Fanfic su artisti musicali > Michael Jackson
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Autore: Paolez    17/03/2011    3 recensioni
ciao a tutti! è la prima ff che scrivo su mj..spero vi piaccia!
-Non ci posso credere! Finalmente sono in California!!-
Tutta la gente che si trovava intorno a me si girò a guardarmi.
Ops! Non mi ero accorta di aver gridato come una pazza in mezzo all’aeroporto di Los Angeles..
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 9
 
Aprii lentamente un occhio..
Adesso mi sentivo decisamente meglio e più in forze.
Ancora un po’ frastornata mi stropicciai gli occhi e mi misi a sedere sul letto.
Guardai l’orologio e mi accorsi di aver dormito per più di due ore!
Uno sbadiglio sfuggì al mio controllo e cercai di nasconderlo con una mano.
Mamma mia..neanche i leoni aprono le fauci così!
Mi voltai verso la porta della camera e decisi di provare a scendere.
Mi alzai, felice di non vedere la stanza girare attorno a me e mi avvicinai alla specchiera.
Che orrore! Sembrava che avessi un mocio vileda al posto dei capelli! Cercai di darmi un sistemata per non spaventare chi mi avesse incontrata e poi aprii la porta.

http://www.youtube.com/watch?v=t8qOuwNMnqM


Chi stava suonando?
Le note provenivano dal fondo del corridoio..
Senza pensarci due volte mi appoggiai al muro e, lentamente, mi diressi verso la fonte di quella dolce melodia.
La musica si faceva sempre più vicina, finché non vidi una porta socchiusa alla mia destra.
Facendo attenzione a non far rumore, la scostai leggermente, quel tanto che bastava per farmi sbirciare dentro.
Ed allora lo vidi.
Di fronte ad un’enorme portafinestra, accarezzato dai raggi del sole, Michael era seduto al pianoforte e le sue dita correvano leggere sui tasti.
Aveva gli occhi chiusi e la sua testa si muoveva al ritmo della musica che, come magia, nasceva dalle sue mani.
Rimasi incantata da quella visione. Era davvero bellissimo, così rilassato e tranquillo.
Entrai piano piano, chiusi la porta e mi lasciai scivolare a terra, appoggiando la schiena alla parete e piegando una gamba al petto.
Ero stregata dalla bellezza di quella melodia e dalla dolcezza con cui Michael riusciva a suonarla, sfiorando appena i tasti con le sue lunghe dita e prolungando il suono delle note con l’aiuto del pedale. A volte seguiva con lo sguardo i movimenti delle sue mani sulla tastiera, per poi venir rapito anche lui dal suono di quella melodia e tornare alla cecità per poter godere appieno di quel brano tanto dolce quanto coinvolgente.
Chiusi anch’io gli occhi e mi lasciai rapire dalla musica, volando via, lontana.
Era così rilassante stare lì ad ascoltarlo che non mi sarei mai mossa da quella stanza.
Ogni nota mi entrava dentro e mi procurava dei brividi lungo la schiena.
Avrei voluto avvicinarmi a lui, sedermi al suo fianco ed appoggiare la testa sulla sua spalla; venir cullata dalla melodia e, contemporaneamente, perdermi nel suo profumo così inebriante ed intenso.
Avrei voluto che prendesse le mie mani, le coprisse con le sue e mi facesse seguire i suoi movimenti rapidi tra i tasti.
Avrei voluto..
Avrei semplicemente voluto andargli vicino, baciarlo, sussurrargli che lo amavo e perdermi nei suoi occhi mentre, smettendo di suonare, mi diceva “Anch’io ti amo, piccola, ti amo da morire..”
Tornai a guardarlo.
Ma cosa mi aveva fatto?
Ero per caso sotto l’effetto di un incantesimo?
Lo conoscevo da appena tre giorni e la sola idea di allontanarmi da lui mi uccideva.
Com’era possibile tutto ciò?
Era questo l’amore? Il sentimento rincorso e desiderato da tutti, ma da pochi veramente trovato e vissuto?
Possibile che comparisse così all’improvviso, lasciandoti totalmente impreparata alle mille emozioni che arrivano e ti affollano la mente ed il cuore?
Ed io, puntualmente, di chi mi dovevo innamorare? Mica della prima persona che incontravo, no, troppo banale..io dovevo innamorarmi di una delle più grandi star della musica di tutti i tempi, dell’unico ed incontrastato Re del Pop, del grande Michael Jackson.
Che speranze potevo avere con lui? Certo, prima si era sfiorato il bacio..ma per lui, forse, non era significato niente, ero solo una delle tante ragazze che lui poteva conquistare..
Eppure..come avrei potuto non innamorarmi di lui? Michael era così dolce, gentile, premuroso, sexy..davvero un angelo tentatore..
 
Non so quanto durò quel brano..minuti, forse ore..
Non mi persi una sola nota e quando la melodia finì, mi resi conto di aver la guancia bagnata da una solitaria lacrima..
Il silenzio riempì la stanza ed io non ebbi il coraggio di compiere un solo movimento.
Michael rimase immobile per qualche istante, le mani appoggiate sui tasti, gli occhi chiusi.
Poi si alzò e quando mi vide si bloccò all’improvviso.
-Aileen? Cosa ci fai qui?-
-Sei..sei davvero straordinario..il modo in cui riesci a suonare, le emozioni che trasmetti..rimarrei ad ascoltarti per giorni..-
Arrossì, probabilmente imbarazzato dalle mie parole ed io lo trovai ancora più dolce.
Cercai di mettermi in piedi e lui prontamente si avvicinò, aiutandomi ad alzarmi.
Mi asciugò la lacrima e mi accarezzò teneramente la guancia.
-Non ti sei stancata troppo a venir fin qua?-
Scossi leggermente la testa e lo guardai sorridendo.
-E’ stata la cosa migliore che potessi fare-
Sorrise anche lui per poi prendermi dolcemente in braccio e dire:
-Ora, però, te ne torni dritta a letto. Non voglio di certo che si ripeta l’episodio di stamattina! E poi è ora di pranzo.. Hai fame?-
-Tantissima!-
-Ottimo! Allora dico subito alla cameriera di portare su qualcosa. Ti spiace se mangio con te?-
-Neanche un po’!- e, ridendo, mi strinsi di più a lui, mentre mi accompagnava nella mia camera.
 
Quel pomeriggio restammo tutto il tempo insieme; ridemmo, scherzammo, ci conoscemmo meglio.
Michael mi parlò del suo difficile rapporto con il padre, della dolcezza di sua madre, dei suoi fratelli e delle sue sorelle.
Ed anch’io gli raccontai della mia famiglia che mi aspettava in Italia, degli studi che dovevo ancora affrontare e dei miei sogni per il futuro.
Quando calò la sera, dopo aver cenato, risalimmo in camera e, muniti di pop-corn, ci coricammo sul letto pronti a gustarci le avventure di “Robin Hood”.
Poi, circa a metà del cartone, sentii un dolce peso sulla spalla e, voltandomi, vidi che Michael si era addormentato e che la sua testa si era appoggiata a me.
Un’ondata di dolcezza mi pervase nel  vederlo così indifeso e, facendo attenzione a non svegliarlo, gli feci passare un braccio sotto al collo, iniziando ad accarezzargli i capelli.
Sembrava un bambino che era crollato dopo un’estenuante giornata fatta di giochi e non potei fare a meno di sorridere.
Spensi la televisione per evitare che il rumore lo disturbasse e lasciai che fosse solo il bagliore della luna ad illuminare la stanza.
Gli scostai un ciuffo ribelle dagli occhi e restai a guardarlo per non so quanto tempo, incapace di staccare lo sguardo da quel viso così perfetto e da quell’espressione tranquilla e rilassata.
Poi lui si mosse nel sonno e si strinse di più a me, facendo scivolare la testa nell’incavo del mio collo e sospirando sulla mia pelle.
A quel contatto non potei trattenere un lungo brivido che mi percorse tutta la schiena, dalla prima all’ultima vertebra ed il mio cuore accelerò i battiti.
Continuai ad accarezzargli i capelli finché, cullata dai suoi respiri regolari e profondi, scivolai lentamente nel mondo di Morfeo.

 CONTINUA..

Grazie a tutte per i vostri commenti!! Kiss
  
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