne visto uno! - disse di nuovo la ragazza. – Era grosso, brutto e puzzava… sicuramente un Tambarlecco di Primo Genere!
- Signorina Lovegood… - esalò Minerva – quello non era un Tramba…. Tarla… come si chiama, ma il signor Goyle!
Goyle annuì, grugnendo.
- Oooh, davvero? - domandò allora Luna rivolta a lui. – Quindi potete prendere anche forma umana?
Goyle non sembrò capire la domanda, ma Minerva prevenne qualsiasi replica.
- Signorina Lovegood, - sibilò, – hai Schiantato il signor Goyle perché pensavi che fosse un Traballacco?
- Tambarlecco, Minerva, Tambarlecco - suggerì Albus.
- Oh, sì, ma lo avrei fatto tornare normale dopo averlo esaminato! - sospirò Luna, estatica. – Nessuno ha mai potuto osservarne uno da vicino, e sarei stata la prima in assoluto!
Minerva rinunciò a discutere con lei. – E tu, signor Goyle, - sibilò rivolta al ragazzo, – cosa ci facevi nei corridoi del sotterraneo a quell’ora?
- Uh… eh… io dovevo andare al bagno, prof - mentì Goyle.
- Ma non è vero, Goyle. Ti ho sentito che parlavi con Tiger di andare a mettere qualche Caccabomba nel dormitorio di Corvonero per non farci partecipare alla partita di Quidditch di domani! - osservò Luna, stupita per quella bugia.
- Che cosa?! - ruggì allora Minerva. – Goyle, mi meraviglio di te! È un comportamento scorrettissimo ed esecrabile!
Goyle non sembrò impressionato da quelle parole, anche perché gli sfuggiva il significato della parola “esecrabile”; siccome non aveva nulla da aggiungere, tornò a infilarsi il dito nel naso, con molta nonchalance.
- Toglilo da lì - sibilò di nuovo Minerva.
Mentre il ragazzo, impressionato da quel tono, ubbidiva, Minerva si portò le mani alle tempie. Perché, perché proprio a me? Albus è… è un sadico!
- Dunque, signori, - esclamò, dopo un momento di riflessione, – come potrete intuire da soli, una punizione normale non basta. Lovegood, non puoi girare per Hogwarts a notte fonda; inoltre, lanciare Schiantesimi contro ignoti è pericoloso…
- Non era ignoto, era un Tambarlecco Ostrogoto! - la interruppe Luna.
- Quello che è - ruggì Minerva. – Il tuo comportamento è stato sconsiderato e pericoloso, avresti potuto fare seriamente del male a un Serpeverde o a te stessa. E tu - si volse verso Goyle, lanciandogli un’occhiata di profondo disgusto, – tu non sei in grado di rispettare gli altri, ma solo di creare confusione con il tuo degno compare. Ora, che dovrei fare con voi due?-
- Oh, - rispose Luna – spero tanto che non ci voglia mettere in punizione. Vorrei tanto riuscire a prendere uno di quei Tambarlecchi, e non posso farlo se sono in punizione…
Minerva si mise le mani nei capelli, disperata. Niente, non ha capito niente… Oh santo cielo! La mia povera testa…
Quei due la stavano uccidendo, dannazione! Voleva solo tornarsene a dormire, e invece doveva starsene lì a sentire i deliri di Lovegood e sopportare la vista di Goyle che evidentemente aveva trovato qualcosa di molto interessante nella sua narice destra.
Che avrebbe dato per liberarsi di quei due, qui e subito…
 
D’un tratto ebbe un’illuminazione.
Altro che pene corporali e passeggiate igieniche nella Foresta proibita. Avrebbe dato a quei due una lezione che non avrebbero mai dimenticato, oh sì, se ne ricorderanno a vita, com’è vero che mi chiamo Minerva! Li farò pentire di avermi fatta chiamare a quest’ora…
Rialzò lo sguardo verso i due ragazzi: sembravano entrambi totalmente disinteressati alla propria sorte. Minerva fece un sorriso che aveva ben poco di Grifondoro, mentre diceva:
- Non preoccuparti, signorina Lovegood: avrai tutto il tempo di esplorare i sotterranei di Hogwarts, visto che ti piace tanto. E tu, Goyle, dato il tuo… attaccamento ai Corvonero, sarai felice di passare un po’ di tempo con loro…
Per fortuna Albus vedeva solo le spalle di Minerva, perché se l’avesse guardata in volto si sarebbe spaventato: nessuno aveva mai visto quella strana luce negli occhi di Minerva McGranitt.
 
Ma c’era qualcosa che Albus non sapeva: stava infatti per avere inizio
La Peggiore Punizione Mai Assegnata Da Minerva McGranitt.
 
 
 
 
Ore 08.00, Sala Grande
 
I Prefetti di Corvonero e Serpeverde erano stati a loro volta svegliati molto presto quella mattina, e si erano visti assegnare l’ingrato compito di spiegare la nuova situazione alle rispettive Case.
I cui membri però avevano avuto reazioni molto diverse.
- Io non ci credo, – sghignazzava Malfoy, – non ci credo che quel cretino di Goyle dovrà andare in mezzo ai Corvonero!
- Povera Luna… non sopravviverà nemmeno un’ora tra i Serpeverde… - mormoravano tra loro le ragazze dell’altra Casa.
- Tre giorni… ti rendi conto? Tre giorni!
- È un sacco di tempo! Povera Luna…
- Povero Goyle! I Corvi lo faranno a pezzetti!
 
Ore 08.01, Tavolo dei Corvonero
 
Gregory Goyle si era fatto largo sgomitando per cercare di prendere posto.
Che cavolo si guardano, questi?
Non c’era Corvonero che non lo fissasse. I più lontani si sporgevano per vederlo meglio.
Era… cavolo, era pettinato. La Prefetta che lo aveva preso in consegna si era evidentemente rifiutata di farlo sedere al proprio tavolo finché manteneva quell’aspetto da Troll.
Altra novità, molto più rilevante, era la cravatta blu e bronzo che indossava. Doveva detestarla un sacco, visto che la stritolava tra le mani con fare maniacale, rischiando anche di strangolarsi da solo con essa.
Ma che vogliono sti scemi?
Tutti, tutti lo fissavano. In silenzio.
A Goyle dava fastidio. Anvedi sti cretini!
- ‘Mbè? Che volete? - domandò, guardando alcuni di loro.
- Ma allora parli! - esclamò Cho Chang.
- È vero! - le fece eco Marietta Edgecomb. – Santo cielo, eravamo convinte di no!
- Sai, te ne stai sempre lì, con quel grugno…
- … e quel dito nel naso…
- … e beh, non fai tanto la figura di uno intelligente
- … più che intelligente, almeno senziente…
- … specialmente considerando la tua reputazione…
- … però, sai parlare!
- E se parli significa che non sei del tutto irrecuperabile!
Di quel discorso astruso, spezzato a metà tra le due amiche, Goyle ci aveva capito poco o nulla. Però intuì – eh già – che lo stavano prendendo in giro.
- Ma che mi state prendendo in giro? - chiese, vagamente insospettito.
- Certo che no! - esclamarono le due ragazze in coro.
 
 
 
Ore 08.03, Tavolo dei Serpeverde
 
- Oddiomagico, cos’è?! - strillò Pansy Parkinson.
- Una perfetta riproduzione del Pretocarfio Samoano, ovviamente!
- E perché ce l’hai in testa?! - ululò Pansy, spaventata dalla visione dello strano serpente con le ali che svettava tra i capelli di Luna Lovegood.
- Pensavo che fosse il modo migliore per celebrare il mio arrivo qui - rispose la ragazza sorridendo, e servendosi della colazione.
- Ed è per lo stesso motivo che hai i… i… i capelli verdi? -  le chiese Blaise Zabini, sconcertato e un po’ nauseato da quella visione.
Luna lo fissò, e d’un tratto Zabini ebbe paura.
- Ma è chiaro! Inoltre il verde allontana i Tambarlecchi Ostrogoti. Sai, – aggiunse – ho scoperto che si rifugiano nel vostro sotterraneo, e temo di averli fatti arrabbiare questa notte…
- Cos’è che si rifugia nel nostro sotterraneo?! Draco, hai sentito?!
- Tranquilla Pansy, Lunatica ha solo sparato una delle sue stupidaggini…
- Che schifo, che schifo! Non posso pensarci! Delle bestiacce nel mio dormitorio! - strillò per tutta risposta Pansy, ormai isterica.
- Oh, ma non devi avere paura! - disse Luna, fissandola con gli occhioni sgranati. – Non credo che cercherebbero di avvicinarti. Non sei abbastanza attraente, sai? Lo so, è un peccato, perché significa che non potrai mai vedere da vicino un Tambarlecco, ma d’altronde sei davvero troppo spaventosa per loro…
Pansy si guardò attorno, cercando di capire se doveva sentirsi offesa per la frase di Luna o sollevata perché non avrebbe mai incontrato un Tambarlecco.
 
 
 
Ore 10.00, Intervallo, Corridoio del Primo Piano
 
- Che schifooo!
- Tranquillo, ci penso io…
- Ma nooo!! Orroreeee!!
- Dai, non è così grave, si ripulisce…
- Lo ODIOOOO!!!
- Che è successo, Mike?
- Che è SUCCESSO?! - esclamò Michael Corner. – Quel… quel… quel brutocefalo di Goyle si è scaccolato sulla mia divisa, accidenti a lui! Porca puzzola, ho ancora la scena davanti agli occhi…
 
Un quarto d’ora prima. (Cioè, un flashback…)
 
- Goyle, potresti passarmi la tazza da trasfigurare?
Goyle grugnì. Era impegnato, e nessuno poteva disturbarlo.
- Goyle?
- Grunf! - fu l’unica risposta che Michael ottenne.
Sbuffò. Chi diamine si credeva quello lì?
- Goyle, passami quella tazza, subito!
Inutile: Goyle aveva trovato una miniera fruttifera, in quella narice. L’avrebbe sfruttata appieno, oh sì.
E sto scemo non mi potresse interrompere neanche se mi ammazzerebbe.
- Goyle! – esclamò Michael, in modo minaccioso ma anche tale da non farsi beccare dalla McGranitt. – Porca Circe, levati quel dito dal naso e passami la tazza!
Nel dire ciò aveva afferrato il braccio di Goyle, collegato al dito impegnato nell’escavazione, e l’aveva tirato.
Fu un grosso errore.
Michael Corner vide, al rallentatore, il dito di Goyle avvicinarsi a lui. Pericolosamente.
Un dito che terminava in una falange gialla e verdastra. Che si avvicinava, al rallentatore ma inesorabilmente.
- Nnnnnnuuuuuuooooooo… - esalò, sempre al rallentatore, mentre la falange “armata” di Goyle si spiaccicava con un piccolo plaf sulla sua divisa.
Michael rimase per qualche secondo troppo pieno di emozioni per dire qualcosa. Era al contempo furioso, nauseato, schifato e incredulo.
Si riscosse quando sentì Goyle ridacchiare.
- Eh eh eh eh, ti sta bene, così ti impari a rompermi le Pluffe, eh eh eh eh…
Michael non fece niente. Fu la sua mano destra ad afferrare la bacchetta e a Schiantare Goyle.
 
Di nuovo nel presente, cioè le 10.01, Corridoio del Primo Piano
 
- La Mac mi ha tolto dieci punti! Vi rendete conto?! Dieci punti per colpa di quel dannato schifoso sacco di muco! Lo ODIOOO!
- Ah, tu ti lamenti di Goyle? - strillò allora un ragazzo del secondo anno di Serpeverde.
– Hai idea di quello che ha combinato Lunatica a Pozioni?
 
 
Mezz’ora prima (anche questo è un Flashback, ja)
 
- Oohh, che bel paiolo che hai!
- Ehm… grazie…
- È di peltro?
- Uhm… certo… perché?
- Oh, ma allora non puoi usarlo senza mettere sul fondo un po’ di Olio Peltreggiante: allungherà la vita del tuo paiolo! Ci penso io!
- No! - fece il Serpeverde, ma Luna si era già tuffata nel pentolone, ignorando il fatto che in esso c’era una pozione che stava cuocendo.
Per fortuna, il punto di ebollizione era lontano. Il problema però era che quella squinternata non accennava minimamente a uscire da lì.
Il Serpeverde guardò verso Piton: sembrava distratto da un Tassorosso in difficoltà, per cui infilò rapido la mano nella pozione, sperando di trovarsi tra le mani una delle ciocche verdi della Lunatica.
Quello che trovò però lo terrorizzò a morte.
- Oddiomagico, cos’è?! - strillò, lanciando lontano da sé la perfetta riproduzione di Pretocarfio Samoano che aveva strappato alla pozione.
Purtroppo, il Pretocarfio arrivò vicino al professor Piton.
Troppo vicino.
Diciamo che gli arrivò… in testa.
Nello stesso istante i capelli verdi di Luna riemergevano dalla pozione, e subito dopo di essi i suoi occhi spalancati.
- Professore – esclamò, – se ne voleva uno anche lei doveva solo chiedermelo, non c’era bisogno di rubarmi il mio Pretocarfio!
 
Di nuovo nel presente, stesso posto, stessa ora di prima
 
- E… E poi cos’è successo? - domandò Michael, allibito.
- Secondo te?! - strillò furioso il Serpeverde. – Piton ci ha tolto venti punti! Non è mai, mai, mai successo prima d’ora, santa Cacca di Doxy! Non l’ho mai visto così furioso… sembrava che dovesse venirgli un infarto sul posto…
- E dobbiamo passare altri due giorni così…
- Altri tre, se conti il resto di oggi…
- Già…
Tacquero. Nessuno di quelli che stavano seguendo la discussione aveva il coraggio di aggiungere qualcosa.
- Sapete una cosa? - mormorò alla fine Padma Patil. - Vorrei tanto sapere che diamine hanno combinato quei due per farsi addirittura scambiare di Casa…
- E che ne so… - rispose tristemente Michael, mentre gli altri annuivano. - Forse alla Mac giravano, ieri sera!
 
Nello stesso momento, Ufficio della professoressa McGranitt
 
- Mi fischiano le orecchie, che strano…
 
 
Ehm… Okay, torniamo al Corridoio del Primo Piano
 
- Non oso pensare a quello che ci aspetta oggi…
- Non pensiamoci – commentò saggiamente Padma. – Affrontiamolo e basta.
Sospirarono tutti, i Serpeverde e i Corvonero, e affrontarono quella giornata.
 
 
 
 
Ore 22.00, Entrata della Torre di Corvonero
 
Gregory Goyle era molto stanco, quella sera. Per tutto il giorno aveva cercato di trattenersi dal prendere a pugni quegli sfigati dei Corvonero: la Mac gli aveva detto che, se si fosse comportato male in quei tre giorni di punizione, sarebbe andato definitivamente a Tassorosso.
Che vuol dire “definitivamente”? Di sicuro una cosa brutta! Tassorosso schifo!
Arrivato davanti alla porta, si rese conto all’improvviso di non conoscere la parola d’ordine.
Si grattò la testa.
E mò?
A un tratto una voce gracchiante lo fece sobbalzare.
- Se ci pensi è sempre la stessa, ma se la guardi ogni volta è sempre diversa, una volta ogni tanto sparisce persino. Cos'è?
- Ma che è ‘sta roba?! - esclamò Goyle, fissando il busto che aveva pronunciato quelle parole.
- È quello che ho chiesto a te, ragazzo – gli rispose il busto. – Sei tu a dovermi rispondere. Dai, che è facile.
- Ma… non ho capito, che dovrei fare?
- Devi rispondere alla domanda! - rispose il busto, sbuffando. – Cos’è, non sei mai entrato nel dormitorio dei Corvonero prima d’ora?
- Uhm… eh… no, mai.
- Va bene, ragazzo - sospirò il busto, scrollando la testa. – Allora, ricominciamo. Io ti faccio una domanda, tu rispondi, e se è giusto entri, sennò aspetti che qualcun altro risponda per te. Capito?
Lo sguardo dubbioso di Goyle lasciò il busto del tutto indifferente.
- Dunque, la mia domanda era: se ci pensi è sempre la stessa, ma se la guardi ogni volta è sempre diversa, una volta ogni tanto sparisce persino. Cos'è?
Il ragazzo non aprì bocca: la sua espressione era totalmente vacua.
- Allora?
- … Ma che devo fà?
- Ma come “che devo fà”? Devi darmi la risposta esatta!
- Sì, ma… - Goyle si concentrò, nello sforzo di formulare la domanda. – Ma come faccio?
- Come sarebbe a dire?! - esclamò il busto, indignato. – Devi pensare, Santa Rowena!
- Ah - Grugnì. – Mi dai un aiutino?
Il busto restò allibito, a bocca aperta. Poi prese tutto il fiato che la sua condizione di statua gli permetteva.
- SPARISCI DALLA MIA VISTA, SOTTOSPECIE DI MICROCEFALO! - ululò il busto, svegliando parecchi quadri attorno.
- UN AIUTINO?! UN AIUTINO! IN MILLE ANNI NON HO MAI, MAI, MAIIII…
Continuò a ululare, mentre Goyle, frastornato, si allontanava barcollando.
 
 
 
14 ottobre, ore 02.00, Sotterranei di Hogwarts
 
- Tambarlecco? Tambarlecco! Fatti vedere!
- Lovegood, che ci fai fuori dal dormitorio a quest’ora?
- Oh, professor Piton, meno male che c’è lei! Forse adesso il Tambarlecco si farà vedere!
- Signorina Lovegood, se non torni immediatamente a letto vedrai qualcosa di peggiore del tuo Tampelucco…
- Oh, ma professore, che bel pigiama che ha!
- VENTI PUNTI IN MENO A SERPEVERDE, LOVEGOOD! TORNA SUBITO A DORMIRE!
Mentre Luna rientrava saltellando nel dormitorio femminile, Piton correva in camera, prima che qualcun altro vedesse il suo pigiama viola con serpenti gialli.
 
 
Ore 15.00, Ufficio della professoressa McGranitt
 
- Minerva, cara, lo sai che ti ho sempre appoggiata…
- Filius, risparmiami la manfrina e dimmi che c’è.
Il professor Vitious deglutì. – V-va bene… ehm… Come posso dire… Se-secondo me l’idea di scambiare di Casa Luna Lovegood e Gregory Goyle non è stata una grande idea…
Minerva si prese la testa tra le mani. Risentiva ancora degli effetti del dolcetto che i gemelli Weasley le avevano rifilato il giorno prima, e non aveva proprio voglia di discutere i propri metodi educativi.
- Senti, Fil, Goyle doveva essere separato da Tiger e messo in un ambiente più salutare; Lovegood aveva bisogno di qualcosa che la facesse tornare nel mondo reale magari scuotendola un po’…
E soprattutto dovevano pagarla cara per avermi fatta alzare alle tre di notte.
- … quindi non vedo cosa potresti avere da eccepire.
Filius sospirò. – E va bene, Minerva: visto che fai finta di non capire, te lo dirò apertamente. La tua punizione a quei ragazzi si sta trasformando in una punizione per tutti gli altri!
Minerva aggrottò le sopracciglia. – Che vuoi dire?
- Gli studenti sono esasperati! - esclamò Filius. – Severus non ne può più di togliere punti alla sua Casa per colpa di Luna; i ragazzi di Corvonero oggi hanno protestato nel mio ufficio perché non vogliono più condividere il dormitorio con… come hanno detto? Ah, sì: uno che tra le tante cose ignora cosa sia una doccia e che cerca inutilmente conforto nel proprio naso quando attorno a lui c’è il deserto.
Minerva aggrottò di nuovo le sopracciglia. - È semplice rivalità tra Case, Fil; anche noi ai nostri tempo non facevamo che pizzicarci…
- Quello che voglio dire - la interruppe Filius, - è che, mentre Corvonero e Serpeverde subiscono le conseguenze della punizione, i due puniti non si rendono nemmeno conto di esserci! Vuoi sapere cosa ha combinato stamattina Goyle durante incantesimi?
 
Tre ore prima, Aula di Incantesimi
 
- Allora, ragazzi, ricordate che il movimento del polso non dev’essere forzato ma fluido… Sì, signor Corner?
- N-non sarebbe possibile f-fare a scambio di coppie per questo esercizio, p-professore?
Vitious lo guardò: Michael Corner si trovava vicino a Goyle, ed era preda di uno strano tic all’occhio sinistro.
- Beh, se il signor Goyle è d’accordo… Che ne dici, Goyle?
Per tutta risposta il ragazzo grugnì.
- Molto bene, allora… Uhm… Patil, vai tu vicino a Goyle.
Si udì distintamente la ragazza imprecare a bassa voce: - Cacca di Doxy! - mentre si alzava e prendeva posto timorosa vicino a Goyle.
- Bene, direi che possiamo riprendere la lezione. Tutti pronti?
Annuirono tutti, anche Padma, che però era leggermente impallidita.
- Provate tutti insieme: dovete far evanescere il bicchiere di fronte a voi. Al mio tre, ragazzi! Uno, due…
Puff!
- AAAARGHHH!! - strillò Padma, portandosi le mani al volto.
- Il mio NASOOO!!!
Vitious si precipitò da lei, e la costrinse a scoprire il viso.
Pensava che Goyle, con un movimento sbagliato del braccio, l’avesse colpita rompendole il naso.
Beh, si sbagliava.
Il naso non era rotto. Semplicemente non c’era più.
Vitious osservò sconvolto la povera ragazza, ormai in lacrime, poi guardò Goyle.
- G-Goyle… - farfugliò. – C-come hai f-fatto?
- Oh… uhm… ehm… non l’ho fatto apposta, prof - rispose, grattandosi la testa e facendo spallucce.
- Auuuuu!! - piangeva Padma, disperata.
- Brutto bastardo! - strillò Michael. – Invece lo hai fatto apposta di sicuro!
- È pericoloso! - gridò a sua volta Terry Boots.
- Ci ucciderà tutti!
- Prendiamolo, presto!
L’intera classe di Corvonero si lanciò su Goyle, ben decisa a linciarlo. Il ragazzo sulle prime sembrò non capire cosa stesse accadendo, ma quando si accorse delle occhiate omicide dei suoi compagni il suo istinto di sopravvivenza lo fece reagire, e fuggì fuori dall’aula alla velocità che la sua mole gli consentiva.
- Sta scappando!
- Fermatelo!
- Dagli alla Serpe!
- Al rogo! Al rogo!
- Auuuuu!! - ululava Padma, gettandosi all’inseguimento a sua volta.
 
Ore 15.10, (di nuovo) Ufficio della Professoressa McGranitt
 
Vitious stava finendo di raccontare il modo in cui era riuscito a salvare Goyle da morte certa e a far riapparire il naso di Padma (puntualizzando che era decisamente più carino adesso di prima), quando la porta fu spalancata da Piton.
- Minerva, - esclamò, – tu devi interrompere questa follia!
- Severus, non ti pare di esagerare? - replicò lei.
- Esagerare?!
- Sì, esagerare. In fondo posso capire le lamentele di Corvonero, Goyle non è un tipo facile… Ma Lovegood è una ragazza tranquilla, e non posso credere che ti dia problemi…
- Problemi?! Mi darebbe problemi se fosse indisciplinata, o se attaccasse briga con i miei studenti. No, Minerva, – concluse cupo – Lovegood non mi dà problemi: mi fa uscire pazzo. E insieme a me gli studenti di Serpeverde.
Sospirò, vedendo che Minerva non sembrava convinta. – Non hai visto cosa è successo a pranzo?
 
Due ore prima, ora di pranzo, Sala Grande; Tavolo dei Serpeverde
 
- Fermi tutti! - gridò Luna, facendo sobbalzare tutti i Serpeverde.
- Che c’è? Che succede?! - fece Pansy isterica, guardandosi freneticamente attorno. I sensi della povera ragazza erano stati sempre all’erta, quel giorno: si ritrovava continuamente Luna dietro le spalle, che la fissava con occhi sgranati e faceva strani commenti come “No, troppo grassa per essere un vampiro” e “Se continua a vestirsi così sarà divorata dai Mandegrotti”.
Ormai Pansy non faceva che guardarsi attorno, per controllare che Luna non fosse nei paraggi; il solo sentire la sua voce era inoltre fonte di isteria, per lei.
- Cosa c’è? Chi è? Perché? Come? Parla, santo Basilisco! - strillò di nuovo, rivolta a Luna.
Tutti gli occhi erano puntati su quest’ultima: la ragazza rimase attonita, guardando a destra e a sinistra, e infine rilassandosi.
- Tutto a posto… Mi sembrava di aver visto uno sciame di Gorgosprizzi entrare nella mia zuppa, ma mi sono sbagliata… Devono essere finiti da qualche altra parte.
Guardò verso Pansy, fissando prima lei e poi il suo piatto pieno.
- Oh, guardali, sono proprio lì…
- AAAHHHH!!! - strillò Pansy, buttando il piatto di zuppa per aria. Il piatto volò in testa a Draco Malfoy, che si ritrovò coperto di minestra.
- AAAHHHH!!! Bestiacce schifose nel mio piattooo!
- Aspetta, – la fermò Luna – se ne sono andati in tempo, sono in quell’altro piatto…
- AAAHHHH!! - strillò Daphne Greengrass, rovesciando il suo piatto.
Per farla breve, alla fine del pranzo non c’era piatto di zuppa rimasto intatto; i ragazzi Serpeverde erano quasi tutti fradici e le ragazze vagamente isteriche.
- IIIhhh che schifooo!
- Tutti quegli insetti nelle zuppe!
- Orroreeee!
- Che diavolo sta succedendo qui?
Piton era comparso accanto al tavolo della sua Casa, squadrando uno per uno i suoi studenti con sguardo truce.
- Professore!!! - esclamò una Pansy Parkinson al limite dell’esaurimento. – Aiuto! Lunatica ha visto i Gorgosprizzi nei nostri piatti!
- AAAHHH!! - strillarono di nuovo le ragazze Serpeverde.
- I Gorgocosa?! - domandò Piton, facendosi, se possibile, ancora più truce.
- I Gorgosprizzi, professore – rispose Luna con calma. – Sa, amano il caldo e oggi volevano fare un bagnetto nella zuppa di porro…
- Lovegood – ringhiò Piton – sei stata tu a scatenare tutto questo?!
Luna lo osservò con occhi sgranati. – Professore, lei sa bene che i Gorgosprizzi non si possono controllare! Vanno dove vogliono! Certo, per evitare che entrassero nelle zuppe si potevano aggiungere dei chiodi di garofano… sarà meglio avvisare i demoni delle cucine di questo.
- I COSA?! - urlarono le ragazze.
- I demoni! Sono loro che gestiscono la cucina di Hogwarts. Non avete letto l’ultimo numero del “Cavillo”?
- AAAAHHHH!!! -
E con un ultimo urlo il tavolo di Serpeverde si svuotò, mentre ovunque risuonava il rumore della fuga delle ragazze.
 
 
Ore 15.20, torniamo nell’Ufficio della Mac
 
- Capisco che questa situazione possa essere… un po’ particolare per voi…
- Un po’?! Dico, Minerva, ma sei matta? Gli studenti sono al limite della sopportazione, i punti delle nostre Case stanno andando sotto zero e tu… e tu parli di situazione particolare?!-
- Filius, lascia parlare me. Cara Minerva, - enunciò Severus, gelido – tu hai deciso questa punizione, che grazie a Trismegisto finisce domani… Noi abbiamo rispettato la tua decisione senza discuterla, anche se ne avremmo avuto tutto il diritto in quanto Direttori di Corvonero e Serpeverde – e qui Filius annuì con convinzione.
- Tuttavia, sappi che se questa situazione si ripeterà ancora in futuro, faremo in modo che Grifondoro non risulti nemmeno classificata nella Coppa delle Case.
Minerva sobbalzò. Quello era un colpo basso!
La competizione nella Coppa delle Case era molto forte non solo tra gli studenti, ma anche tra i professori (sebbene questi cercassero di non darlo a vedere…), tuttavia si erano sempre comportati in modo leale.
Quella minaccia era un ricatto!
Guardò truce i due uomini che le stavano davanti. – Non vedo perché non dovrei ripetere questo tipo di punizione, visto che anche voi avete il potere di sfruttarla…
- Noi non lo faremmo mai, è questo il punto! - esclamò Filius.
- Tu ci hai messi in mezzo a questa situazione: tuttavia - e Severus scambiò un cenno di intesa con Filius – se accetti il nostro scambio, noi promettiamo di essere leali con il punteggio della Coppa.
- Che scambio, Severus?
- Prima di tutto, ti impegni a non utilizzare mai più questa punizione…
- E poi?
- E poi…
Uno strano sorriso aleggiò sui visi di Severus e di Filius. Minerva ebbe paura.
- Sai, Minerva, – esordì Vitious – in un certo senso è come se fossi… in debito con noi, capisci cosa intendo?
Minerva ci mise un po’, a capirlo. Glielo dovettero spiegare.
Alla fine però decise che era un prezzo che poteva pagare, per la Coppa delle Case.
 
 
 
15 ottobre, ore 08.00, Sala Grande; Tavolo dei professori
 
- Eccellente, Filius, eccellente…
- Davvero. Sono piuttosto soddisfatto.
- Ricattare Minerva non è facile, ma…
- … Dà le sue soddisfazioni, sì.
- Sai, - concluse Severus con un sogghigno crudele – credo che durante la prossima settimana ci divertiremo. Tu non trovi?
- Io? Io mi sto già divertendo, Severus - sghignazzò Vitious.
Si volsero entrambi verso la professoressa McGranitt, attendendo che iniziasse a parlare.
Lei ricambiò lo sguardo, e arrossì.
Se ripensava a ciò che aveva dovuto fare affinché quei due non massacrassero Grifondoro togliendogli punti a volontà…
Merlino, Morgana e chi per voi, aiutatemi…
- Un momento di silenzio, per cortesia! - esclamò Minerva alzandosi in piedi, e rivolgendosi agli studenti.
- Dopo aver sentito il parere dei Direttori di Corvonero e Serpeverde - e fece un cenno verso Vitious e Piton, – ho deciso che la punizione dei signori Lovegood e Goyle è sospesa sin da adesso: potete tornare nelle vostre rispettive Case.
Grida di gioia da parte dei Corvonero e dei Serpeverde accolsero quella notizia.
- Niente più caccole vaganti!
- Niente più insetti nelle zuppe!
- Auuuu!!
Gli unici a non capire erano Luna e Goyle.
Quale punizione? Io pensavo fosse stato un errore del Cappello… pensava Luna.
Caccole? Dove?  pensava invece Goyle.
- Tuttavia, – riprese Minerva, non appena l’entusiasmo delle due Case si fu placato – visto il comportamento inclassificabile dei signori Lovegood e Goyle in questi tre giorni, abbiamo deciso, di comune accordo con i professori Vitious e Piton…
E qui veniva la parte più difficile.
Doveva farcela. Doveva dire quella frase.Per la Coppa delle Case, Minnie! Coraggio!
- … abbiamo deciso… che entrambi passeranno una settimana nella Casa di Grifondoro, onde imparare a comportarsi meglio…
E così, lo aveva detto. Aveva accettato quel maledetto ricatto.
Rivolse un ultimo sguardo truce a Severus e Filius; quest’ultimo le fece “ciao ciao” con la manina, prima di tornare a sghignazzare impudicamente con Severus.
Si sarebbero divertiti, quella settimana.
Goyle e Lovegood a Grifondoro, per una settimana…
Oddiomagico, quanto si sarebbero divertiti!
 
 
 
Ore 08.15, Tavolo dei Grifondoro
 
- Ma scusa Feds, noi che c’entriamo? Per una volta, finalmente, non siamo i protagonisti della storia! - esclamò Ron Weasley a bocca piena, rivolgendosi all’autrice.
 
Lo so, ma da qualche parte bisogna pur terminare. E quale fine migliore di una bella colazione all’inglese?
 
- Altroché! - esclamò Ron,  poi salutò l’autrice e tornò a ingozzarsi, ignorando gli sguardi preoccupati di Harry e Hermione.









...va bene, va bene, lo so da me che il demenziale non è proprio il mio genere, ok?
Infatti, di mio non avrei MAI scritto una cosa simile. Chi mi conosce sa che, quando oso scendere al di sotto del tono drammatico, arrivo al massimo alla commedia leggera.
Ci ho messo pure un sacco, a partorirla... e vabbè, ogni scarrafone è bello a mamma sua...
Mi sono esposta al pubblico ludibrio, pubblicando questa... cosa, solo perché ha vinto la sfida Corvonero-Serpeverde del Torneo di Quidditch di HPQuiz (forza Ravenclaw!!), e i due sadici webmasti (che saluto di tutto quore, con la Q) si sono spisciati leggendola. Gente strana, lo so.
Insomma, vi beccate pure questa. Eh già.
So che fra di voi ci sarà qualcuno a cui (inspiegabilmente) piacerà, quindi la dedico a questo qualcuno.
Ah, e anche alle fedeli recensitrici della mia long (*___*), a cui spero non dispiaccia vedersi associate a questa... cosa.
Un bacio a tutti.

Ah, dimenticavo: "Feds" sono sempre io, ferao: è che su HPQuiz ormai sono conosciuta così...
Di nuovo, un bacio.


Ah, dimenticavo di nuovo: guai, Guai, GUAIII se vi azzardate a usare nelle vostre storie i Tambarlecchi Ostrogoti e i Pretocarfi Samoani. No no no, non ve li do. (Pappappero...)
Vabbè, ho esagerato: facciamo che se volete usarli mi chiedete il permesso, okay?
Hasta la vista!

Ah, porca Circe, dimenticavo un'altra cosa (come al solito): il tema della gara era "La punizione della McGranitt: lo scambio di Case". Nel caso fosse sfuggito a qualcuno...
   
 
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