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Autore: kbinnz    18/03/2011    12 recensioni
Un ragazzino solo. Un sarcastico, irritante bastardo. Quando la salvezza dell'uno è affidata all'altro, tutti sanno che non finirà bene... oppure sì?
Segue "Harry's First Detention".
Genere: Avventura, Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, Severus Piton, Un po' tutti
Note: Traduzione, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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Severus rimase nelle sue stanze per diverse ore - pensando, non tenendo il muso, fu veloce a dirsi - ma sapeva che alla fine avrebbe dovuto fare quello che Silente gli aveva detto. Per quanto gli sarebbe piaciuto fortificarsi per l'ordalia con un bicchiere di Whiskey Incendiario, sospettava che l'odore di alcool nel suo fiato avrebbe potuto non andar bene ai Weasley.
Per un breve momento considerò l'ipotesi di presentarsi ubriaco, nella speranza che sarebbero corsi da Silente sostenendo che era un tutore inadeguato, ma rinunciò con riluttanza all'idea. Non sarebbe occorso sforzarsi per convincere i Weasley della sua inadeguatezza al ruolo, ma Silente era fatto di tutt'altra pasta, e avrebbe compreso immediatamente il piano di Severus. Piton serrò i denti. Era proprio la sua fortuna: era passato dal servire un maniaco egocentrico praticamente onnipotente al servire una vecchia folaga manipolativa praticamente onnisciente.
Perché non poteva fare la fine di tutti gli altri insegnanti di Pozioni? Leggeva le loro lettere nel Quotidiano degli Educatori di Pozioni. Gli altri insegnanti di Pozioni lamentavano che i loro presidi non procurassero loro spazio sufficiente per i loro rifornimenti, o rifiutassero di sovvenzionare nuovi calderoni o facessero battute taglienti sugli occasionali incidenti capitati con le pozioni: ma nessun altro scriveva dopo essere stato costretto ad adottare un ragazzino marchiato da una profezia o dopo aver dovuto partecipare alla costruzione di elaborate trappole su terreni scolastici contro Signori Oscuri in caccia di un semi-mitico tesoro.
Severus compose mentalmente la propria lettera. Caro QEP, sarei interessato a sapere come gli altri insegnanti di Pozioni dividono il proprio tempo tra i diversi incarichi. Trovo complicato creare nuovi piani per le lezioni e preparare le sessioni di laboratorio mentre contemporaneamente spio per la Luce. Qualcuno ha qualche suggerimento sul come combinare incontri di Mangiamorte con la preparazione per i M.A.G.O.? No, nessun altro sembrare avere di questi problemi. Com'era fortunato, lui.
Realizzò che si stava facendo tardi. Avrebbe dovuto farlo ora oppure spiegare a Silente la sua mancanza, e se avesse dovuto gestire un altro sguardo scintillante o un'altra caramella al limone, sarebbe diventato pazzo, pazzo da legare. La vita nel letto accanto a quello dei Paciock cominciava a sembrare sempre più attraente, giorno dopo giorno. Prese un respiro profondo e attivò la Metropolvere.
“Signora Weasley?” chiamò, rivolgendosi alla donna dai capelli rossi affaccendata all'interno del soggiorno confortevolmente trasandato.
“Sì? Oh, professor Piton!” Le sopracciglia di Molly si sollevarono per la sorpresa, prima di corrugarsi in un'espressione spaventosa. “Cos'hanno fatto questa volta?”
“Sorprendentemente, non sto chiamando per via dei gemelli,” replicò Piton in tono asciutto. “Posso entrare?”
L'espressione di sorpresa di Molly si riaffacciò. “Certo.”
Non fece in tempo ad arrivare alla Tana che Molly Weasley lo sistemò in una poltrona che era solo leggermente rovinata, con una tazza di tè accanto al gomito. Combatté per respingere il piatto di biscotti fatti in casa. “Grazie, no,” insisté, con tutta l'educazione della quale fu capace attraverso i denti stretti.
“E' allergico al cioccolato?” gli chiese Molly, con tono compassionevole. “Ne ho qualcuno al burro di arachidi, in cucina. O preferisce dei biscotti all'uvetta? O di pastafrolla? Potrei preparare qualche focaccina –”
“No!” lui si trattenne e si costrinse ad abbandonare il suo tono alla “comincia ad ascoltarmi o farò esplodere il tuo calderone e nutrirò con i tuoi organi interni il calamaro gigante”. Qui si trattava di un genitore, non di uno studente: un genitore fastidioso, indubbiamente, ma nondimeno un genitore. “Voglio dire, nulla per me, grazie. Sono a posto così.”
Molly sembrò ferita. “Non le piace la mia cucina?”
Severus poteva sentire la propria pressione sanguigna crescere mentre prendeva un biscotto dal piatto. “Mm. Delizioso,” ringhiò.
Molly sorrise e si sedette. “Cosa posso fare per lei?”
“C'è qualcosa del quale mi piacerebbe discutere con lei e suo marito. Lui è disponibile?”
“Sì, è solo nel retro con Ginny, a liberare il giardino dagli gnomi. Può darmi un'idea di cosa si tratti?”
“Penso che sarebbe meglio spiegare insieme ad entrambi. E forse vostra figlia potrebbe essere allontanata per un'ora o due?” Tacque per un attimo, pensando a come meglio assicurarsi la sua collaborazione senza dovere (a) spiegare di più o (b) consumare altri biscotti. “Sono qui dietro richiesta del Preside.” Più o meno.
Era ovvio che Molly morisse di curiosità, ma, come una veterana del vecchio Ordine, reagì in maniera prevedibile al nome di Silente. “Certo.”
Cinque minuti dopo, Ginny era stata spedita a sua nonna via camino, ed Arthur, Molly e Severus erano riuniti nel soggiorno. “Mi scuso per avervi disturbato questa sera – e per aver mandato via Miss Weasley – ma ho ritenuto che fosse meglio affrontare questo discorso senza alcuna possibilità di essere uditi da altri.”
Ora entrambi i Weasley avevano espressioni insieme preoccupate e curiose. “C'è qualcosa che non va, Professore?” Chiese Arthur, la fronte corrugata. “I ragazzi sono a posto?”
“I vostri figli stanno tutti bene,” lo rassicurò Piton. “Sono qui per chiedervi se ne vorreste un altro.”
Hm. Sembrava non se ne fosse uscito fuori nel modo più opportuno: ora tutti e due lo stavano fissando con le bocche spalancate. “Non a tempo pieno,” si affrettò a spiegare. “Si tratterebbe più di un affido per brevi periodi.”
“Sta affittando bambini?” chiese Molly, la voce che cresceva sino a divenire uno squittio.
Arthur le prese la mano. “Sono sicuro che non è come sembra, cara.”
Severus aggrottò la fronte. Non era poi così complicato: davvero - conta sempre su un branco di Grifondoro per trovarti di fronte alla necessità di spiegare tutto lettera per lettera. Decise di parlare molto lentamente. “Voi avete, io credo, incontrato il signor Potter -”
“Harry?” esclamò Molly, sorpresa. “Quel dolce ragazzino con gli occhiali? Cielo, che bambino adorabile!”
“Ron sembra aver fatto amicizia con lui,” confermò Arthur. “E i gemelli e Percy ne hanno scritto anche loro, raccontando buone cose. Ho saputo che è stato mandato in Grifondoro.” L'“ovviamente” venne educatamente omesso, visti i presenti.
“Invero,” disse Piton, piattamente. “Ho scoperto che la vita familiare del signor Potter è inaccettabile, e così -”
“Cosa vuole dire?” Chiese Molly. “Silente non l'ha affidato alla sua famiglia dopo che James e Lily sono stati uccisi? Mi ricordo che se ne fece un gran parlare perché non volle dire a nessuno dove fosse Harry, ma ci assicurò che il bambino era al sicuro e stava bene.”
Severus fece un mezzo sorrisetto. “Apparentemente, no. Albus aveva l'assurda convinzione che i legami di sangue siano sinonimi di legami di affetto. Il ragazzo è stato mandato da parenti Babbani che erano – quantomeno – capaci sia di negligenza che di abusi.”
Gli occhi di Molly si fecero enormi. “Abusi? No! Quel povero bambino!” Arthur le toccò gentilmente la spalla, ma sembrava molto cupo.
“Il Ministero lo sa, questo?” chiese.
Severus scrollò le spalle. “Può discuterne con Albus, se desidera. La mia preoccupazione va alla situazione corrente di Potter, non al perché gli sia stato permesso di rimanere con dei tutori inadatti per gli ultimi dieci anni.”
“Così, vuole che adottiamo Harry?” chiese Arthur. Accanto a lui, Molly smise di tirare su con il naso abbastanza a lungo da alzare la testa, eccitata.
“Adottare Harry? Certo che lo faremo! Ho detto a Silente dieci anni fa che avremmo voluto -”
“Non sono qui per chiedervi di adottare Harry, e neanche di diventare i suoi tutori. Piuttosto, mi piacerebbe che consideraste l'ipotesi di costituire per lui una destinazione regolare che possa visitare per lunghi periodi durante le vacanze scolastiche.”
Arthur gettò un'occhiata alla propria moglie, prima di girarsi verso Severus. “Sospetto dalle lettere di Ron che ci troveremmo probabilmente a fare lo stesso in ogni caso – visto quanto d'accordo stanno andando i due ragazzi.”
Molly aggrottò la fronte. “Perché non possiamo adottare Harry? Ha appena detto che ha bisogno di una casa. Se non lo prendiamo noi, chi lo farà?”
“Il Preside ha un altro tutore in mente,” esclamò Severus in tono cauto.
“Chi?” chiesero entrambi i Weasley.
“Me,” replicò lui freddamente, sperando di scampare all'inevitabile reazione.
Che era, come previsto, inevitabile. “LEI?”
Molly si riprese per prima. Ignorando interamente Piton, si volse verso il marito. “Ecco. Silente è impazzito. Dovrai avvertire il Ministero, domattina.”
Arthur rivolse un'occhiata apologetica a Piton. “Ora, Molly, non essere precipitosa. Suppongo che il professor Piton -”
“Arthur! Era un Mangiamorte. Ed è a lui che Silente vuole affidare Harry? Il Ragazzo Che E' Sopravvissuto?”
“Era una spia,” osservò suo marito. “L'ha detto Silente.”
Molly sbuffò. “Forse. Magari. Ma porta il Marchio Nero. Pensi che l'abbia preso appositamente solo per poter essere una spia? A quale famiglia appartiene, comunque?”
“Penso che sia uno dei Prince, no?” Arthur si era perso dietro al discorso di Molly, adesso, e aveva dimenticato completamente Severus.
“Bene! Cos'altro hai bisogno di sapere? I Prince erano tutti più Oscuri della pece e anche più pazzi dei Black!” Molly fece una pausa. “Be', eccettuato per quella povera ragazza. Qual era il suo nome? Quella che era qualche anno avanti a noi? Elizabeth? Elaine?”
“Quella era mia madre,” disse Piton con quello che sentiva essere un ammirevole contegno.
“Ma c'era qualcosa di sbagliato anche con lei, no?” proseguì Molly, picchiettandosi con un dito sul mento. “Fammi pensare, cos'era? Cos'era? O, sì, aveva sposato quell'orribile Babbano.”
“Quello era mio padre,” specificò Severus.
“Sì, be', doveva esserlo, no?” assentì Molly distrattamente. “Oh, Arthur, è terribile. Non possiamo permettere a Silente di farlo. Harry ha bisogno di amore e di una famiglia e -”
“Potter ha bisogno di attenzione e di coerenza e di supporto.” Severus non ne poteva più di essere ignorato. “Ed è improbabile che avrà nulla di tutto ciò in questa casa, nel mezzo della vostra orda di figli.”
“Be'!” Molly gli rivolse un'occhiataccia. “Congratulazioni! Ha il fegato di venire qui e di insultarci anche mentre ci chiede un favore?”
Arthur le toccò una mano. “Ascoltiamo, Molly. Ha ragione quando dice che Harry può avere bisogno di più attenzione di quanta ne potrebbe ottenere probabilmente in una famiglia grande come la nostra.”
Piton si esibì in un brusco, formale segno di assenso per ringraziare Arthur. “Esattamente. Non intendo offendervi, ma mentre la vostra famiglia è adatta a formare un modello di salutari dinamiche familiari per Harry, lui avrà anche bisogno di qualcuno il cui solo interesse sia il suo benessere. Dato il suo – difficile – passato,” Molly riprese a tirare su con il naso, “sarebbe ingiusto sistemarlo in una famiglia tanto grande, nella quale i suoi particolari bisogni non vengano corrisposti. Facendo in modo che la Tana rimanga un premio speciale per lui, imparerà qui delle preziose lezioni senza dover rinunciare all'attenzione che può ricevere come unico bambino nella -” inghiottì a fatica “- mia famiglia.”
“E perché lei vorrebbe assumere questo ruolo?” Arthur chiese, gettando a Severus una strana occhiata.
“Le mie ragioni non vi riguardano,” sbottò Piton.
“In realtà, sì,” Arthur replicò, senza lasciarsi scoraggiare. “Lei ci sta chiedendo – in pratica – di diventare genitori con lei, e un bambino come Harry ha delle necessità che sono aggravate non solo dal suo passato, ma anche dal suo probabile futuro.” Piton aggrottò la fronte, ma non poté negare la delicata insinuazione di Weasley di un suo interesse da Mangiamorte per Harry fosse ben fondata. “Dobbiamo sapere che cosa stiamo accettando di fare.” Vedendo che Severus rimaneva scettico, Arthur sorrise. “Oltretutto, se dovremo giocare un ruolo così grande nella vita di Harry, allora sono sicuro che avremo modo di sentire molte cose su di lei: e, dal momento che la maggior parte di questi commenti saranno probabilmente espressi sotto forma di lamentele, sarebbe utile se fossimo nella posizione di difenderla.”
Il viso di Piton si piegò in un'espressione di feroce irritazione. Come osava Weasley suggerire che Potter avrebbe avuto qualcosa del quale lamentarsi!
“Severus,” disse Arthur, enormemente divertito. “Ogni bambino si lamenta dei propri genitori. E' normale. Ma se abbiamo tutti intenzione di sopravvivere all'adolescenza di Harry, allora avremo bisogno di lavorare insieme. Si fidi di noi sull'argomento.”
A Piton questo non piaceva, ma doveva ammettere che l'uomo più anziano aveva ragione. “Ho acconsentito a fare questo – con riluttanza! - perché ho una certa... familiarità … con quel che Potter ha sperimentato.” Gettò un'occhiataccia alla coppia, sfidandoli a chiedere dettagli, ma erano entrambi silenziosi. “Poi, ero molto vicino a Lily Evans. Siamo cresciuti nello stesso quartiere ed siamo stati amici fino alla fine dei nostri anni ad Hogwarts.”
“Oh, caro,” disse Molly, in tono compassionevole. “James si è messo tra di voi?”
Piton inghiottì le proprie emozioni e distolse lo sguardo dagli occhi gentili della donna. “Per così dire. Io – io sono stato estremamente sciocco. La nostra amicizia non si è mai pienamente ripresa.” Prese un respiro profondo. “Ma desidero ottenere la custodia del ragazzo. Con la vostra assistenza, così come con la mia, mi aspetto che sarà in grado di riprendersi dal trattamento subito da quei Babbani,” sputò la parola. Molly ed Arthur si scambiarono un'occhiata significativa. Severus non sapeva se avessero preso il veleno nel suo tono come una prova delle sue residue inclinazioni da Mangiamorte o della sua apparente devozione per il bambino. Forse avevano stabilito che, fino a quando era devoto al bambino, qualche tendenza da Mangiamorte era una buona cosa, specialmente nell'avere a che fare con i Babbani che l'avevano maltrattato.
“C'è un'altra questione della quale dobbiamo discutere,” aggiunse rapidamente, ansioso di cambiare l'argomento della conversazione. “Ci sarà uno stipendio che vi sarà assegnato quando avrete acconsentito a partecipare a questo progetto.”
Come aspettato, entrambi si adombrarono. “Non abbiamo bisogno di venire corrotti per aiutare Harry!” disse Molly in tono indignato.
Piton sospirò. I Grifondoro erano così prevedibili. “Non è corruzione. E' un introito aggiuntivo per sostenere le spese aggiuntive che vi troverete davanti.”
“Possiamo riusci-”
“Harry avrà bisogno di essere vestito e nutrito. Se volete portare la famiglia in gita, ci sarà il costo della sua partecipazione e del viaggio da considerare.”
“Noi non escluderemmo mai -”
“Non farete ad Harry alcun favore se lo tratterete come un caso caritatevole,” disse Piton minacciosamente. “In questo modo, sarà chiaro che il beneficio è reciproco.”
“Si immaginerà che lo stiamo facendo solo per il denaro!” obiettò Molly.
“Ci si aspetterà che voi – a differenza dei Babbani – provvediate un resoconto dei fondi usati. Sarà chiaro ad Harry, se il problema dovesse nascere, che non state beneficiando finanziariamente dalla sua presenza: semplicemente, non state risentendo di ulteriori privazioni a causa sua.”
Arthur e Molly si scambiarono una lunga occhiata. Piton fece del suo meglio che non alzare gli occhi al cielo per l'esasperazione.
“Be'... suppongo che potremmo accettare un piccolo sussidio che sarebbe speso per Harry.”
“O a suo beneficio – per esempio, potrebbe essere usato per rimpinguare le spese per gli approvvigionamenti alimentari o per la manutenzione della casa, dal momento che sarà qui su base regolare,” osservò Piton, trattenendosi eroicamente dal menzionare diversi ovvi settori nei quali i fondi sarebbero stati dolorosamente necessari, a cominciare dalla poltrona bitorzoluta nella quale era seduto al momento. “E, se non accetterete, troverò un'altra famiglia.”
Molly scattò in piedi. “Non lo farebbe!”
Piton si limitò a fissarla. Lei guardò preoccupata Arthur.
“D'accordo. Accettiamo,” annuì Arthur.
“E dovremo rinforzare le barriere attorno alla Tana,” disse Piton. “Sono consapevole che siano già piuttosto forti, dati i vostri trascorsi in guerra e la professione del maggiore dei vostri figli, ma, dato che il Ragazzo Che E' Sopravvissuto si troverà a passarvi del tempo di frequente...”
“Non abbiamo nulla da obiettare sull'argomento,” disse prontamente Arthur. “Dovremmo chiedere a Bill e ai goblin o Silente preferirebbe fare da sé?”
“Ne parlerò con il Preside e vi farò sapere. Sospetto che preferirà occuparsene personalmente.”
“Io non vedo l'ora di incontrarlo!” Molly aveva un luccichio combattivo negli occhi, e Piton ricacciò indietro un risolino. Ci sarebbe stato un bello shock ad aspettare Albus, quando fosse arrivato.
“Dunque acconsentite?” insisté, avendo bisogno di un assenso chiaro.
Arthur gettò un'occhiata a Molly. “Saremmo felici di aiutare lei ed Harry, Severus. Le propongo di portare Harry qui per dargli modo di trascorrere qualche tempo con Molly e me. Se va tutto bene, riporteremo i ragazzi a casa questo fine settimana: riuniremo tutta la famiglia e faremo sapere a loro e a Ginny cosa sta per accadere. Dopodiché, lei ed Harry potrete venire a cena, e magari Harry potrebbe restare a dormire qui sabato notte. Cosa ne pensa?”
Severus ne fu suo malgrado impressionato. Weasley se n'era uscito fuori con un piano ragionevole: dopotutto, lui ed Harry non si erano mai incontrati, e sarebbe stato prudente assicurarsi che Harry andasse d'accordo con i Weasley adulti così come, sembrava, con il gruppo ora ad Hogwarts. “Molto bene. Parlerò al ragazzo entro i prossimi due giorni.”
“Perché non porta Harry qui a cena domani?” propose Molly. “Usi la Metropolvere non appena può. Arthur può tornare a casa presto ed avremo una possibilità di conoscerci, così come ha suggerito. Se lei sarà qui, Harry ne verrà rassicurato.
Severus quasi sbuffò. Rassicurare il ragazzo? Considerando il modo in cui aveva trattato in passato il bambino, era molto più probabile che questi avrebbe trovato snervante la sua presenza: ma Piton non aveva intenzione di ammetterlo davanti ai Weasley. “D'accordo.”
Si alzarono tutti, ed Arthur e Severus si strinsero le mani. Molly sorrise con un poco di incertezza: era chiaro che fosse ancora preoccupata a proposito della reputazione della famiglia Prince, ma Arthur le strinse la mano per rassicurarla. “A giovedì, allora,” Arthur sorrise.
“A giovedì.” Piton rientrò nel camino, chinandosi, e puntò dritto dritto verso il suo bicchiere di Whiskey Incendiario.



Note alla traduzione: Gli eventi ci hanno placcate! x°D Chiediamo perdono per la lentezza dell'aggiornamento e promettiamo che il prossimo capitolo arriverà molto, molto prima!

Si ringraziano Vekra e Evan per le segnalazioni!
  
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