Personaggi: Arthur Kirkland (Inghilterra) - Francis Bonnefoy (Francia)
Osservazioni personali: Oh poffarbacco, è la prima volta che scrivo qualcosa su Hetalia, la prima in assoluto! °-°" Va beh che sono nota per le mie scarse qualità di scrittrice, ma se leggete questo sclero senza senso e lasciate un commentino mi renderete la persona più felice al mondo °-° Ah, il tutto è nato da questo video, e le citazioni sono di quella fantastica canzone, e la traduzione altrettanto fantastica è stata fatta da Subaru.
Hammer Song
Era una bella notte
quella, l’aria fresca
sembrava per una volta esente dagli opprimenti fumi grigi di Londra,
per una
volta. Le stelle scintillavano nel cielo nero, nemmeno le avessero
accese due
secondi prima, e la luna faceva da padrona, altera e superba come
sempre.
risuona una voce
che canta nella torre del dolore
Eppure era bella. La cosa più
bella che potesse desiderare.
-Haaaappy
and gloriouuus, long too reign over uus..-
Il
biondo fermò quel suo canto stonato, un
canto da ubriaco, per qualche secondo. Lo sguardo era perso nel vuoto,
ben
oltre il limite concessogli dalla visiera del cilindro che indossava
storto.
-Shit..Goooooooood save the queen-
chi
è la persona che sta tremando lassù,
aggrappata
alla vetta?
nonostante volessi lasciarli,
si sono accumulati.
Elisabetta. Al suo pensiero
fece una risata strana, una di quelle che a ben pensarci non hanno
nessun
motivo d’esistere.
Lei si che era una vera
donna. L’unica che ha saputo condurre il suo popolo verso la
vittoria. L’unica
che ha saputo farlo crescere.
Perché il tempo era così
inesorabile?
e alla fine sono arrivato a riempirne una scatola.
Gli occhi gli si
illuminarono, allora. Si vedeva il Tamigi da lì, il grande e
maestoso fiume da
cui tutta la sua grandezza era partita. Da lì il suo impero
aveva avuto inizio,
insieme a tutti i suoi dolori.
Chissà com’era l’acqua a
quell’ora?
però se qualcuno mi vedesse,
avendo almeno questi, chissà…
non potrebbe essermi concesso
di venir trattato con un po’ di dolcezza?
Un'altra risata, questa volta
più forte, si fece strada nella sua gola, mentre si alzava
verso il suo amato
fiume. O almeno così credeva, invece scivolava sempre
più verso terra, finendo
per toccare il suolo.
Tamigi…ricordava che ne aveva
paura un tempo, ma in quella grande isola si sentiva terribilmente
solo. Voleva
vedere chi c’era in quel pezzo di terra che scorgeva dai suoi
confini. Magari
lo stava aspettando.
ho riempito fino all’orlo intere scatole.
Era ubriaco fradicio, ed era
contento di esserlo.
Era un re lui, era un re e
doveva fare tutto. Anche ubriacarsi, ed andare a nuotare.
le persone che mi passavano accanto
ho riempito dieci scatole
è come se fosse invisibile agli occhi di tutti,
in questo caso dovrò renderla sempre più alta
così che potrà essere vista dal mondo intero!
Scotch, vodka e…cos’altro?
Non riusciva a distinguere nulla, in quella miscela letale di liquidi.
Adesso almeno nessuno
l’avrebbe raccolta e bevuta, non poteva fare più
danno.
Si avvicinò all’inglese,
guardando lo stato in cui si trovava. Era rannicchiato come un bambino,
il
mantello si allargava fino a raggiungere i piedi del francese e il
cilindro era
rotolato qualche passo più in là. Si
formò un sorriso intenerito sulle sue
labbra, a guardare il suo petit
Angleterre col volto reso rosso dall’alcool ed i
capelli disordinati,
dormire come il più piccolo degli infanti.
Fece ancora qualche passo,
scostando il pesante mantello d’egli, e si abbassò
per poter essergli più
vicino.
Adesso la cosa che più notava
era il tanfo che lo impregnava, lo stesso sconosciuto di prima.
Il sorriso s’accentuò, mentre
gli sfiorò con due dita la spalla. L’inglese
rabbrividì appena e continuò il
suo beato sonno, per il divertimento del francese.
la torre del dolore che raggiunge anche gli uccelli
Si diresse così il biondo
verso il Tamigi, che in quella notte risplendeva dolcemente della luce
della
luna. Non era certo sua intenzione camminare ancora per vicoli bui e
lerci, e
sicuramente era meglio far respirare aria pulita ad Arthur. E poi cosa
c’era di
più romantico di quel paesaggio?
E così fece Francis,
camminando verso la maestosa residenza dell’inglese, mentre
gli occhi erano
incatenati al volto dell’altro. Era uno spettacolo raro
quello che aveva di
fronte, e voleva imprimerselo al meglio nella mente. Chissà
quanti secoli
sarebbero passati prima di poterlo avere nuovamente per sé?
che ne scala la vetta sentendosi un re?
Riprese a camminare Francis,
accompagnando e sorreggendo Arthur, capendo come l’altro
fosse ancora
fortemente ubriaco.
Ed accettò l’ordine datogli.
Perché Arthur era il suo piccolo re, ed ogni sua parola era
un sacro ordine da
rispettare. Si concesse un solo sorriso.
che si chiedevano a bocca aperta
di cosa si trattasse.
Abbassò il capo e si mise ad
insultarlo in lingua madre, con parole che l’altro non fu ben
sicuro di comprendere.
Eppure andava bene così, lui era il suo
Arthur.
sembrano
proprio delle formiche
ho
riempito la centesima scatola.
Camminavano
a qualche metro di distanza dalla ringhiera che li divideva dalle
fredde acque
del Tamigi, mentre una lieve e gelida brezza si faceva largo sui loro
volti in
quella strana e silenziosa notte londinese.
L’inglese
teneva ancora il volto appoggiato alla spalla del francese, mentre gli
occhi
erano ritornati chiusi, e l’espressione pareva un
po’ più serena in quel
momento.
Sospirò
Francis nel constatare come fosse riuscito nuovamente ad addormentarsi,
specialmente in quelle condizioni.
Se
poi è Arthur, allora il consiglio vale il doppio.
questo è
il mio dolore!
Ai
suoi piedi c’erano millenni di storia, di dolori che non
riusciva a reggere da
solo.
alla quale
la vostra consolazione
non può
nemmeno raggiungermi!
qualcuno
che tutti dovrebbero ammirare.
È perché
sono stato scelto dal dio della solitudine
che sono
arrivato nel mezzo di questo paesaggio.
Alfred,
il suo piccolo fratello. Ogni volta che ci pensava, ricordava solo le
immagini
di quando era piccolo. Le risate per le sue storie su fate e folletti,
il suo
piccolo volto prima di addormentarsi, la felicità che
provava quando erano
insieme.
E
il dolore al petto di quella giornata di pioggia.
L’aveva
abbandonato, era un traditore. E faceva troppo male.
Ed
ogni giorno doveva sopportare quel dolore tanto simile alla morte, e
continuare
a vivere.
Non
era giusto.
la torre
del dolore che raggiunge anche le nuvole
Qualcosa
da ammirare, da coltivare.
Qualcosa
da amare.
Cosa
stava dicendo dunque?
siede sulla
vetta a gambe incrociate.
Forse
capiva cosa stava dicendo l’inglese.
C’erano
troppi anni, troppe guerre, troppo sangue.
Battaglie,
quante ne avevano fatte loro due! Il suolo dei due stati erano intrisi
del
sangue di troppi innocenti sacrificati in loro nome. Quanti ne
avrebbero potuti
risparmiare? Quanti errori potevano contare?
mentre riempivo
la millesima scatola
Una
ferita mai completamente chiusa.
E
se il ricordo delle parole di Sesel facevano male, quello del volto di
Jeanne
erano mille frecce al cuore. Una semplice, graziosa ragazza, che
sorrideva
mentre prometteva di proteggerlo.
Che
sorrideva sotto al sole, con l’armatura addosso e pronta alla
battaglia.
Che
sorrideva mentre la bruciavano viva, tutto per lui.
e la
scala che avevo appoggiato alla torre
è volata
via.
Era
stata condannata da Arthur stesso ad ardere viva davanti gli occhi di
Francis.
Arthur
l’aveva uccisa con le sue stesse mani, e tutto per un
simbolo, tutto per far
soffrire il suo nemico.
Questo
non se lo sarebbe mai perdonato, mai.
Gli
aveva inflitto lo stesso dolore per cui lui moriva ogni giorno di
più, se non
mille volte peggio.
come se
fossi invisibile agli occhi tutti.
E
i due continuavano a camminare, ogni passo sempre più vicini
alla residenza
dell’inglese, con il vento che diveniva gelido ad ogni passo
di più.
Era
destinato a soffrire e a rimanere solo per tutta la sua esistenza?
-C-c’è
freddo quassù in cima, Francis.-
ed è
stato allora che all’improvviso
ho sentito
la canzone del martello.
Francis
allora reagì.
Arthur,
nella sua intera esistenza era andato troppo oltre, aveva fatto troppo,
anche
più di quello che gli era permesso fare.
Qualcuno
doveva svegliarlo da quel sonno ad occhi chiusi.
Dunque
si fermò, e lasciò la presa.
Dal
basso, in ordine,
ogni
scatola veniva eliminata
e
qualcuno cantava la canzone del martello
L’inglese
rimase sorpreso da quello che fece il francese, non capendo nulla in
effetti.
Barcollò
per qualche secondo sulle sue gambe, per poi cadere pesantemente a
terra.
L’effetto
ancora vivido dell’alcool gli permise di non sentire alcun
dolore al momento, l’unica
conseguenza fu che si ritrovò con le spalle contro il suolo.
Allora
aprì gli occhi, gli stessi che aveva tenuto chiusi fino a
quel momento.
E
vide le stelle, la luna e il cielo color pece.
Era
magnifico.
E
poi il volto di Francis fece capolino nella sua visuale, mentre
sorrideva.
E
Arthur non ci stava capendo nulla.
scendi
alla nostra stessa altezza!”
-Hai
finito di parlare, mon Angleterre?-
Sempre più forte, ancora più forte
Il
sorriso si fece ancora più largo, non lo stava deridendo, no.
-Le
cose vecchie devono essere seppellite. Si, anche onorate, ma prima o
poi vanne
dimenticate in un cassetto.-
e il dio
col naso che cola
aggrappato
alla sua vetta.
Il
francese si abbassò sulle ginocchia e avvicinò il
suo volto a quello dell’altro.
-Dicevi
di essere su in cima, no? Lo vedi questo?-
E
poggiò una mano sul suolo lastricato di pietra.
era l’opposto
anche di me stesso.
L’inglese
guardò il volto raggiante del francese, per poi soffermarsi
sulla luna.
E
chiuse di nuovo gli occhi, questa volta per addormentarsi sul serio.
Questa
volta sorridendo sereno.
Francis
sospirò stanco, mentre lo prendeva fra le braccia con
cautela.
Finalmente
sorrideva, ed anche se l’indomani mattina non avrebbe
ricordato nulla, era
sicuro che avrebbe sorriso sicuramente.
-Sei
uno stupido, mon Angleterre-
Disse mentre gli posava un leggero bacio sulle labbra ancora umide di alcool, e riportava il principe caduto alla sua magione.
Post it
Oh. Oww. Alla fine l'ho scritto, ci ho messo due giorni, seh °-°" E alla fine ho avuto il coraggio di pubblicarlo.. Siate clementi con me, ditemi pure che fa schifo ma evitate di linciarmi please °w°" Ok, io mi vado a riparare, in caso di pietre xD E insomma, alla prossima *u*