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Autore: ananche    17/03/2011    2 recensioni
E' la storia di una sacerdotessa e del suo viaggio per raggiungere il lungo della sua salvezza dalla morte. Per scappare da un destino da lei non scelto dovrà prima cambiare l'idea che ha della sua vita, e non sarà da sola...
Genere: Azione, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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   -un cuore puro non ha paura di conoscere se stesso-


 

 

 

Era sdraiata sul letto, la testa posata sul braccio a far da cuscino, gli occhi chiusi. Già da un po' tentava di riposare ma l'odore di legna bruciata, l 'odore di un fuoco scoppiettante la distraeva.

Adorava il fuoco. Prima la piccola scintilla, così timida a mostrarsi, che invece poco alla volta iniziava a crescere sempre più, inghiottendo tra le sue fiamme la legna. Sarebbe stata ore a fissare questa meraviglia.

Ad un tratto un rumore la distrasse dai suoi pensieri. Conosceva la fonte ma non aprì gli occhi e continuò a far finta di dormire. Aspettava di sentirlo. Le piaceva pensare che in realtà lui era ignaro che lei fosse cosciente e lo stesse attendendo.

E poi arrivò.

Morbida. Una carezza.

Nella sua mente la vedeva. Le dita di lui scorrere delicatamente sulla sua guancia, su, proprio dove termina l'occhio, e giù, fino a scendere sul mento. Benchè le sue mani fossero solo state abituate a combattere, sapevano anche trasformarsi in mani gentili.

Non potè resistere ed aprì gli occhi. Lo vide, illuminato solo dalla luce del fuoco, col volto semi nascosto. Né conosceva i tratti come se fossero stati impressi nella sua memoria fin dalla nascita. Sarebbe stata capace di disegnarlo anche ad occhi chiusi quel viso. Ogni minima ruga, la cicatrice bianca che divideva il sopracciglio sinistro, la piega carnosa delle sue labbra, il naso con una leggera incurvatura a destra, gli occhi del colore dell'acqua di torrente, la fronte che si corrugava quand'era preoccupato, dandogli quell'aria di ostilità che tanto l'attraeva. Tutto, conosceva tutto.

Quant'è bello, pensò.

Le stava sorridendo.

< Ti ho svegliato?> le chiese lui.

< No, in realtà non sono riuscita a dormire >.

< Avresti dovuto, sono giorni che non riposi >.

< Non sono poi così stanca. E poi...>

Continuavo a pensare a quanto siamo folli se crediamo di poter avere una minima possibilità di riuscita in questa missione.

< E poi cosa Selene?>. Prese ad accarezzarle i capelli con gesti lenti. Stava aspettando la sua risposta ma, in realtà, la conosceva già. Da quando si erano messi in missione non facevano che litigare. Lei non era mai stata contenta della sua decisione, ovvero di provare a cercare il Reichstag, la dimora degli Dei, per salvarla dal suo destino. Era consapevole della follia della sua scelta, nessuno da più di 1000 anni era riuscito a trovarlo. La conoscenza della sua ubicazione si era persa con l'ultimo dei maestri delle arti, Irnirio da Bech detto il Sommo illuminato. Ma lui era morto da secoli senza lasciare nulla, tutto il suo sapere portato via con se nel Tanaton, il mondo dei morti. Ogni suo manoscritto, libro o oggetto dalle forme più disparate e assurde venne perso come per mistero. Alcuni dicono che siano stati venduti alla sua morte, ma non vennero mai ritrovate le carte che attestassero ciò né le persone che avevano comprato i suoi beni. Solo un anello venne trovato nascosto dentro un cofanetto in cui riposavano le sue piume per scrivere, proprio sotto un'asse del pavimento della casa, ed era quello che portava proprio lui ora al dito. In quell'anello sperava di trovare la risposta al suo cercare.

Selene si alzò dal letto, il braccio le doleva per la posizione. Massaggiandolo distrattamente, si diresse verso il fuoco.

< Waren perchè continuiamo a farci del male?> intanto con un bastone, piegatasi sulle ginocchia, tastava tra le fiamme come in cerca di qualcosa. In realtà quello che stava cercando era di capire il perchè si fosse lasciata trascinare in quella assurda missione. Stavano cercando qualcosa che forse non esisteva più da secoli! O peggio ancora non era mai esistita!

< Lo capisci che così rendiamo solo le cose più complicate?> continuò lei < Sapevo cosa avrei dovuto fare fin dalla nascita. Sono stata addestrata per questo: dare la mia vita in cambio della salvezza del paese, della salvezza di tutti! Tutti gli anni di sofferenza per allenare il mio corpo a generare magia. Io SO quello che devo fare, SO qual è il mio destino, il motivo per cui sono stata partorita da quell'essere!> Selene gettò il bastone nel fuoco e scattò in piedi. Ma la vista le si appannò subito che, allungando le mani in cerca di un appiglio, si abbandonò a terra. Non fece in tempo a cadere distesa che Waren era scattato in avanti per sorreggerla appena la vide accasciarsi.

< Se solo avessi riposato e mi avessi dato ascolto invece di sforzarti con i tuoi sciocchi esercizi>. Il ragazzo adagiò Selene tra le sue gambe facendole poggiare la testa sul suo petto. Mentre l'altra sorreggeva il suo capo, con la mano libera prese la borraccia di pelle che teneva appesa alla cintura e, aprendola con la bocca, fece bere l'acqua alla ragazza.

< Waren...>

< No lasciami parlare. Ne abbiamo discusso dall'inizio di questa dannata missione! So bene quali sono i motivi che ti fanno parlare così, ma so altrettanto bene quali sono quelli che mi spingono ad andare avanti e cercare. Sperare maledizione! Tu devi stare con me! Il destino che ti hanno costruito intorno non è il tuo, sei tu che decidi cosa fare della tua via> Perchè non capisce...pensava intanto Selene . Waren prese fiato, fissava gli occhi della ragazza. < Non parliamone più ti prego> disse sospirando e la baciò sulla fronte. Odiava così tanto discutere con la donna che amava. Dopo l'incontro con Selene la sua vita aveva finalmente un senso, oramai viveva solo per lei. Quel sentimento di disprezzo verso di se, verso la terra che lo aveva generato, il suo sporco paese e verso loro, i suoi genitori, si era tramutato. Benchè continuasse ad odiarsi, Waren aveva trovato dove canalizzare questo suo sentimento. Proteggere la sacerdotessa, proteggere Selene, ecco quello che doveva fare. Lui ramingo, per la prima volta sapeva di avere un posto fisso in cui tornare, e quel posto era il cuore di lei. Ovunque il fato avesse portato Selene, era certo ci sarebbe stato anche lui. Non puoi dividere chi per destino è una cosa sola. Di questo Waren era profondamente convinto.

< Riesci ad alzarti?>

Facendo leva sulle braccia, Selene alzò il busto ma l'uomo ancora una volta la precedette.

< Devi sempre fare da sola...>

Ci sono io ora Selene.

Senza compiere il minino sforzo, Waren la prese in braccio e l'adagiò sul letto.

< Siamo stati fortunati a trovare questa casa vuota. Tra Rent e il fiume Taino c'è solo la foresta rossa. Non avrei mai sperato di trovare tanto>. Prese dal suo tascapane gli ingredienti per la zuppa e si accinse a preparare.

< Chi sa chi abitava qui?> chiese Selene tenendo gli occhi fissi su quelle abili mani che intanto tagliavano il pane.

< Davvero non saprei. Di certo non una famiglia, qui la stanza è grande a mala pena per uno e tra le altre cose c'è solo un letto>. Mise la pentola sul fuoco. Effettivamente la casa era composta solo da una stanza dalle modeste dimensioni che fungeva sia da camera da letto che da cucina. Il mobilio era essenziale e semplice, niente che facesse pensare che in quella casa abitasse anche una donna pronta a prendersene cura. Il bagno, come era solito delle modeste case, era situato fuori.< Sarà stato un guarda boschi. Mentre facevi finta di dormire> a quelle parole si girò a guardare la ragazza con disappunto < ho curiosato un po' in giro e nella panca sotto la finestra c'era un arco di buona fattura e un gruppo di coltelli di varie lunghezze >.
< Di tutte le cose che mi hanno insegnato nella Diocesi l'arco manca alla lista>disse Selene.< consideravano le armi a distanza vili. Come se mandare un discepolo nell' Arrehl al posto di un custode dei segreti non lo fosse!> L 'Arrehl era un luogo oscuro, un limbo, una zona di confine tra il mondo dei vivi e quello dei morti e solo di appartenenti alla Diocesi sapevano come trovarlo. Si dice sia il punto massimo della magia e chi va li impreparato alle sue insidie ci rimane per sempre, intrappolato nel nulla. Proprio per questo motivo la Diocesi addestrava un gruppo prescelto di giovani per diventare custodi dei segreti. Con la loro specifica preparazione, erano gli unici a saper entrare nell' Arrehl e non rimanerci intrappolati per sempre.

< Se lo vorrai, a questo porremo rimedio> Waren si girò a guardarla e le sorrise.

Lo giuro davanti agli dei, non ti lascerò morire.

< E' pronta la zuppa.>

  
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